Questa volta i protagonisti sono i sardi. Sardi che si uniscono in comitati, che da mesi si confrontano nelle piazze virtuali e reali, che si incontrano per vedere realizzata la zona franca integrale in Sardegna.
Sono tante le persone che in questo momento stanno portando avanti la battaglia per la zona franca e citarne tutti i nomi è impossibile. Perchè è un popolo che cresce di numero ogni giorno, un popolo stanco delle promesse ma anche disperato, che chiede azioni concrete ed immediate.
Questo popolo sardo, fatto di tante persone legate insieme da un obiettivo comune, potrebbe essere descritto come un fiume in piena che ha coinvolto più di 240 consigli comunali, che hanno deliberato dichiarando il proprio territorio “Zona Franca Attiva” ai sensi del Dlgs 75/98. Ciò ha spinto anche il Presidente della Regione Ugo Cappellacci alla delibera del 12 febbraio 2013 sull‘”Attivazione della zona franca nel territorio dell‘Isola di Sardegna e le sue isole minori circostanti”.
Dopo che la documentazione è stata consegnata dal presidente Cappellacci a Bruxelles ed è stata inviata anche alle Dogane, una gran parte della popolazione sarda sta aspettando con trepidazione la ratifica ufficiale ovvero il riconoscimento dalle Dogane per tagliare i prezzi e far sparire le accise sul carburante.
E se in questi ultimi giorni le notizie si rincorrono sulla stampa nazionale, dando quasi per scontato che la zona franca sia attiva in Sardegna a tutti gli effetti, "In questo territorio non esiste più il ricarico sui prodotti dell’Iva e anche la benzina costa meno di un litro di acqua naturale", scrive Panorama in un articolo del 20 febbraio, in realtà in Sardegna ci stiamo impantanando dentro differenti interpretazioni delle norme applicative della zona franca in questione.
A dipanare la matassa intricata dell‘interpretazione delle norme è l‘avvocato Scifo che, con la Dottoressa Randaccio e tante altre persone, stanno portando avanti da tempo in Sardegna la battaglia per l‘immediata realizzazione della zona franca integrale.
Nel video, l‘avvocato fa riferimento "all‘ Articolo 12 dello statuto della Regione sarda che prevede l‘istituzione in Sardegna dei punti franchi, che, - afferma Scifo - sono delle aree del territorio della Sardegna che non dovrebbero essere soggette alla tassazione che opprime tutto il resto del territorio nazionale".
"Sono cioè aree extradoganali - spiega Scifo - poste al di fuori del territorio dell‘Unione europea e ovviamente dello Stato italiano, nelle quali non si applica l‘imposizione gravosa ed oppressiva che impedisce lo svolgimento di qualsiasi attività imprenditoriale. In sostanza quello che il Movimento liberi artigiani e commercianti Sardegna e l‘associazione giuristi indipendenti propongono, è l‘istituzione in tutta la Sardegna di una zona franca.
Zona franca - precisa Scifo - che è la stessa cosa dei punti franchi, previsti dall‘art. 12 dello statuto, perchè con l‘entrata in vigore del codice comunitario ormai esistono solo due istituti, quello delle zone franche e quello dei depositi franchi (tutti gli altri nomi, come punti franchi, porti franchi o qualsiasi altro nome utilizzato dalla legislazione nazionale non ha alcun senso, non ha più alcuna ragione di esistere, oramai esistono solo zone franche extraterritoriali, come quelle che tutt‘ora in Italia esistono e cioè Livigno e Campione d‘Italia). Cioè ci troviamo - continua l‘avvocato - di fronte alla possibilità di estendere a tutto il territorio della Sardegna, così come previsto dalla delibera adottata dalla presidenza della giunta regionale il 12 febbraio 2013, il regime di esenzione dalle imposte doganali, di esenzione dall‘accise e dall‘IVA, perchè l‘IVA è una tassa che ha come presupposto la territorialità dell‘imposta e quindi se la Sardegna diventa zona extradoganale, cioè posta al di fuori del territorio dello Stato, viene meno questo requisito della territorialità dell‘imposta. La tassa verrà pagata nel luogo in cui verranno venduti i prodotti che si potranno realizzare in Sardegna. Non stiamo quindi parlando di un paese in cui non si pagano le tasse, ma di un paese in cui si produce, in cui le tasse si pagano in base alla propria produzione...".
"La parola d‘ordine, secondo Francesco Scifo, è unirsi".
Uniamoci dunque, perchè la zona franca in Sardegna non è certo un‘option, ma una necessità urgente e vitale, che non può più attendere.
Sardegna addio all'iva e tasse, benzina meno cara dell'acqua.la sardegna diventa zona franca?
Sardegna: zona franca. Uggias chiede posizione ufficiale dell’Unione Europea | Mediterranews