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GiovaV8
15/09/2009, 18:31
Viviamo in un Paese alla deriva:

"NUCLEARE/Trenta le navi
affondate cariche di scorie



CATANZARO - Sarebbero trenta le navi ''a perdere” utilizzate per smaltire rifiuti tossici e radioattivi nel bacino del Mediterraneo coinvolgendo 22 Paesi, tutti quelli rivieraschi. La scoperta del relitto di una nave colma di fusti che conterrebbero fanghi radioattivi, a meno di 11 miglia dalla costa calabrese, potrebbe essere infatti il primo elemento di un 'sistemà messo in atto dalle organizzazioni criminali per lucrare in un business ultramilionario.

Per Silvio Greco, biologo marino e assessore all’Ambiente della Regione Calabria, è ipotizzabile che il Mediterraneo (“un mare piccolo” dice da esperto della materia) sia stato trasformato in vero e proprio cimitero di scorie nucleari. “E' l'intero bacino: dall’Adriatico al Tirreno dal Canale di Sicilia all’Egeo – argomenta – ad essere coinvolto nell’inabissamento delle navi dei veleni, problema che oggi si presenta in Calabria, scoperto solo grazie alla testardaggine della Procura di Paola e della Regione”.

A parlare da qualche anno dell’interessamento della 'ndrangheta in un affare gigantesco, quello dello smaltimento delle scorie nucleari, è stato il pentito Francesco Fonti, legato per quasi trent'anni alle cosche della 'ndrangheta di San Luca, per conto delle quali ha messo a verbale di avere partecipato ad operazioni di inabissamento di tre navi. Fonti, per le sue rivelazioni, potrebbe essere sentito a breve dal procuratore di Paola (Cosenza), Bruno Giordano, che ha ripreso in mano l’inchiesta sulle “navi pattumiera” fatte colare a picco con i loro carichi di morte.

“Abbiamo assunto tutte le iniziative del caso – dice – per avere la possibilità di sentire Fonti, fermo restando il fatto che la sua gestione si collega a competenze della Dda. Ci siamo mossi facendo tutti i passi necessari ma siamo consapevoli della presenza di aspetti procedurali di cui tenere conto”.

Da Roma, dove è stato oggi e dove ha ottenuto una serie di prime risposte come l’invio entro due giorni nelle acque calabresi della nave oceanografica Astrea dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e la predisposizione di una piattaforma di interventi di indagine, Greco evidenzia la necessità che si faccia “presto e bene”.

E insiste: “senza un meticoloso lavoro di indagine della magistratura con la necessaria verifica strumentale ottenuta dalla Regione Calabria, non si sarebbe giunti alla scoperta di cui si parla. Ora che il velo è stato alzato bisogna realizzare una mappa mediterranea, perchè mancano all’appello forse trenta mercantili utilizzati per far sparire rifiuti tossici, nocivi e radioattivi”. “E' evidente – aggiunge – che questi rifiuti creano un problema all’interno dell’ecosistema mediterraneo e quindi a tutta la popolazione dei 22 paesi rivieraschi”.

Il dibattito politico, intanto, s'infiamma all’interno di un fronte bipartisan. Sulle navi dei veleni, fa sapere il deputato del Pd Ermete Realacci, il Governo risponderà domani nel corso di un question time. Da destra, invece, il senatore Antonio Gentile, del Pdl, componente della Commissione parlamentare antimafia scrive al presidente dell’organismo, Beppe Pisanu per chiedergli di inserire in agenda una visita in Calabria.

Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sentirà la prossima settimana, anche su questo tema, i capi di Aise e Aisi, Bruno Branciforte e Giorgio Piccirillo".

...Povera Italia:cry::cry:

papitosky
15/09/2009, 18:53
è una cosa gravissima

GiovaV8
15/09/2009, 18:57
Bò, magari è già un pò che se ne parla, ma io l'ho scoperto oggi guardando il tg. Parlavano appunto del ritrovamento fatto qualche giorno fa, di 3 relitti affondati già diversi anni fa pieni di scorie, in parte anche radioattive. Sono rimasto di stucco:cry::cry:

papitosky
15/09/2009, 18:58
adesso ci sono le prove

tormento
15/09/2009, 18:59
Sono rimasto di stucco:cry::cry:

...e non è un barbatrucco.:ph34r:

IACH
15/09/2009, 19:06
non è mica una novità......ma è sempre stata trattata come una leggenda metropolitana o poco di più.........purtroppo

23268

roberto70
15/09/2009, 19:06
no comment...

Rebel County
15/09/2009, 19:12
e' sempre "u sud" che lo piglia in XXXX dagli avanzati tecnologici ed environementally friendly paesi del nord europa
tipo la nave di ceyraro che proveniva dai paesi baltici
:mad:

Intrip
15/09/2009, 19:16
che gente.....

S1m0ne75
15/09/2009, 19:25
senza parole!

Medoro
15/09/2009, 19:33
in questi giorni pare che ci siano altre indiscrezioni sul nucleare in italia



Nucleare, monta la protesta. Ecco i possibili siti per le centralidi Antonella LoiCentrale nucleare dove ti metto? Il Ddl 1195 parla chiaro: entro sei mesi il governo dovrà fissare i paletti per l'avvio del piano nucleare tanto caro alla maggioranza di governo quanto impopolare fra gli italiani, tutt'altro che dissuasi che la strada sbarrata dal referendum del 1987 sia la soluzione per i gravi problemi energetici dell'Italia. Entro l'anno dunque dovranno essere emanati uno o più decreti legislativi di riassetto normativo “recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare", cioè norme che stabiliscano i criteri di scelta dei siti sui quali nasceranno le nuove centrali e che verranno successivamente individuati e proposti dalle imprese energetiche che investono nel settore. Ma quella dell'atomo è una strada tutta in salita. A cominciare dall'indisponibilità degli enti territoriali ad ospitare i nuovi impianti di produzione di energia nucleare, passando per le difficoltà tecniche legate al territorio e per finire con i timori per la sicurezza che serpeggiano tra la popolazione.L'individuazione dei siti - In attesa che i siti vengano individuati - nel frattempo tutti zitti e guai a far trapelare informazioni -, si rincorrono le ipotesi su quali possano essere i territori interessati. Alla luce degli studi già fatti e di quelli ufficiosi in corso emerge che i luoghi ideali sono quelli che rispondono a criteri base come il basso rischio sismico, la disponibilità d'acqua dolce e l'assenza di rischio idrogeologico. Uno studio del Cnen (Comitato nazionale per l'energia nucleare, poi trasformato in Enea) del 1970, risultato dell'analisi di varie carte tematiche, e l'elaborazione GIS per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari (realizzata dalla "task force" creata ad hoc del 1999-2000) danno buoni indizi per giungere all'individuazione dei siti "papabili".
Lo studio di Greenpeace

La petizione di Legambiente
Dal Piemonte alla Sardegna: ecco i siti "papabili" - Dai due studi messi a confronto con le carte sismiche da una ricerca dell'organizzazione ambientalista Greenpeace emerge che le localizzazioni sono sempre le stesse: diverse zone della Sardegna (la piana di Oristano, la zona di Pula a sudovest di Cagliari, il delta del Flumendosa nella costa sudorientale, la foce del rio Mannu a Barisardo e la zona di Capo Comino a Siniscola), il Piemonte, il basso Salento, la Basilicata (in particolare Scanzano Ionico dove già si voleva realizzare il deposito unico nazionale per le scorie nucleari) e, dice Greenpeace, diverse aree costiere tra cui l'alto Lazio (dove vennero realizzati due reattori a Montalto di Castro). Ancora la Toscana e il delta del Po. Alcune aree sono state identificate anche nella Sicilia meridionale che, come è noto, presenta una delle maggiori sismicità del Paese.Greenpeace: tutta l'Italia inadatta - Ma molte di queste zone - vedi i siti sardi - sono quasi annualmente interessati da fenomeni alluvionali per le piogge torrenziali. Queste aree dovranno quindi essere riconsiderate anche sulla base dei cambiamenti climatici e della disponibilità di acqua (la portata del Po per esempio è notevolmente diminuita negli ultimi decenni), senza contare - sottolinea Greenpeace - che anche le aree costiere sono da considerarsi zone a rischio per effetto dell'innalzamento dei mari. Una criticità questa, dice lo studio, che riguarda tutto lo Stivale: ecco perché l'Italia non è minimamente adatta ad ospitare centrali nucleari.Centrali imposte - Ostacoli oggettivi davanti al governo, dunque, ai quali si aggiungono quelli di natura sociale e politica. Le regioni ad una ad una si sfilano e, tranne alcune porte socchiuse, solo portoni sprangati davanti alla svolta energetica del governo. Ad oggi, infatti, nessuna delle regioni interessate ha dato piena disponibilità, anche se la volontà degli enti territoriali è stata ridotta a pura consultazione da una decisione assunta dal legislatore che, lo scorso luglio, ha stabilito che il parere regionale non sarà vincolante laddove verrà contrapposto "l'interesse nazionale". Centrali nucleari fatte d'imperio dunque a prescindere dalla volontà popolare.Il "no" siciliano - Messaggio chiaro, ma non per la Sicilia - ultima delle regioni vicine al governo a sbarrare la strada al nucleare - che assicura di essere pronta ad esercitare la sua "potestà legislativa esclusiva" in materia energetica. "Con tutto il rispetto per i tecnici del ministero delle Attività produttive - ha detto il governatore Lombardo -, abbiamo più volte ribadito le condizioni per la collocazione di centrali nucleari in Sicilia: assoluta sicurezza, notevole convenienza e pronuncia positiva delle popolazioni interessate". Fuori questione, quindi, come qualcuno ha paventato, l'ipotesi di conversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese in centrale nucleare.Sardegna, Puglia e Piemonte si sfilano - E se la più grande delle isole italiane sceglie la via del referendum popolare, la Sardegna non sembra essere da meno. Almeno stando alle dichiarazioni del governatore "amico" Ugo Cappellacci che, all'indomani dell'elezione a capo di una coalizione di centrodestra, sulla sua pagina di Facebook aveva scritto: "Dovranno passare sul mio corpo". "No" netto dunque, rafforzato anche da un patto con il Partito sardo d'Azione che l'aveva preteso come condizione per l'alleanza elettorale. "Il presidente Berlusconi manterrà la promessa fatta", ha assicurato il governatore sardo nei giorni scorsi. Dall'altra regione indicata tra le "papabili", la Puglia, interviene Niki Vendola a sgombrare il campo dai dubbi sulla percorribilità di scelte energetiche diverse dalle rinnovabili: "Dovranno venire con i carri armati per imporre le centrali atomiche nella nostra regione". E così Mercedes Bresso, presidente del Piemonte, che ricorda come la sua regione si trovi a monte del Po: un eventuale incidente - sostiene la governatrice - comprometterebbe l'economia di tutta la Pianura padana. "Il Piemonte punta sulle energie rinnovabili", ha aggiunto.Formigoni e Galan aprono le porte - Un "no" categorico è arrivato anche da Vasco Errani: l'Emilia Romagna è già impegnata "ancora dopo molti anni" nella dismissione della centrale di Caorso, chiusa dopo il referendum dell''87. Come dire: abbiamo già dato. E così anche le regioni Lazio, Calabria e Toscana. Unici ad attendere gli eventi nucleari a braccia aperte, invece, sono Formigoni e Galan. Per il governatore della Lombardia (che cambia idea dopo le resistenze dimostrate in un primo momento) e per quello del Veneto (che attende però una dettagliata anamnesi tecnico-scientifica), protagonisti di un "patto" per il nucleare, "non ci sono pregiudizi".Il primo problema: convincere gli italiani - Comunque vada i tempi saranno lunghi, anzi lunghissimi, prima che una decisione definitiva in tema di energia atomica possa essere presa. Perché le regioni, stando ad una ricerca dell'Eurispes dello scorso maggio, fanno solo il verso alla maggioranza della popolazione italiana che si dichiara contraria al ritorno al nucleare o ad ospitare un eventuale sito unico di stoccaggio delle scorie. Senza contare che anche una buona parte di chi si dichiara favorevole, lo sarebbe solo a condizione che gli impianti non vengano realizzati a casa propria. Insomma, nucleare sì ma non nel mio giardino.L'allarme di Legambiente: scelta scellerata - Legambiente intanto affila la spada. "E' una scelta scellerata - dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell'associazione ambientalista - tornare al nucleare non ha senso e il governo non sta dando adeguate informazioni ai cittadini, anzi è in atto un'opera di disinformazione. Manca il dibattito - ha precisato - che in questa fase è essenziale". Legambiente ha lanciato una petizione e una raccolta di firme contro la riapertura delle centrali nucleari e avviato una serie di incontri informativi e convegni, coinvolgendo scuole, università e comuni nel tentativo di creare una consapevolezza ambientale che, dice Zampetti, "è assolutamente incompatibile con la produzione di energia atomica".

edotto
15/09/2009, 20:31
delinquenti

obrady
15/09/2009, 20:39
.

D74
15/09/2009, 21:17
evviva! il futuro che avanza!!!

nuove devastazioni per tutti, tumori, inquinamento!

è inutile il problema delle scorie e dei rischi manda a puttane ogni possibile vantaggio energetico