Multa a Samsung: deve pagare ad Apple 290 milioni di dollari
NEW YORK - Il processo infinito, quello che oppone i due colossi mondiali degli smartphone, ha conosciuto un'altra puntata. Vittoria per Apple, ai punti. Un successo che vale "altri" 290 milioni di dollari di risarcimenti. A riprova che nella Silicon Valley ormai le battaglie tra gli avvocati contano almeno quanto - e forse più - di quelle tra gli inventori. Ogni big della tecnologia investe in uffici legali risorse paragonabili in quelle
che investe in ricerca e sviluppo. E i processi si trascinano così a lungo, da confondere le idee a giudici e giurati, quando si tratta di ri-calcolare le somme in gioco. E' proprio quel che è successo nell'ultima puntata della saga Apple-Samsung.
La giuria nell'ultimo pronunciamento ha stabilito che la Samsung Electronics sudcoreana dovrà pagare 290 milioni di indennizzi alla Apple come risarcimento per la violazione di brevetti. La decisione fa seguito a quella dell'agosto 2012, quando sempre un tribunale di San Jose (California) stabilì le colpe della Samsung nella violazione di brevetti e impose un castigo dell'ordine di un miliardo di dollari. Ma quella cifra poi venne rivista e corretta dal giudice, che trovò ingiustificata una parte del risarcimento e riconobbe "solo"
600 milioni di dollari di danni.
L'ultimissimo capitolo riguardava un sotto-processo nel processo, dove si doveva stabilire se una parte dei residui 400 milioni era comunque legittima e quindi dovuta da Samsung ad Apple. In sostanza i giurati su richiesta del giudice dovevano tornare a esaminare nel dettaglio i danni subiti da Apple in termini di royalties perdute su 5 brevetti e 13
prodotti. Secondo i calcoli di Apple restano 379 milioni di quella porzione di indennità, che vanno recuperati. Samsung ne considerava dovuti solo 52 milioni. Dunque il verdetto sui 290 milioni si situa un po' a mezza strada. Nell'insieme, rifacendo tutti i calcoli di questo processo, il pagamento totale e finale di Samsung sarà di 890 milioni invece del miliardo iniziale.
Questo processo però è solo il primo di una serie, una battaglia risolta in favore di Apple non segna la fine della guerra giudiziaria. Che continuerà con altri scontri in tribunale, su altri prodotti e altri brevetti, non solo negli Stati Uniti ma anche davanti ad altre giurisdizioni (Europa inclusa). Intanto sarà bene che i dirigenti di Apple non si montino la
testa. Il verdetto finale, quello che conta davvero, lo danno i consumatori dei loro prodotti, non le giurie dei tribunali. E il verdetto del mercato è diverso da quello del tribunale californiano. I consumatori continuano a comprare più smartphone della Samsung, rispetto agli iPhone di Apple. Un trend preoccupante per l'azienda fondata da Steve Jobs, soprattutto perché la marca sudcoreana ha il suo vantaggio più netto nei mercati dalla
crescita più vigorosa, cioè le nazioni emergenti.
fonte la repubblica