Che amarezza, oggi dopo mesi passati a non fare un cazzo, riesco a parlare con il mio capo, in questi mesi ero stato lasciato in ufficio a marcire come gli scatoloni vecchi una motivazione c'era....
Iniziamo dal lontano Giugno 2008, dove iniziai a lavorare per una dita che ha vinto l'appalto su un progetto di informatizzazione della sanità sarda. Iniziato il primo progetto, a Novembre si inizia con il secondo, cambiano i capi e i colleghi..
Bene tra i capi c'era un grandissimo pezzo di merda, con tutto il rispetto per la merda, che mi prese di punta e inizio a scaricare su di me una valanga di merda dove sicuramente qualunque persona sarebbe affogata. Iniziano le trasferte e lui essendo di Napoli, veniva qui in sardegna in aereo e poi io gli facevo da tassista, anche con piacere perchè davanti faceva il bel muso e non mi ha mai ripreso per niente, anzi addirittura davanti agli altri capi mi lodava anche!!
Arriviamo a Giugno e io inizio a essere lasciato in ufficio, togliendomi anche altri progetti a cui ero stato destinato. Fatto sta che la settimana scorsa, una segretaria con cui ho fatto amicizia fin da subito, mi disse che avevano intenzione di mandarmi via perchè questo schifoso aveva parlato male di me. Io convinto del mio lavoro che non avessi mai cagato fuori etc, mi ritrovo a sentire queste cose e non volevo credere alle mie orecchie.
Oggi finalmente uno dei capi era in ufficio e sono riuscito a parlarle, bene lei mi dice che quel coglione oltre a parlare con lei e andato anche da un suo superiore, a dire che io sono una persona poco affidabile immatura e che non sono mai stato disponibile (NOTARE CHE GLI HO FATTO DA TASSISTA PER BENE 4 MESI!! con in cambio neanche un grazie, oltre al lavoro che svolgevo con tanto di straordinari senza che venissero retribuiti!!). Fortuna che questo capo che mi ha sempre detto le cose in faccia se qualcosa non andasse, è riuscita a difendermi per quel poco, e invece di farmi licenziare e riuscita a farmi come dire ''degradare''.
Il mio stato d'animo oggi è sotto lo 0, mi sento una nullità e di non potermi fidare di nessuno.
Se potessi lui lo ammazzerei, se entrasse in questo momento in ufficio, domani sarei sicuramente sul giornale.