Su alcune moto il “cikcikcik” si attenua più che in altre, dipende anche dalla conformazione “fisica” dello scarico.
Teoricamente una carburazione più grassa tende sempre a diminuire gli scoppiettii, ma a volte quella piccola percentuale introdotta con la IAT non è sufficiente.
Vi sparo un pochettino di teoria sul sistema IAT e relativa modifica, così chi ha dubbi può farsi una idea e magari trovare le risposte alle proprie domande.
Innanzitutto la IAT modificata non cambia i suoi parametri nel tempo.
È pur sempre una (“semplice”) resistenza variabile in base alla temperatura percepita, e i valori sono sempre quelli (agli stessi gradi di riferimento).
Chi opera cambiamenti allora?
Ovviamente la ECU, che essendo costantemente “informata” di una temperatura più bassa, tenderà ad utilizzare “mappe” leggermente più ricche di benzina per compensare l’aria più “fresca” (secondo le tabelle preimpostate in memoria), quindi diminuendo leggermente il rapporto stechiometrico aria/benzina, che solitamente sulle moto moderne tende al cosiddetto “magro”.
Un rapporto 13,8:1 è grasso, mentre un 15,5:1 è magro (contro un ideale 14,7:1).
Ebbene, qui potrei anche spiegare perché la ECU deve ingrassare.
L’aria calda (estiva) è meno “compatta”, cioè pesa meno per metro cubo (o centimetro cubo, a piacere), per cui ci vuole meno benzina per ottenere il rapporto stechiometrico perfetto.
Quando l’aria è fredda pesa di più, cioè c’è più quantità di aria (in molecole) per metro cubo (o centimetro cubo, come sopra), per cui ci vuole più benzina per raggiungere la proporzione ideale.
Ecco a cosa serve (e come funziona) la IAT modificata.
Fa credere alla ECU che l’aria aspirata sia leggermente più fredda, e di conseguenza la centralina agisce per riportare nella norma i parametri della carburazione.
Aggiungo una ulteriore piccola nota sul funzionamento dell’intero sistema, ma mi tengo volontariamente sul vago perché per approfondire bisognerebbe scrivere un poema.
La carburazione viene calcolata in base a tanti altri sensori, non solo relativamente ai dati provenienti dalla IAT.
Una delle principali “artefici” del sistema di calcolo è la “famosa” sonda lambda, solitamente montata alla fine del collettore di scarico.
La lambda ha il compito di analizzare i fumi in uscita, e tramite un “lettore” di ossigeno è in grado di capire se la carburazione è troppo grassa o troppo magra.
Invia un segnale alla solita ECU, che retroattivamente corregge la carburazione per il funzionamento ideale.
Non aggiungo altro per i motivi di cui sopra, per cui prendetela per buona.
Sta di fatto che ora si possono delineare due tipi di correzioni (ce ne sono di più, ma per ora concentriamoci su ciò che interessa al momento):
per semplificare, la IAT agisce nei transitori, ad esempio quando si apre il gas per riprendere velocità, mentre la sonda lambda lavora a regime costante, ad esempio quando si viaggia ai 130 “fissi” in autostrada.
Per questi motivi i consumi (con su una IAT modificata) variano solo se si esagera davvero con il gas, quindi sfruttando il maggior potenziale a disposizione, ma a velocità costante non variano praticamente di nulla.
Nella ECU c’è una piccola banca dati (una memoria riscrivibile), dove vengono registrati i modi di funzionamento del motore più utilizzati dall’utente, e con il passare del tempo questa memoria viene modificata per migliorare la velocità di azione della ECU, nel rispetto delle tabelle preimpostate di cui sopra.
Questa funzione di solito si definisce autoapprendimento.
La memoria riscrivibile non è labile, nel senso che quando si spegne il motore (e si toglie tensione alla centralina) questi dati rimangono intonsi.
Sarebbe la risposta all’ultima domanda di Marco, sennonché Triumph (e solo Triumph nel mondo delle due ruote) ha introdotto un (complicato) sistema di ottimizzazione dei parametri, che avviene a motore appena spento (si, anche con le chiavi tolte dal quadro).
Il sistema si chiama Power Latch, ed esegue una serie di calcoli per predisporre la miglior carburazione possibile per il successivo avviamento.
Io sono poco convinto dell’utilità effettiva di tale sistema, perché dipende (e parecchio) dalle condizioni termiche/ambientali tra l’ultimo spegnimento e il successivo avviamento.
In una condizione ideale costante, che so 22º e clima secco, il sistema sicuramente avrà la sua efficacia.
Ma se spegni la moto il 31 agosto a 36º con umidità relativa del 70%, e la riavvii in primavera con 17º e umidità al 99%, non ti puoi aspettare che la carburazione sia perfetta sin da subito.
Anzi, sperimentato più volte sulla mia pelle, solitamente la moto va da schifo per i primi 4-5 minuti, o almeno finché non si mette in funzione la suddetta sonda lambda.
Scusate della prolissitá.
