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Risultati da 1 a 10 di 153

Discussione: Mic pensiero

  1. #1
    TCP Rider Senior L'avatar di rori
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    Mic pensiero


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  3. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di Angelik57
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    "...perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l'unico rimedio all'abitudine, all'indifferenza, alla sazietà. E' tipico della condizione umana ed è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E' l'elogio dell'immaginazione mai attuata e mai soddisfacente".

  4. #3
    TCP Rider Senior L'avatar di rori
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  5. #4
    TCP Rider Senior L'avatar di spitjake
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    hahahahahahahahahahaha
    costruirò un luna park tutto mio, con black jack e squillo di lusso. anzi senza luna park!

  6. #5
    TCP Rider Senior L'avatar di Angelik57
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    Citazione Originariamente Scritto da spitjake Visualizza Messaggio
    hahahahahahahahahahaha
    E non hai visto ancora tutta la collezione del nostro artista preferito
    rori disegno.jpg
    "...perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l'unico rimedio all'abitudine, all'indifferenza, alla sazietà. E' tipico della condizione umana ed è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E' l'elogio dell'immaginazione mai attuata e mai soddisfacente".

  7. #6
    TCP Rider Senior L'avatar di rori
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    E' il mio periodo black

  8. #7
    TCP Rider L'avatar di Marsellus
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    rora sei troppo bravo , non solo a disegnare ..

  9. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di rori
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    Nel mare magnum del Forum spesso appaiono delle parole dettate da una non comune dote di ironia e saggezza non disgiunta da una tipica formazione isolana/continental, per me sono delle chicche che elevano l'umore ed in ogni caso si rivelano azzeccate e profonde , richiamando a volte dei tempi andati e lo spirito di chi in moto ha iniziato ad andarci coi calzoncini corti e la passione l'ha conservata. Questi arguti interventi si devono a Mic56 . Ho pensato di estrapolarne un paio , senza nessuna pretesa di esaustività o di discriminatorietà.


    E comunque.
    Non sempre il bar è un elemento da disprezzare.
    Ci sono bar del centro, che fanno tendenza, con bella gente seduta a bere una birra o mangiare un gelato,e fuori parcheggiate auto e moto sfavillanti e leggère donnine in abiti vistosi e di dubbio gusto fare finta di essere interessate ai noiosi discorsi che i loro facoltosi, o presunti tali, accompagnatori fanno;
    E ci sono bar un pò scalcinati, lungo strade poco frequentate di un Italia minore, i cui avventori sono gente di passaggio e dietro la cassa siede spesso una donna dall'aria un pò baldracca e un pò materna, che ha una parola gentile per i camionisti e in cui spesso mi fermo.
    E dopo essere andato nel lurido cesso, chiedo un caffè stretto e mi avvio nel polveroso parcheggio e guardo la moto fumando una sigaretta.
    Questi bar mi piacciono, e anche la moto ferma, che quando sono un pò stanco mi piace di più guardare la moto ferma.


    Si evidenzia qui una crescita artistica del Poeta, rispetto alle prime acerbe seppur pregevoli composizioni.
    I versi scorrono dolci e senza impuntature per tutta l'ode, si avverte una chiara influenza futurista, che ben si armonizza con il tema del componimento.
    Il Poeta ci parla di un'estate, un'estata rischiarata da lampi e sinistramente illuminata dal folgorìo del cromo, un'estate che si discosta dall'immagine mielosa che evoca la stagione, ma che mette in evidenza l'inquietudine ribelle che anima l'Autore.
    E si immagina il rombo del possente motore squarciare la notte di una pianura e zittire attoniti grilli e rane.
    E questo possente e lacerante rombo si sovrappone a quello che erompe dall'anima inquieta del Nostro, che solo così trova un effimero sollievo all'inquietudine che lo spinge nicessantemente a creare.
    Un Poeta da tenere sotto stretta sorveglianza per le emozioni che ci regalerà in futuro

    Sono mezzi un pò dispersivi.
    Secondo me va battuto il territorio capillarmente.
    Mio cognato per esempio, che ha avuto un rovescio di fortuna in campo lavorativo, attualmente bandizza con la sua macchina e un megafono per la strade del suo paese qualsiasi cosa...un avvenimento, un comizio, un mulo scappato, una cane smarrito....
    Potrei interpellarlo..si accontenta di poco.


    Una seduta psicoanalitica, che ufficialmente dura un'ora e in pratica 50 minuti serve soltanto a prendere confidenza con il timbro di voce dell'analista che ti sta alle spalle.
    Per sviscerare il problema di mabaco o di chiunque altro occorre un percorso analitico, la cui durata media è di 5-6 anni con frequenza di tre volte a settimana, se non quattro; ed un costo intorno ai diecimila euro.
    Ma qui abbiamo tempo e competenze per farlo.
    Gratis



    io invece sono perfettamente d'accordo con te.
    Tutti abbiamo cominciato a cimentarci nei nostri primi esperimenti gastronomici con pasta burro e parmigiano.
    E poi sempre più arditi abbiamo messo funghi secchi, panne, prosciutti, pancette e piselli.
    E ogni volta era sempre una conquista.
    Eppure quando siamo arrivati al salmone o al caviale, improvvisamente una sera nella luce un po' fioca della cucina ci venne desiderio di quella nostra primiera innocenza: e stufi di pastrugli e intrugli mettemmo del semplice burro nel piatto e sugli spaghetti fumanti versammo del parmigiano...e fummo felici.
    Perchè le cose semplici, pulite e discrete sono sempre le più belle.


    E anche questo capitolo scritto nel libro delle traversie della vita volge al termine.
    Con l'immancabile lieto fine.
    Aspettiamo un'altra storia.



    Per le ragazze immagine avrei due mie cugine e due loro amiche.
    Sono un pò avanti con l'età, e ultimamente le trovo un pò appesantite, però tengono botta...e in più sono molto allegre..due sono vedove e due separate.
    Non credo che chiedano molto.
    Mi posso informare.


    Tranquillo! La nostra Isola straborda di splendide teste.
    Della mia poteva benissimo farne a meno.
    Solo che a volte mi chiedo che specie di teste siano.


    Vabbè cercherò di essere più prosaico e chiedo scusa.
    Avete presente quando si avverte un certo stimolo...leggero ma non forte per cui ci si deve recare in quel posto in cui tante elucubrazioni fondamentali per l'umanità sono state formulate?
    Ebbene, nell'impossibilità di recarsi in questo posto, a questo stimolo si oppone un muscolo circolare chiamato sfintere.
    E questo è il diodo zener.
    Se lo stimolo diventa imperioso non c'è sfintere che tenga e l'atto viene espletato.
    E questo fa il diodo zener.
    Se la tensione è sotto i 13 volts lo sfintere diodo tiene e non lascia passare corrente, l'inverttitore che in quanto tale inverte non essendoci corrente, la da' e fa accendere la lampadina.
    Se la tensione sale (grazie all'alternatore della moto accesa), lo sfintere diodo cede e fa passare la corrente, l'invertitore che in quanto tale inverte, avendo corrente non la da e fa spegnere la lampadina.
    In fondo si tratta di una cacata.



    Ma perchè la dobbiamo chiudere?
    Se c'è mortorio ci si lamenta.
    Se i quesiti tecnici sono di basso livello ci si lamenta.
    Se c'è cazzeggio ci si lamenta.
    se c'è spam o OT ci si lamenta.
    Se ci si insulta ci si lamenta.
    Lasciamo che le cose seguano il proprio corso.
    Scusate il lamento.


    Quanti ricordi! Che serate indimenticabili!
    E il perfido amico che dopo una cena a casa sua innaffiata da abbondanti libagioni con sorriso subdolo rivolto alla moglie dice " adesso gli facciamo vedere le diapositive del nostro viaggio in Grecia."
    E ti trascini sul suo divano, afflitto e guardi i suoi caricatori con 300 diapositive e lo maledici.
    E lui intuendo il tuo malanimo ancora più perfidamente ti comunica che in qualcuna ci sei anche tu.
    E allora guardi panorami, sorrisi, tramonti, voli di gabbiani, con lo stomaco che lavora febbrilmente e la palpebra che implacabile cala, nel buio, e di cui non te ne frega una beneamata cippa, e senti quella voce che commenta, sempre più lontana e remota.
    Ma ti fai forza, aspetti di vederti e sei nelle ulime tre e non sei neanche venuto bene, che hai una faccia da pirla.
    Quanti ricordi! Serate indimenticabili





    Hai ragione.
    Quando il meteo è avverso e si è in coppia con una compagna che ci è vicina da qualche lustro e con la quale tutte le miserie fisiche e psicologiche sono state svelate non bisogna tirare troppo la corda.
    E quando sotto una tormenta si viene superati e investiti da schizzi d'acqua di autovetture all'interno delle quali si intravedono , protetti da vetri fumè, coppie rilassate che fumano, conversano e forse ascoltano musiche gradevoli e tu sei col casco appannato, intirizzito, con mani e piedi gelati e dietro hai una donna, una povera donna, che per amore o per sottomissione ha seguito il tuo fanciullesco entusiasmo di affrontare il viaggio nonostante la bufera, e la immagini rattrappita dietro di te che con un occhio vede attraverso il plexiglass appannato della visiera il panorama fosco e con l'altro la tua splendida testa di cazzo racchiusa in quell'elmo che gli sta davanti...allora ti senti una merda.
    Vai in auto Giako..e falla felice!.


    Io possiedo una bmw,e ne ho possedute diverse, con le quali ho fatto viaggi a lungo raggio.
    Ogni volta che vedo una moto lungo la mia strada le guardo sempre, e ho concluso che le moto più gradevoli da vedere quando viaggiano sono proprio le bmw e che le nostre sono più belle a vederle da ferme.
    Da ferme infatti sono bellissime, specie sul cavalletto laterale, un pò basse e un pò lunghe, ma quando sono in movimento il discorso cambia...appaiono troppo basse e il pilota col busto troppo lungo.
    Viceversa le bmw in movimento appaiono alte e i piloti dei veri cavalieri, mentre io che pure sono alto appena 170 cm, quando mi vedo specchiato nelle vetrine a volte mi sembro cavalcare un asino e non un cavallo.
    A me la bonnie piace di più da ferma.


    Era una notte buia e tempestosa.
    Lampi e tuoni squarciavano il cielo, il vento scuoteva la secolare quercia e le finestre fremevano.
    La tua bonnie SE era al riparo, tutti i tuoi cari dormivano, i tuoi bambini dalle teste ricciolute e bionde sognavano forse fate ed aquiloni, tua moglie ormai rassegnata a notti insignificanti da quando la bonnie era comparsa, giaceva nel grande e freddo letto matrimoniale.
    E da fuori, in quella notte spettrale, solo una pallida luce traspariva da una piccola finestra, una luce azzurrognola, che rischiarava una piccola stanzetta, piena di fumo e su un tavolino un monitor, e davanti al monitor tu, in mutande e canottiera a cercare risposte in quello schermo piatto.
    Cercare risposte....che non arrivavano.
    E infine rassegnato e frustrato, spegnesti l'ultima sigaretta nel portacenere colmo di mozziconi ma il gesto fu maldestro e rovesciasti sul tavolo la lattina di birra che sparse il contenuto sulle tue mutande e depresso e triste ti avviasti verso il talamo nuziale e lì vedesti tua moglie e una strana frenesia ti prese.
    La scuotesti dolcemente, lei aprì i suoi occhi assonnati e ti guardò tu ti sentisti rimescolare tutto e una sensazione dimenticata ti attraversò l'anima, la guardasti dolcemente, lei ti sorrise e con voce implorante dicesti:
    Tesoro, solo tu sei la mia salvezza, aiutami! E' meglio la concessionaria triumph ufficiale o quella di Abano?
    - Vai a cagare- fu la risposta che risuonò dolce in quella notte buia e tempestosa.


    La bonnie è decisamente poco confortevole per il passeggero, specie se questo è abituato alla comodità di altre moto o scooter di concezione più moderna e votate al turismo a medio-lungo raggio.
    La scomodità è dovuta a diversi fattori: La durezza della sella, la rigidità degli ammortizzatori, dal fatto che il passeggero siede allo stesso livello del pilota e quindi la sua visibilità è occupata quasi interamente dalla splendida testa di cazzo che gli sta davanti, dalla mancanza di un appoggio per la schiena ed infine dalla mancanza di sostegni.
    Riguardo quest'ultimo punto non esistono maniglie laterali che per essere comode dovrebbero avere un'inclinazione di circa 45° in senso postero anteriore e collocate alla giusta altezza per essere facilmente raggiungibili da braccia di lunghezza media.
    Avevo pensato ad una costruzione artigianale, ancorandole ai tubi del portapacchi...ma poi ho lasciato perdere, visto che le mia passeggere (moglie e figlia) raramente salgono sulla bonnie, aspettando la resuscitazione del k 75 che è in letargo sino al 2014, quando diventerà d'epoca e che ha ben altro comfort.


    Non c'è niente di più deleterio e pernicioso che avere costanza.
    La costanza è intimamente connessa alla mediocrità...chi di noi non ricorda il compagno di scuola un pò tardo ma testardo, chino sul banco con la fronte imperlata di sudore, o vicino alla cattedra impappinato a rispondere, il cui giudizio dell'insegnate nel dargli un risicato sei era: " sei volenteroso e meriti un premio"? Quanta umiliazione in queste parole che volevano essere generose!
    L'instabilità sentimentale e di applicazione in qualsiasi branca denota invece tormento interiore, tipico di menti attive che si interrogano su se stesse, e il mettere a nudo i propri sentimenti e le proprie perplessità sono caratteristiche peculiari di gente che sa analizzare il proprio tormento, traendone linfa vitale.
    Bravo Gian..hai tutta la mia comprensione.
    Con incrollabile stima, mic.

    Ps: anche Richard Burton e Liz Taylor ebbero un rapporto simile.


    Mi spiace! E se mi è concesso un piccolo consiglio dettato dall'esperienza , vista l'età:
    Il parcheggio moto è sempre a rischio, specie se si effettua vicino un auto, o peggio ancora di traverso tra due auto, come suole farsi spesso a Palermo.
    E' assolutamente sconsigliabile farlo, perchè l'automobilista spesso dallo specchietto non riesce a valutare bene gli ingombri, e se lo si fa è assolutamente consigliabile prendere le targhe delle auto confinanti.
    Di conseguenza è opportuno girare dotati di penna.



    Onda calabra era demotivato incosciamente sin dall'inizio, lo si può dedurre andandosi a rileggere i suoi primi post, quando si faceva chiamare daboia.
    Era evidente l'eccessivo entusiasmo, tipico di chi deve convincere soprattutto se stesso, confermato anche dalle bizzarre colorazioni con cui violentò la sua bonnie, apparentemente a suo dire per amore, in realtà con l'evidente intento di perpetrarle uno stupro...e poi il cambio del fanale con un piccolo lucas e la successiva sodomizzazione con l'applicazione di fari allo xeno, quasi a voler dire..ti acceco, ti ridò la luce e acceco...sono tutti segni di un grande tormento interiore, presente per esempio in certi musicisti estremi che alla fine del concerto in preda a raptus distruggono le chitarre, facendone scempio.
    In conclusione penso che ci troviamo di fronte ad un soggetto dall'equilibrio psichico molto instabile...che forse è opportuno non contraddire.
    Onda...hai fatto benissimo


    Epperò:
    L'atto in questione non è da disprezzare, perchè evita imbarazzanti performances dovute all'età o all'assunzione di farmaci conseguenti all'età, è meno impegnativo e come a volte uno stuzzicante spuntino risulta più gradito di un sontuoso pasto, così quest'atto, forse anche perchè legato all'innocente giovinezza...a me non dispiace.
    Se poi fatto in un contesto bucolico, con la bonnie leggermente inclinata su un fianco e sotto una secolare quesrcia...a me piace proprio.



    Succede.
    Anche in sala operatoria.
    Un chirurgo che ravanava nell'addome di un paziente, infastidito da un tubo che gli ostacolava la visuale lo tagliò e fu investito da una cascata di sangue.
    Era l'aorta.
    E non arrivò più sangue.
    Purtroppo stì tubi e stì cavi elettrici hanno la sgradevole caratteristica di traportare un qualcosa.



    Ai tempi della mia ormai lontana gioventù si metteva un'adesivo.
    Ovvviamente il soggetto variava a seconda del gusto del possessore della moto graffiata.
    Ce n'era uno in particolare che mi colpiva e turbava ogni volta che lo vedevo: Trattavasi di amazzone nuda a cavallo di un nero destriero senza sella e la scritta sotto diceva: pelo contro pelo.
    Purtroppo la rigida educazione ricevuta e il censo al quale appartenevo mi impedì di poterlo attaccare al serbatoio graffiato del motorino.


    Finalmente una bella notizia.
    Di solito è il contrario: Uno vede una cosa in catalogo o in foto e poi di presenza la delusione è in agguato.
    Come successo a quel mio amico, che separato, si ordinò una nuova compagna dell'est da catalogo.
    E fu una catastrofe



    A me non pare che la triumph sia una grande Casa, non più almeno di guzzi, ducati, mv, laverda, e anche bmw...non parlo delle giapponesi per il semplice motivo che non ne ho mai posseduta nessuna.
    Ognuna di queste case ha una spiccata personalità, che comprende pregi e difetti, ben noti agli appassionati di ciascuna casa...appassionati e non fanatici estimatori tipo tifosi di calcio.
    Tornando alla triumph..è una casa gloriosa, inglese, e come tutte le case inglesi, sia automobilistiche che motociclistiche ha una innata eccentricità in certe soluzioni tecniche che spesso sono state fonte di noia e disagi per gli utenti...che ne sono stati sempre a conoscenza, sia per amore verso la casa che per passa parola.
    Quindi in passato nessuno si è mai stupito di vedere qualche chiazza d'olio sotto la sua bonneville (nonna dell'attuale) o della sua bsa o norton, o di ritrovarsi con qualche bullone in meno a caisa delle vibrazioni.
    La bonneville attuale non ha niente da spartire con la sua antenata in quanto a comfort ed affidabilità, ma essendo inglese qualcosa nel suo patrimonio genetico è per forza rimasto...ma l'amore per la moto inglese è tale che non solo gli viene perdonato, ma addirittura invocato...seppure quando si verifica qualche bestemmia non è insolito sentire squarciare l'aere




    E' fastidioso, veramente fastidioso, specie se si ha il passeggero, che non ha maniglie cui aggrapparsi e che inevitabilemnete sbatte il suo casco contro il tuo.
    E' il segno di quest'epoca poco incline al ragionamento, alle sfumature dei grigi, per cui si deve avere tutto e subito, bianco o nero, si o no.
    Solo un attenta e delicata modulazione della mano destra sulla manopola dell'acceleratore può neutralizzarne lo sgradevole effetto, ma ci vogliono nervi saldi, concentrazione e mano ferma.
    Mano da restauratore di antichi affreschi, da chirurgo...o al limite da dentista.
    Ci vuole arte.



    Si può procedere in due modi: Uno più seccante e l'altro meno, purchè si sia dotati di bilancia per automezzi.
    Il primo prevede di girare attorno al benzinaro sino a quando la moto rimane completamente a secco, non appena questo si verifica fare mettere benzina ed interrompere l'erogazione non appena la spia si spegne e veder quanta benzina è stata erogata.
    Il secondo di pesare la moto con serbatoio completamente pieno, girare attorno al bilico e pesarla non appena la spia si accende, vedere la differenza di peso e calcolare la quantità di benzina conoscendo il peso di un litro di benzina


    "Per me ti ci vuole una bonnie.
    Come Ulisse hai attraversato infide terre e conosciuto genti diverse, che non parlavano la tua lingua ma e te è bastato uno sguardo per capir loro e con uno sguardo ti sei fatto capire.
    Si, ogni tanto c'è stata qualche piccola incomprensione, come quella volta che nella lurida bettola messicana con un cenno dell'occhio destro hai ordinato un pollo e ti è stato servito un topo annegato in una piccantissima salsa giallastra e non hai battuto ciglio, perchè questo è il viaggiare senza meta, a cavallo di ogni tipo di moto e ogni tipo di moto ti ha regalato sensazioni indimenticabili.
    Così non ti sei fatto ammaliare dal canto della sirena in quello sperduto villaggio del cile, ma sei andato avanti senza voltarti indietro, senza chiederti perchè e soprattutto non sapendo dove andare.
    E adesso è il momento del riposo: il corpo è stanco e la mente è piena di ricordi e allora volgi lo sguardo verso la bellezza senza tempo, verso le forme che non invecchiano mai di una bonneville, la cavalchi con fare sicuro e lei docilmente ti porta in riva al lago, tu parcheggi e osservi le famigliole che tranquille passeggiano nel giorno di festa..e una grande inquietudine ti prende, la voglia di trasgressione si impadronisce di te..è una maledizione...e allora con la tua andatura dinoccolata ti avvicini ad una bancarella e ordini dello zucchero filato.
    Per me ti ci vuole una bonnie. "




    Hai ragione.
    Quando il meteo è avverso e si è in coppia con una compagna che ci è vicina da qualche lustro e con la quale tutte le miserie fisiche e psicologiche sono state svelate non bisogna tirare troppo la corda.
    E quando sotto una tormenta si viene superati e investiti da schizzi d'acqua di autovetture all'interno delle quali si intravedono , protetti da vetri fumè, coppie rilassate che fumano, conversano e forse ascoltano musiche gradevoli e tu sei col casco appannato, intirizzito, con mani e piedi gelati e dietro hai una donna, una povera donna, che per amore o per sottomissione ha seguito il tuo fanciullesco entusiasmo di affrontare il viaggio nonostante la bufera, e la immagini rattrappita dietro di te che con un occhio vede attraverso il plexiglass appannato della visiera il panorama fosco e con l'altro la tua splendida testa di cazzo racchiusa in quell'elmo che gli sta davanti...allora ti senti una merda.
    Vai in auto Giako..e falla felice!.

    La monosella è troppo piccola se si vuole andare in due.
    Dobbiamo intenderci, e per questo farò un esempio:
    Tutti noi abbiamo attraversato varie fasi nella nostra vita; Da piccoli abbiamo dormito in un lettino, magari con un orsetto che nelle mattinate rotolava a terra.
    Da studenti abbiamo optato per il letto ad una piazza e mezzo che ci permetteva di dormire comodi ma alla bisogna di ospitare la generosa compagna di studi e passare con lei una notte raccolti ma allo stesso tempo ci permetteva qualche movimento.
    Da adulti, nell'età florida, si è ricorso al letto matrimoniale a due piazze che ci permette un raro e sporadico avvicinamento, ma anche un dignitoso ed aristocratico allontanamento.
    Nell'età vetusta è ipotizzabile un ritorno o al triste lettino o al più ameno letto ad una piazza e mezzo, possibilmente in camere separate.
    Rori, dipende in quale fase ti ritrovi o ti identifichi.

    Lo sentivo dire anch'io e non capivo bene di cosa si trattasse di preciso, sebbene ne intuissi vagamente il significato.
    La discussione che ne seguì non fu molto corposa, come si vede.
    Personalmente dopo lunghe e tormentate riflessioni ho capito che doveva trattarsi di moto modificate in senso sportivo, più o meno arraffazzonate, alcune viranti all'aggressivo altre al francamente tamarro, alcune pregevoli altre di dubbio se non pessimo gusto, ma tutte comunque dovevano incutere un certo timore.
    In pratica dovevano essere le versioni potenti di quei motorini, prevalentemente beta, che la domenica pomeriggio stazionavano davanti al bar dei muratori del mio paesello siculo e che ogni tanto schizzavano via in un rumore assordante e odore di olio di ricino a fare gare di velocità nel vialone di periferia.
    Spesso in palio era il libretto della moto, cioè la moto stessa.
    Amarissima domenica per il muratore sconfitto.

    Ecco una breve storia:
    Mio zio che di moto ne capiva quanto un aborigeno australiano contagiato dalla moda di avere la moto in quei primi anni 70 la prese da un suo amico a milano in cambio di un credito non pagato.
    I primi tentativi di andarci furono diastrosi e cadde diverse volte da fermo.
    Allora sapendo che in sicilia c'ero io appassionato me la regalò, pur essendo io sedicenne e quindi fuori legge.
    Io la usai clandestinamente sino ai diciottanni e poi la portai a roma all'università.
    Li la trattai malissimo, era delicata e io senza soldi, si rompeva spesso, i pezzi non si trovavano, ogni volta dovevo andare a Milano da Ghezzi in via gian galeazzo...era una tortura per uno studente.
    Allora mi feci comprare un laverda 350, che credevo affidabile e invece fu un vero bidone e la bsa la lasciai all'aperto per due anni.
    Mio zio allora mi mandò dei soldi per sistemarla e riaverla e io cominciai in un box trovato in prestito il lavoro di restauro, ma al momento di smontare la candela, completamente arruginita, questa si ruppe e non fui in grado di rimuoverla.
    Allora gliela spedii con la candela rotta e lui la portò da un suo amico meccanico a firenze che non ci mise mai le mani perchè non ne aveva voglia.
    Un giorno passarono dall'officina due appassionati di moto d'epoca, la videro, contattarono mio zio e gli offrirono 500.000 lire. Era il 1980.
    E mio zio la cedette.
    Non abbiamo più notizie.

    Io penso che ciascuno sia libero di equipaggiare la moto come meglio crede, secondo i propri gusti ed esigenze.
    Frequentando anche per breve tempo il forum si capisce che ci sono modifiche che non sono proprio gradite e che risultano francamente indigeste ai più.
    Chiedendo un parere su tali modifiche è scontato aspettarsi frizzi e lazzi.
    Io però ritengo che ridere, e far ridere sia molto salutare.
    E avendo io apportato qualche modifica indigesta sono stato oggetto di pubblico ludibrio.
    Ma per quanto detto prima ne sono stato felice, avendo contribuito per quanto ho potuto a sollevare l'umore di molti.

    Per carità..lungi da me l'idea di poter dire una parola definitiva in un caso tanto complesso, doloroso e per certi versi drammatico..anzi qualsiasi contributo è benvenuto se può servire a fare un pò di luce in una vicenda tanto oscura.
    L' ipotesi da Te formulata è tutt'altro che peregrina e a questo proposito ricordo che in occasione dell'incontro succitato in effetti passò da uno stato di euforia selvaggia ordinando un caffè al bar ad uno stato di profonda prostrazione quando si accorse che il barman aveva dimenticato di porre sul portatazzina il cucchiaino.
    Non reagì, nè lo chiese, ma si spense, si afflosciò.
    Non so se questo può essere sintoma rivelatore di un qualche disagio, e Ti ringrazio per vermi fatto tornare alla mente questo episodio, cui non diedi peso, ma che adesso, dopo la Tua brillante ipotesi mi appare sotto una luce completamente diversa.
    Mi inchino di fronte a tale integrazione della mia primitiva e un pò affrettata interpretazione del complesso carattere e delle turbe che lo tormentano del soggetto in questione;
    In effetti ad un'analisi più approfondita non posso dirmi che d'accordo con Te e lo dico con cognizione di causa avendo io seppur per breve tempo avuto l'opportunità di conoscere personalmente l'individuo nell'ottobre del 2010.
    Ebbene in quell'occasione ebbi modo di notare una certa instabilità nell'individuare il sesso di cose inanimate, oscillando frequentemente nell'uso improprio del genere maschile o femminile.
    Ricordo perfettamente che gli offrii un'arancina al pistacchio e lui mi ringraziò per l'ARANCINO, e alla mia perplessità si corresse confuso e pronunciò arancina.
    Allo stesso modo cambiò spesso l'articolo riferendosi alla propria moto, alternando il maschile e il femminile in maniera casuale.
    Infine seppure accompagnato da una splendida ragazza, notai che volgeva sguardi concupiscenti verso appartenenti al genere maschile, e senza peccare di immodestia posso dire che neanch'io ne fui esente.
    Concludendo penso che sia un soggetto in profondo stato confusionale, che necessita di un urgente aiuto.


    Una mia amica, volendosi appassionare di moto e sapendomi amante della motocicletta, non appena ne vedeva una mi chiedeva se fosse bella o meno, e io davo il mio parere.
    Un giorno mi ha chiesto quando una moto si può definire bella e la mia risposta è stata piuttosto confusa e per niente soddisfacente per chi chiedeva dei parametri che aitassero a definire una moto bella.
    Anch'io ho parlato genericamente d iproprorzioni, linee, leggerezza e possanza, ma in maniera piuttosto vaga, che sono sicuro non le è stata di alcuna utilità.
    Così io che non so capire se un quadro è bello o brutto chiesi la stessa cosa ad un mio amico esperto d'arte e anche la sua risposta non mi fu d'aiuto: ancora adesso non so capire se un quadro è bello o brutto.
    Al di la delle sensazioni soggettive che una motocicletta o un quadro provoca, io non saprei definire correttamente i parametri per cui una motocicletta la si può definoire bella o brutta, eppure la so riconoscere, e generalmente il mio giudizio è abbastanza conforme a quello di moti appassionati di moto.

    Quando ero giovane andavano di moda le scarpe da tennis che erano in tela e non come adesso di cuoio o di nonsocchè, fatto sta che dopo due volte che si portavano facevano sudare il piede in maniera immonda e appestavano la casa intera.
    Le nostre mamme erano terrorizzate da simile olezzo e con tutte le forze si opponevano all'acquisto.
    Ma noi andavamo al negozio e con fare implorante chiedevamo al compiacente commesso: Tengono il piede fresco, vero?
    Certo, freschissimo-rispondeva clemente.
    E così tutti eravamo contenti.
    A parte la mamma.


    Penso che si possa fare.
    In fondo a chi non è mai capitato di vedere la propria consorte uscire di casa con la testa sormontata dai suoi riccioli neri e vederla tornare con capelli lisci biondi e a caschetto?
    Non era questa una disperata e a volte vana speranza di risvegliare un desiderio da troppi anni sopito?
    Il bello delle MC è proprio questo:
    Danno una speranza di avere un qualcosa di nuovo e risvegliare un desiderio forse un pò appannato.
    Il problema è che data la prima cucchiaiata ci si accorge che è sempre la solita minestra.
    Ma per quelli come me...può essere rassicurante, perchè alla mia età spesso l'ignoto spaventa.
    E per quelli non come me...fate bene a provare.



    Componimento asciutto, secco, con bagliori impressionisti che richiamano alla mente i migliori Pascoli e Ungaretti, con accenni di Leopardismi, rappresenta un 'ulteriore strabiliante evoluzione della forma espressiva del Poeta che mostra grande capacità nel giocare con le parole, come se fossero note musicali abilmente legate a comporre sinfonie di gradevolissimo effetto per le orecchie e di stimolo per la mente.
    Si nota un ripiegamento intimista stimolato da sensazioni esterne, e così l'affrontare la perigliosa strada, l'aggrapparsi al solido manubrio, l'aprire il gas sono tutte azioni che trascendono l'atto fisico e stimolano il tormentato pensiero dell'Autore, che si interroga sull' ermeneutica della vita..lasciando in sospeso l'interrogativo che tutti assilla....Tragedia o Commedia?
    Un Poeta da tenere sotto attenta vigilanza per le emozioni che ci saprà regalare.



    Egregio commissario, la mia pur limitata ed effimera esperienza di amplessi sulla spiaggia, come peraltro in qualsiasi altro posto, mi permette di affermare che l'asciugamano non è certo il presidio più ideale, poichè essendo formato da escrescenze di spugna che specie in regime di alto tasso di umidità come si presume possa esserci in riva al mare nelle ore serotine, trattengono tenacemente granelli di sabbia, che data la nota qualità abrasiva producono fastidiosissime abrasioni sulle pelli sopra adagiate.
    Consiglio pertanto stuole di tessuto liscio, ed escludendo l'acrilico, propenderei per la canapa o il cotone.
    Consiglio rivolto ai giovani e focosi amici del forum, che la mia stagione è inesorabilmente passata


    Ste' bende fanno ridere.
    Poi in genere sono associate a marmitte fracassone che rendono il tutto ancora più patetico.
    Funzionava cosi:
    Eri sul motorino smarmittato che bene che andava non superava i 90 km ora.
    Guidavi allo spasimo, calato sul serabatoio con la marmitta a siringa che lacerava cervello e timpano e ti sentivi Agostini.
    Improvvisamente con la coda dell'occhio percepivi una presenza ingombrante, dal rombo pieno e robusto, non volevi accettare la realtà e distoglievi lo sguardo, ti concentravi sulla guida affrontando curve con ardite traiettorie, ma la curiosità ti tormentava, giravi un pò la testa e la sagoma era lì, sempre più grande e possente, che ti tallonava, come un delfino può tallonare una triglia.
    Ti impegnavi ancora di più, e ormai non era più necessario girarsi...ti era a fianco...inesorabilmente a fianco, col tuo motore allo spasimo e il suo rilassato e tranquillo.
    E allora in un ultimo impeto di dignità ti alzavi, e assumevi un aria contemplativa verso il paessaggio, mentre lui sorpassandoti ti guardava, ti sorrideva e ti diceva: -Ma che cazzo vuoi fare?-
    E tu rimanevi lì, in posizione eretta, a vedere lo splendido ducati scrambler che se ne andava.
    E ora?
    Ora sei li, con marmitte svuotate, bendate, manubrio basso, forche sfilate, ammortizzatori e freni cazzuti, allo spasimo su un'autostrada che quando sei in galleria vibrano le viscere di tutti gli automobilisti...e mentre sei li ti sfiora una gran tourer, magari bmw, con coppia a bordo, interfono, radio e bagagli...e tu rimani li a guardare il cetaceo che si allontana.



    L'osservazione è corretta.
    E allora si potrebbe concepire una modifica che secondo me è RIVOLUZIONARIA .
    Si dovrebbero mettere due guide scorrevoli come quelle dei cassetti parallele agli scarichi e fissate al telaio , con delle barre che scorrono su rulli e appositi fermi, parallele tra loro a mò di binari e collegate tra loro dal pedalino.
    In questa maniera si potrebbe arretrare o avanzare il pedalino entro un range piuttosto ampio.
    Per quanto riguarda la pedivella del cambio e del freno si potrebbe usare come rinvio un tubo telescopico, come le antenne dell'autoradio di antica memoria.
    In questa maniera sono sicuro che si troverebbe la posizione ideale e addirittura la si potrebbe variare duarante il viaggio, dotando il tutto di un motorino azionabile comodamente con apposito pulsante collocato sul manubrio.
    Certo bisognerebbe visualizzare questo progetto, ci vorrebbe la manina di Keir...chissà che non si applichi.





    Per anni sono stato indeciso su quale forma usare.
    C'è un'epoca in cui il meridionale specie se va al nord si vergogna un pochino delle proprie inflessioni, anche a causa del verso che gli fanno continuamente gli indigeni della nuova dimora, e cerca di addolcire la dizione.
    In questa fase ho usato la versione con una b, perché si sa che al nord sono di dizione gentile, nel disperato tentativo di illudermi di integrarmi.
    Superato questo breve e infruttuoso periodo, si è risvegliato l'orgoglio di appartenenza e ho quindi preferito la versione con la doppia b, essendo nota la passione dei meridionali per le doppie e a volte anche per le triple.




    Due volte andai ad Amsterdam e tutte e due le volte vissi storie da incubo.
    Non ci tornerò mai più.
    La prima volta andai nel '74, a 17 anni, con altri tre coetanei, tutti e quattro frikkettoni a parole con i nostri amici seppelliti in provincia ma pavidi borghesucci nell'animo.
    Andammo irretiti dai racconti di chi ci era stato, sesso libero negli ostelli, canne a volontà ( di preciso non sapevamo cosa fossero, ma facevamo finta di essere dei navigati consumatori), ma altri più grandi ci misero in guardia, dicendoci che accoltellavano come niente per qualche fiorino, e di stare attenti soprattutto ai neri.
    Arrivammo a piazza dam, dove c'era un infinità di strippati, di tutte le razze, e intimoriti e guardinghi ci disponemmo in formazione di difesa, a testuggine, e così guadagnammo un gradino della piazza.
    Immediatamente fummo avvicinati da un italiano che ci chiese cosa ci servisse.
    -Niente- risposi senza guardarlo negli occhi, ma lui insisteva e subito ci prese il panico, e allora il mio amico che era grosso gli disse di levarsi dalle palle e presa in pugno la situazione ci portò davanti una macchina della polizia poco distante, mentre dalla piazza ci osservavano ostili.
    Chiedemmo ai gendarmi dove fosse un camping, loro furono molto gentili e ci dissero come raggiungerlo.
    Lo raggiungemmo, andammo al market del camping e comprammo un sacco di provviste, quindi ci accampammo e passammo una splendida settimana, mangiando e bevendo.
    Uscimmo dal camping solo una volta, per andare al giardino zoologico, tra bestie in gabbia e rassicurantissime famigliole.
    Al ritorno con aria vissuta ai nostri amici dicemmo che Amsterdam non è per tutti, bisognava essere scafati, come noi.







    Ha ragione Ganasa.
    Il circolo si chiude.
    Il motivo principale che ci porta alla scelta di un partner piuttosto che di un altro è l'evocazione che questo partner ha con qualcosa che ci è caro.
    Così molti scelgono la propria compagna perche ricorda in qualche aspetto la propria madre, o se stessi o la razza del cane che più si è amato.
    E così è per la moto.
    Il tuo ideale sono le harley e adesso cerchi più o meno subdolamente di traformare la tua bonnie in tal senso.
    L'esperimento non ti darà grandi soddisfazioni, come non le dà a coloro che costringono la compagna ad interventi di chirurgia estetica.
    Ricordo una mia conoscente che si fece fare interventi complessi e costosi al seno per compiacere il suo nuovo ed incontentabile compagno, e alla fine fu lasciata, perchè il compagno non accettava quel seno.
    La trasformazione in senso custom della bonnie, specie ruote in lega, è innaturale.
    Se proprio vuoi rimanere in casa triumph, pensa all'America.



    Vogliamo riflettere seriamente?
    Proviamoci.
    Il cielo, il gabbiano, la rondine, il vento, il tramonto, l'alba, la corsa di due innamorati su una spiaggia, un cucciolo...quante volte abbiamo visto queste immagini in poster dai colori tenui o sgargianti, in bar dall'arredamento di dubbio gusto, un pò teutonico e un pò kitch, o in qualche cameretta di adolescente romantico?
    Basta melassa... di cui non abbiamo bisogno.
    E invece la merda di un cane, col suo dirompente inno alla vita, con la sua prepotente violenza, col tuo farti sentire precario in questo mondo a causa dell'inevitabile slittamento della suola della scarpa, col suo costringerti all'interrogarti sulla tua essenza, cosi simile all'escremento appena calpestato...pensieri che turbinano nel cervello.
    No, io quando pesto una merda non guardo il cielo, guardo la suola.





    Ah gnagna, termine figurato per indicare organo genitale femminile?
    Credevo che avesse a che fare col mangiare dal suono gnagna...gnamgnam




    Ho dato del voi perchè sono cresciuto con le rigidissime procedure sovietiche del cremlino.
    Per cui immagino che ci sia una commissione di moderatori, in un salone fumoso, austero, freddo e disadorno in cui si ascoltano relazioni e si prendono decisioni, anche dolorose, circa lo spostare discussioni, ammonire, bannare....
    Insomma una sorta di komintern o di kominform...
    Sì sì, deve essere sicuramente così.





    In cavalletta centrale?
    La cavalletta centrale non è concepita per toccare per terra con i piedi, ma per porre questi nelle apposite pedane, sorseggiando una birra con aria malandrina, mentre una giovane pin-up ti si struscia leggermente leccando un gelato con aria birichina




    Stanotte ho riflettuto a lungo sul problema e ho trovato una possibile soluzione ripescandola dalla mia ormai lontana giovinezza.
    A quell'epoca, quando gli ormoni cominciano a circolare ma non in quantità tale da produrre visibile e apprezzabile peluria sul viso, si aveva il problema delle presenze femminili nel nostro sfigatissimo gruppo di maschi, e la tristezza nel trascinarsi per infimi locali e semideserte viuzze malamente illuminate del paese era struggente.
    Si decise così di farsi violenza e portare ciascuno sorelle e cugine, fino ad allora vilipese ed escluse, per dare un tocco di leggiadrìa e nel contempo usarle per attirare le loro amiche e ad allargare il plafond.
    Si fece anche un patto solenne, di rispetto reciproco per le nostre congiunte, che solo in parte venne rispettato.
    Comunque la strategia ebbe successo.
    Potremmo riproporre lo stesso stratagemma, in modo che forze nuove e fresche vengano attirate per rallegrarci.
    Se si diffonde la voce che questa sezione è piena di gentil pulzelle, accorreranno in massa frotte di biker assatanati, e una volta dentro ce li lavoreremo a nostro piacimento
    Ultima modifica di rori; 09/12/2013 alle 11:09

  10. #9
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    "...perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l'unico rimedio all'abitudine, all'indifferenza, alla sazietà. E' tipico della condizione umana ed è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E' l'elogio dell'immaginazione mai attuata e mai soddisfacente".

  11. #10
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