Salve a tutti, posto anche di qua, anche per ringraziare quelli che mi avevano fatto gli "in bocca al lupo" e aspettavano un resoconto.
Veniamo al titolo del post, e proviamo a raccontarvi un po’ la nostra vacanza in moto, o meglio in Triumph, verso l’Asia!
Eccole qui, la Speed e la Moschea Blu, alle prime ore del giorno, in tutto il loro splendore.
Partenza 20/08 ritorno 29/08, totale km 2.800 circa.
In numeri, potremmo dire:
1: come la prima volta che la mia moto usciva dal continente europeo,
2: amici triumphisti con Speed, Lollo e Ciccio
3: come i cilindri delle nostre moto,
4: i giorni senza poggiare le chiappe sulla moto,
5: i giorni di trasferimento,
6: le birre che bisogna bere per farsi passare una traversata di 14 ore in traghetto,
7: come i colli di Costantinopoli (Istanbul), proprio come Roma,
8: come 874 km in un sol giorno, all’arrivo la piscina sembrava l’EDEN
9: come 900 euro circa di budget vacanza
10: il voto all’affidabilità e alla duttilità delle nostre Triumph.
Per il resto che dire, i giorni che precedono la partenza sono passati nella frenesia di essersi dimenticati qualcosa (tipo la carta verde ), poi si sale in moto, si accende e si parte…e nell’unico piccolo specchietto sx si allontana la propria abitazione e tutti i pensieri e le preoccupazioni che ci attanagliavano.
Veniamo al dunque, Ancona, traghetto Anek Lines, all’andata i garage erano pieni, ma i passeggeri a bordo erano decisamente pochi, ed ecco che, dopo aver lasciato, in balia delle onde e non fissate a niente, le moto nella stiva, prendiamo posto a sedere.
Niente cabina, noi siamo mototuristi sulle orme di McGregor!!! Ci siamo attrezzati con materassini da mare, sacco a pelo e pompa “made in china” per il gonfiaggio…
Si sbarca ad Igoumenitsa, e si affronta subito la strada di montagna che porta a Kalambaca, salvo poi continuare in costa fino a Xanti. Il giorno dopo si riparte direzione Alessandropoli, confine turco (più semplice del previsto, basta aver con sé i documenti propri e della moto, qualche timbro, non si paga nulla…).
La strada che porta verso Istanbul è semplicemente dritta, sempre, costantemente…fa caldo e ringrazio di aver scelto l’abbigliamento corretto: il casco jet e il giubbetto traforato…Meno male che i saliscendi e i paesaggi attirano la nostra curiosità, altrimenti la monotonia la farebbe da padrona. Dovrebbe essere una loro superstrada, ma naturalmente, passando per piccoli centri abitati, si trova di tutto: famiglie che attraversano e scavalcano il guard rail, cani in mezzo alla strada, carri tirati da animali…ma niente di così strano come ci avevano raccontato…anzi fin dal primo benzinaio i turchi si sono rivelati estremamente cordiali e incuriositi dalle nostre moto. Credo che la Triumph inTurchia non esista, in effetti non c’è nemmeno sul sito uk, e tutti si fermavano o tiravano giù i finestrini per chiederci che marca fossero o se erano americane…
Arriviamo ad Istanbul e scopriamo sulla nostra pelle che per raggiungere il centro dobbiamo fare ben 42 km!! non sto scherzando la periferia del solo lato vecchio della città, è grossa come una provincia. Niente da meravigliarsi se si pensa che la città conta oltre 12 milioni di abitanti registrati, oltre a tutti quelli che vi abitano ma non hanno cambiato la residenza per non perdere gli aiuti destinati alla campagna e i pendolari…stiamo parlando di una città grossa due volte New York, insomma tutt’altro che la nostra provincialotta Modena.
Ci saranno stati 40 gradi, l’asfalto a specchio non ispira alcun tipo di grip, le 4 corsie sono impallate, le auto suonano per avvisare che si stanno per infilare a destra o a sinistra, la ventola costantemente accesa sui 108°… pensate ad sauna o un bagno turco, e non sbagliate.
Dopo 3 ore che siamo entrati in città, siamo finalmente in centro, nel traffico, a divincolarsi per i sensi unici e le corsie preferenziali dei tram, fino al nostro albergo.
La posizione, verificata su Google Earth ci ripaga della sudata, è il più vicino e con una stupenda terrazza al sesto piano, che distava solo 100 metri da Aya Sofia e 300 dalla Moschea Blu, la mattina durante la colazione sembrava di stare al cinema.
E io mi sentivo molto fiero di avercela fatta:
Dalla camera poi, una bella vista sul Corno d’oro, con una Costa ormeggiata:
Comincia la visita, inutile pensare di raccontare Istanbul e circa due millenni di storia in poche foto, così ho scelto qualche piccolo ricordo, giusto per avere un’idea:
La moschea blu di notte
Il gran Bazar (un’intera parte del quartiere, al chiuso, dove centinaia di negozietti vendono tutto quello che un turista può desiderare per avere un ricordo della Turchia)
Il mercato delle Spezie
L’harem del sultano all’interno del palazzo Topkapi
La grande cisterna
Il ponte sul Bosforo
Ed eccomi qua pronto, dopo 4 notti fermi, a rimettermi in sella, ci aspetta una lunga tirata ma siamo carichi e determinati ad arrivare direttamente alle Meteore in Grecia.
Il giorno dopo siamo proprio dove volevamo essere, ovvero ad ammirare questi fenomeni morfologici accompagnati dall’opera umana, che sembra cercare un contatto con il divino.
Non posso far altro che fermarmi ad ammirare:
Dopo due notti riprendiamo la via di Igoumenitsa e la sua autostrada, bella ma sempre in costruzione, e abbiamo anche modo di fare qualche autoscatto in movimento:
Una mezza giornata a crogiolarsi al sole greco:
E’ l’ultima sera, la nave deve ancora attraccare, e il sole tramonta sulle nostre teste e sulla nostra vacanza:
Ed un ringraziamento al mio cavallo d’acciaio
E al suo cavaliere
Tutto tremendamente perfetto. La Speed può viaggiare, anzi dimostra di poter essere caricata come un mulo (Ciccio con quei borsoni givi è stato lontano da casa per un mese), di essere affidabile (nessuna minima noia), in pratica se si escludono le velocità ben oltre il codice, la speed và e non si stanca mai…Io che quest’anno l’avevo usata solo per venire al Tridays, mi rendo conto che una passione fa passare in secondo piano tutto…






















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Bellissimo , Complimenti!
