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Visualizza Versione Completa : La incidenza storico-tecnica-sportiva delle motociclette inglesi nella storia del motociclismo



666
28/06/2010, 18:41
Ciao ragazzi, propongo questa discussione per esacerbare in che modo, a che livello, la tecnica delle motociclette inglesi (tutte le marche), hanno inciso nella storia tecnica-motoristica-sportiva del motociclismo mondiale, dai primi arbori delle 2 ruote motorizzate, fino a giungere ai giorni nostri.
Vi chiedo questo aiuto innanzitutto per imparare cose nuove ed interessanti ma anche per poter poi rispondere debitamente a chi, come mi è capitato, mi ha detto frasi decisamente non belle su quanto riguarda la storia e l'apporto che i marchi inglesi hanno avuto ed hanno tutt'ora.
thank's !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

tonidaytona
28/06/2010, 19:11
Ciao ragazzi, propongo questa discussione per esacerbare in che modo, a che livello, la tecnica delle motociclette inglesi (tutte le marche), hanno inciso nella storia tecnica-motoristica-sportiva del motociclismo mondiale, dai primi arbori delle 2 ruote motorizzate, fino a giungere ai giorni nostri.
Vi chiedo questo aiuto innanzitutto per imparare cose nuove ed interessanti ma anche per poter poi rispondere debitamente a chi, come mi è capitato, mi ha detto frasi decisamente non belle su quanto riguarda la storia e l'apporto che i marchi inglesi hanno avuto ed hanno tutt'ora.
thank's !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

vorrei aggiungere sportiva alla frase del titolo "storico-tecnica" , quindi diventando ---- La "incidenza" storico-tecnica-sportiva ........

qualcuno mi dice come fare per favore? ho provato con edit ma non me lo permette :(


interessante argomento...
beh,
negli anni 60 tutti i nuovi costruttori orientali si sono ispirati alla produzione inglese.
ma dal 1070 in avanti tempo che la storia ci racconti che il gap fu' raggiunto e la tecnica british superata e mandata in pensione.

qui' ci vuole black bomber:wink_:

Notturno
28/06/2010, 19:14
...vorrei aggiungere sportiva alla frase del titolo "storico-tecnica" , quindi diventando ---- La "incidenza" storico-tecnica-sportiva ........

qualcuno mi dice come fare per favore? ho provato con edit ma non me lo permette :(



Ci vorrebbe un moderatore,
ma quando servono non ci sono mai !

:coool:

giorgiorox
28/06/2010, 19:18
Ci vorrebbe un moderatore,
ma quando servono non ci sono mai !

:coool:

quoto

roberto70
28/06/2010, 19:25
chiudere...questa discussione è troppo al di sopra dello standard del forum!:w00t:

oldbonnie
28/06/2010, 19:27
chiudere...questa discussione è troppo al di sopra dello standard del forum!:w00t:

Quoto.

666
28/06/2010, 19:31
perchè un moderatore? è un argomento "scottante" ? hahahahahaaaaa!!!

ahhhh!!! è già stato modificato! grazie! e complimenti per il coltellone, ce l'hai molto grosso! hahhahaaaa!!

redcell
28/06/2010, 19:37
ammazza troppo seria l impostazione..sembra il titolo di una tesi di laurea:biggrin3::biggrin3::biggrin3::biggrin3:

666
28/06/2010, 19:41
nessuno che svolge questa tesi di laurea?

black bomber
28/06/2010, 19:43
argomento gustoso ma come la mettiamo con il nick?
io ad esempio non parcheggerei mai, posto che ci fosse un box con quel numero, la mia motoretta al civico 666,
cmq cosa preferite una disamina pre o post guerra?

roberto70
28/06/2010, 19:45
è una discussione esacerbante.......dopo cena...

giorgiorox
28/06/2010, 19:46
io propenderei per una disamina globale

roberto70
28/06/2010, 19:48
mi sto estrinsecando!

papitosky
28/06/2010, 19:48
dagli anni settanta l'evoluzione la fanno i jap con poche eccezioni (bmw, qualcosa ducati e aprilia)

666
28/06/2010, 19:50
quindi a vostro dire dagli anni 70 in poi "il buio" totale? e prima?

giorgiorox
28/06/2010, 19:50
mi sto estrinsecando!

tira lo sciacquone, dopo....:rolleyes:

roberto70
28/06/2010, 19:53
tira lo sciacquone, dopo....:rolleyes:

speriamo....funziona una volta si e una no.....:rolleyes:

666
28/06/2010, 19:55
roberto e giorgiorot sbaglio o mi state prendendo giusto un pochino in giro?

black bomber
28/06/2010, 19:58
quindi a vostro dire dagli anni 70 in poi "il buio" totale? e prima?

l'industria motociclistica inglese si spegne senza clamore agli inizi degli anni 70
sopravvive per qualche tempo nelle gare per derivate di serie la norton commando pr e le triumph-bsa telaio rob north, la norton continua a partecipare
unicamente al tourist trophy con la wankel per tutti gli anni 90-2000
se volete continuo spostandomi nei 60' 50' 40' e 30'

roberto70
28/06/2010, 19:59
roberto e giorgiorot sbaglio o mi state prendendo giusto un pochino in giro?

lo escludo in maniera estrinsecante ed esacerbante!:smoke_:

adry
28/06/2010, 20:03
:blink::blink::blink: possibile che non ci siano argomentazioni per controbattere??? :cry::cry::cry::cry: forza raga che noi l'anima l'abbiamo:wub::wub:......:cipenso::coool::popcornsmiley::popcornsmiley::popcornsmiley::smoke_:

666
28/06/2010, 20:04
l'industria motociclistica inglese si spegne senza clamore agli inizi degli anni 70
sopravvive per qualche tempo nelle gare per derivate di serie la norton commando pr e le triumph-bsa telaio rob north, la norton continua a partecipare
unicamente al tourist trophy con la wankel per tutti gli anni 90-2000
se volete continuo spostandomi nei 60' 50' 40' e 30'

si spegne senza clamore in che senso? visto che dagli anni 70 si è spenta, parlami degli anni precedenti per cortesia. Ci sono modelli, soluzioni tecniche, successi sportivi o altro di rilievo, oppure solo mediocrità o peggio irrilevanza ?


lo escludo in maniera estrinsecante ed esacerbante!:smoke_:

hahahaaa!! questo esacerbante non ti è piaciuto proprio! hahahaaa!!! accetto di buon gusto questo dileggio ;)


:blink::blink::blink: possibile che non ci siano argomentazioni per controbattere??? :cry::cry::cry::cry: forza raga che noi l'anima l'abbiamo:wub::wub:......:cipenso::coool::popcornsmiley::popcornsmiley::popcornsmiley::smoke_:

perchè controbattere, scusa?

giorgiorox
28/06/2010, 20:09
roberto e giorgiorot sbaglio o mi state prendendo giusto un pochino in giro?

giammai

666
28/06/2010, 20:17
giorgiorox, sovvengo!


da quanto ho letto, tutte le case inglesi sono alquanto eclissate dopo il sopravvento delle japan e altre case, un pò come le moto guzzi o peggio le laverda, moto morini ecc.... ma la mia amata speed? la daytona 675? la street? la norton? non contano nulla!!!!????

black bomber
28/06/2010, 20:32
si spegne senza clamore in che senso? visto che dagli anni 70 si è spenta, parlami degli anni precedenti per cortesia. Ci sono modelli, soluzioni tecniche, successi sportivi o altro di rilievo, oppure solo mediocrità o peggio irrilevanza ?


nei 70' una dopo l'altra le grandi case falliscono e chiudono i battenti
bsa matcheles ajs norton triumph royal-enfield velocette
prima ariel rudge brought-superior vincent scott

l'inghilterra e' la patria del motociclismo sportivo

i marchi inglesi si sono confrontati nell'allora campionato del mondo fino a tutti i 50' e parte dei 60'con le case italiane guzzi gilera bianchi benelli, la tedesca bmw e qualche francese terrot peugeot gnome&rone excelsior poi le sarolea e le fn belghe nei 30' le cz e le java ceche

altro?

666
28/06/2010, 20:45
un pò sintetico. Puoi specificare cosa intendi per "l'inghilterra e' la patria del motociclismo sportivo" ? Che risultati hanno avuto a livello mondiale i modelli inglesi?

black bomber
28/06/2010, 20:52
un pò sintetico. Puoi specificare cosa intendi per "l'inghilterra e' la patria del motociclismo sportivo" ? Che risultati hanno avuto a livello mondiale i modelli inglesi?

le corse motoristiche hanno inizio alla fine del 1910 in inghilterra, le prime gare si disputavano nei velodromi, le moto erano monocilindri 500 cc telaio rigido e gomme piene senza camera d'aria
montavano motori jap ed erano assemblate da artigiani telaisti
altro?

666
28/06/2010, 21:00
qualche risultato, qualche modello che è entrato nella storia...

black bomber
28/06/2010, 21:11
qualche risultato, qualche modello che è entrato nella storia...
sei incontentabile:cry:

devi sapere che fino al 49' non esisteva un campionato del mondo, c'erano gare organizzate nelle le varie nazioni europee cmq non era un mondo globalizzato, ognuno faceva per se, i piloti era gentlem driver, ovvero eroi senza macchia e senza paura, cmq le moto inglesi che hanno vinto l'alloro mondiale sono la ajs g50, la norton manx e la velocette tt truxton nelle classi 350 e 500, le avversarie erano le bmw compressor, le guzzi dondolino e condor, la gilera saturno piuma e la rondine compressore volumetrico il cui progetto successivamente diede vita alla mv 500 4 cil.

altro?

666
28/06/2010, 21:17
una camomilla con limone e uno zucchero, grazie! hahahaaaa!!!

Sfigatto
28/06/2010, 21:19
Direi che ne sono state una pietra miliare (e, forse, da rimpiangere se non fossimo tutti ormai abituati "troppo bene", pronti a strapparci i capelli e dannarci l'anima per una singola goccia d'olio, un trafilaggio) :wink_:

black bomber
28/06/2010, 21:23
una camomilla con limone e uno zucchero, grazie! hahahaaaa!!!

io caso mai mi bevo un macallan-wisky ivecchiato 50 anni in alternativa ti posso servire super con olio di ricino:ph34r:

666
28/06/2010, 21:26
invecchiato 50 anni è alquanto difficile trovarlo, e soprattutto se lo trovi ci vogliono taaaaanti soldoni!

black, ho trovato alcuni dati e storia:

INTRODUZIONE - LE MOTO INGLESI

Certe volte quando si deve raccontare una storia vengono in mente così tante di quelle cose che non si ha il tempo di mettere ordine in quello che si vorrebbe dire, le idee si affollano, i tempi di riflessione si dilatano e si rischia di raccontar male o di non essere abbastanza chiari. E’ esattamente il rischio che mi si è posto davanti quando è stato chiesto di scrivere qualche riga sulle moto inglesi pre –1975. Troppi i modelli, le marche, gli uomini e…i litri di olio persi da raccontare. Per questo ho deciso che ne scriverò un po’ per volta partendo dal periodo post bellico e, se vi piacerà quello che leggerete, continuerò fino ad arrivare alla mitica T160, vero canto del cigno dell’industria albionica. Mettetevi comodi. L’IMPORTANZA DI TRIUMPH Pare quasi un controsenso il fatto che il mito romantico e un po’ bohemien delle moto inglesi e dei loro proprietari (gli immarcescibili Rockers) sia nato anche grazie alle felicissime intuizioni commerciali e industriali di un “certo” Edward Turner, progettista, tecnico, uomo marketing (quando il marketing ancora non esisteva, nascerà_per inciso_solo nel 1950 circa) per la Triumph. Già nel 1937 Turner con la T 100 bicilindrica parallela di 500 cc stupì il mondo motociclistico con un prodotto performante e affascinante. Si diceva che Turner “conosce quello che i motociclisti desiderano prima ancora che loro conoscano loro stessi”, ed era vero! Per la prima volta, con la Triumph Tiger 100 del 1937, viene prodotto un bicilindrico compatto quasi come un mono dell’epoca, che usa componenti modulari con altri motori (i Tiger monocilindrici), ad un prezzo quasi alla portata di tutti. Per fare un esempio: una HRD Vincent Black Shadow serie “C” (per me forse la moto più affascinante di sempre) costava nel 1950 £ 375, una Tiger 100 di prestazioni quasi equiparabili solo £ 198. Questo forse può dirsi il segreto mix che portò la Triumph a diventare la leader del mercato inglese (e mondiale) tirandosi dietro la scia dei suoi competitors come BSA, Norton, AJS/Matchless, Ariel, Velocette e Royal Enfield. Le Triumph di Turner erano leggere, performanti, semplici e, smentendo assolutamente un falso mito, vibravano poco grazie alla cilindrata ridotta, basso rapporto di compressione e buona qualità costruttiva (saranno i grossi twin a dare luogo alle fondate lamentele sulle vibrazioni). In aggiunta a tutto ciò, se prima della guerra avere un monocilindrico era quasi una scelta obbligata, dovendo fare di necessità virtù assuefacendosi ai difetti di grossi mono rumorosi, difficili all’avviamento e dalle notevoli vibrazioni, passare ad un twin era come toccare il cielo con un dito grazie ad un rumore allo scarico meno invadente ma comunque corposo, prestazioni superiori sotto tutti gli aspetti, vibrazioni ridotte e inoltre finiture e linee piacevolmente ricercate, per l’epoca. Di certo anche le bicilindriche Triumph dei primi anni ‘50 avevano difetti (forcella e stabilità alle alte velocità, per esempio), ma bisogna ammettere che “tutto” nasce da lì: da un grande progettista che seppe coniugare stile, prestazioni, innovazione e prezzo. La verità è che Triumph era ed è restata l’emblema della “Classic British Motorcicles”, la pietra di paragone con la quale tutti i produttori motociclistici, inglesi e mondiali, hanno dovuto bene o male confrontarsi; magari le moto di Meriden non sono mai state insuperabili sotto alcuni aspetti, ma sono sempre state quelle che hanno maggiormente contribuito a formare quell’onda lunga che è stata l’industria motociclistica britannica fino all’arrivo dei giapponesi nei primi anni ’70. L’ultima moto prodotta dalla Triumph “storica”, la Tiger 160, chiuderà di fatto l’era della produzione motociclistica britannica. Questo, bene o male, era il quadro appena dopo la guerra e dopo la riconversione delle industrie: le grandi rivalità tra Norton, BSA e Triumph per il predominio del mercato e del cuore degli appassionati erano appena iniziate.

La competizione tra le marche nel dopoguerra era già smodata e qui non si può, ammesso che se ne abbia la capacità, passare in rassegna tutti i modelli costruiti dalle industrie inglesi; penso quindi che sia meglio concentrarsi su alcuni dei modelli più venduti o più affascinanti per rendere almeno in parte l’idea di quello che sono state le moto inglesi prima dell’invasione giapponese e l’importanza che hanno avuto nella storia del motociclismo.
Il dubbio amletico dei centauri del dopoguerra era: mono o bicilindrica??
Nel 1950 quasi tutti i modelli sportivi proposti dalle case inglesi erano motociclette monocilindriche pre-belliche solo leggermente rimaneggiate, del resto non era proprio possibile fare ricerca e sviluppo sotto i bombardamenti tedeschi…Molte di loro avevano motori totalmente in ferro/acciaio con una spiccata tendenza al surriscaldamento (vietatissimo fermarsi e spegnere di colpo i motori dopo una tirata, pena un temporaneo grippaggio), alcune eccezioni erano costituite dalle BSA B32 e B34 Gold Star (delle quali parleremo dopo), con le teste in alluminio, e alcune moto da Gp o competizione della Triumph (peraltro c’era poco da scialare con la benzina a 72 ottani dell’epoca…) gli stessi telai erano costruiti con materiali e tecniche che oggi farebbero sorridere. Per non parlare delle sospensioni inesistenti se non per una volenterosa (o velleitaria, a seconda dei punti di vista…) coppia di molle sotto la sella, fino a quando il mercato aftermarket, in particolare la Feridax, non mise in commercio alternative. La forcella, nelle sue varianti, fu introdotta in maniera massiva solo nel tardo dopoguerra, sostituendo vari sistemi fondati sulla torsione o sulla flessione di barre, e possiamo ricordare la migliore come quella della Norton (la Roadholder…una volta davano i nomi anche alle sospensioni e ai telai), sebbene piuttosto rigida; il peggio in assoluto era quella prodotta dalla Triumph pronta a flettersi e anche a rompersi (!!!) nella marcia ad alta velocità e mai priva di evidenti trafilaggi, del resto era costruita con
l’obbiettivo di essere leggerissima, ma forse lo era fin troppo. Per non parlare della sospensione posteriore assente o ridicola fino a quando la Royal Enfield non introdusse (ma l’importanza rivoluzionaria del dispositivo non fu subito capita) il forcellone e relativo doppio ammortizzatore nel 1949.
Alcune motociclette prodotte in quegli anni dalle case inglesi, però, svettavano sugli altri o per l’eccellenza tecnica, o per la “global performance” o per il fatto di rappresentare l’ultimo poderoso baluardo in termini prestazionali delle monocilindriche anteguerra, vediamone alcune
La BSA, che in origine fabbricava armi a Birmingham, ha iniziato la produzione di motociclette nel 1906. Dopo avere realizzato alcune monocilindriche a valvole laterali di 500 e 560 cc, non ha tardato ad ampliare il suo listino con modelli di 250 e di 1000 cc (questi ultimi con motore bicilindrico a V).

Celebre è stato il " mono " a cilindro inclinato S 27 ( Sloper) apparso nel 1927 e dotato di distribuzione ad aste e bilanceri. La Blue Star è stata prodotta attorno alla metà degli anni Trenta in versioni di 350 e di 500 cc ( da circa 24 cavalli ). Il monocilindrico più sportivo della Casa ( e uno dei più veloci della produzione mondiale ) è stato il famoso Gold Star, apparso nel 1938, che disponeva di 28 CV a 6000 giri/min. Assai più tranquilli erano i modelli a valvole laterali M 20 e M 21 di 500 e 600 cc, rimasti in produzione ( e forniti in notevoli quantità all' esercito inglese ) anche dopo il termine del secondo conflitto mondiale.

Nel 1947 è iniziata a fabbricazione della bicilindrica di 500 cc ( A7 Star Twin, da 26 CV ), che nel 1951 è stata affiancata dal primo modello di 650 cc ( A 10 Golden Flash, da 34 CV ). Queste moto avevano il cambio separato a quattro marce , i cilindri in ghisa, la distribuzione ad aste e bilanceri e la lubrificazione a carter secco. Il motore aveva due supporti di banco e le bielli in lega di alluminio. L' albero a camme, posto nella parte superiore del basamento, dietro i cilindri, era comandato da una catena piazzata sulla destra. Inizilmente la testa era in ghisa ma in seguito è stata realizzata in lega leggera.

La trasmissione primaria era a catena. Il telaio era a doppia culla continua in tubi d' acciaio, come quello delle monocilindriche 350 e di 500 cc. Nel 1948 è iniziata la commercializzazione della 125 Bantam a due tempi, copia "speculare" della tedesca DKW RT di eguale cilindrata, rimasta in listino, nella versione maggiorata a 175 cc, fino alla seconda metà degli anni Sessanta e destinata a diventare la moto inglese più prodotta del dopoguerra.

La Gold Star, che nella versione più evoluta era contraddistinta dalla sigla DBD 34, è arrivata a erogare quasi 40 CV ed è rimasta in produzione fino al 1963. Molto popolare tra gli sportivi, è stata largamente impiegata nelle gare minori. E' stata realizzata anche in versione da cross. La direzione generale della BSA dopo anni di ottimi risultati con i modelli di grossa cilindrata a due cilindri paralleli ha deciso di sostituirli con altri dotati di motori comletamente nuovi, di impostazione più modena e in grado di fornire prestazioni più elevate.

Nel 1962 sono così apparse le A 50 di 500 cc e la A 65 di 650 cc, destinate ad essere prodotte in più versioni e a incontrare notevole successo nel corso degli anni Sessanta, in particolare le 650. La Spitfire del 1965 - 1970 disponeva di ben 52 CV a 7500 giri/min e aveva una splendida estetica di impostazione sportiva.

Molto brillanti erano anche le Lightning e la Firebird, prodotte in più varianti. Queste moto avevano il telaio a doppia culla continua e il motore, sempre con cilindri in ghisa e distribuzione ad aste e bilanceri, con il cambio in blocco e misure caratteristiche quasi perfettamente " quadre " ( 75 x 74 mm ). La trasmissione primaria era a catena e la lubrificazione a carter secco. Accanto a queste bicilindriche continuava la produzione dei modelli ad un solo cilindro, tutti dotati di cambio in blocco.

Notevole successo ha avuto il B 44, del quale è rimasta celebre la versione Victor 441, prodotta dal 1966 al 1970. Aveva il cilindro in lega leggera, un alesaggio di 79 mm e una corsa di 90 mm ed erogava 28 CV a 6500 giri/min. L' ultimo monocilindrico a essere prodotto dalla BSA è stato il B 50 di 500 cc, costruito nelle versioni SS, T e MX. Disponeva di 34 CV a 6200 giri/min ed è stato costruito solo nel 1971 e nel 1972.

Autentico canto del cigno di questa gloriosa Casa inglese è stata la tricilindrica Rocket 3 di 750 cc, prodotta dal 1968 al 1973. In pratica era identica alla Triumph Trident, eccezion fatta per l' estetica, l' inclinazione del blocco cilindri e il telaio. Disponeva di 58 CV e poteva raggiungere i 200 Km.

ma soprattutto, da sottolineare:

Nella storia della moto gli anni '50 e '60 rappresentano per l'Inghilterra il periodo di massimo fulgore. Tutti gli appassionati si rivolgono ai marchi inglesi sapendo di trovare nei loro listini il massimo in fatto di eleganza, fascino e prestazioni. La produzione comprende molti modelli di cilindrata elevata, destinati soprattutto al mercato americano. E i motori sono spesso bicilindrici, staccandosi così nettamente da una panoramica europea che vede la maggior parte dei modelli monocilindrici e di piccola cilindrata. Sono questi gli anni più gloriosi per molti storici marchi: BSA e Triumph, Norton e Royal Enfield, Matchless e Velocette. La concorrenza giapponese è ancora lontana, le moto inglesi dominano il mercato in maniera assoluta. Ma è proprio in questi anni che il gigante si rivela con i piedi di argilla. Forti della posizione dominante i costruttori restano ancorati sulle proprie produzioni senza effettuare investimenti in attrezzature o nello studio di nuovi modelli. Una scelta conservativa che metterà i vari marchi in difficoltà alla fine degli anni '60 per portare alla chiusura definitiva nei primi anni '70.

adry
28/06/2010, 23:55
invecchiato 50 anni è alquanto difficile trovarlo, e soprattutto se lo trovi ci vogliono taaaaanti soldoni!

black, ho trovato alcuni dati e storia:

INTRODUZIONE - LE MOTO INGLESI

Certe volte quando si deve raccontare una storia vengono in mente così tante di quelle cose che non si ha il tempo di mettere ordine in quello che si vorrebbe dire, le idee si affollano, i tempi di riflessione si dilatano e si rischia di raccontar male o di non essere abbastanza chiari. E’ esattamente il rischio che mi si è posto davanti quando è stato chiesto di scrivere qualche riga sulle moto inglesi pre –1975. Troppi i modelli, le marche, gli uomini e…i litri di olio persi da raccontare. Per questo ho deciso che ne scriverò un po’ per volta partendo dal periodo post bellico e, se vi piacerà quello che leggerete, continuerò fino ad arrivare alla mitica T160, vero canto del cigno dell’industria albionica. Mettetevi comodi. L’IMPORTANZA DI TRIUMPH Pare quasi un controsenso il fatto che il mito romantico e un po’ bohemien delle moto inglesi e dei loro proprietari (gli immarcescibili Rockers) sia nato anche grazie alle felicissime intuizioni commerciali e industriali di un “certo” Edward Turner, progettista, tecnico, uomo marketing (quando il marketing ancora non esisteva, nascerà_per inciso_solo nel 1950 circa) per la Triumph. Già nel 1937 Turner con la T 100 bicilindrica parallela di 500 cc stupì il mondo motociclistico con un prodotto performante e affascinante. Si diceva che Turner “conosce quello che i motociclisti desiderano prima ancora che loro conoscano loro stessi”, ed era vero! Per la prima volta, con la Triumph Tiger 100 del 1937, viene prodotto un bicilindrico compatto quasi come un mono dell’epoca, che usa componenti modulari con altri motori (i Tiger monocilindrici), ad un prezzo quasi alla portata di tutti. Per fare un esempio: una HRD Vincent Black Shadow serie “C” (per me forse la moto più affascinante di sempre) costava nel 1950 £ 375, una Tiger 100 di prestazioni quasi equiparabili solo £ 198. Questo forse può dirsi il segreto mix che portò la Triumph a diventare la leader del mercato inglese (e mondiale) tirandosi dietro la scia dei suoi competitors come BSA, Norton, AJS/Matchless, Ariel, Velocette e Royal Enfield. Le Triumph di Turner erano leggere, performanti, semplici e, smentendo assolutamente un falso mito, vibravano poco grazie alla cilindrata ridotta, basso rapporto di compressione e buona qualità costruttiva (saranno i grossi twin a dare luogo alle fondate lamentele sulle vibrazioni). In aggiunta a tutto ciò, se prima della guerra avere un monocilindrico era quasi una scelta obbligata, dovendo fare di necessità virtù assuefacendosi ai difetti di grossi mono rumorosi, difficili all’avviamento e dalle notevoli vibrazioni, passare ad un twin era come toccare il cielo con un dito grazie ad un rumore allo scarico meno invadente ma comunque corposo, prestazioni superiori sotto tutti gli aspetti, vibrazioni ridotte e inoltre finiture e linee piacevolmente ricercate, per l’epoca. Di certo anche le bicilindriche Triumph dei primi anni ‘50 avevano difetti (forcella e stabilità alle alte velocità, per esempio), ma bisogna ammettere che “tutto” nasce da lì: da un grande progettista che seppe coniugare stile, prestazioni, innovazione e prezzo. La verità è che Triumph era ed è restata l’emblema della “Classic British Motorcicles”, la pietra di paragone con la quale tutti i produttori motociclistici, inglesi e mondiali, hanno dovuto bene o male confrontarsi; magari le moto di Meriden non sono mai state insuperabili sotto alcuni aspetti, ma sono sempre state quelle che hanno maggiormente contribuito a formare quell’onda lunga che è stata l’industria motociclistica britannica fino all’arrivo dei giapponesi nei primi anni ’70. L’ultima moto prodotta dalla Triumph “storica”, la Tiger 160, chiuderà di fatto l’era della produzione motociclistica britannica. Questo, bene o male, era il quadro appena dopo la guerra e dopo la riconversione delle industrie: le grandi rivalità tra Norton, BSA e Triumph per il predominio del mercato e del cuore degli appassionati erano appena iniziate.

La competizione tra le marche nel dopoguerra era già smodata e qui non si può, ammesso che se ne abbia la capacità, passare in rassegna tutti i modelli costruiti dalle industrie inglesi; penso quindi che sia meglio concentrarsi su alcuni dei modelli più venduti o più affascinanti per rendere almeno in parte l’idea di quello che sono state le moto inglesi prima dell’invasione giapponese e l’importanza che hanno avuto nella storia del motociclismo.
Il dubbio amletico dei centauri del dopoguerra era: mono o bicilindrica??
Nel 1950 quasi tutti i modelli sportivi proposti dalle case inglesi erano motociclette monocilindriche pre-belliche solo leggermente rimaneggiate, del resto non era proprio possibile fare ricerca e sviluppo sotto i bombardamenti tedeschi…Molte di loro avevano motori totalmente in ferro/acciaio con una spiccata tendenza al surriscaldamento (vietatissimo fermarsi e spegnere di colpo i motori dopo una tirata, pena un temporaneo grippaggio), alcune eccezioni erano costituite dalle BSA B32 e B34 Gold Star (delle quali parleremo dopo), con le teste in alluminio, e alcune moto da Gp o competizione della Triumph (peraltro c’era poco da scialare con la benzina a 72 ottani dell’epoca…) gli stessi telai erano costruiti con materiali e tecniche che oggi farebbero sorridere. Per non parlare delle sospensioni inesistenti se non per una volenterosa (o velleitaria, a seconda dei punti di vista…) coppia di molle sotto la sella, fino a quando il mercato aftermarket, in particolare la Feridax, non mise in commercio alternative. La forcella, nelle sue varianti, fu introdotta in maniera massiva solo nel tardo dopoguerra, sostituendo vari sistemi fondati sulla torsione o sulla flessione di barre, e possiamo ricordare la migliore come quella della Norton (la Roadholder…una volta davano i nomi anche alle sospensioni e ai telai), sebbene piuttosto rigida; il peggio in assoluto era quella prodotta dalla Triumph pronta a flettersi e anche a rompersi (!!!) nella marcia ad alta velocità e mai priva di evidenti trafilaggi, del resto era costruita con
l’obbiettivo di essere leggerissima, ma forse lo era fin troppo. Per non parlare della sospensione posteriore assente o ridicola fino a quando la Royal Enfield non introdusse (ma l’importanza rivoluzionaria del dispositivo non fu subito capita) il forcellone e relativo doppio ammortizzatore nel 1949.
Alcune motociclette prodotte in quegli anni dalle case inglesi, però, svettavano sugli altri o per l’eccellenza tecnica, o per la “global performance” o per il fatto di rappresentare l’ultimo poderoso baluardo in termini prestazionali delle monocilindriche anteguerra, vediamone alcune
La BSA, che in origine fabbricava armi a Birmingham, ha iniziato la produzione di motociclette nel 1906. Dopo avere realizzato alcune monocilindriche a valvole laterali di 500 e 560 cc, non ha tardato ad ampliare il suo listino con modelli di 250 e di 1000 cc (questi ultimi con motore bicilindrico a V).

Celebre è stato il " mono " a cilindro inclinato S 27 ( Sloper) apparso nel 1927 e dotato di distribuzione ad aste e bilanceri. La Blue Star è stata prodotta attorno alla metà degli anni Trenta in versioni di 350 e di 500 cc ( da circa 24 cavalli ). Il monocilindrico più sportivo della Casa ( e uno dei più veloci della produzione mondiale ) è stato il famoso Gold Star, apparso nel 1938, che disponeva di 28 CV a 6000 giri/min. Assai più tranquilli erano i modelli a valvole laterali M 20 e M 21 di 500 e 600 cc, rimasti in produzione ( e forniti in notevoli quantità all' esercito inglese ) anche dopo il termine del secondo conflitto mondiale.

Nel 1947 è iniziata a fabbricazione della bicilindrica di 500 cc ( A7 Star Twin, da 26 CV ), che nel 1951 è stata affiancata dal primo modello di 650 cc ( A 10 Golden Flash, da 34 CV ). Queste moto avevano il cambio separato a quattro marce , i cilindri in ghisa, la distribuzione ad aste e bilanceri e la lubrificazione a carter secco. Il motore aveva due supporti di banco e le bielli in lega di alluminio. L' albero a camme, posto nella parte superiore del basamento, dietro i cilindri, era comandato da una catena piazzata sulla destra. Inizilmente la testa era in ghisa ma in seguito è stata realizzata in lega leggera.

La trasmissione primaria era a catena. Il telaio era a doppia culla continua in tubi d' acciaio, come quello delle monocilindriche 350 e di 500 cc. Nel 1948 è iniziata la commercializzazione della 125 Bantam a due tempi, copia "speculare" della tedesca DKW RT di eguale cilindrata, rimasta in listino, nella versione maggiorata a 175 cc, fino alla seconda metà degli anni Sessanta e destinata a diventare la moto inglese più prodotta del dopoguerra.

La Gold Star, che nella versione più evoluta era contraddistinta dalla sigla DBD 34, è arrivata a erogare quasi 40 CV ed è rimasta in produzione fino al 1963. Molto popolare tra gli sportivi, è stata largamente impiegata nelle gare minori. E' stata realizzata anche in versione da cross. La direzione generale della BSA dopo anni di ottimi risultati con i modelli di grossa cilindrata a due cilindri paralleli ha deciso di sostituirli con altri dotati di motori comletamente nuovi, di impostazione più modena e in grado di fornire prestazioni più elevate.

Nel 1962 sono così apparse le A 50 di 500 cc e la A 65 di 650 cc, destinate ad essere prodotte in più versioni e a incontrare notevole successo nel corso degli anni Sessanta, in particolare le 650. La Spitfire del 1965 - 1970 disponeva di ben 52 CV a 7500 giri/min e aveva una splendida estetica di impostazione sportiva.

Molto brillanti erano anche le Lightning e la Firebird, prodotte in più varianti. Queste moto avevano il telaio a doppia culla continua e il motore, sempre con cilindri in ghisa e distribuzione ad aste e bilanceri, con il cambio in blocco e misure caratteristiche quasi perfettamente " quadre " ( 75 x 74 mm ). La trasmissione primaria era a catena e la lubrificazione a carter secco. Accanto a queste bicilindriche continuava la produzione dei modelli ad un solo cilindro, tutti dotati di cambio in blocco.

Notevole successo ha avuto il B 44, del quale è rimasta celebre la versione Victor 441, prodotta dal 1966 al 1970. Aveva il cilindro in lega leggera, un alesaggio di 79 mm e una corsa di 90 mm ed erogava 28 CV a 6500 giri/min. L' ultimo monocilindrico a essere prodotto dalla BSA è stato il B 50 di 500 cc, costruito nelle versioni SS, T e MX. Disponeva di 34 CV a 6200 giri/min ed è stato costruito solo nel 1971 e nel 1972.

Autentico canto del cigno di questa gloriosa Casa inglese è stata la tricilindrica Rocket 3 di 750 cc, prodotta dal 1968 al 1973. In pratica era identica alla Triumph Trident, eccezion fatta per l' estetica, l' inclinazione del blocco cilindri e il telaio. Disponeva di 58 CV e poteva raggiungere i 200 Km.

ma soprattutto, da sottolineare:

Nella storia della moto gli anni '50 e '60 rappresentano per l'Inghilterra il periodo di massimo fulgore. Tutti gli appassionati si rivolgono ai marchi inglesi sapendo di trovare nei loro listini il massimo in fatto di eleganza, fascino e prestazioni. La produzione comprende molti modelli di cilindrata elevata, destinati soprattutto al mercato americano. E i motori sono spesso bicilindrici, staccandosi così nettamente da una panoramica europea che vede la maggior parte dei modelli monocilindrici e di piccola cilindrata. Sono questi gli anni più gloriosi per molti storici marchi: BSA e Triumph, Norton e Royal Enfield, Matchless e Velocette. La concorrenza giapponese è ancora lontana, le moto inglesi dominano il mercato in maniera assoluta. Ma è proprio in questi anni che il gigante si rivela con i piedi di argilla. Forti della posizione dominante i costruttori restano ancorati sulle proprie produzioni senza effettuare investimenti in attrezzature o nello studio di nuovi modelli. Una scelta conservativa che metterà i vari marchi in difficoltà alla fine degli anni '60 per portare alla chiusura definitiva nei primi anni '70.

:w00t::w00t: Vedo che... gratta gratta, hai trovato l'anima :wink_: bravo!!!

666
29/06/2010, 19:57
ho dovuto smanettare in internet però, io chiedevo notizie da voi. Però sono rimasto un pò deluso, speravo in molto di più dal UK

MR-T
29/06/2010, 20:01
:smoke_:

a me basta che La ns beneamata Triumph:wub: abbia fatto la speeeeeeeedona:wub:

tormento
29/06/2010, 20:13
ho dovuto smanettare in internet però, io chiedevo notizie da voi. Però sono rimasto un pò deluso, speravo in molto di più dal UK

Se ti interessa vita morte miracolo di triumph vai su fedrotriple.it:wink_:

666
30/06/2010, 19:46
:smoke_:

a me basta che La ns beneamata Triumph:wub: abbia fatto la speeeeeeeedona:wub:

esatto!! e non solo quella!! quasi tutti i modelli attuali sono secondo me fantastici!! ;)


Se ti interessa vita morte miracolo di triumph vai su fedrotriple.it:wink_:

ok, grazie ;)

black bomber
30/06/2010, 21:02
ho dovuto smanettare in internet però, io chiedevo notizie da voi. Però sono rimasto un pò deluso, speravo in molto di più dal UK

io ho risposto in merito all'incidenza sportiva, che significa gare motociclistiche
di rilievo internazionale ovvero il campionato del mondo, o similari
se volevi sapere quali modelli a prescindere dall'impiego sportivo hanno avuto un significato storico ti avrei dato altre risposte:coool:

wailingmongi
01/07/2010, 10:53
:smoke_:

a me basta che La ns beneamata Triumph:wub: abbia fatto la speeeeeeeedona:wub:

e il gaytona e la bonnie e la truzza e lo scrambly e lo street e il rocket e l'america e la legend e il tiger:wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub:

o non saranno le piu effidabili o che altro ma sono le piu belle insindacabilmente. e dico .:biggrin3:

giorgio porri
01/07/2010, 11:32
Nei miei ricordi, quando correvamo con le prime giapponesi ,kawa 2 tempi, honda 750 four che avevano dei motori prestanti ma erano delle baracche a livello telaistico,ogni curva rischiavamo la vita al contrario delle moto inglesi che erano dei binari ma c' erano tanti trafilaggi d' olio. Purtroppo gli inglesi e italiani si sono fossilizzati su quei modelli ,mentre i giapponesi sono riusciti a costruire delle moto sempre più perfette e tecnologiche decretando la fine delle case europee. Solo negli ultimi anni con la nuova gestione alla triumph sono riusciti a recuperare il tempo perso e a costruire delle moto ai vertici di ogni categoria, supportata anche dal prestigio di un marchio che le giapponesi non hanno tanto che la triumph ha chiuso il bilancio delle vendite in positivo al contrario delle maggiori case motociclistiche.

keir
01/07/2010, 12:26
Io ti direi di dare una letta qui:
Triumph - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Triumph)
http://it.wikipedia.org/wiki/BSA_(moto)
Matchless - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Matchless)
Norton Motorcycle Company - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Norton_Motorcycle_Company)

666
04/07/2010, 14:17
interessanti, grazie!

natan
04/07/2010, 14:22
chiudere...questa discussione è troppo al di sopra dello standard del forum!:w00t:

é al di sopra di me anni luce ... :w00t::w00t::w00t:


mi piace!!! :rolleyes::biggrin3:

666
11/07/2010, 11:51
la Daytona in questo momento è seconda nel mondiale supersport a Brno

666
27/07/2010, 10:40
dalle risposte che mi avete dato sono triste, mi sento come quello nel mio avatar, quello in basso e ... dietro!!!

666
31/07/2010, 21:18
altre elocuzioni?

666
02/08/2010, 10:33
e allora della incidenza storico-tecnica-sportiva delle auto inglesi nella storia del motociclismo , ne vogliamo parlare?

triplejonny
13/12/2010, 20:58
la mia daytona 675 ha come nonna sta moto qui... :w00t:

"La stagione agonistica americana è dominata da Gary Nixon capace di aggiudicarsi nel 1967 l'AMA Grand National Champion (cioè il titolo nazionale americano riservato ai piloti che si cimentavano in tutte le discipline motoristiche). Nixon si aggiudica anche la 200 Miglia di Daytona del 1967"

almeno so da dove arriva il nome "DAYTONA" :tongue:

http://img69.imageshack.us/img69/1782/daytonal.jpg (http://img69.imageshack.us/i/daytonal.jpg/)

Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)

1966 buddy elmore....

http://img202.imageshack.us/img202/6428/buddyelmoredaytona1966.jpg (http://img202.imageshack.us/i/buddyelmoredaytona1966.jpg/)

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Roy Batty
14/12/2010, 07:57
le corse motoristiche hanno inizio alla fine del 1910 in inghilterra, le prime gare si disputavano nei velodromi, le moto erano monocilindri 500 cc telaio rigido e gomme piene senza camera d'aria
montavano motori jap ed erano assemblate da artigiani telaisti
altro?

prima che qualcuno pensi che siano giapponesi :biggrin3:, i motori jap erano i primi motori inglesi montati su telaio triumph insieme ai belgi minerva (primi anni del 900)

JA Prestwich Industries - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/JA_Prestwich_Industries_Ltd)


black bomber collaboratore di tcpedia subito!

laura83
14/12/2010, 08:38
la mia daytona 675 ha come nonna sta moto qui... :w00t:

"La stagione agonistica americana è dominata da Gary Nixon capace di aggiudicarsi nel 1967 l'AMA Grand National Champion (cioè il titolo nazionale americano riservato ai piloti che si cimentavano in tutte le discipline motoristiche). Nixon si aggiudica anche la 200 Miglia di Daytona del 1967"

almeno so da dove arriva il nome "DAYTONA" :tongue:

http://img69.imageshack.us/img69/1782/daytonal.jpg (http://img69.imageshack.us/i/daytonal.jpg/)

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1966 buddy elmore....

http://img202.imageshack.us/img202/6428/buddyelmoredaytona1966.jpg (http://img202.imageshack.us/i/buddyelmoredaytona1966.jpg/)

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:w00t:

hansel
14/12/2010, 08:54
Ma perchè anziche una discussione Non si fà una bella Pagina (fatta da tutti gli interessati in maniera COLLABORATIVA) su TCPedia????
Io intanto ho impostato la pagina per editarla è semplice basta registrarsi e "scrivere" + o - come si fà qui sul forum.
Incidenza delle moto inglesi nella storia - TCPedia, l' enciclopedia sulle Triumph (http://www.triumphchepassione.com/tcpedia/Incidenza_delle_moto_inglesi_nella_storia.html)

Se vi interessa capire i fondamentali leggete la pagina di intro:Pagina principale - TCPedia, l' enciclopedia sulle Triumph (http://www.triumphchepassione.com/tcpedia/Pagina_principale.html)

e in particolare la sezione dedicata alle guide per i più volenterosi, ma anche semplicemente buttare giù 2 righe è un contributo ben accetto che sicuramente verrà ripreso e integrato con altri contributi.

Pagina principale - TCPedia, l' enciclopedia sulle Triumph (http://www.triumphchepassione.com/tcpedia/Pagina_principale.html#Che_cos.27.C3.A8_e_come_funziona_una_WIKI.3F)

Poi se invece siete solo interessati alla GNOCCA bhè allora andate su questa pagina di TCPedia!!!
Triumph and girls - TCPedia, l' enciclopedia sulle Triumph (http://www.triumphchepassione.com/tcpedia/Triumph_and_girls.html)

Grazie per l'attenzione.

roberto70
14/12/2010, 09:38
una discussione di sei mesi fa e aperta da uno bannato....lo vogliamo fare un corso ai nuovi moderatori?:rolleyes::biggrin3:

laura83
14/12/2010, 09:47
una discussione di sei mesi fa e aperta da uno bannato....lo vogliamo fare un corso ai nuovi moderatori?:rolleyes::biggrin3:

sei esacerbante...:dry:

hansel
14/12/2010, 09:48
una discussione di sei mesi fa e aperta da uno bannato....lo vogliamo fare un corso ai nuovi moderatori?:rolleyes::biggrin3:

ce l'hai con me? :wub::wub::wub:

roberto70
14/12/2010, 09:49
ce l'hai con me? :wub::wub::wub:

era una battuta hansel.....non bannarmi....:rolleyes::wub::tongue:


sei esacerbante...:dry:

non è colpa mia....mi disegnano così...:rolleyes: