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Visualizza Versione Completa : in fondo tutti guidiamo una tedesca....



Onda calabra
12/10/2010, 19:03
così, giusto per darmi un tono... riflettevo che due dei marchi che creano insana "appartenenza" e nazionalismo sono in realtà frutto di misticanze polietniche...

per la serie: " il meglio esce solo se c'è grande possibilità di ibridazione e fanculo ai nazionalismi"

Siegfried Bettmann nel 1885 gettava le basi per quella che sarebbe divenuta la fabbrica di motociclette Triumph a Coventry ma lui era nato a Norimberga...

e due anni dopo, per rendere il marchio un pò più british si prese come socio Mauritz Schulte... che indovinate un pò... era di Norimberga pure lui!!!

invece William Sylvester Harley pur essendo nato a Milwakee nel Wisconsin era figlio di un tizio nato a Littleport nel Cambridgeshire... e giustamente, per mantenere fede alle origini, suo compare Arthur Davidson pur essenddo nato in USA era figlio di....uno scozzese!!

Chelito
12/10/2010, 19:10
...bella questa...non la sapevo...
..un pò di cultura non guasta.
Grazie.

triumph eyes
12/10/2010, 19:12
spettacolo!

comunque almeno erano europei, ora purtroppo "c'è molta cina ovunque"...

LadyB
12/10/2010, 19:13
stai forse suggerendo che dovremmo comprare tutti un'harley per essere più british? :cipenso

mic56
12/10/2010, 19:14
Invece la bmw è stata fondata da Salvatore Locurto, di origine siciliana.

Onda calabra
12/10/2010, 19:15
l'illuminato mostra la via, l'uomo dubbioso la osserva, l'uomo stolto la commenta ma solo l'uomo saggio, in silenzio, la percorre... :ph34r::ph34r::ph34r::ph34r::ph34r:

LadyB
12/10/2010, 19:17
certo che lo fa in silenzio, a meno che non dica ad alta voce quello che scrive :dry:

Onda calabra
12/10/2010, 19:22
io so che la BMW nacque da fusione di BFW e Rapp chhe producevano motori per aerei... ora vado a documentarmi sui fondatori delle rispettive società e vediamo se mi perculi o meno..


dunque Julius Auspitzer cofondatore della Rapp prima... la vende poi... la compra tale Josef Popp che era un ingegnere che non centrava una mazza...

la BFW... vediamo.. nasce dall'assorbimento della Otto-Werke... ma dell'illustre Locurto... no... vediamo... no, non v'è traccia

ok mi stai perculando!!!!!

nolmar
12/10/2010, 19:53
Invece la bmw è stata fondata da Salvatore Locurto, di origine siciliana.

detto "turiddu" Locurto

wailingmongi
12/10/2010, 20:05
tu guarda un pò che combinazione....

gianz
12/10/2010, 20:31
quindi io ho comprato una moto inglese???? e che ho venduto a fare la bonny????

ciachi67
12/10/2010, 20:44
quindi io ho comprato una moto inglese???? e che ho venduto a fare la bonny????

:risate2::risate2::risate2: :botteee:

Ziggy Stardust
12/10/2010, 21:23
mi dite di cazzo ha fondato la ISOMOTO e dove cazzo posso trovare i pezzi per sistemare la moto di nonno???

zivago
12/10/2010, 21:32
quindi io ho comprato una moto inglese???? e che ho venduto a fare la bonny????

tu stai troppo avanti....

Marcos
12/10/2010, 21:34
Eh già!:oook:

mic56
12/10/2010, 21:38
mi dite di cazzo ha fondato la ISOMOTO e dove cazzo posso trovare i pezzi per sistemare la moto di nonno???

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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La Iso Rivolta è stata una casa automobilistica e motociclistica italiana attiva nel settore dei veicoli a motore dal 1947 al 31 dicembre 1974 che, negli anni, ha assunto varie denominazioni, da Iso Autoveicoli a Iso Rivolta per finire a Iso Motors dal 1973.

Una Isetta, piccola automobile prodotta dalla IsoIndice [nascondi]
1 Le origini
2 I motocicli
3 Le automobili
4 La ORSA
5 Il museo
6 I modelli Iso Rivolta
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni


Le origini [modifica]
La Iso Rivolta affonda le sue origini in una fabbrica di piccoli elettrodomestici (frigoriferi e scaldabagni) e materiale tramviario, la Isothermos, fondata a Genova nel 1939 (ma trasferita a Bresso nel 1942) dall'ingegnere Renzo Rivolta.

I motocicli [modifica]
Subito dopo la fine del conflitto, Renzo Rivolta decise di convertire la propria azienda alla produzione di motociclette, un tipo di mercato che in quegli anni offriva degli ottimi sbocchi commerciali. Nel 1947 fece il debutto il primo motociclo marchiato Iso, ossia il Furetto, dotato di motore a due tempi da 65 cc, che riscosse solo una tiepida accoglienza con pochi esemplari prodotti. Poco tempo dopo, fu la volta dell'Isoscooter, un modello equipaggiato da un motore da 125 cc. In seguito arrivò anche un motocarro denominato Isocarro, modello pensato per le esigenze dei lavoratori che a poco a poco cercavano di rimettere in moto l'Italia. In quel periodo arrivò anche la Isomoto 125: sia quest'ultima che l'Isocarro condividevano la stessa meccanica, che poi era la medesima dell'Isoscooter, e che era consistente in un monocilindrico sdoppiato che si rivelò ben presto molto solido ed affidabile.

All'inizio del 1952, fu lanciata la Isomoto 200, sorella maggiore della Isomoto 125, dotata di un monocilindrico sdoppiato da 198 cc, in grado di erogare circa 9 CV a 4750 giri/min.

L'ultima motocicletta presentata dalla Iso fu poi la Iso 500 del 1961.

Le automobili [modifica]
A quel punto Renzo Rivolta stava già pensando al salto di qualità: voleva infatti realizzare un'autoveicolo che stesse a metà strada tra la moto e l'automobile, in maniera tale da colmare il divario tra la classica motocicletta e la vettura italiana più economica del momento, cioè la Fiat Topolino. L'idea era quella di proporre una motocicletta dotata di carrozzeria, per avere un mezzo ugualmente economico, ma che consentisse di viaggiare al chiuso come nelle normali automobili.

Schemi della Isetta-Bmw 300 prima serie del 1955/56Fu così che la ragione sociale dell'azienda fu mutata in Iso Autoveicoli e nel 1953 fu lanciata Isetta, una particolarissima autovettura dalla forma "ad uovo", mossa dal motore della Isomoto 200, successivamente rialesato a 236 cc. Una sorta di scooter cabinato, con quattro ruote (le due posteriori ravvicinate) e l'abitacolo (per 2 persone) con un'unica via d'accesso: la porta frontale (che faceva anche da muso alla vettura), inglobante anche parabrezza e volante.

In Italia la Isetta non colse un gran successo e Renzo Rivolta corse ai ripari cercando un acquirente per il suo progetto. Lo trovò dopo alcune ricerche nella BMW che navigava in acque tutt'altro che tranquille, a causa dei riassetti post-bellici tutt'altro che favorevoli alla Casa bavarese e dei modelli d'alta fascia da essa proposti dopo il conflitto che non riscossero molto successo.

La situazione della BMW era quasi critica ed il lancio della BMW 250, ossia l'Isetta marchiata BMW, non poté che portare buoni risultati, anzi, quasi ottimi, visto che l'Isetta prodotta su licenza in Germania raccolse molti più consensi che non in Italia.

L'Isetta nella versione "autocarro" esposta al Salone di Torino del 1954Nel frattempo, la Iso vendette il progetto anche ad altre aziende perché ne producessero una loro versione: nacquero così le VELAM Isetta per il mercato francese e le Romi Isetta per il mercato brasiliano e sudamericano in generale. La Isetta fu proposta anche per i mercati statuintense e anglosassone, ma con meno successo.

Alla fine del 1956, la Iso Isetta fu tolta di produzione. Nel frattempo, la Casa di Bresso realizzò la Iso 400, una piccola vettura dall'impostazione più convenzionale, con carrozzeria a tre volumi, che però rimase allo stadio di prototipo.

All'inizio del 1957, la Iso terminò la propria attività nel settore delle microvetture e delle moto e Renzo Rivolta decise di effettuare un nuovo cambio di rotta e, sulle ceneri della Iso Autoveicoli, fondò la Iso Rivolta, una Casa automobilistica orientata alle granturismo ad alte prestazioni.

Il passaggio vero e proprio verso la produzione di autovetture avvenne nel 1962, con la presentazione al pubblico della GT 300, una lussuosa coupé a 3 volumi disegnata da Bertone (attraverso la matita di Giorgetto Giugiaro), progettata da Giotto Bizzarrini e mossa dal V8 della Chevrolet Corvette. Il 300 della sigla indicava la potenza del motore: 300 cv. Da quel momento fu chiaro anche che tipo di automobili avrebbe prodotto la Iso: gran turismo ad alte prestazioni dalle finiture di altissimo livello.

Con l'avvio delle vendite anche negli Stati Uniti e la stipula di un contratto di fornitura stabile di propulsori con la General Motors, la Casa del grifone avviò la produzione di una serie di nuovi modelli, tutti basati sul telaio (standard, allungato o accorciato) della GT 300.

La Iso Grifo A 3 LCosì nacquero la coupé sportiva Grifo (1965), con motori da 5,4 a 7 litri, la berlina di lusso Fidia (1968) e la gran turismo 2+2 Lele (1969), disegnata da Marcello Gandini, capoprogettista della Bertone.

Dalla fine del 1971, a causa delle svantaggiose condizioni economiche imposte da GM (che pretendeva il pagamento anticipato dei motori, che dovevano essere, oltretutto, acquistati in blocco), la Casa adottò motori Ford Cleveland.

La concorrenza di marchi prestigiosi, soprattutto Maserati e Aston Martin (ma anche, per certi modelli, Ferrari e Lamborghini), e la crisi petrolifera del 1973, misero in crisi finanziaria la Iso Rivolta. All'inizio del 1973 la famiglia Rivolta cedette la proprietà al finanziere italoamericano Ivo Pera e la ragione sociale divenne Iso Motors & Co.

Un accordo con la Philip Morris ed il giovane team manager Frank Williams portò, sempre nel '73, alla formazione della squadra di Formula 1 Iso-Marlboro ( prima denominazione dell'attuale Frank Williams Racing Cars).

Le spese per la gestione del Team, il calo delle vendite per la crisi economica e sociale della prima metà degli anni settanta ed il miraggio del mercato USA (dove la Casa ottenne con ritardo lo status di "Piccolo costruttore", che implicava norme di omologazione meno severe) portarono, il 31 dicembre 1974, alla cessazione della produzione automobilistica.

La ORSA [modifica]
Una ORSA 850 Spring Special del 1973.In previsione di cedere l'attività di costruzione delle automobili da granturismo, sul finire del 1972, la famiglia Rivolta decise di entrare nella società ORSA, un modesto impianto industriale fondato da un piccolo gruppo di imprenditori sardi alle porte di Cagliari, attrezzato per la costruzione in piccola serie di vetture scoperte in stile retrò.

Allo scopo vennero rilevate le catene di montaggio della Spring dalla SIATA (che aveva chiuso i battenti). Visto che la Fiat 850, sul cui autotelaio era costruita la Siata Spring, non era più in produzione, venne fatto un accordo con la SEAT, che, invece, ancora la costruiva in Spagna.

Il museo [modifica]
Nell'area della storica fabbrica di Bresso è in costruzione il "Museo Iso Rivolta" che, oltre al museo di motocicli e autovetture della ISO, ospiterà anche un bar cafè e un polo funzionale di aggregazione giovanile con uno spazio all'aperto per manifestazioni folkloristiche.


Ecco qua!

Ziggy Stardust
12/10/2010, 21:47
ah grazie Mic, ma non riesco leggere tutto....
per i ricambi c è qualcosa di utile? :tongue:

mic56
12/10/2010, 21:50
ah grazie Mic, ma non riesco leggere tutto....
per i ricambi c è qualcosa di utile? :tongue:

Io avevo capito che ti interessasse di più la storia.
Per i ricambi non saprei, e non ti posso essere di grande aiuto anche perchè non so che moto ha nonno e che ricambi gli servono.
Però se ti sbatti un pochino in rete e su e-bay forse qualcosa ti trova.

Ziggy Stardust
12/10/2010, 21:56
nonno ormai non ha più nulla da tempo, la sua moto è buttata in garage e sarebbe bello rimetterla in marcia.
per intenderci, il modello è questo

http://img151.imageshack.us/img151/3927/2007828194829isomoto125.jpg (http://img151.imageshack.us/i/2007828194829isomoto125.jpg/)

Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)

daveta
12/10/2010, 21:58
vedete che ho ragione quando rivernicio la mia in BMW colours?

mic56
12/10/2010, 21:59
nonno ormai non ha più nulla da tempo, la sua moto è buttata in garage e sarebbe bello rimetterla in marcia.
per intenderci, il modello è questo

http://img151.imageshack.us/img151/3927/2007828194829isomoto125.jpg (http://img151.imageshack.us/i/2007828194829isomoto125.jpg/)

Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)

E che pezzi ti servono?

Ziggy Stardust
12/10/2010, 22:02
serbatoio e terminali sicuro, il resto è da valutare....

mic56
12/10/2010, 22:17
serbatoio e terminali sicuro, il resto è da valutare....

Allora io direi di lanciare l'appello sulla sezione delle moto d'epoca, anche se dubito che avrai molte risposte.
Poi di essere più preciso se possibile sul nome del modello e sull'anno di fabbricazione e vediamo se troviamo qualcosa.

krimsonking
12/10/2010, 23:02
in fondo tutti guidiamo una tedesca....
speravo in meglio...

PS
3D mucho interessante!!

flu
12/10/2010, 23:26
vedi ?.....vedi?......vedi????

in fondo tutti guidiamo una tedesca !!!


lo sapevo che il mio amore per la bonneville aveva le stesse radici di quello per la 1200R

allora fratello Ratman....modifica il tuo proverbio siculo !!!!!



:risate2::risate2::risate2::risate2::risate2::risate2::risate2::risate2: