Assolto per non aver commesso il fatto. L'ex capo della polizia Gianni De Gennaro esce così di scena dalle inchieste sul G8 di Genova.
Otto anni nel mirino degli ambienti estremisti e dei complottisti di professione, ieri il prefetto De Gennaro è stato assolto «per non aver commesso il fatto». Come dire che
per anni sono stati riempiti fascicoli giudiziari e pagine di giornali solo per criminalizzare un funzionario dello Stato e giustificare e lasciare così nell'oblio le violenze di black bloc ed estremisti di varia natura. Con l'ex capo della polizia, il giudice Silvia Carpanini ha
assolto anche l'allora capo della Digos della questura di Genova, Spartaco Mortola. L'accusa per entrambi era di aver indotto alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova Francesco Colucci in riferimento all'irruzione della Polizia nella scuola Diaz durante il G8 del 2001.
Colucci è stato invece rinviato a giudizio. «Siamo molto soddisfatti per l'esito della sentenza ma anche per la serenità con cui si è svolto il processo», ha commentato l'avvocato Carlo Biondi, difensore insieme al prof. Franco Coppi dell'ex capo della Polizia. «È stata riconosciuta - ha proseguito il legale - l'estraneità e l'assenza di qualunque interesse o movente per De Gennaro di fare modificare la versione dei fatti di Colucci». «Quello descritto dalla Procura - ha concluso Biondi - è un comportamento estraneo a tutta la sua carriera professionale. Siamo contenti che sia stato riconosciuto e che non ci sia stato alcun condizionamento del magistrato, siamo stati infatti tranquilli per la serenità del giudice». E il pubblico ministero Enrico Zucca afferma: «Un appello per la sentenza di oggi non è per niente scontato».
«Mai come in questo caso - prosegue - tutto è legato alla motivazione. Qui le premesse del giudice sembrano essere corrette. Perché dovrebbe aver accettato l'impostazione della Procura. Ci sembra che ci siano dei buoni presupposti giuridici». Tra i primi commenti quello di Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno anche all'epoca dei fatti. «La sentenza che assolve il prefetto De Gennaro non è solo un atto di giustizia che rende merito al diretto interessato. È l'ennesima smentita del teorema del complotto, costruito da qualche pm: singoli appartenenti alle forze di polizia possono sbagliare, e se sbagliano è ovvio che paghino. Ma il sistema è sano, a cominciare dai suoi vertici. La sentenza di Genova è un'ulteriore certificazione in questa direzione». Il responsabile sicurezza del Pd Marco Minniti ha telefonato al prefetto Gianni De Gennaro per «felicitarsi ed esprimere la propria soddisfazione per l'esito della vicenda».
«Gianni De Gennaro è persona per bene, uomo dello Stato che ha sempre svolto in maniera eccellente, con una condotta impeccabile e trasparente i ruoli che ha ricoperto», così il ministro per l'Attuazione del Programma di governo, Gianfranco Rotondi, appresa la notizia dell'assoluzione dell'ex capo della Polizia. Non sono mancate le contestazioni da parte di chi, in questi anni ha sempre sparato sulle forze dell'ordine e gridato al complotto. E infatti il leader di Rifondazione comunista Paolo Ferrero commentando l'assoluzione di De Gennaro ricorda: «Viviamo in un Paese dove, esattamente come per le stragi neofasciste e di Stato degli anni '70-'80-'90 come per quelle di mafia, vengono perseguiti e condannati sempre e soltanto gli esecutori, mai i mandanti, che invece vengono sempre assolti, come in questo caso, magari addirittura per "non aver commesso il fatto"».
Agnoletto che al G8 di Genova partecipò tra i manifestanti parla di «sentenza scontata» e di legge «non uguale per tutti». E infatti per la distruzione di Genova a essere processati e condannati sono stati solo uomini in divisa. Ma non i black bloc.
Maurizio Piccirilli
08/10/2009