oldbonnie
25/02/2010, 15:13
Navigare sul web in ufficio?
La Cassazione dice sì: ''E' vietato spiare i dipendenti''
Bocciato il ricorso di una società farmaceutica contro il reintegro di una dipendente: ''No al licenziamento da navigazione, il controllo deve riguardare solo l'attività lavorativa''.
Vietato spiare il dipendente in ufficio che può navigare sul web anche nelle ore di lavoro. Se la navigazione avviene in maniera "oculata" senza farne troppi abusi, dice la Cassazione, il dipendente non può essere licenziato.
In questo modo la sezione Lavoro (sentenza 4375) ha respinto il ricorso dell'azienda farmaceutica R. contro la reintegra disposta in favore della dipendente C. L. alla quale erano stati inflitti due licenziamenti per avere usato internet "per ragioni non di servizio in contrasto con il regolamento aziendale". Comportamento riscontrato attraverso il controllo informatico centralizzato disposto dall'azienda farmaceutica.
La durata dei collegamenti, salvo uno, era stata di pochi minuti e che l'accesso ad Internet era avvenuto non di rado in pausa pranzo.
Sono inoltre illegali "i controlli diretti ad accertare condotte illecite del lavoratore quali ad esempio i sistemi di controllo dell'accesso ad aule riservate o gli apparecchi di rilevazione di telefonate ingiustificate". Il controllo infatti, insiste la Cassazione, deve riguardare solo "l'attività lavorativa".
Bene, la Cassazione, in questo caso, ha dimostrato di saper difendere i diritti dei lavoratori (a patto che questi ultimi non esagerino nell'esercizio di tali diritti...)
La Cassazione dice sì: ''E' vietato spiare i dipendenti''
Bocciato il ricorso di una società farmaceutica contro il reintegro di una dipendente: ''No al licenziamento da navigazione, il controllo deve riguardare solo l'attività lavorativa''.
Vietato spiare il dipendente in ufficio che può navigare sul web anche nelle ore di lavoro. Se la navigazione avviene in maniera "oculata" senza farne troppi abusi, dice la Cassazione, il dipendente non può essere licenziato.
In questo modo la sezione Lavoro (sentenza 4375) ha respinto il ricorso dell'azienda farmaceutica R. contro la reintegra disposta in favore della dipendente C. L. alla quale erano stati inflitti due licenziamenti per avere usato internet "per ragioni non di servizio in contrasto con il regolamento aziendale". Comportamento riscontrato attraverso il controllo informatico centralizzato disposto dall'azienda farmaceutica.
La durata dei collegamenti, salvo uno, era stata di pochi minuti e che l'accesso ad Internet era avvenuto non di rado in pausa pranzo.
Sono inoltre illegali "i controlli diretti ad accertare condotte illecite del lavoratore quali ad esempio i sistemi di controllo dell'accesso ad aule riservate o gli apparecchi di rilevazione di telefonate ingiustificate". Il controllo infatti, insiste la Cassazione, deve riguardare solo "l'attività lavorativa".
Bene, la Cassazione, in questo caso, ha dimostrato di saper difendere i diritti dei lavoratori (a patto che questi ultimi non esagerino nell'esercizio di tali diritti...)