Motocicletta: Speed triple 955 con 28.000 km all'attivo
Meteo: Massa cielo terso, temperatura di 4° ma salendo di quota scenderà sotto zero di circa due gradi
Orario di partenza: ore 15:00, orario che si rivelerà tardivo perchè dall'altra parte del versante (Lucca), verso le 16:30 stava già cominciando a ghiacciare
Altitudine min: livello del mare
Altitudine max: 1200m circa
Durata percorso: 2:00h circa
Abbigliamento Uzzo:
-Termico tucano urbano antivento a pelle (anche per le gambe)
-Felpa Nike sintetica, tecnicissima per soffrire meglio il freddo
-Pantoloni spyke di jeans misto cordura NON imbottiti
-Buff Decathlon pile/cotone, assolutamente pessimo come antivento
-Scaldacollo tucano urbano, lasciato nel cassetto in camera...
-Guanti impermeabili, antivento, foderati in pile Tucano urbano
-Giacca Dainese in cordura classe 1998, con qualche scivolata di troppo, un paio di bruciature di sigarette, una cerniera rotta, ma mamma dainese non tradisce mai.
-Sottocasco in pile, ancora in negozio da andare a comprare
-Casco Suomy ferito dalla caduta a Varano, che attende di essere sostituito... per ora non si può
"chissà come sarà il panorama da lassù?" mi chiedo, mentre esco di casa, ancora con il calore del termosifone addosso.
Apro il Garage e lei è lì, girata di spalle, quasi come offesa delle mie avance dei mesi passati ad una ragazzina, più giovane di lei, con qualche chilo di meno, che mi ha stregato all'ultima fiera del motociclo.
Mentre mi avvicino la guardo, mi fermo ad osservare i miei pensieri, e mi rendo conto che la mia speed è maledettamente femmina.
Più passano gli anni e più ti rendi conto che quello che ti affascina non è la bellezza oggettiva, ma quello che riesce a trasmetterti, i ricordi che riesce a far affiorare come fossero fantasmi benevoli che ti accompagnano ogni volta che sali in sella.
Infilo la chiave, la giro con delicatezza e la sveglio.
Parte al primo colpo, dopo tre settimane che è rimasta ferma. La lascio borbottare un po', come una cantante lirica che scalda la voce prima dell'esibizione.
Mi infilo il casco, e cerco di percepire se c'è qualcosa che non va, magari un cilindro che fatica perchè una candela è già in letargo, ma niente... Gira come un orologio, e quando mi infilo i guanti le sento cambiare la voce. Si sta scaldando. Non in fretta come un'amante, ma come una donna che ti è accanto da tanto tempo, che se vuole, può darti sensazioni come nessun'altra.
La scritta "Lo" sul display scompare e lascia il posto al numero 49... ok, possiamo partire.
Esco dal Garage e imbocco via dei Colli fino a S.carlo, una strada magica, dove iniziai le prime corse con i motorini... una strada che mi ricorda i primi variatori automatici, le prime spese, che mi sembravano enormi, per cambiare gruppi termici, variatori, sospensioni, pacchi lamellari, filtri, rapporti...
Una strada in cui abbiamo sempre corso come matti, su dei mezzi che facevano velocità che il piccolo tachimetro del piccolo cinquantino vitaminizzato, per misurarle doveva iniziare un altro giro, fino a che poi, la molla della lancetta mollava il colpo, cadeva a ore sei e da lì non si muoveva più.
S. Carlo Terme è passato, Pariana, Altagnana, Antona scivolano sotto le ruote lentamente, perchè oggi la manetta non deve passare la metà della corsa, magari lasciamola ad un quarto che basta e avanza.
Il suono del trecilindri fa da colonna sonora al panorama che ho di fronte. Le Alpi Apuane, lo spettacolo che con ogni stagione mi incanta. I giochi di luce all'alba e al tramonto sono uno spettacolo unico, che solo chi l'ha vissuto può capire di che cosa stia parlando.
Salgo verso Pian della Fioba, e l'orto botanico Pietro Pellegrini mi riempie di orgoglio ricordandomi un nonno amorevole del quale porto il nome, grande amante delle apuane e soprattutto grande fotografo dei suoi fiori, che nel 1960, fondandolo, decise di dare vita ad un sogno.
La prima neve comincia a vedersi sulle montagne di fronte e sul ciglio della strada
La temperatura comincia a scendere, ma non eccessivamente. Un paio di macchine mi aprono un po' la strada, e qualche bambino spunta dal lunotto posteriore, attirato dai due occhi enormi della Speed che sembrano voler imitare gli occhi dei pargoli ogni volta che incrociamo le nostre strade. Mi ricordo quando avevo la loro età, quando vedere una motocicletta per pochi istanti era la cosa più bella che ti potesse succedere quando viaggiavi con mamma e papà.
Si comincia a trovare la prima neve per strada e le mie traiettorie cominciano ad essere poco probabili e molto lontane da quelle che preferisco l'estate, con la tuta di pelle e il motore che canta a 9.000 giri.
Arrivo al rifugio "Le Gobbie"
Slittini che sfrecciano veloci, primi accenni alla voglia di velocità... genitori coi figli che giocano coi loro pupazzi di neve.
Mi fermo, sotto gli occhi increduli di chi vive la motocicletta ancora meno della montagna, c'è chi scuote la testa, chi invece mi guarda divertito.
Faccio giusto un paio di foto con il telefono, penso a quanto mi piacerebbe avere di nuovo una reflex. Verrà il tempo anche per quella.
Chiedo ad una signora, appena scesa dal caldo della sua Xsara Picasso, quanti gradi segna il termometro della macchina. "meno due" mi risponde guardandomi come se fossi matto... Io ringrazio, penso fra me e me, che alla fine viaggiare sottozero non è così terribile come immaginassi. Riparto.
Cerco di evitare la neve che separerebbe con molto dispiacere le mie ruote dall'asfalto con conseguenze ben poco piacevoli. Non ho ancora capito bene come funzioni la cosa e quindi preferisco schivarla.
Si riparte per Arni
ridente paesino da attraversare per arrivare a Castelnuovo Garfagnana
Lo spettacolo è da batticuore
Il sole ormai sta calando, provo ad avviarmi verso Isola Santa, ma mentre mi fermo a fare una foto, mi rendo conto che la neve sciolta si stava trasformando in ghiaccio. Il versante a Est dopo le quattro in questo periodo è già buio.
Il senso della realtà mi dice che la mia esperienza di guida in queste condizioni non mi permette di andare avanti, per di più essendo da solo e in zone in cui il cellulare prende poco e niente.
Faccio inversione
"Non facile" penso "in una strada stretta e ghiacciata" e torno indietro... Era più semplice fare la manovra e basta senza troppe paure.
La voglia di proseguire è tanta, ma pazienza, sarà per la prossima volta, per oggi abbiamo dato.
Torno indietro e medito su quanto di bello la natura abbia da offrirci e quanto poco sia necessario per goderci quello che ci viene regalato ogni giorno.
Gli occhi si sono abituati alla penombra dell'altra parte, poi al buio della galleria. Al ritorno nel versante Massese delle Apuane la luce è quasi fastidiosa ma lo spettacolo mi riempie il cuore e sembra quasi che il sole mi stesse aspettando per tramontare.
Osservo le cave
quelle abbandonate
e quelle ancora in attività
ma oggi c'è la neve, non si può lavorare, e la sveglia dei cavatori non è suonata stamani alle 4:30...
La mia attenzione adesso però è rivolta a lei... la guardo, senza pensare a niente
Penso a quello che mi va vivere ogni volta che le sono vicino.
Penso agli amici che mi ha fatto incontrare, alle persone alle quali mi sono legato in questi anni, all'esperienza rubata a chi aveva qualcosa da trasmettermi, ad Amici veri.
Penso a quanto sia bella la vita e quante cose ci siano ancora da vedere e sperimentare.
Belle o brutte che siano, ci sarà sempre una giornata come questa che mi riempirà sempre di una grande energia.
E mentre rientro verso casa penso...
Un tramonto del genere in un posto così, in tutto il resto d'Italia se lo sognano...
Buonagiornata a tutti




























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