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Discussione: LA QUALIFICA DEL MEDIANO

  1. #1
    Nuovo TCP Rider
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    Trezzo sull'adda
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    LA QUALIFICA DEL MEDIANO

    ciao ragazzi, sono entrato in questo forum un paio di giorni fa per un inconveniente dell'antifurto della mia triumph america, ho ricevuto molti consigli e ho trovato molta " benevolenza" tra di voi, anche per la mia veneranda età, 77 anni. Mi piacerebbe raccontare qui qualche cosa di quella che è stata la mia vita motoristica e non, ma non so se sarò molto in tema. Io vi posto questa cosa con un piccolo antefatto, se poi piacerà a qualcuno, bè ne sarò felice. Sono stato un tecnico motorista presso il reparto sperimentale motori dell'alfa romeo a fine anni 60. Andai lì perchè la mia grande passione erano le gare automobilistiche e speravo, da lì, di diventare un grande pilota, eh eh eh,in quegli anni si sognava molto, era più facile. Nelle gare turismo c'erano vetture mitiche come le gta 1300 e 1600 e i piloti. che frequentavano quel mondo, a volte provenivano anche dalla F1. Cerco di essere breve con questa prefazione al racconto che ho chiamato "la qualifica del mediano". Con l'aiuto "sostanzioso" di mio padre( pilota negli anni 25/30) acquistai una gta 1300, vettura prodotta in soli 500 esemplari nel 1968 e iniziai a correre in salita realizzando il mio sogno. Inizialmente con una preparazione base poco costosa e adeguata alle mie scarse finanze. Il mio sogno però, era quello di calcare le piste leggendarie come monza. Per farla breve, nel 1972 riuscii con grandi sacrifici finanziari ad iscrivermi alla gara della 4 ore di monza con una macchina che ero riuscito a portare, motoristicamente parlando, ad un alto livello di preparazione. Ricordate sempre che parliamo di 50 anni fa. I dati erano questi : 165 cv a 8500 giri con un motore a iniezione meccanica. Per un 1300 era una gran potenza. La gara era valevole per il campionato europeo e io avevo il batticuore solo a pensarci. Lo scoglio era però la prova di qualificazione, Ecco, io voglio portarvi a quel giorno preciso del 1972, al giorno della qualifica, molto difficile e capirete il perchè. Se alla fine vi avrò annoiato mi scuso con tutti, specie con i giovani.
    LA QUALIFICA DEL MEDIANO
    Molti di voi hanno visto le foto della mia gta com'è adesso, e sapete che un gruppo di persone, di cui fanno parte molti amici dell'epoca e grandi appassionati, si sono prodigati per rimettere questa macchina in condizioni di tornare in pista, ma non per correre, abbiamo cercato di far bene, ma la macchina è ricostruita secondo i canoni dell'anno 1972, condizioni nelle quali oggi, non sarebbe ammessa in gara, con i suoi sedilini in tubetto di ferro e resina da tre kg e mezzo che farebbero inorridire i commissari di verifica . Dicevo, amici, che noi abbiamo cercato di riportare questa macchina, indietro nel tempo, ma non un tempo generico, ma un tempo ben definito e un giorno determinato, il giorno della: “qualifica del mediano”. Tornare cioè, ad un giorno del1972, a Monza, in quell’altro secolo. Ho pubblicato qualche foto in bianco e nero di quella gara, ma questa, bè, questa regalatami dal mio amico Santino, è per me davvero speciale, anche perchè ci sono io vicino a Lei. Non avevo foto di quel giorno, poi a colori! Un po' di narcisismo e anche un po' di tenerezza. Sì, specie per quel sorriso in cui ostento una sicurezza che non ho. Eh eh eh, devo dire che in quel momento me la facevo addosso e avevo il cuore in gola, stavo per entrare in pista, in un circuito che avevo visto più che altro da fuori e che conoscevo pochissimo, ci avevo corso una volta, ed era stata la mia prima gara in pista, due anni prima. Ed era stato un disastro. Chi va in salita non è abituato alle alte velocità di una pista come quella( Monza era ancora senza chicanes, allora,due sole frenate e ad alta velocità e quell’anno, il 72, sarebbe stato l’ultimo anno del “curvone da paura”). Oh, io poi parlo per me, per quanto riguarda l’abitudine alle alte velocità. Stavano per iniziare le prove di qualifica di una gara di campionato europeo turismo a Monza, ed io, impiegato del Portello, stavo per andare “dentro”, addirittura insieme a campioni di F1! Io normalmente facevo una vita da mediano in salita, non che sia così facile, avevo anche vinto qualche corsa, ma qui......qui l'anno dopo, nel 73 sarebbe partito in prima fila, un certo Niky Lauda. Quest'anno mi sarei dovuto accontentare di Jochen Mass o piloti delle sport prototipo come Larrousse, sempre che fossi riuscito a qualificarmi e sulla qualcosa nutrivo seri dubbi. Ragazzi, lì dentro, oggi ci sarebbero stati i fratelli Brambilla, che a Monza ci vivevano eh eh eh, Fitzpatrik, i Facetti, Hezmans, insomma tutti quelli i cui nomi io leggevo solo su autosprint . Cera poi, nel mio raggruppamento, una selva di campioni iscritti da far venire la pelle d'oca a uno bravo, figurarsi ad un impiegato del portello. C'era la squadra Autodelta al completo con tutti i suoi campioni, l'asso dei quali era un grande amico attualmente, ma mai incontrato in quei tempi, Gian Luigi Picchi. Ecco, lui era il più grande, anche perchè correva con la macchina uguale alla mia, eh eh eh anzi, è meijo dì l'incontrario: “muso giallo” era la sua. Ma insomma, la faccenda funzionava così per noi delle 1300: in quanto gira Picchi?…..Porca troia !!!Veramente il mio problema poi, non era il tempo di Picchi, che volava sempre là in alto, ma era rientrare nei 14 ammessi alla gara della mia classe, con 34, oh, 34 iscritti alle qualifiche!…..tutti i più bravi d’Europa! Scrivo qualche nome e che ad alcuni di voi, Picchi a parte, magari oggi, dicono poco. Colzani, Vittorio Brambilla, Giuliano Facetti, Mario Litrico il campione italiano, Regvard Drago campione iugoslavo la squadra Monzeglio con Pozzo e Zanetti, Amerigo Bigliazzi, l’asso toscano, Wendlingher il campione austriaco, Wiederkier, il campione tedesco, “Tango”, che era uno che magari non ballava bene, ma andava forte, Walter Donà, con un maledetto 128 Filippinetti che andava fortissimo,insomma la levatura dei 34 era questa, che è pure inutile che vi faccia i nomi,che tanto pochi ricordano o conoscono. Ecco, io poi, in quelle qualifiche partivo con l’handicap: pur avendo 40 minuti di prove a disposizione dovevo fare solo 4 giri, massimo 5. La ragione consisteva nel fatto che il meccanismo di qualifica, prevedeva che entrambi i componenti l’equipaggio, siqualificassero all’interno del “fuori tempo massimo”e il mio secondo, che era anche il finanziatore dell’impresa, non aveva mai corso in macchina e non era un fulmine di guerra! Devo dire che in quella foto lì, è anche inclusa una leggera espressione di incoscienza dovuta al fattoche Santino, prima di mettersi a cambiare le candele dopo il riscaldamento motore, le RL49 erano delle candele carogna se le montavi prima, mi aveva costretto a passare per il bar dell’autodromoe, dopo sua pressante insistenza, a buttar giù un paio di grappini, eh eh eh, “ Dopo ta vedet che al curvun ta ve’me’n viulin”. E’ giunto il momento, esco dai box a spron battuto, la mia GTA è calda, le candele sono fredde e il tempo è poco. In un amen sono al curvone, certo la velocità non è quella che avrò il prossimo giro, quando uscirò di quarta dalla parabolica, ma già così, partendo dai box, mi faceva impressione…ma non oggi, la faccio col piede a fondo( e ci mancherebbe partendo dai box!) e comincio a pensare alla prima di lesmo, non tiro la staccata perché la mia macchina si scomponeva in frenata, non avevo le pinze Porsche con gli autoventilanti per mancanza di fondi eh eh eh, ma solo delle pastiglie DS 11 alle quali affidavo la mia vita, non riuscivo quindi a tenermi bene a sinistra se andavo troppo sotto, lo so che fa ridere, ma il mio limite erano i 150 metri, ma lì essendo la prima frenata, so’ stato più prudente. Freno, puntatacco, quarta, terza, breve rettilineo ecco la seconda e questa era un osso duro per me, non l’avevo mai fatta in quarta piena senza mollare prima dell’ingresso e invece stavolta tengo giù. Fu per uno di questi passaggi che il Brignoli, storico collaudatore dell’esperienze, con la perenne sigaretta infilata sotto i baffoni e l’occhio strizzato dal fumomi disse” bravo, sei andato forte a lesmo!”. Una volta , all’esterno della seconda di lesmo, non c’era una via di fuga eh eh eh, c’era il cordolo, mezzo metro e un solidissimo guard rail. Mi sono appoggiatoappena sul cordolo in uscita e poi giù in questo lunghissimo rettilineo che mi porterà alla parabolica, vabbè, non era proprio dritto, che due anni prima all’Ascari ’n altro po m’ammazzavo per dare strada a Colzani che mi stava doppiando con la gta di “penna bianca” come lui chiamava Concreo, ma questa è ’n’altra storia. Tengo d’occhio lo specchietto, anche se Luigi m’ha detto: ”quando sali in macchina dagli un colpo con la mano e non lo guardare più”, io però lo tengo d’occhio perché Mass e Glemser te passano sopra mica no! eh eh eh. Arrivo in parabolica.Non provo ad allungare la staccata, 150 metri, la macchina ondeggia un po sul muso, stringo verso l’interno e in uscita, mettendo la quarta la faccio andare verso l’esterno, come fanno tutti, per diminuire l’attrito. Emmo’c’è da fa’ ‘sto tempo. Il rettilineo è lungo dalla parabolica al curvone e stavolta ci arrivo a velocità piena, do un’occhiata allo specchietto, sai mai un Soler Roig, che nn’è na marca d’orologi , ma ’n’altro assatanato di quelli col Ford Capri. Non mi ricordo esattamente il numero di giri lì in ingresso, ma ricordo solo che con santino facemmo i conti ed ero a 206 km/h, tengo giù, non lo avevo mai fatto, manco col “carciofo” che c’avevo prima, ma lo faccio senza timore, eh eh eh, la potenza della Nonino! La macchina si appoggia, scarroccia un po’, faccio diverse correzioni, Picchi s’incazzerebbe oggi a legge che correggo, ma io allora non lo conoscevo eh eh eh. Arrivo al cambio d’asfalto, dalle parti del piantone all’interno della curva , lì devi anticipare con un leggero controsterzo la perdita di aderenza del posteriore dovuto al saltino provocato da sto cambio d’asfalto eeeeee…. l’ho fatto! Cazzo ho fatto il curvone in pieno! eh eh eh ed è pure stato facile. Faccio la prima di lesmo,terza, quarta, tengo giù, sono alla seconda, cerco di disegnarla meglio che posso, salgo appena sul cordolo in uscita e sono così vicino al guard Rail che ancora me fa male la spalla sinistra . Beddai fin qui sono andato bene. Poi giù, quasi sfondo il chiodo di fine corsa, forza che se fai bene la parabolica……la faccio bene , insomma senza errori, 8500 giri alla staccata, solito fading, i conti dei rapporti sono perfetti. E mi trovo sul rettilineo. Passando, butto un occhio verso i box, spero che al prossimo passaggio mi diano buone nuove. E sono di nuovo al curvone, oramai non è più uno spauracchio, cerco di fare meno correzioni possibili, oh, Gian luì, tieni conto eh?! E cerco di fare una parvenza di bella traiettoria. Ecco il saltino, la lascio andare il più possibile, poco controsterzo. Alla prima di lesmo, esco molto largo, sto più largo che posso e mi butto dentro in quarta, nun m’allargo tanto perché quel Guard Rail mi fa sempre paura nonostante la nonino. Si esce da lì a 165 all’ora, eppoi giù di nuovo verso la parabolica ed eccoli là ,so’ due, li ho visti sbucare anche loro adesso, adesi al Guard rail, ma sono ancora lontani, però penso, questi mi prendono prima che arrivo giù in parabolica. Faccio l’Ascari e questi mi piombano addosso con l’urlo dei loro 6 cilindri e se ne vanno via velocissimi, ma……, il sig Taichmann, quando faceva le prove a Balocco, mi diceva sempre: “per cronometrare bene un giro, non ci deve essere nessuno in pista, perché il buco d’aria che si crea, permane a lungo e falsa le velocità e quindi il tempo sul giro”. Lo sento subito quanto c’aveva ragione il signor Taichmann! Il mio contagiri continua a salire vertiginosamente nonostante io non veda quasi più le due bmw, io schiaccio a più non posso il gas: 8900, 217, non male per questa piccola bestiaccia che c’ho sotto il culo eh? Guardo verso i box, e in un rallenty alla Sam Pekimpa, vedo Santino con una lavagnetta tra le mani che si butta fuori quasi del tutto dal muretto, mi sembra di vedere perfino una sua espressione stravolta: 58,7 ! Il mio cuore perde un colpo, non ci avevo manco sperato di arrivare lì. Io, due anni fa, avevo girato in 2. 04, seppure con una macchina meno performante! Sono galvanizzato, è stato facile! Certamente in questo giro ho fatto meglio. Sono talmente preso dalla tensione che alzo il piede, sto pensando che sono certamente arrivato a fare 1 e 58 in quest’ultimo giro, e comincio ad accarezzare l’idea della qualifica. Perché ho rallentato? Non lo so, ero in apnea eh eh eh , un mediano non è abituato a segnare, ed io in quel momento, sognando quel tempo, che era ben lontano dall’olimpo, ma che forse mi avrebbe permesso di partire il giorno dopo in mezzo a quelli là, avevo segnato. Feci un’altro giro in scioltezza. Ripasso davanti ai box, Santino oramai lo tengono solamente per i piedi…. 57.4-BOX !!!! Ho fatto 1.57.4! Sono felice, aldilà della probabile qualifica. Oggi quando ci ripenso, non capisco ancora bene del perché io abbia alzato il piede in quel momento. Penso, col senno di poi, che se avessi continuato a tirare, forse avrei potuto scendere sotto il 57, non sarebbe contato molto per la qualifica, ma per me sì, ma è andata così. Capite perchè vedermi sorridere mi fa tenerezza? Però, in quel mondo del 72, capitava che tu, un mediano di serie B, ti trovassi a giocare con Leo Messi e Maradona eh eh eh. Sapete perchè abbiamo scelto quel giorno come fermo immagine della mia macchina per farla rivivere? Perchè entrai nei 14 con il 6° tempo. E' curioso che un sesto tempo, un niente, conti così tanto nella vita di una persona, ma se è un mediano…..! Nei titoli di coda, grazie a Santino Balduzzi, mio compagno d’avventura in quel tempo, che mi fornì i due grappini e per avermi regalato questa foto.alberto vicino alla macchina.jpg4 ore di MOnza 1972 PH Actualfoto (1) copia.jpg

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  3. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di massi69
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    Citazione Originariamente Scritto da fangio Visualizza Messaggio
    ciao ragazzi, sono entrato in questo forum un paio di giorni fa per un inconveniente dell'antifurto della mia triumph america, ho ricevuto molti consigli e ho trovato molta " benevolenza" tra di voi, anche per la mia veneranda età, 77 anni. Mi piacerebbe raccontare qui qualche cosa di quella che è stata la mia vita motoristica e non, ma non so se sarò molto in tema. Io vi posto questa cosa con un piccolo antefatto, se poi piacerà a qualcuno, bè ne sarò felice. Sono stato un tecnico motorista presso il reparto sperimentale motori dell'alfa romeo a fine anni 60. Andai lì perchè la mia grande passione erano le gare automobilistiche e speravo, da lì, di diventare un grande pilota, eh eh eh,in quegli anni si sognava molto, era più facile. Nelle gare turismo c'erano vetture mitiche come le gta 1300 e 1600 e i piloti. che frequentavano quel mondo, a volte provenivano anche dalla F1. Cerco di essere breve con questa prefazione al racconto che ho chiamato "la qualifica del mediano". Con l'aiuto "sostanzioso" di mio padre( pilota negli anni 25/30) acquistai una gta 1300, vettura prodotta in soli 500 esemplari nel 1968 e iniziai a correre in salita realizzando il mio sogno. Inizialmente con una preparazione base poco costosa e adeguata alle mie scarse finanze. Il mio sogno però, era quello di calcare le piste leggendarie come monza. Per farla breve, nel 1972 riuscii con grandi sacrifici finanziari ad iscrivermi alla gara della 4 ore di monza con una macchina che ero riuscito a portare, motoristicamente parlando, ad un alto livello di preparazione. Ricordate sempre che parliamo di 50 anni fa. I dati erano questi : 165 cv a 8500 giri con un motore a iniezione meccanica. Per un 1300 era una gran potenza. La gara era valevole per il campionato europeo e io avevo il batticuore solo a pensarci. Lo scoglio era però la prova di qualificazione, Ecco, io voglio portarvi a quel giorno preciso del 1972, al giorno della qualifica, molto difficile e capirete il perchè. Se alla fine vi avrò annoiato mi scuso con tutti, specie con i giovani.
    LA QUALIFICA DEL MEDIANO
    Molti di voi hanno visto le foto della mia gta com'è adesso, e sapete che un gruppo di persone, di cui fanno parte molti amici dell'epoca e grandi appassionati, si sono prodigati per rimettere questa macchina in condizioni di tornare in pista, ma non per correre, abbiamo cercato di far bene, ma la macchina è ricostruita secondo i canoni dell'anno 1972, condizioni nelle quali oggi, non sarebbe ammessa in gara, con i suoi sedilini in tubetto di ferro e resina da tre kg e mezzo che farebbero inorridire i commissari di verifica . Dicevo, amici, che noi abbiamo cercato di riportare questa macchina, indietro nel tempo, ma non un tempo generico, ma un tempo ben definito e un giorno determinato, il giorno della: “qualifica del mediano”. Tornare cioè, ad un giorno del1972, a Monza, in quell’altro secolo. Ho pubblicato qualche foto in bianco e nero di quella gara, ma questa, bè, questa regalatami dal mio amico Santino, è per me davvero speciale, anche perchè ci sono io vicino a Lei. Non avevo foto di quel giorno, poi a colori! Un po' di narcisismo e anche un po' di tenerezza. Sì, specie per quel sorriso in cui ostento una sicurezza che non ho. Eh eh eh, devo dire che in quel momento me la facevo addosso e avevo il cuore in gola, stavo per entrare in pista, in un circuito che avevo visto più che altro da fuori e che conoscevo pochissimo, ci avevo corso una volta, ed era stata la mia prima gara in pista, due anni prima. Ed era stato un disastro. Chi va in salita non è abituato alle alte velocità di una pista come quella( Monza era ancora senza chicanes, allora,due sole frenate e ad alta velocità e quell’anno, il 72, sarebbe stato l’ultimo anno del “curvone da paura”). Oh, io poi parlo per me, per quanto riguarda l’abitudine alle alte velocità. Stavano per iniziare le prove di qualifica di una gara di campionato europeo turismo a Monza, ed io, impiegato del Portello, stavo per andare “dentro”, addirittura insieme a campioni di F1! Io normalmente facevo una vita da mediano in salita, non che sia così facile, avevo anche vinto qualche corsa, ma qui......qui l'anno dopo, nel 73 sarebbe partito in prima fila, un certo Niky Lauda. Quest'anno mi sarei dovuto accontentare di Jochen Mass o piloti delle sport prototipo come Larrousse, sempre che fossi riuscito a qualificarmi e sulla qualcosa nutrivo seri dubbi. Ragazzi, lì dentro, oggi ci sarebbero stati i fratelli Brambilla, che a Monza ci vivevano eh eh eh, Fitzpatrik, i Facetti, Hezmans, insomma tutti quelli i cui nomi io leggevo solo su autosprint . Cera poi, nel mio raggruppamento, una selva di campioni iscritti da far venire la pelle d'oca a uno bravo, figurarsi ad un impiegato del portello. C'era la squadra Autodelta al completo con tutti i suoi campioni, l'asso dei quali era un grande amico attualmente, ma mai incontrato in quei tempi, Gian Luigi Picchi. Ecco, lui era il più grande, anche perchè correva con la macchina uguale alla mia, eh eh eh anzi, è meijo dì l'incontrario: “muso giallo” era la sua. Ma insomma, la faccenda funzionava così per noi delle 1300: in quanto gira Picchi?…..Porca troia !!!Veramente il mio problema poi, non era il tempo di Picchi, che volava sempre là in alto, ma era rientrare nei 14 ammessi alla gara della mia classe, con 34, oh, 34 iscritti alle qualifiche!…..tutti i più bravi d’Europa! Scrivo qualche nome e che ad alcuni di voi, Picchi a parte, magari oggi, dicono poco. Colzani, Vittorio Brambilla, Giuliano Facetti, Mario Litrico il campione italiano, Regvard Drago campione iugoslavo la squadra Monzeglio con Pozzo e Zanetti, Amerigo Bigliazzi, l’asso toscano, Wendlingher il campione austriaco, Wiederkier, il campione tedesco, “Tango”, che era uno che magari non ballava bene, ma andava forte, Walter Donà, con un maledetto 128 Filippinetti che andava fortissimo,insomma la levatura dei 34 era questa, che è pure inutile che vi faccia i nomi,che tanto pochi ricordano o conoscono. Ecco, io poi, in quelle qualifiche partivo con l’handicap: pur avendo 40 minuti di prove a disposizione dovevo fare solo 4 giri, massimo 5. La ragione consisteva nel fatto che il meccanismo di qualifica, prevedeva che entrambi i componenti l’equipaggio, siqualificassero all’interno del “fuori tempo massimo”e il mio secondo, che era anche il finanziatore dell’impresa, non aveva mai corso in macchina e non era un fulmine di guerra! Devo dire che in quella foto lì, è anche inclusa una leggera espressione di incoscienza dovuta al fattoche Santino, prima di mettersi a cambiare le candele dopo il riscaldamento motore, le RL49 erano delle candele carogna se le montavi prima, mi aveva costretto a passare per il bar dell’autodromoe, dopo sua pressante insistenza, a buttar giù un paio di grappini, eh eh eh, “ Dopo ta vedet che al curvun ta ve’me’n viulin”. E’ giunto il momento, esco dai box a spron battuto, la mia GTA è calda, le candele sono fredde e il tempo è poco. In un amen sono al curvone, certo la velocità non è quella che avrò il prossimo giro, quando uscirò di quarta dalla parabolica, ma già così, partendo dai box, mi faceva impressione…ma non oggi, la faccio col piede a fondo( e ci mancherebbe partendo dai box!) e comincio a pensare alla prima di lesmo, non tiro la staccata perché la mia macchina si scomponeva in frenata, non avevo le pinze Porsche con gli autoventilanti per mancanza di fondi eh eh eh, ma solo delle pastiglie DS 11 alle quali affidavo la mia vita, non riuscivo quindi a tenermi bene a sinistra se andavo troppo sotto, lo so che fa ridere, ma il mio limite erano i 150 metri, ma lì essendo la prima frenata, so’ stato più prudente. Freno, puntatacco, quarta, terza, breve rettilineo ecco la seconda e questa era un osso duro per me, non l’avevo mai fatta in quarta piena senza mollare prima dell’ingresso e invece stavolta tengo giù. Fu per uno di questi passaggi che il Brignoli, storico collaudatore dell’esperienze, con la perenne sigaretta infilata sotto i baffoni e l’occhio strizzato dal fumomi disse” bravo, sei andato forte a lesmo!”. Una volta , all’esterno della seconda di lesmo, non c’era una via di fuga eh eh eh, c’era il cordolo, mezzo metro e un solidissimo guard rail. Mi sono appoggiatoappena sul cordolo in uscita e poi giù in questo lunghissimo rettilineo che mi porterà alla parabolica, vabbè, non era proprio dritto, che due anni prima all’Ascari ’n altro po m’ammazzavo per dare strada a Colzani che mi stava doppiando con la gta di “penna bianca” come lui chiamava Concreo, ma questa è ’n’altra storia. Tengo d’occhio lo specchietto, anche se Luigi m’ha detto: ”quando sali in macchina dagli un colpo con la mano e non lo guardare più”, io però lo tengo d’occhio perché Mass e Glemser te passano sopra mica no! eh eh eh. Arrivo in parabolica.Non provo ad allungare la staccata, 150 metri, la macchina ondeggia un po sul muso, stringo verso l’interno e in uscita, mettendo la quarta la faccio andare verso l’esterno, come fanno tutti, per diminuire l’attrito. Emmo’c’è da fa’ ‘sto tempo. Il rettilineo è lungo dalla parabolica al curvone e stavolta ci arrivo a velocità piena, do un’occhiata allo specchietto, sai mai un Soler Roig, che nn’è na marca d’orologi , ma ’n’altro assatanato di quelli col Ford Capri. Non mi ricordo esattamente il numero di giri lì in ingresso, ma ricordo solo che con santino facemmo i conti ed ero a 206 km/h, tengo giù, non lo avevo mai fatto, manco col “carciofo” che c’avevo prima, ma lo faccio senza timore, eh eh eh, la potenza della Nonino! La macchina si appoggia, scarroccia un po’, faccio diverse correzioni, Picchi s’incazzerebbe oggi a legge che correggo, ma io allora non lo conoscevo eh eh eh. Arrivo al cambio d’asfalto, dalle parti del piantone all’interno della curva , lì devi anticipare con un leggero controsterzo la perdita di aderenza del posteriore dovuto al saltino provocato da sto cambio d’asfalto eeeeee…. l’ho fatto! Cazzo ho fatto il curvone in pieno! eh eh eh ed è pure stato facile. Faccio la prima di lesmo,terza, quarta, tengo giù, sono alla seconda, cerco di disegnarla meglio che posso, salgo appena sul cordolo in uscita e sono così vicino al guard Rail che ancora me fa male la spalla sinistra . Beddai fin qui sono andato bene. Poi giù, quasi sfondo il chiodo di fine corsa, forza che se fai bene la parabolica……la faccio bene , insomma senza errori, 8500 giri alla staccata, solito fading, i conti dei rapporti sono perfetti. E mi trovo sul rettilineo. Passando, butto un occhio verso i box, spero che al prossimo passaggio mi diano buone nuove. E sono di nuovo al curvone, oramai non è più uno spauracchio, cerco di fare meno correzioni possibili, oh, Gian luì, tieni conto eh?! E cerco di fare una parvenza di bella traiettoria. Ecco il saltino, la lascio andare il più possibile, poco controsterzo. Alla prima di lesmo, esco molto largo, sto più largo che posso e mi butto dentro in quarta, nun m’allargo tanto perché quel Guard Rail mi fa sempre paura nonostante la nonino. Si esce da lì a 165 all’ora, eppoi giù di nuovo verso la parabolica ed eccoli là ,so’ due, li ho visti sbucare anche loro adesso, adesi al Guard rail, ma sono ancora lontani, però penso, questi mi prendono prima che arrivo giù in parabolica. Faccio l’Ascari e questi mi piombano addosso con l’urlo dei loro 6 cilindri e se ne vanno via velocissimi, ma……, il sig Taichmann, quando faceva le prove a Balocco, mi diceva sempre: “per cronometrare bene un giro, non ci deve essere nessuno in pista, perché il buco d’aria che si crea, permane a lungo e falsa le velocità e quindi il tempo sul giro”. Lo sento subito quanto c’aveva ragione il signor Taichmann! Il mio contagiri continua a salire vertiginosamente nonostante io non veda quasi più le due bmw, io schiaccio a più non posso il gas: 8900, 217, non male per questa piccola bestiaccia che c’ho sotto il culo eh? Guardo verso i box, e in un rallenty alla Sam Pekimpa, vedo Santino con una lavagnetta tra le mani che si butta fuori quasi del tutto dal muretto, mi sembra di vedere perfino una sua espressione stravolta: 58,7 ! Il mio cuore perde un colpo, non ci avevo manco sperato di arrivare lì. Io, due anni fa, avevo girato in 2. 04, seppure con una macchina meno performante! Sono galvanizzato, è stato facile! Certamente in questo giro ho fatto meglio. Sono talmente preso dalla tensione che alzo il piede, sto pensando che sono certamente arrivato a fare 1 e 58 in quest’ultimo giro, e comincio ad accarezzare l’idea della qualifica. Perché ho rallentato? Non lo so, ero in apnea eh eh eh , un mediano non è abituato a segnare, ed io in quel momento, sognando quel tempo, che era ben lontano dall’olimpo, ma che forse mi avrebbe permesso di partire il giorno dopo in mezzo a quelli là, avevo segnato. Feci un’altro giro in scioltezza. Ripasso davanti ai box, Santino oramai lo tengono solamente per i piedi…. 57.4-BOX !!!! Ho fatto 1.57.4! Sono felice, aldilà della probabile qualifica. Oggi quando ci ripenso, non capisco ancora bene del perché io abbia alzato il piede in quel momento. Penso, col senno di poi, che se avessi continuato a tirare, forse avrei potuto scendere sotto il 57, non sarebbe contato molto per la qualifica, ma per me sì, ma è andata così. Capite perchè vedermi sorridere mi fa tenerezza? Però, in quel mondo del 72, capitava che tu, un mediano di serie B, ti trovassi a giocare con Leo Messi e Maradona eh eh eh. Sapete perchè abbiamo scelto quel giorno come fermo immagine della mia macchina per farla rivivere? Perchè entrai nei 14 con il 6° tempo. E' curioso che un sesto tempo, un niente, conti così tanto nella vita di una persona, ma se è un mediano…..! Nei titoli di coda, grazie a Santino Balduzzi, mio compagno d’avventura in quel tempo, che mi fornì i due grappini e per avermi regalato questa foto.alberto vicino alla macchina.jpg4 ore di MOnza 1972 PH Actualfoto (1) copia.jpg

    sei un grande👍

  4. #3
    Nuovo TCP Rider
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    eeeeh, grazie massi! Sono contento che tu abbia avuto la pazienza di leggerlo

  5. #4
    Triumphista Moderatore L'avatar di _sabba_
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    Sono basito e affascinato al tempo stesso.
    Grazie infinite di avermi fatto vivere, (quasi) in prima persona, quel paio di giri a Monza che hanno trasformato il mediano in un bomber.
    In quell’anno correvi con il team “personale” Scuderia Sportturismo, giusto?



    P.S Mi aspetto anche un racconto relativo al Vargas Haward
    Ultima modifica di _sabba_; 21/05/2022 alle 05:29
    Sabba

  6. #5
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    Bè, sabba, neanche quello, mi ero iscritto per farmi pagare l'iscrizione ma manco quella ebbi. La storia è più lunga. Io avevo bisogno di un meccanico bravo che conoscesse le alfa e così, tramite conoscenze in autodelta, arrivai a santino balduzzi, che allora non preparava le auto, ma aveva un punto di assistenza alfa romeo. E' un'altra storia, se vuoi la racconto qui, se non è fuori luogo. Balduzzi divenne poi un preparatore conosciutissimo anche in europa, ma cominciammo tutto con la mia macchina. Assolutamente da privati, io e lui e l'autolodi che ci prestava il camion, da cui4 ore monza 1972 copia.jpg i colori. A questa foto fu fatta durante il giro di lancio. In quel giro avevo il piede che mi tremava sul pedale del gas eh eh eh

  7. #6
    Triumphista Moderatore L'avatar di _sabba_
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    Meraviglia, mi viene da scrivere solo così.

    Sabba

  8. 21/05/2022, 07:38


  9. #7
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    eh eh eh, grazie sabba!! Questo è lo schieramento di partenza forse si leggerà un po troppo in piccolo.schieramento.jpg

  10. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di massi69
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    Citazione Originariamente Scritto da fangio Visualizza Messaggio
    eeeeh, grazie massi! Sono contento che tu abbia avuto la pazienza di leggerlo
    pensa che ho un grandissimo rimpianto ....una trentina di anni fa , un amico di mio papa più avanti cn gli anni di lui all epoca ...piu o meno gli anni che hai tu adesso , mi propose di comprargli una gt junior 1300 , nn preparata come quella di cui hai scritto ovviamente...avrebbe voluto poco più di un paio di milioni ....era tenuta abbastanza bene , la usava pochissimo , avva solo un paio di graffi su un lato perché nell entrare / uscire dal box nn era proprio un manico.......
    beh, rifiutai anche se cm auto mi piaceva ma all epoca , avevo poco più di 20 anni , mi sembrava troppo da monsu' ....
    ora mi pento , ma sai cm si dice...: se il giovane sapesse e il vecchio potesse....😜😜

  11. #9
    TCP Rider L'avatar di venturafree
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    Emozionante, momento di vita sapientemente condiviso con umiltà e romanticismo. Da buon Veneto, apprezzo pure l'aiuto delle "do graspete", altro che Red bull. 😂😂🤣🤣😄😄

  12. #10
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    ciao massi, eeeh, alla luce di oggi, tante macchine avrebbero dovuto essere comprate. Le alfa in particolare hanno avuto una grande rivalutazione. La macchina di famiglia che vince le corse eh eh eh, questo era lo slogan di quegli anni. Quanto era avanti motoristicamente l'alfa fine anni 60 inizio 70. Pensa solo al gt 2000 del 72 .

    ciao ventura free, sono contento di averti emozionato. Fu un momento di altissima tensione che non dimenticherò mai. Sì, senza le "do graspete" come dici tu, penso che non sarei andato dentro in qualifica, ma mi consolo pensando che infine ero capace di farlo, ma era la fifa che mi fregava
    eh eh eh.
    Ultima modifica di fangio; 24/05/2022 alle 12:30 Motivo: Unione Post Automatica

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