americ@no
24/12/2009, 15:29
Come Vi ho promesso nella mia presentazione ( http://www.forumtriumphchepassione.com/forum/presentazioni/117775-beh-ne-passata-di-strada-sotto-le-ruote.html ) vi racconto un po'......................
BELLA…CON L’ANIMA!
Dunque, oggi è decisamente una giornata di tempo orribile che, sicuramente, non ispira a tirar fuori la moto…..beh,’ tanto ieri ci siamo fatti un bel giretto….così possiamo pensare alle nostre amate cavalcature facendolo, però, da una singolare angolatura , ossia quella che passa attraverso il cuore……. e da lì, arriva al cervello, per poi passare alle mani che scorrono sulla tastiera del pc….come fa’ Americano nei suoi rari e prolifici momenti di pace
Alcune volte, ho accennato ad una mia antica teoria sulle moto, cosa che è maturata nel corso di tanti anni, passati non solo a piegare, staccare e a fare “mascalzonate” varie, ma anche relazionando, molto da vicino, questo ammasso di carrozzeria, ferraccio e bulloni, con il mio cuore ……..un insieme di parti meccaniche che, tuttavia, sempre in questo lunghissimo arco di tempo, ha convissuto intimamente con i miei sentimenti più belli e più nobili.
E’ partendo da questa riflessione, che vorrei spiegarvi una mia deduzione acquisita, a cui sono approdato già da molto tempo…..ovvero: la moto ha un anima…..si, avete capito bene: proprio un anima…….la moto ci ama, la moto si relaziona con noi e ci ripaga, restituendoci l’amore e la cura che noi riversiamo su di essa.
Prima di proseguire, per introdurre meglio questa mia bizzarra teoria, devo raccontarvi un emblematico aneddoto che può rappresentare efficacemente quanto ho accennato..
Ero tornato da poco da un soggiorno di 4 mesi a Londra, dove, oltre a migliorare la lingua inglese, avevo trovato lavoro presso un grandissimo panificio, come lavorante/facchino, durante i turni di notte. Lo stipendio, per quell’epoca, non era malvagio….al punto che progettai di comprarmi, una volta rientrato in Italia, una fiammante Laverda 750 sf nera metallizzata che avevo ammirato esposta in una "vigliacca" vetrina e su cui ci avevo lasciato gli occhi, nonchè il mio cuore. Passati questi lunghi mesi in Inghilterra, tornai dal concessionario con una bella mazzetta di soldi arrotolati e potei finalmente portarmi a casa la mia agognata bella, facendo solo qualche piccola cambialetta.
Passai, da quel momento, intere giornate a coccolarla, a lucidarla e a rimirarmela…tanto che non riuscivo a staccare i miei occhi da lei, neanche per un istante……l’avevo desiderata, oltre che sognata, per così tanto tempo…. Allora, adesso che era finalmente mia, me la sarei portata anche dentro la mia stanza, al secondo piano!
Lei era diventata la mia inseparabile compagna di avventure, di goliardate ed anche romanticherie varie; ci separavamo, a malincuore, solo quando me ne andavo a dormire…..e spesso la sognavo pure……….finché, un giorno, avvenne una cosa terribile che segnò il mio cervello, per sempre, ancora oggi, dopo oltre 30 anni.
A quell’epoca, la mia ragazza di allora, si trasferiva durante il periodo estivo in una località balneare vicino Roma…così mi capitava di andarla a prendere al mare a casa sua, con la mia fida ed amatissima Laverda e scappavamo quatti quatti a Roma, a casa dei miei (mentre loro erano fuori in vacanza) , per rubarci qualche ora di …..ehmm…..….beata tranquillità. :w00t:
Una volta, proprio in una di quelle occasioni, poco prima dell’ora di cena giusto in tempo per riaccompagnare F. a casa, scendemmo giù nello spiazzo condominiale dove avevo lasciato la moto parcheggiata e mi accadde di non trovarla più.
Rimasi totalmente inebetito….paralizzato dal terrore di averla persa per sempre……non so se e quanti di voi, avranno mai provato questa drammatica situazione, in cui rimani a fissare come un cretino quello spazio, il rettangolo che il tuo cervello ricorda essere stato occupato, fino a quel momento, dalla tua stessa moto….quasi sperando, inconsciamente, che all’improvviso la moto si materializzi nuovamente come per magia, esattamente come avviene quando ti risvegli da un terribile incubo. Invece no, quello spazio rimane inesorabilmente vuoto e nei tuoi occhi e nella testa rimane solo la disperazione più totale, di aver subìto una lacerante e disumana violenza fisica e morale. Ricordo che passai un paio di giorni assolutamente allucinanti, trascorsi ininterrottamente in sella alla moto del fratello di F. (un Moto Morini Corsaro 125) in giro, perlustrando le zone più malfamate della città, con la flebile speranza, disperata, di ritrovarla……andando a curiosare persino nei campi dei nomadi…..correndo pure dei grossi rischi..…….Dio mio! Non lo potrò mai più dimenticare questo episodio…avete capito, ora, perché il vostro Americano, quando si esce, se non vede la moto a meno di 5 metri, non può resistere? Prima di quella volta, ero geloso della moto, ma senza essere esagerato “paranoico”come lo sono oggi!
Ma ora vi racconto come finì questa storiaccia ed anche il perché l’ho raccontata:
dovete sapere, che dal momento in cui l’avevo perduta, sentivo continuamente una piccola voce dentro di me “sussurrarmi” che la mia adorata 750 si trovava nei paraggi….che non si era allontanata dal mio quartiere ed io ci stavo girando attorno, quasi fosse stata un’attrazione telepatica….eheheheheh altro che i moderni e costosi anti-furti satellitari di oggi!! :rolleyes:
E’ chiaro, che al momento, non detti peso a questa voce, non riuscivo, infatti, a decifrare il messaggio misterioso che mi giungeva da chissà quale parte della mia testa….per cui, le mie ricerche proseguirono, via via sempre più disperate nei quartieri della periferia di Roma.
Finchè, il terzo giorno di affannose ricerche, preso dallo sconforto più abissale, me ne stavo ritornando sconsolato verso casa, con la mia ragazza seduta dietro il Morini con il suo viso mestamente poggiato sulla mia spalla….era tardi, oramai e sicuramente la mia Laverda era “fuggita,” rapita, via lontano, magari l’avevano fatta a pezzi, ed ancora……..…… la misteriosa vocina che continuava a sussurrarmi qualcosa……….
quando ecco ad un tratto, a neanche 500 metri da casa mia, davanti ad un edicola di giornali, in mezzo ad un gruppo di giovinastri, LA INTRAVIDI !!!!!! ERA LEIIII ………
Porc……… era lì con un fetente, un coattone che faceva il fighetto bellamente seduto sopra di lei, con un paio di tr........ che se la rimiravano.
Feci scendere F. dal Morini e con uno scatto, feci in modo di sdraiare letteralmente la povera 125 mettendola davanti alla ruota anteriore del mio Laverdone, bloccandone definitivamente ogni possibilità di fuga ….oltretutto, anche la sua ruota posteriore era appoggiata al bordo alto del marciapiede…e quindi era impossibile, per il ladro, tentare di scappare.
Ricordo che mi avventai su quel cornuto urlando come un ossesso, anche per attirare l’attenzione della gente, costringendolo a mollare la moto….cosa che infatti fece immediatamente, lasciandola vacillare paurosamente nel vuoto, dandomi a malapena il tempo di afferrarla, un attimo prima che essa cadesse rovinosamente a terra……….. il tempo di issarla sul cavalletto ed il signorino si era già dileguato nel nulla.
Il seguito della storia non è rilevante ai fini del mio discorso e quindi finisco qui il racconto perché da questa storia emerge, appunto, la mia teoria……….. sul fatto che una moto sia fornita di un anima o un qualcosa che ci deve somigliare molto.
A parte che da ragazzo abbia letto una gran quantità di libri che trattano di parapsicologia, trovando, in parte, persino conferma di quanto ho poi elaborato autonomamente……..mi sono convinto che anche un oggetto, quindi, inanimato, se e’ sottoposto alla nostra “umana attenzione” con una fortissima intensità e per un lungo lasso di tempo, è come se questo si caricasse di una sorta di energia che gli viene trasmessa probabilmente dalla nostra stessa mente ricoprendosi, quindi, di una “patina” di questa stessa energia:………. per intenderci, immaginate di giocare con una calamita ( che è il nostro pensiero) e con uno spillo (ovvero l’oggetto inanimato), se quello spillo lo avvicinate, in seguito ad un altro oggetto di metallo…..ci rimane attaccato, perché caricato dello stesso magnetismo trasmessogli dalla calamita. La nostra mente riesce, evidentemente, a fare la stessa cosa con gli oggetti, o meglio, con un oggetto a cui si rivolge in un modo davvero particolare.
Potrei tirare fuori racconti di “spiriti” che dopo il trapasso dalla vita terrena, si aggirano eternamente attorno ad un qualcosa o ad un luogo che hanno lungamente amato in vita. Credo che questo abbia avuto persino una spiegazione scientifica…..ma il discorso, allora, diventerebbe estremamente complesso e specialistico.
Allora, questa, ragazzi, è la mia teoria…la nostra moto, insomma, quando è veramente amata in maniera, oserei definire “maniacale,” (ma viene definita tale solo dai non addetti!) si carica di conseguenza, di una energia che proviene, come dicevo, dalla nostra stessa mente….e con la moto si instaura, infatti, un rapporto estremamente intimo….un qualcosa che coinvolge gli strati più profondi e quindi, più sconosciuti della nostra mente….
Ricordate che gli scienziati conoscono appena il 20% del potenziale del nostro cervello mentre il rimanente è avvolto dal più fitto mistero…….lo so, forse qualcuno di voi sorriderà leggendo queste mie note, ma vi assicuro che potrei raccontarvi anche altre storie “strane” che mi hanno sempre più convinto che la moto, per noi motociclisti…ma solo quelli che lo sono fino al midollo, rappresenta mooolto più di un insieme di materiali assolutamente inerti, sia pure sapientemente assemblati in maniera tale, da trasformarla oltre che in una vera e propria opera d’arte, in un oggetto di estremo e profondo amore………….ANIMATO, appunto!.
Flash a tutti !!!!! Americ@no
:wink_::wink_:
BELLA…CON L’ANIMA!
Dunque, oggi è decisamente una giornata di tempo orribile che, sicuramente, non ispira a tirar fuori la moto…..beh,’ tanto ieri ci siamo fatti un bel giretto….così possiamo pensare alle nostre amate cavalcature facendolo, però, da una singolare angolatura , ossia quella che passa attraverso il cuore……. e da lì, arriva al cervello, per poi passare alle mani che scorrono sulla tastiera del pc….come fa’ Americano nei suoi rari e prolifici momenti di pace
Alcune volte, ho accennato ad una mia antica teoria sulle moto, cosa che è maturata nel corso di tanti anni, passati non solo a piegare, staccare e a fare “mascalzonate” varie, ma anche relazionando, molto da vicino, questo ammasso di carrozzeria, ferraccio e bulloni, con il mio cuore ……..un insieme di parti meccaniche che, tuttavia, sempre in questo lunghissimo arco di tempo, ha convissuto intimamente con i miei sentimenti più belli e più nobili.
E’ partendo da questa riflessione, che vorrei spiegarvi una mia deduzione acquisita, a cui sono approdato già da molto tempo…..ovvero: la moto ha un anima…..si, avete capito bene: proprio un anima…….la moto ci ama, la moto si relaziona con noi e ci ripaga, restituendoci l’amore e la cura che noi riversiamo su di essa.
Prima di proseguire, per introdurre meglio questa mia bizzarra teoria, devo raccontarvi un emblematico aneddoto che può rappresentare efficacemente quanto ho accennato..
Ero tornato da poco da un soggiorno di 4 mesi a Londra, dove, oltre a migliorare la lingua inglese, avevo trovato lavoro presso un grandissimo panificio, come lavorante/facchino, durante i turni di notte. Lo stipendio, per quell’epoca, non era malvagio….al punto che progettai di comprarmi, una volta rientrato in Italia, una fiammante Laverda 750 sf nera metallizzata che avevo ammirato esposta in una "vigliacca" vetrina e su cui ci avevo lasciato gli occhi, nonchè il mio cuore. Passati questi lunghi mesi in Inghilterra, tornai dal concessionario con una bella mazzetta di soldi arrotolati e potei finalmente portarmi a casa la mia agognata bella, facendo solo qualche piccola cambialetta.
Passai, da quel momento, intere giornate a coccolarla, a lucidarla e a rimirarmela…tanto che non riuscivo a staccare i miei occhi da lei, neanche per un istante……l’avevo desiderata, oltre che sognata, per così tanto tempo…. Allora, adesso che era finalmente mia, me la sarei portata anche dentro la mia stanza, al secondo piano!
Lei era diventata la mia inseparabile compagna di avventure, di goliardate ed anche romanticherie varie; ci separavamo, a malincuore, solo quando me ne andavo a dormire…..e spesso la sognavo pure……….finché, un giorno, avvenne una cosa terribile che segnò il mio cervello, per sempre, ancora oggi, dopo oltre 30 anni.
A quell’epoca, la mia ragazza di allora, si trasferiva durante il periodo estivo in una località balneare vicino Roma…così mi capitava di andarla a prendere al mare a casa sua, con la mia fida ed amatissima Laverda e scappavamo quatti quatti a Roma, a casa dei miei (mentre loro erano fuori in vacanza) , per rubarci qualche ora di …..ehmm…..….beata tranquillità. :w00t:
Una volta, proprio in una di quelle occasioni, poco prima dell’ora di cena giusto in tempo per riaccompagnare F. a casa, scendemmo giù nello spiazzo condominiale dove avevo lasciato la moto parcheggiata e mi accadde di non trovarla più.
Rimasi totalmente inebetito….paralizzato dal terrore di averla persa per sempre……non so se e quanti di voi, avranno mai provato questa drammatica situazione, in cui rimani a fissare come un cretino quello spazio, il rettangolo che il tuo cervello ricorda essere stato occupato, fino a quel momento, dalla tua stessa moto….quasi sperando, inconsciamente, che all’improvviso la moto si materializzi nuovamente come per magia, esattamente come avviene quando ti risvegli da un terribile incubo. Invece no, quello spazio rimane inesorabilmente vuoto e nei tuoi occhi e nella testa rimane solo la disperazione più totale, di aver subìto una lacerante e disumana violenza fisica e morale. Ricordo che passai un paio di giorni assolutamente allucinanti, trascorsi ininterrottamente in sella alla moto del fratello di F. (un Moto Morini Corsaro 125) in giro, perlustrando le zone più malfamate della città, con la flebile speranza, disperata, di ritrovarla……andando a curiosare persino nei campi dei nomadi…..correndo pure dei grossi rischi..…….Dio mio! Non lo potrò mai più dimenticare questo episodio…avete capito, ora, perché il vostro Americano, quando si esce, se non vede la moto a meno di 5 metri, non può resistere? Prima di quella volta, ero geloso della moto, ma senza essere esagerato “paranoico”come lo sono oggi!
Ma ora vi racconto come finì questa storiaccia ed anche il perché l’ho raccontata:
dovete sapere, che dal momento in cui l’avevo perduta, sentivo continuamente una piccola voce dentro di me “sussurrarmi” che la mia adorata 750 si trovava nei paraggi….che non si era allontanata dal mio quartiere ed io ci stavo girando attorno, quasi fosse stata un’attrazione telepatica….eheheheheh altro che i moderni e costosi anti-furti satellitari di oggi!! :rolleyes:
E’ chiaro, che al momento, non detti peso a questa voce, non riuscivo, infatti, a decifrare il messaggio misterioso che mi giungeva da chissà quale parte della mia testa….per cui, le mie ricerche proseguirono, via via sempre più disperate nei quartieri della periferia di Roma.
Finchè, il terzo giorno di affannose ricerche, preso dallo sconforto più abissale, me ne stavo ritornando sconsolato verso casa, con la mia ragazza seduta dietro il Morini con il suo viso mestamente poggiato sulla mia spalla….era tardi, oramai e sicuramente la mia Laverda era “fuggita,” rapita, via lontano, magari l’avevano fatta a pezzi, ed ancora……..…… la misteriosa vocina che continuava a sussurrarmi qualcosa……….
quando ecco ad un tratto, a neanche 500 metri da casa mia, davanti ad un edicola di giornali, in mezzo ad un gruppo di giovinastri, LA INTRAVIDI !!!!!! ERA LEIIII ………
Porc……… era lì con un fetente, un coattone che faceva il fighetto bellamente seduto sopra di lei, con un paio di tr........ che se la rimiravano.
Feci scendere F. dal Morini e con uno scatto, feci in modo di sdraiare letteralmente la povera 125 mettendola davanti alla ruota anteriore del mio Laverdone, bloccandone definitivamente ogni possibilità di fuga ….oltretutto, anche la sua ruota posteriore era appoggiata al bordo alto del marciapiede…e quindi era impossibile, per il ladro, tentare di scappare.
Ricordo che mi avventai su quel cornuto urlando come un ossesso, anche per attirare l’attenzione della gente, costringendolo a mollare la moto….cosa che infatti fece immediatamente, lasciandola vacillare paurosamente nel vuoto, dandomi a malapena il tempo di afferrarla, un attimo prima che essa cadesse rovinosamente a terra……….. il tempo di issarla sul cavalletto ed il signorino si era già dileguato nel nulla.
Il seguito della storia non è rilevante ai fini del mio discorso e quindi finisco qui il racconto perché da questa storia emerge, appunto, la mia teoria……….. sul fatto che una moto sia fornita di un anima o un qualcosa che ci deve somigliare molto.
A parte che da ragazzo abbia letto una gran quantità di libri che trattano di parapsicologia, trovando, in parte, persino conferma di quanto ho poi elaborato autonomamente……..mi sono convinto che anche un oggetto, quindi, inanimato, se e’ sottoposto alla nostra “umana attenzione” con una fortissima intensità e per un lungo lasso di tempo, è come se questo si caricasse di una sorta di energia che gli viene trasmessa probabilmente dalla nostra stessa mente ricoprendosi, quindi, di una “patina” di questa stessa energia:………. per intenderci, immaginate di giocare con una calamita ( che è il nostro pensiero) e con uno spillo (ovvero l’oggetto inanimato), se quello spillo lo avvicinate, in seguito ad un altro oggetto di metallo…..ci rimane attaccato, perché caricato dello stesso magnetismo trasmessogli dalla calamita. La nostra mente riesce, evidentemente, a fare la stessa cosa con gli oggetti, o meglio, con un oggetto a cui si rivolge in un modo davvero particolare.
Potrei tirare fuori racconti di “spiriti” che dopo il trapasso dalla vita terrena, si aggirano eternamente attorno ad un qualcosa o ad un luogo che hanno lungamente amato in vita. Credo che questo abbia avuto persino una spiegazione scientifica…..ma il discorso, allora, diventerebbe estremamente complesso e specialistico.
Allora, questa, ragazzi, è la mia teoria…la nostra moto, insomma, quando è veramente amata in maniera, oserei definire “maniacale,” (ma viene definita tale solo dai non addetti!) si carica di conseguenza, di una energia che proviene, come dicevo, dalla nostra stessa mente….e con la moto si instaura, infatti, un rapporto estremamente intimo….un qualcosa che coinvolge gli strati più profondi e quindi, più sconosciuti della nostra mente….
Ricordate che gli scienziati conoscono appena il 20% del potenziale del nostro cervello mentre il rimanente è avvolto dal più fitto mistero…….lo so, forse qualcuno di voi sorriderà leggendo queste mie note, ma vi assicuro che potrei raccontarvi anche altre storie “strane” che mi hanno sempre più convinto che la moto, per noi motociclisti…ma solo quelli che lo sono fino al midollo, rappresenta mooolto più di un insieme di materiali assolutamente inerti, sia pure sapientemente assemblati in maniera tale, da trasformarla oltre che in una vera e propria opera d’arte, in un oggetto di estremo e profondo amore………….ANIMATO, appunto!.
Flash a tutti !!!!! Americ@no
:wink_::wink_: