MANFRE
11/01/2010, 10:55
purtroppo questa mattina apro il giornale e vedo che ieri per uno di noi non e' finita beneed era andato a un normale motoraduno di quelli che fgacciamo continuamente noi e le notizie di questo tipo aime' aumentano sempre di piu' dalle mie parti....ragazzi mi raccomando andate piano e sopratutto ci vogliono mille occhi sia per voi che per le persone che ci circondano....
Vi riporto quello che c'e'scritto sul resto del carlino di modena..non so' se qualcuno del forum lo conosceva.....
Reggio Emilia, 11 gennaio 2010. DOVEVA essere una domenica di festa: la bella giornata di sole, il motoraduno della Befana in compagnia di fratello ed amici, tutti sulla moto prima del pranzo, «da Mario» a Casoni di Luzzara.
Ma verso le 14 è accaduto l’irreparabile. All’uscita di una lieve curva, in via San Venerio tra Novellara e Reggiolo, la moto – un’ inossidabile Triumph 900 Legend – ha sbandato: forse una distrazione, forse un’accelerazione improvvisa, forse la manovra di un’auto in sorpasso…
La realtà è che la moto è finita contro il guard rail con estrema violenza, con il centauro sbalzato a diversi metri di distanza. Nessuno sembra aver visto l’attimo della sbandata: un testimone ha però raccontato di aver assistito al terribile volo dell’uomo, ricaduto pesantemente sull’asfalto. Lo stesso testimone ha telefonato al 118: sono arrivati i volontari della Croce rossa reggiolese e l’elisoccorso di Parma.
MA PER WALTER PANCHERI, 42 anni, nato a Cles, in Trentino, a lungo residente a Bastiglia di Modena ma da alcuni anni con abitazione in via Ville a San Girolamo di Guastalla, non c’è stato nulla da fare: fatale, probabilmente, un terribile trauma cranico che non gli ha lasciato scampo.
Mentre ancora operavano i soccorsi, sul posto sono tornati il fratello ed un amico della vittima, che giunti al ristorante si erano insospettiti del ritardo del loro compagno di motoraduno. Comprensibile la loro disperazione nel vedere il corpo di Walter – soprannominato Vuolly – immobile, sulla strada, coperto da un lenzuolo bianco.
«Mi aveva aspettato – racconta il fratello Gino, che abita nel Modenese – in quanto avevo avuto un problema con la mia moto. Poi, quando l’ho superato, a 700 metri dall’incidente, lui era fermo e mi ha detto di andare avanti, che mi avrebbe raggiunto. Invece…».
Gli amici parlano di Walter Pancheri come di un centauro esperto e prudente, che da molti anni partecipava a motoraduno e gite con gli amici. «Era pure appassionato di meccanica – aggiunge il fratello – e sapeva sistemare la sua moto. Non era mai stato incosciente sulla strada. E per questo non riesco a capire come possa essere capitata proprio a lui una tragedia simile».
Vi riporto quello che c'e'scritto sul resto del carlino di modena..non so' se qualcuno del forum lo conosceva.....
Reggio Emilia, 11 gennaio 2010. DOVEVA essere una domenica di festa: la bella giornata di sole, il motoraduno della Befana in compagnia di fratello ed amici, tutti sulla moto prima del pranzo, «da Mario» a Casoni di Luzzara.
Ma verso le 14 è accaduto l’irreparabile. All’uscita di una lieve curva, in via San Venerio tra Novellara e Reggiolo, la moto – un’ inossidabile Triumph 900 Legend – ha sbandato: forse una distrazione, forse un’accelerazione improvvisa, forse la manovra di un’auto in sorpasso…
La realtà è che la moto è finita contro il guard rail con estrema violenza, con il centauro sbalzato a diversi metri di distanza. Nessuno sembra aver visto l’attimo della sbandata: un testimone ha però raccontato di aver assistito al terribile volo dell’uomo, ricaduto pesantemente sull’asfalto. Lo stesso testimone ha telefonato al 118: sono arrivati i volontari della Croce rossa reggiolese e l’elisoccorso di Parma.
MA PER WALTER PANCHERI, 42 anni, nato a Cles, in Trentino, a lungo residente a Bastiglia di Modena ma da alcuni anni con abitazione in via Ville a San Girolamo di Guastalla, non c’è stato nulla da fare: fatale, probabilmente, un terribile trauma cranico che non gli ha lasciato scampo.
Mentre ancora operavano i soccorsi, sul posto sono tornati il fratello ed un amico della vittima, che giunti al ristorante si erano insospettiti del ritardo del loro compagno di motoraduno. Comprensibile la loro disperazione nel vedere il corpo di Walter – soprannominato Vuolly – immobile, sulla strada, coperto da un lenzuolo bianco.
«Mi aveva aspettato – racconta il fratello Gino, che abita nel Modenese – in quanto avevo avuto un problema con la mia moto. Poi, quando l’ho superato, a 700 metri dall’incidente, lui era fermo e mi ha detto di andare avanti, che mi avrebbe raggiunto. Invece…».
Gli amici parlano di Walter Pancheri come di un centauro esperto e prudente, che da molti anni partecipava a motoraduno e gite con gli amici. «Era pure appassionato di meccanica – aggiunge il fratello – e sapeva sistemare la sua moto. Non era mai stato incosciente sulla strada. E per questo non riesco a capire come possa essere capitata proprio a lui una tragedia simile».