hammer
27/11/2006, 08:52
Tripudio di colori.
Quest’anno l’inverno sembra si sia addormentato lontano, non ha voglia di farsi avanti. Dopo un breve assaggio ha lasciato nuovamente il posto ad un autunno stranamente lungo e mite. Oggi dovevo andare in montagna per la prima uscita con gli scii, invece neve non ce n’e’, costringendo chi come me sta aspettando l’apertura degli impianti a trovarsi qualcos’altro da fare.
Magari mogli e fidanzate varie ne saranno felici, una domenica uggiosa da passare col proprio uomo che non ha scuse per liberarsi dal giretto in centro per vetrine. Ma chi come me di questi “problemi” non ne ha, puo’ sbizzarrirsi con, ad esempio, una giornata tra i boschi con la fedele moto tassellata.
Questo e’ uno dei migliori periodi per fare fuoristrada, la vegetazione e’ meno fitta delle foglie che d’estate rendono i sentieri invisibili, i campi o sono in letargo dalla coltivazione o meglio ancora sono gia lavorati ad aratro, niente granturco a creare corridoi dalle curve nascoste. Visuale libera e quindi gas spalancato in sicurezza.
L’idea e’ quella di fare un giro verso la pistina da enduro sotto Valdobbiadene, dove molte volte ho passato pomeriggi interi a sfidare gli amici del posto, oggi sono da solo e quindi meglio evitare pericolose escursioni sulle colline, col fango e le altre varie insidie preferisco non rischiare di rimanere bloccato, o peggio ancora rotto, in qualche impervio sentiero.
Prendo la strada del Piave, di sicuro oggi non dovrei trovare molta gente lungo i sentieri, il tempo e’ bruttissimo e sembra che da un momento all’altro debba piovere, non vien certo voglia di camminare per i boschi. Piccola tappa dal distributore per un rabbocco e poco piu’ avanti comincia il sentiero. Il fondo e’ un po’ scivoloso, all’inizio mi trovo un pochino impacciato, la moto tende a scivolare su entrambe le ruote, ma in 5 minuti il cervello e’ riprogrammato.
Oggi ho voglia di correre, i lunghi rettilinei delle stradine del piave sono un invito al gas tutto aperto, un po’ alla volta la moto quasi prende quota sulle asperità e sulle buche. Terza, quarta, quinta, si vola.
La terra e’ morbida il pneumatico da cross che ho montato fa egregiamente il suo dovere, a volte capita di passare su qualche grossa pozzanghera con relativo fango, una bella schizzata su parafango, capolino e casco, il piacere di sporcarsi senza scrupoli, roba da provare.
Presto il tratto di Piave finisce, un corto trasferimento su asfalto mi porta ai piedi delle colline, quelle famose per il vino prosecco, praticamente interamente coperte da vigneti.
E’ qui che inconsciamente ho cominciato ad accorgermi di quello che mi circondava. Di solito quando corro da solo mi perdo nei miei pensieri, capita di pensare alla moto, agli amici, alle ragazze e quando va peggio anche al lavoro, brutti pensieri da fare di domenica. Comunque, in genere, in quei momenti ho l’impressione che il campo visivo mi si restringa. La moto va ed e’ guidata da quella parte di cervello che lavora da sola.
Salgo la collina tra i vigneti e imbocco il sentiero che da li scende dall’altro lato. La stradina e’ coperta di foglie, tante foglie, ecco che il cervello si ricollega. Sembra di correre su di un tappeto colorato, formato dai classici colori autunnali che sono tutt’altro che freddi. Mi fermo e mi giro, e’ bellissimo. Quasi non me ne stavo accorgendo.
Vale davvero la pena di tornare indietro e fare due foto, passando sulla stessa traccia cercando di non rovinare ulteriormente il dipinto creato dalla natura.
E’ incredibile, mi e’ passata la voglia di aprire il gas, ora quello che voglio e’ solo guardarmi in giro, per godere lo splendore della natura. Riprendo la mia corsa, ma questa volta in assetto piu’ turistico. Che splendore.
Dopo poco sono alla pistina, giro di prova per tastare un po’ il terreno che come supponevo e’ perfetto, sabbia dura e terra morbida, giu’ il giubbotto e lo zainetto e son pronto per devastarmi piacevolmente di fatica!
Ora sono a casa, la voglia di scrivere qualcosa mi ha sopraffatto, sto ripensando a questa giornata fantastica davvero. E il bello e’ che ci e’ voluto cosi poco…
;)
http://www.fajgroup.it/triple/image/temporanee/colori01.jpg
http://www.fajgroup.it/triple/image/temporanee/colori02.jpg
http://www.fajgroup.it/triple/image/temporanee/colori03.jpg
http://www.fajgroup.it/triple/image/temporanee/colori04.jpg
Quest’anno l’inverno sembra si sia addormentato lontano, non ha voglia di farsi avanti. Dopo un breve assaggio ha lasciato nuovamente il posto ad un autunno stranamente lungo e mite. Oggi dovevo andare in montagna per la prima uscita con gli scii, invece neve non ce n’e’, costringendo chi come me sta aspettando l’apertura degli impianti a trovarsi qualcos’altro da fare.
Magari mogli e fidanzate varie ne saranno felici, una domenica uggiosa da passare col proprio uomo che non ha scuse per liberarsi dal giretto in centro per vetrine. Ma chi come me di questi “problemi” non ne ha, puo’ sbizzarrirsi con, ad esempio, una giornata tra i boschi con la fedele moto tassellata.
Questo e’ uno dei migliori periodi per fare fuoristrada, la vegetazione e’ meno fitta delle foglie che d’estate rendono i sentieri invisibili, i campi o sono in letargo dalla coltivazione o meglio ancora sono gia lavorati ad aratro, niente granturco a creare corridoi dalle curve nascoste. Visuale libera e quindi gas spalancato in sicurezza.
L’idea e’ quella di fare un giro verso la pistina da enduro sotto Valdobbiadene, dove molte volte ho passato pomeriggi interi a sfidare gli amici del posto, oggi sono da solo e quindi meglio evitare pericolose escursioni sulle colline, col fango e le altre varie insidie preferisco non rischiare di rimanere bloccato, o peggio ancora rotto, in qualche impervio sentiero.
Prendo la strada del Piave, di sicuro oggi non dovrei trovare molta gente lungo i sentieri, il tempo e’ bruttissimo e sembra che da un momento all’altro debba piovere, non vien certo voglia di camminare per i boschi. Piccola tappa dal distributore per un rabbocco e poco piu’ avanti comincia il sentiero. Il fondo e’ un po’ scivoloso, all’inizio mi trovo un pochino impacciato, la moto tende a scivolare su entrambe le ruote, ma in 5 minuti il cervello e’ riprogrammato.
Oggi ho voglia di correre, i lunghi rettilinei delle stradine del piave sono un invito al gas tutto aperto, un po’ alla volta la moto quasi prende quota sulle asperità e sulle buche. Terza, quarta, quinta, si vola.
La terra e’ morbida il pneumatico da cross che ho montato fa egregiamente il suo dovere, a volte capita di passare su qualche grossa pozzanghera con relativo fango, una bella schizzata su parafango, capolino e casco, il piacere di sporcarsi senza scrupoli, roba da provare.
Presto il tratto di Piave finisce, un corto trasferimento su asfalto mi porta ai piedi delle colline, quelle famose per il vino prosecco, praticamente interamente coperte da vigneti.
E’ qui che inconsciamente ho cominciato ad accorgermi di quello che mi circondava. Di solito quando corro da solo mi perdo nei miei pensieri, capita di pensare alla moto, agli amici, alle ragazze e quando va peggio anche al lavoro, brutti pensieri da fare di domenica. Comunque, in genere, in quei momenti ho l’impressione che il campo visivo mi si restringa. La moto va ed e’ guidata da quella parte di cervello che lavora da sola.
Salgo la collina tra i vigneti e imbocco il sentiero che da li scende dall’altro lato. La stradina e’ coperta di foglie, tante foglie, ecco che il cervello si ricollega. Sembra di correre su di un tappeto colorato, formato dai classici colori autunnali che sono tutt’altro che freddi. Mi fermo e mi giro, e’ bellissimo. Quasi non me ne stavo accorgendo.
Vale davvero la pena di tornare indietro e fare due foto, passando sulla stessa traccia cercando di non rovinare ulteriormente il dipinto creato dalla natura.
E’ incredibile, mi e’ passata la voglia di aprire il gas, ora quello che voglio e’ solo guardarmi in giro, per godere lo splendore della natura. Riprendo la mia corsa, ma questa volta in assetto piu’ turistico. Che splendore.
Dopo poco sono alla pistina, giro di prova per tastare un po’ il terreno che come supponevo e’ perfetto, sabbia dura e terra morbida, giu’ il giubbotto e lo zainetto e son pronto per devastarmi piacevolmente di fatica!
Ora sono a casa, la voglia di scrivere qualcosa mi ha sopraffatto, sto ripensando a questa giornata fantastica davvero. E il bello e’ che ci e’ voluto cosi poco…
;)
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