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IMPORTANTE AGGIORNAMENTO AL POST 19
C'è un film del 1968 interpretato da dei grandi attori che racconta una grande storia. Chissà perché, ma mentre i vari Rambo, Terminator & C. vengono trasmessi più volte all'anno, questo non "passa" mai e rimane semisconosciuto al grande pubblico.
Stò parlando de "L'uomo venuto dal Kremlino" (The Shoes of the Fisherman), anche conosciuto con il titolo "Nei panni di Pietro", ispirato ad un romanzo di Morris West del 1963.
La storia è molto bella e varia, ma per non tediarvi la riassumo in poche righe.
Dopo vent'anni di prigionia in un gulag in Siberia, Kiril Lakota, arcivescovo di Leopoli (interpretato da un grandissimo Anthony Quinn), viene liberato grazie a un accordo tra Santa Sede e Unione Sovietica. Portato a Romaviene ricevuto dal Papa che lo eleva alla porpora cardinalizia e, alla morte del pontefice, viene eletto papa e decide di assumere come nome pontificale Kiril I.
Il giorno dell'incoronazione, annuncia a sorpresa la sua intenzione
di mettere tutti i beni della Chiesa a disposizione dei poveri.
Dato che il film ebbe il merito di prevedere con 10 anni di anticipo la venuta di un pontefice dal blocco orientale e cioè l'elezione di Giovanni Paolo II, nonché la rinuncia all'incoronazione, operata dal suo immediato predecessore Giovanni Paolo I nel 1978, in considerazione del fatto che Bergoglio si è proposto in una certa maniera e ha già detto alcune cose molto significative, mi piace pensare HAI VISTO MAI CHE........
Utopia? Certo, oggi Francesco non farà gesti e non pronuncerà discorsi eclatanti come quelli di Kiril nel primo frammento che vi propongo, però .....
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