Per 2 generazioni arbitrali la famiglia Lo Bello ha partecipato a pagine nere della storia calcistica milanista. Papà Concetto fu l’artefice negativo di un Lazio-Milan nel sabato di Pasqua del 1973 non convalidando il gol del 2-2 per un fuorigioco assolutamente inesistente, in un’epoca in cui eri in fuorigioco soltanto e semplicemente se ti trovavi al di là della linea dell’ultimo difensore. Valevano i 2 punti e quella sconfitta fu determinante per lo scudetto, seguita come fu dall’espulsione di Nereo Rocco e dalla squalifica (4 giornate) a Gianni Rivera che si era lamentato in campo e a fine partita “per le caviglie che la marcatura di Manservisi già nel primo tempo aveva reso sanguinanti” (fonte Laziowiki.org). Con quel punto in più i rossoneri avrebbero perso in maniera indolore il 20 maggio a Verona (5-3), 4 giorni dopo la conquista della Coppa delle Coppe.
Il figlio Rosario divenne il protagonista di un Verona-Milan 2-1 del 1990 pure decisiva per la perdita dello scudetto da parte dei rossoneri, negando sullo 0-1 un paio di rigori solari su Massaro e Van Basten, espellendo Arrigo Sacchi, Frank Rijkaard, Billy Costacurta e lo stesso Marco Van Basten che in seguito la definì “un’esecuzione”. A distanza di 24 anni, Rosario ricorda in una dichiarazione che a fine partita “Galliani e Ramaccioni vennero a chiedere scusa nel mio spogliatoio”. Sui suoi errori monumentali nemmeno una parola, tanto meno sul rapporto molto difficile per tutta la carriera sua e del padre con la squadra con le maglie di quei colori. C’era una volta…
Chissa' quante racconti simili gli juventini possono narrare nelle loro lunga storia....![]()