Mettiu
15/11/2009, 13:08
Abito in Umbria (vicino a Todi) da un anno, dopo averne trascorsi 37 anni a Milano. Non ho ancora capito :blink: se rimpiango la metropoli o no…
Per almeno un aspetto, però, non c’è confronto: se da Milano bisogna sempre pazientare un paio d’ore prima di cominciare a divertirsi, ora accendo la moto, esco dal cancello, e sono in the middle of nowhere. Un:wub: eden motociclistico fatto di un dedalo di strade che si snodano sinuose tra le campagne, borghi di pietra arroccati in cima alle colline, trattorie sperdute che dispensano prelibatezze, deviazioni nascoste che portano ad abbazie medievali circondate da boschi, sagre paesane dal nome tanto improbabile quanto :ph34r: promettente:
http://img690.imageshack.us/img690/5865/sagrapatata.jpg (http://img690.imageshack.us/i/sagrapatata.jpg/)
Il tutto, con una presenza di macchine veramente ridotta al minimo, soprattutto fuori stagione. Così, ieri pomeriggio, io e la Speed ci siamo concessi un giretto preinvernale fra Spoleto, la Valnerina, Castelluccio e Visso. Il primo tratto ormai lo conosco a memoria, e mi trovo a percorrerlo senza pensarci: da Acquasparta, salgo in direzione di Spoleto attraverso i Monti Martani, in un silenzio freddo e compatto rotto solo dal rombo del tre cilindri. È un saliscendi divertente, impegnativo ma non esasperato, dentro e fuori il bosco
http://img691.imageshack.us/img691/1349/autunno.jpg (http://img691.imageshack.us/i/autunno.jpg/)
con pendenze dolci e curve morbide – comunque, da fare con attenzione: certi tratti sotto gli alberi sono sporchi, in ombra e viscidi (ABS, dove sei?) e in un recente passato ho imparato :cry: a mie spese a non fare il cretino…
A un certo punto, un cartello indica una deviazione verso un imprecisato “rifugio escursionistico”. Mi fermo, do un’occhiata alla stradina sterrata e sconnessa che sparisce in mezzo a un querceto
http://img691.imageshack.us/img691/4144/sterrato2.jpg (http://img691.imageshack.us/i/sterrato2.jpg/)
, penso: “Dove diavolo voglio andare con ‘sta moto?” e :rolleyes: naturalmente la imbocco. In realtà, non è così terribile: salgo lentamente, alternando 1a e 2a. Chiaro, non è la Dakar e la Speed non è il Tenerè (soprattutto, io non sono un Orioli), ma mi piace questa guida, che mi costringe a essere concentrato e preciso. In particolare, capisco che non devo essere brusco né forzare o cercare linee definite: molto meglio andare alla deriva, lasciando che le ruote trovino da sole la rotta più accessibile, limitandomi a indirizzare la moto in funzione della superficie stradale, che cambia di continuo. Proseguo tranquillo per una ventina di km (fra Castelmonte, Fogliano e Macerino), sbaglio strada in continuazione, mi infilo tre volte in stradine fondiarie senza uscita, rischio di farmi azzannare da una quindicina di cani, chiedo informazioni a una gentile vecchietta che mi instrada su una pietraia, annaspo facendo manovra in salita sul brecciolino, mentre i piedi cercano disperati il terreno (ma quanto son basso?), poi ritrovo l’asfalto, lo bacio Wojtyla-like e riprendo per Spoleto.
Spoleto meriterebbe naturalmente una visita, o almeno una sosta conoscitiva, ma il tempo è poco e non sono in vena di turismo, così la circumnavigo rapidamente e prendo la 395 per la Valnerina. Amo questa strada: poco trafficata, ben tenuta, curvosa ma scorrevole (ottima per illudermi di guidare bene, visto che le curve sono generalmente ampie, veloci e… :tongue: indulgenti se ci entri male). Scendo a Piedipaterno: caffè, sigaretta e pieno. Un’occhiata a Italia-Nuova Zelanda di rugby (e una scommessa con me stesso sui titoli del giorno dopo, tanto sono sempre uguali: qualcosa “Italia sconfitta con dignità”), poi prendo per Norcia, percorrendo una porzione di Valnerina; che, da quanto ho capito sta agli smanettoni locali come la Milano-Lecco agli omologhi milanesi: una specie di pista per supersportive, col rischio concreto di farsi male (o di incappare in qualche :sick: posto di blocco), ma col vantaggio di un paesaggio incomparabilmente migliore.
In ogni caso, poco dopo la lascio e prendo per Norcia. Ci sono già stato varie volte, per cui non ho nessuna remora a tirar dritto (e soprattutto: dove li piazzerei i salumi, autentica e prestigiosa :w00t: gloria locale?!), verso Forca Canapine e Castelluccio.
Cominciata la salita,
http://img691.imageshack.us/img691/6384/versocastelluccio.jpg (http://img691.imageshack.us/i/versocastelluccio.jpg/)
un’idea :coool: geniale mi attraversa le meningi: perché non girare un video col cellulare, usando la mano sx e guidando (pianissimissimo, certo!) con la dx? Il risultato è qui (http://img337.imageshack.us/i/versocastelluccio.mp4/), ma non so quanto meriti: cinque lunghi minuti di scarso appeal e immagini mediocri, mi spiace. Fatto sta che dopo un principio di assideramento alla stessa mano sinistra − con i guanti era un casino tenere premuto il tasto “Rec” − mi infilo il telefono nel… (no, non ci provate!)… nel taschino e proseguo la salita, mentre il freddo comincia a mordere.
Vabbé, il Piano Grande di Castelluccio è un luogo stranoto, che vi devo dire? Forse che è affascinante anche d’inverno. Direi mistico, se vi piace il genere. Una specie di prateria lunare, ieri sferzata da un vento gelido e senza tracce visibili di esseri umani. Intorno, la chiostra dei Monti Sibillini
http://img97.imageshack.us/img97/5404/castellucciosibillini.jpg (http://img97.imageshack.us/i/castellucciosibillini.jpg/)
con la prima neve. Peccato per l’orario, dato che al pomeriggio il luogo è :dry: completamente in ombra: molto meglio arrivarci di mattina.
Una strada insolitamente dritta, come una lama che taglia in due il piano. La imbocco lentamente, assaporando il nulla che mi avvolge. Poi la magia evapora: mi rendo conto che comincia a far buio, che il cielo è plumbeo e che fa freddo: insomma, pepe al culo e via, verso la civiltà.
(FOTO E VIDEO CON CELLULARE E POCO SOLE: SCUSATE LA SCARSA QUALITA')
Per almeno un aspetto, però, non c’è confronto: se da Milano bisogna sempre pazientare un paio d’ore prima di cominciare a divertirsi, ora accendo la moto, esco dal cancello, e sono in the middle of nowhere. Un:wub: eden motociclistico fatto di un dedalo di strade che si snodano sinuose tra le campagne, borghi di pietra arroccati in cima alle colline, trattorie sperdute che dispensano prelibatezze, deviazioni nascoste che portano ad abbazie medievali circondate da boschi, sagre paesane dal nome tanto improbabile quanto :ph34r: promettente:
http://img690.imageshack.us/img690/5865/sagrapatata.jpg (http://img690.imageshack.us/i/sagrapatata.jpg/)
Il tutto, con una presenza di macchine veramente ridotta al minimo, soprattutto fuori stagione. Così, ieri pomeriggio, io e la Speed ci siamo concessi un giretto preinvernale fra Spoleto, la Valnerina, Castelluccio e Visso. Il primo tratto ormai lo conosco a memoria, e mi trovo a percorrerlo senza pensarci: da Acquasparta, salgo in direzione di Spoleto attraverso i Monti Martani, in un silenzio freddo e compatto rotto solo dal rombo del tre cilindri. È un saliscendi divertente, impegnativo ma non esasperato, dentro e fuori il bosco
http://img691.imageshack.us/img691/1349/autunno.jpg (http://img691.imageshack.us/i/autunno.jpg/)
con pendenze dolci e curve morbide – comunque, da fare con attenzione: certi tratti sotto gli alberi sono sporchi, in ombra e viscidi (ABS, dove sei?) e in un recente passato ho imparato :cry: a mie spese a non fare il cretino…
A un certo punto, un cartello indica una deviazione verso un imprecisato “rifugio escursionistico”. Mi fermo, do un’occhiata alla stradina sterrata e sconnessa che sparisce in mezzo a un querceto
http://img691.imageshack.us/img691/4144/sterrato2.jpg (http://img691.imageshack.us/i/sterrato2.jpg/)
, penso: “Dove diavolo voglio andare con ‘sta moto?” e :rolleyes: naturalmente la imbocco. In realtà, non è così terribile: salgo lentamente, alternando 1a e 2a. Chiaro, non è la Dakar e la Speed non è il Tenerè (soprattutto, io non sono un Orioli), ma mi piace questa guida, che mi costringe a essere concentrato e preciso. In particolare, capisco che non devo essere brusco né forzare o cercare linee definite: molto meglio andare alla deriva, lasciando che le ruote trovino da sole la rotta più accessibile, limitandomi a indirizzare la moto in funzione della superficie stradale, che cambia di continuo. Proseguo tranquillo per una ventina di km (fra Castelmonte, Fogliano e Macerino), sbaglio strada in continuazione, mi infilo tre volte in stradine fondiarie senza uscita, rischio di farmi azzannare da una quindicina di cani, chiedo informazioni a una gentile vecchietta che mi instrada su una pietraia, annaspo facendo manovra in salita sul brecciolino, mentre i piedi cercano disperati il terreno (ma quanto son basso?), poi ritrovo l’asfalto, lo bacio Wojtyla-like e riprendo per Spoleto.
Spoleto meriterebbe naturalmente una visita, o almeno una sosta conoscitiva, ma il tempo è poco e non sono in vena di turismo, così la circumnavigo rapidamente e prendo la 395 per la Valnerina. Amo questa strada: poco trafficata, ben tenuta, curvosa ma scorrevole (ottima per illudermi di guidare bene, visto che le curve sono generalmente ampie, veloci e… :tongue: indulgenti se ci entri male). Scendo a Piedipaterno: caffè, sigaretta e pieno. Un’occhiata a Italia-Nuova Zelanda di rugby (e una scommessa con me stesso sui titoli del giorno dopo, tanto sono sempre uguali: qualcosa “Italia sconfitta con dignità”), poi prendo per Norcia, percorrendo una porzione di Valnerina; che, da quanto ho capito sta agli smanettoni locali come la Milano-Lecco agli omologhi milanesi: una specie di pista per supersportive, col rischio concreto di farsi male (o di incappare in qualche :sick: posto di blocco), ma col vantaggio di un paesaggio incomparabilmente migliore.
In ogni caso, poco dopo la lascio e prendo per Norcia. Ci sono già stato varie volte, per cui non ho nessuna remora a tirar dritto (e soprattutto: dove li piazzerei i salumi, autentica e prestigiosa :w00t: gloria locale?!), verso Forca Canapine e Castelluccio.
Cominciata la salita,
http://img691.imageshack.us/img691/6384/versocastelluccio.jpg (http://img691.imageshack.us/i/versocastelluccio.jpg/)
un’idea :coool: geniale mi attraversa le meningi: perché non girare un video col cellulare, usando la mano sx e guidando (pianissimissimo, certo!) con la dx? Il risultato è qui (http://img337.imageshack.us/i/versocastelluccio.mp4/), ma non so quanto meriti: cinque lunghi minuti di scarso appeal e immagini mediocri, mi spiace. Fatto sta che dopo un principio di assideramento alla stessa mano sinistra − con i guanti era un casino tenere premuto il tasto “Rec” − mi infilo il telefono nel… (no, non ci provate!)… nel taschino e proseguo la salita, mentre il freddo comincia a mordere.
Vabbé, il Piano Grande di Castelluccio è un luogo stranoto, che vi devo dire? Forse che è affascinante anche d’inverno. Direi mistico, se vi piace il genere. Una specie di prateria lunare, ieri sferzata da un vento gelido e senza tracce visibili di esseri umani. Intorno, la chiostra dei Monti Sibillini
http://img97.imageshack.us/img97/5404/castellucciosibillini.jpg (http://img97.imageshack.us/i/castellucciosibillini.jpg/)
con la prima neve. Peccato per l’orario, dato che al pomeriggio il luogo è :dry: completamente in ombra: molto meglio arrivarci di mattina.
Una strada insolitamente dritta, come una lama che taglia in due il piano. La imbocco lentamente, assaporando il nulla che mi avvolge. Poi la magia evapora: mi rendo conto che comincia a far buio, che il cielo è plumbeo e che fa freddo: insomma, pepe al culo e via, verso la civiltà.
(FOTO E VIDEO CON CELLULARE E POCO SOLE: SCUSATE LA SCARSA QUALITA')