da motonline.it
Shot at 2007-07-05
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Si è fatta aspettare, ma adesso c'è. Compattissima e potente, ha un motore dal tiro esagerato ai medi regimi e diverte un mondo tra le curve. Una vera fun bike che non costa molto: meno di 7.600 euro chiavi in mano
Le giapponesi sono già nelle concessionarie da alcuni mesi e si contendono il grosso delle vendite, mentre la sorellina della Speed Triple, attesissima, ha fatto penare gli appassionati e si presenta oggi, in netto ritardo. Ma – diciamolo subito – chi l'ha aspettata ha fatto bene. La Street Triple, naked tricilindrica compatta e aggressiva, ha le carte in regola per non apparire come la "scelta povera" nel confronto con la versione 1.050, nonostante un prezzo di quasi 4.000 euro inferiore.
Cosa cambia nel look rispetto alla Speed? Poco o niente, i cromosomi sono quelli e ovviamente a Hinckley hanno tutto l'interesse a commercializzare una moto estremamente simile alla loro best-seller. Cambia naturalmente la componentistica. La forcella, una Kayaba a steli rovesciati da 41 mm, non presenta alcuna possibilità d'intervento, mentre il monoammortizzatore (anch'esso marcato Kayaba) è regolabile esclusivamente nel precarico molla ed è vincolato a un prosaico forcellone che rimpiazza il bel monobraccio della Speed. Per il resto, le geometrie del telaio derivano dalla Daytona 675 (anche se sono state riviste e l'inclinazione del cannotto è cresciuta di 0,4°), apprezzatissima supersportiva che ha mietuto vittorie in tutte le comparative organizzate dalla stampa specializzata (e che sta conminciando a farsi valere anche nelle competizioni internazionali, considerando i buoni risultati ottenuti nell'europeo SS con le moto del team Be1). Impostazione sportiva, quindi: a voler cercare il pelo nell'uovo, chi non ha velleità di guida racing potrebbe addirittura trovare eccessiva la rigidità della forcella (mentre il mono idraulicamente è poco frenato), soprattutto mettendo la Street a confronto con le naked giapponesi. Del resto, la Triple non fa nulla per nascondere i propri cromosomi da cafè racer: si fa guidare col busto abbastanza inclinato e offre poco spazio al passeggero. A proposito, l'ergonomia è convincente e le pedane non costringono chi è più alto di 1,80 m a rannicchiare troppo le gambe. Le vibrazioni si avvertono poco e comunque hanno una frequenza che non infastidisce.
Buona, anche se non da riferimento, la frenata: le pinze anteriori a due pistoncini mordono dischi da 308 mm e fanno un buon lavoro assicurando un'ottima modulabilità, ma manca quella risposta aggressiva che sarebbe stata intonata all'indole della moto.
Il pezzo forte della Street, inutile nasconderlo, è il motore. In molti si profonderanno in superlativi e lodi sperticate per un'unità che effettivamente calza a pennello su una moto di questo tipo. Il 675 inglese, per presenza, fluidità e rapidità nel salire di giri ricorda lo splendido quattro cilindri della Honda Hornet: solo che qui, la grinta è spostata 2.000 giri più in basso, per una godibilità su strada senza confronti. I 107 CV dichiarati non sembrano un dato troppo ottimistico, perchè la potenza si sente a tutti i regimi. Abbiamo apprezzato anche la rapportatura, relativamente corta e ben accordata alla tipologia di moto. Un'ultima nota sulle gomme di serie: le ottime Dunlop Qualifier che piacciono molto in strada e consentono un buon grip anche in qualche (magari saltuaria) puntatina in pista.