Un notte di un paio di mesi fa, forse tre. Facciamo due e mezzo, và.
Come anche adesso, ero nella casa che abbiamo a Monghidoro, anzi in una piccolissima frazione a 4 km dal paese: poche case quasi tutte unifamiliari ben distanziate tra esse.
Come anche adesso ero da solo, perché moglie e piccole pesti se n'erano tornate nelle Marche.
Con l'auto vado in paese a cena (éttécrédo, 4+4 km...), poi mi fermo un po' al bar a bere e chiacchierare.
Quando rientro a casa sarà quasi mezzanotte.
E' una notte di novilunio, ovvero senza luna per i meno esperti, qual'ero pure io fino a qualche istante fa, prima che andassi a vedere su wiki quale fosse il termine giusto.
Quando dalla strada devio sul vialetto privato che mi conduce a casa mi accorgo di essermi dimenticato di accendere le luci esterne.
Pur essendo sereno e quindi stellato, l'oscurità è assoluta.
fine prima parte
seguirà seconda e ultima parte di questa storia per nulla inventata
Magari se lo ritenete divertente, nel frattempo
potreste immaginare e scrivere come potrebbe andare a finire, no?
Chi si avvicina di più alla realtà ..... vincerà un premio!
seconda e ultima parte come da post #97
Com'è mio solito porto la macchina al garage, nel senso che la lascio davanti al garage dietro casa essendo io costituzionalmente un pigro impenitente. Scendo.
Qui posso ancora beneficiare della luce del giardino dei vicini di casa, che m'illuminano i lati sud ed est del mio principesco rifugio appenninico (principesco ai miei occhi, intendiamoci).
Giro l'angolo e inizio a salire, dato la casa è su una collina e il lato dei garage è quello a valle.
Sono ancora nella luce, ma so' che quando girerò sull'altro lato della casa mi ritroverò nel buio più completo. Il cammino non è radente al muro anzi, pure piuttosto largo rispetto alla casa, e prevede la stradina privata semiasfaltata, e poi il vialetto nel giardino parte su terra e parte su pavimentazione rustica e quindi irregolare. Mettici pure che non è la mia dimora abituale è che è mia da non molto tempo ...
Insomma, proprio mentre mi accingo a fare attenzione dovendo camminare alla cieca, giro l'angolo e d'incanto .....
Non sò se avete mai visto "Viaggio al centro della Terra", non il remake americanata di qualche anno fa, ma l'originale, il capolavoro di una 50na di anni fa con il grande James Mason tratto dal romanzo di Giulio Verne.
Ebbene, dopo un centinaio di giorni di viaggio nelle viscere della Terra, possibile grazie a delle lampade autoricaricanti a rocchetto di rame, l'attraversamento di una zona ricca di sale che si protrae da giorni causa la corrosione dei congegni. Le lampade si fanno sempre più fioche fino a spegnersi del tutto. Ma appena scende l'oscurità e l'impavido drappello si consegna alla morte, il mondo sotterraneo si accende di una luce e dei colori fantastici: la presenza di determinate sostanze col ritorno al buio genera una reazione chimica che "risveglia" il ritorno a una luce pressoché a giorno nelle viscere della Terra. Emozionante!
E la sorpresa e l'emozione è la medesima che provo una volta entrato nel cono che credevo di assoluta oscurità.
Ma le stelle le sapevo in cielo. E queste?
Ma sono lucciole !!!
Non qualche decina, non centinaia, ma millemila. Lucciole dappertutto sull'erba del giardino, sulla scarpata tra la stradina asfaltata e la provinciale sovrastante, sui triangoli d'erba disseminati qua e là.
Cerco di trasferirvi la scena: non è che le lucciole riuscissero a illuminare nell'oscurità (anche se, essendo veramente tantissime, quasi quasi...), ma comunque occupando tutti gli spazi verdi mi delimitano perfettamente dove devo camminare.
Rimango davvero affascinato da un tale spettacolo, tant'è che mi fermo a lungo immobile a guardarle, cercando persino di respirare piano per non infastidirle e farle andar via.
Mi piace pensare che è come se sapessero, e quindi avessero deciso di aspettarmi schierate come un esercito per tracciarmi il giusto cammino.
Più verosimilmente intorno alla casa ci saranno sempre state, ma con le luci esterne accese era molto più difficile distinguerle.
O forse mi sarà anche capitato di guardarle varie altre volte, ma mentre gli occhi le guardavano, il cuore non le vedeva.