Originariamente Scritto da
markus72
frenata
1. mantenere la traiettoria ideale per affrontare la curva, tenendosi il più possibile all'esterno
2. tirare su il busto, perpendicolare alla moto
3. spingere con le braccia sui semimanubri e con i piedi sulle pedane
4. tirare lievemente la leva del freno per mettere in pressione il circuito idraulico
5. frenare con 2 dita progressivamente e con forza, guardando avanti e contrastando con le braccia l'inerzia che proietterebbe il corpo in avanti: l'obiettivo è di mantenere una posizione eretta e bilanciata che non scomponga l'assetto della moto (corpo in carena, sbilanciato da una parte, frenata ripetuta, sono da evitare)
6. le marce vanno scalate DOPO che si è iniziato a frenare, assecondando la velocità della moto: per evitare che la ruota posteriore si blocchi nelle scalate in 3za e 2nda, non rilasciare del tutto la leva della frizione tra una scalata e l'altra, in modo da smorzare quanto basta l'effetto del freno motore
7. nelle scalate, l'ultima marcia (quella che si userà nella percorrenza di curva) va innestata PRIMA di affrontare la curva: la marcia ideale è quella che consente, nel punto più lento di percorrenza della curva (alla massima piega) di mantenere il regime del motore a metà rispetto a quello totale -in quella marcia
NOTA1: tutte queste operazioni vanno eseguite in modo armonico e nel minor tempo possibile
NOTA2: il freno posteriore non serve, in quanto il trasferimento di carico in frenata rende già critica l'aderenza della ruota posteriore: se ne consiglia l'uso solo ai piloti più esperti
NOTA3: le prime volte che si va in pista, si consiglia di imparare bene la tecnica di frenata, PRIMA di cominciare a ritardarla: in caso contrario si aumentano solo i rischi e si comprimono i tempi di esecuzione, a svantaggio dell'affinamento della tecnica
inserimento in curva
1. la moto va inserita in curva nel momento in cui si rilascia completamente il freno, a gas completamente chiuso: mollando la leva del freno, l'avantreno diventa leggero e l'inserimento è più facile
2. con la moto ancora verticale, spostare il sedere dalla parte interna alla curva
3. ruotare il piede sulla pedana con la punta rivolta verso l'esterno: questo porta la gamba a divaricarsi, col ginocchio che punta verso l'esterno (ovvero all'interno della curva)
NOTA1: a questo punto il pilota deve fare "corpo unico" con la moto, non deve esserci nessun movimento relativo del corpo rispetto alla moto
NOTA2: posizione: testa alta, spalle alte, sguardo che punta lontano, le braccia che formano un angolo di circa 90 gradi all'altezza del gomito
4. per indirizzare la moto in piega, spingere sul semimanubrio interno alla curva (per curvare a sx, spingere in avanti il semimanubrio sx): questo è l'unico intervento che deve determinare l'angolo di inclinazione della moto, non il corpo.
NOTA3: non si deve inserire la moto spostando il corpo, non sarà mai possibile effettuare la curva sempre nello stesso modo, perché non si avrà mai un'esatta corrispondenza tra spostamenti del corpo e reazioni della moto, visto che ci sono troppe variabili in gioco (posizione del corpo, altezza della testa, velocità di esecuzione): invece, tenendo il corpo in assetto e agendo sui semimanubri, la discesa in piega dipende unicamente dalla forza impartita
al semimanubrio
5. indirizzata la moto in piega, la testa volge lo sguardo immediatamente verso il punto di corda, che va usato come riferimento per spingere sul semimanubrio quanto serve per portare la moto esattamente in quel punto
percorrenza di curva
NOTA1: innanzitutto va considerata curva solo il tratto di pista che va da dall'inserimento in piega al raggiungimento del punto di corda, quello in cui si raggiunge la massima inclinazione (se si è fatto tutto bene):
da quel punto in poi si è già dentro il rettilineo successivo. L'errore più comune è quello di considerare curva tutto ciò che precede il rettilineo vero e proprio, ma così facendo si tende a rallentare la discesa in piega, e a restare piegati più a lungo. Invece bisogna scendere in piega il più velocemente possibile, e restarci per meno tempo possibile.
NOTA2: ricordare che la curva va percorsa a gas completamente chiuso e col freno completamente rilasciato: se si tende a dare gas durante la percorrenza della stessa, significa che siamo entrati troppo lenti.
1. durante la percorrenza in piega, entrambi i piedi spingono sulle pedane: quello interno, per sostenere il peso del corpo, quello esterno per mantenere l'assetto e sentire meglio l'azione della ruota posteriore sull'asfalto: il braccio continua a spingere sul semimanubrio per completare la piega e mantenere la moto in traiettoria
accellerazione in uscita
1. raggiunto il punto di corda, cominciare a rialzare la moto PRIMA di dare gas, spingendo in modo graduale sul semimanubrio esterno alla curva
2. riaprire dolcemente il gas
3. Le azioni 1 e 2 comportano un allargamento della traiettoria: è a questo punto che bisogna usare il proprio corpo, spingendo con entrambi i piedi sulle pedane, come se ci si volesse "alzare dalla moto", portando il peso verso l'interno della moto, come se idealmente si volesse andare a sfiorare con la testa lo specchio retrovisore interno alla curva: questa manovra consente di limitare l'allargamento in uscita della traiettoria
4. giunti in corrispondenza del cordolo esterno della curva e con la moto quasi verticale, si può riprendere la posizione aerodinamica, sempre usando i piedi sulle pedane, e NON aggrappandosi al manubrio