Da un po' di tempo sto scassando la minchia in giro per le varie discussioni per questo mio lavoretto; per chi non ha avuto occasione di cogliere i miei intenti, ho deciso di modificare un silenziatore originale di Daytona 675 per renderlo "aperto", se mi concedete il termine. Tanto per permettere alla moto di esprimersi meglio nel suo particolarissimo ed affascinante ruggito.
Voglio ora spiegare le motivazioni del mio lavoro ed in un certo senso offrire l'opportunità di capire al meglio come procedere a chi ha avuto già questa idea ma non sapeva come fare.
"Ci sono tanti silenziatori belli in commercio", "non perdere tempo", "lascia stare", "prendi il TOR": tante volte mi sono sentito rivolgere questi commenti proponendo l'idea.
Non avendo ancora raggiunto i 21 anni, ho dovuto come tanti altri ragazzi comprare una moto "depotenziata" a 34 cv, il limite di potenza che l'attuale legge mi consente di avere dentro al telaio. Con il beneficio del dubbio sul fatto che la mia moto abbia ora realmente 25 Kw o sia come tutte le altre, giro tranquillamente per strada senza pormi troppi problemi, tanto più che ho risolto l'eventuale problema "copertura assicurativa" sul nascere.
Presentarsi però a certi sceriffi che girano dalle mie parti, a cavallo fra Marche ed Umbria, con due tromboni Shark o un marmittone palesemente “racing”, sarebbe sconsigliabile nella mia situazione: omologazione a parte, più la moto rimane originale nel look, meno attira l’attenzione, è semplice.
D’altronde, a me il silenziatore originale non dispiace affatto in quanto ad estetica, né per la realizzazione, né per il contorno del bel paracalore, né per forma e posizione: montare il Triumph TOR sarebbe stato allora un must, ma… oltre a non essere neanche ufficiosamente omologato (si può porre rimedio facilmente..), costa tanto e, a parte il sound bellissimo, non da ulteriori vantaggi rispetto all’unità originale, neanche in termini di peso. Facendo uno più uno e considerata la spesa, a questo punto tanto vale farsi un aftermarket omologato fatto bene… che però non ha la stessa resa estetica, tranne le poche eccezioni che mi attirano realmente.
In verità, a me la moto piace così com’è, portatarga, specchi e indicatori di direzione compresi, tanto per dire tre pezzi, ed un pisello lì sotto proprio non ce lo voglio mettere.
Ma se neanche il TOR mi soddisfa (sempre per il basso rapporto qualità/prezzo), che cavolo devo fare per evitare di sentire solo il rombo d’aspirazione quando sono in sella? Un buco nella marmitta, come sulla vespetta? Quasi!!
L’idea mi è venuta un giorno, uno dei tanti che passo a pippeggiare attorno alla moto, guardando dentro alla canna centrale del silenziatore di serie, illuminata dal sole: ho visto che questa si estendeva quasi per tutta la lunghezza del pezzo, terminando in una camera interna che, sul fondo, aveva una bella paratia di lamiera. Paratia che subito ho pensato si potesse sfondare per fare un collegamento diretto fra la canna centrale ed il collettore di entrata nel silenziatore: fatto e servito il TOR a prezzo zero (o quasi).
Smontando la marmitta e guardando anche dal tubo di entrata, le mie idee sono sembrate tutt’altro che irrealizzabili: rimediato un altro silenziatore originale (non l’ho fregato ad una Daytona parcheggiata…), mi sono messo al lavoro.
Col pezzo fra le mani, e pensando a come è montato sulla moto, è chiaro che l’unico modo per operare senza intaccarne minimamente l’estetica è aprirlo superiormente, dove codone e paracalore celano tutto alla vista. Bisogna tagliare, modificare e poi richiudere in un qualche modo.
Per il taglio, basta un piccolo “frullino” (la seghetta circolare portatile) con un disco adatto all’acciaio di diametro ridotto.
L’apertura va eseguita tenendo conto che, sul silenziatore, vi sono nella parte superiore le staffe per l’attacco dello stesso al telaietto, quattro supporti per avvitare il paracalore e gli attacchi per il portatarga: se a lavoro finito si vuole che tutto sia poi montabile in posizione perfettamente simmetrica, come da origine, è ovvio che conviene non toccare queste parti. L’unica scelta per poter accedere alla parte da lavorare, è eseguire un taglio rettangolare nella zona che vedete nei disegni e nelle foto, “sacrificando” due dei quattro attacchi per il paracalore: chiudendo tutto, sarà facile riallinearli a quelli anteriori “fissi”, o comunque basterà giocare un po’ con l’asola del paracalore prima di stringere la vite. Tagliando a filo degli attacchi anteriori e di quelli del portatarga, senza però toccare le relative saldature, si dispone di un buon spazio per lavorare successivamente e non si incide sulla funzionalità di queste parti.
Appena completato il taglio della calotta superiore, questa verrà via facilmente; tutto attorno alle camere del silenziatore vi è l’intercapedine col materiale fonoassorbente, quindi occorre rimuovere quest’ultimo dalla zona sottostante al “coperchio”, per raggiungere la lamiera interna bucherellata e procedere al taglio di un’altra sezione rettangolare, ovviamente di forma uguale a quella precedentemente asportata.
Osservando bene, c’è però di mezzo la saldatura trasversale corrispondente al lamierino che separa le due camere interne, quindi bisognerà tagliare e torcere di pinze a più riprese, fino a che tutta la sezione su cui si vuol lavorare non è libera.
A questo punto il lavoro da eseguire per la modifica interna è abbastanza chiaro.
Il silenziatore è composto da tre camere: la prima è vuota, vi arrivano i gas di scarico dal collettore sottosella. La seconda è posizionata nella parte vicino ai tre fori di uscita, cioè “in fondo”, ed il collegamento fra le due avviene tramite un tubo dotato di un proprio rivestimento di materiale fonoassorbente (a prima vista lo si riconosce dalla sua forma esterna a “salsicciotto”, dalle foto si vede questo sezionato con l’intercapedine di lana di vetro).
Dalla seconda camera i gas passano ovviamente alla terza, che è disposta in mezzo fra la prima e la seconda, ritornando indietro grazie ad un altro tubo di collegamento, questa volta non rivestito; qui dentro i fumi possono evacuare attraverso la canna di uscita centrale del silenziatore e dai due condotti che portano ai fori laterali.
Guardando nella canna centrale dall’esterno, è proprio quest’ultima camera che si vede; guardando dentro al silenziatore dalla finestra che si è tagliata superiormente, la paratia che prima ha dato fastidio durante il taglio è proprio quella fra la prima e la terza camera.
Questa va rimossa proprio per unire la prima camera con la terza e di conseguenza collegare con un raccordo il collettore di entrata del silenziatore con la canna centrale; nelle foto, sulle pareti interne del silenziatore, si vede bene il bordo della paratia che è stata tagliata.
Quest’ultima operazione va fatta con tanta pazienza, operando con il “frullino” ed un disco dal diametro ridotto, entrando a più riprese e spaccando se necessario i vari pezzi con l’aiuto di una pinza robusta. Chi ha invece una fresetta ad aria compressa (il “trapano da dentista”), con la punta giusta farà molto più in fretta. Beato lui.
Il raccordo di collegamento fra il collettore d’ingresso al silenziatore e la canna centrale di uscita, come si può vedere dalle foto, può essere realizzato con un semplice tubo diritto, senza inventarsi tanti giochi di curve strani.
Il diametro del foro d’ingresso è superiore ai 60 mm nella parte più esterna, mentre la canna è di circa 38 mm. Il collettore che entra nel silenziatore, formato da una lamiera sagomata e saldata come potete ben vedere non ha uno spigolo preciso, ma è stato semplicemente infilato dentro e poi saldato all’esterno: c’è poco meno di un cm di tubo che entra dentro, ovviamente non saldato longitudinalmente, e sfrutterete questo a vostro vantaggio come spiegherò successivamente.
La canna centrale ha una piccola svasatura a mo’ di trombetta nella sua parte finale, ed anche essa si renderà utile.
Il tubo di raccordo bucherellato, in acciaio, da me utilizzato è stato preso da un tizio che costruisce scarichi artigianali per automobili ed ha un diametro di circa 55 mm; reperire comunque un pezzo di tubo in acciaio (con sezione a spessore ridotto) di tale diametro non sarà difficilissimo cercando da un fabbro o in una ferramenta rifornita, e fare i forellini è solo questione di pazienza.
Le foto chiariscono bene come procedere per il posizionamento del tubo e la modellazione dello stesso.
Dalla parte del collettore d’ingresso basta infilare il tubo, che si bloccherà per la conicità del collettore stesso. Quella parte sporgente che prima avevo sottolineato, può essere facilmente piegata richiudendola attorno al tubo, così da permettere poi l’esecuzione della saldatura di fissaggio.
Dalla parte della canna centrale, si eseguono dei piccoli taglietti a V all’estremità del tubo forato, operazione necessaria per poterlo richiudere attorno alla svasatura della canna stessa, con il risultato della creazione del raccordo fra i due diametri differenti.
Giocando un po’ si riesce poi a capire la lunghezza giusta con cui tagliare il tubo forato e, una volta messo in posizione, si ripiegano per bene tutti i lembi prima citati in modo da bloccare momentaneamente il tutto per poter eseguire le due saldature circolari che completeranno l’opera.
Queste saldature non saranno ovviamente completamente circonferenziali, lo spazio per il lavoro è quello che è… ma per un fissaggio adeguato ed “eterno” bastano appunto due strisce ben fatte.
A questo punto si deve riempire tutto con la lana di vetro e poi completare l’opera richiudendo il silenziatore. Le foto mostrano una retina posta sui tubi ora inutili (e tagliati) di collegamento fra le varie camere e sui due tubi che fanno capo ai fori laterali: questa è necessaria per poter contenere e “pressare” adeguatamente il fonoassorbente all’interno del silenziatore, senza che si sposti o “scappi” da qualche parte.
Una retina di forma quadrata a tappare la finestra, poi sopra il coperchio del silenziatore, che andrà saldato; nella foto finale lo vedete messo in posizione con pochi punti di saldatura, in attesa del cordone definitivo.
Il lavoro di modifica si può dire concluso.
Il montaggio, un test ride e l’eventuale rimappatura fra un paio di settimane…
Il risultato da me sperato sono prestazioni del tutto simili a quelle originali, con un sound più deciso e degno della Daytona, ma non troppo fastidioso.
Il terminale Triumph TOR ha una canna unica da 48 mm e fa un bel macello, questo mio silenziatore invece si riduce a 38 mm e proprio questo, insieme all’elevata quantità di lana fonoassorbente inserita, mi fa sperare in un rumore un po’ più contenuto, meno fastidioso, più camuffabile entro il limite di decibel omologato.
Per le prestazioni questa differenza di 10 mm nel diametro fra le due marmitte non mi fa preoccupare troppo: se penso alle turbolenze dei gas all’interno del silenziatore di serie o alla drastica ostruzione generata dal montaggio di un db-killer ad un comune terminale tipo Arrow (operazione che rende quest’ultimo quasi più silenzioso di quello originale!)…. non credo proprio che avrò sorprese in negativo!!!
Beh, a questo punto non resta che provare… invocando poi la benevolenza di mio padre, che ovviamente è contrario a questo mio desiderio di avere una moto che faccia un minimo di rumore anche dallo scarico e non solo grazie all’aspirazione ed al fischio del motore… speriamo che il ruggito del tre cilindri lo faccia innamorare!!
La spesa finale… escludendo il prezzo di un silenziatore di serie usato, reperibile facilmente su internet, comprare un pezzo di tubo forato e un po’ di lana di vetro non è un grosso investimento, che dite?
Se si hanno quei pochi attrezzi necessari a disposizione, un’officinetta e qualche pacchetto di sigarette, con meno di 150 euro (a tenersi larghi) tutto compreso, marmitta e modifiche, fate il lavoro.
Il silenziatore Triumph TOR aperto costa ben più del doppio (420 euro di listino se ricordo bene, difficilmente scontabili), è fatto con gli stessi materiali, pesa allo stesso modo e va eventualmente “omologato”…
fra risparmio e soddisfazione personale nell’aver dato vita ad una propria “creatura” in garage, credo stavolta di averci guadagnato non poco.
Ovviamente ringrazio la mia ragazza che, dopo aver percepito i miei intenti ascoltandomi parlare coi miei amici e/o pensare ad alta voce, mi ha regalato un silenziatore originale usato pronto da sventrare, e….
…. il mio amico Alessandro “The_Master”, conosciuto anche e soprattutto come “Performance”, Ducatista incallito (si capisce il “performance”…), artigiano-meccanico-tuttofare e motociclista che si è prodigato nel dare vita con grande maestria, passione e buona scorta di braghe per il rigonfiamento di palle che gli ho causato, a una delle mie varie ed insulse idee. Bella zì.