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Visualizza Versione Completa : Un'altra vecchia storia motociclistica :)



3keko
23/11/2010, 19:09
dopo il grande successo dell'altra vecchia storia

questa per chi se l'è persa :)
http://www.forumtriumphchepassione.com/forum/il-bar-di-triumphchepassione/155619-vecchia-storia.html

ve ne beccate un'altra che avevo scritto nello stesso periodo.
tranquilli, questa è più corta…


buona lettura.


Easy Rider.

Quando ero piccolo mio padre mi diceva sempre: - Caro mio, farai una brutta fine, farai,-
poi scuoteva la testa e usciva dalla porta mugugnando frasi che non capivo.
Non pensavo, vent’anni dopo, che forse aveva ragione. - Sono nei guai, - dico a me stesso.
- Sono nel bel mezzo del nulla sotto al sole che mi sta cuocendo il cervello perché sono un idiota,
- ripeto a me stesso come per fissare nel granito questa mia affermazione.
Texas. Sono esattamente in mezzo al fottuto Texas.
Come cazzo ci sono finito? - Me lo dici come cazzo ci sono finito?-
urlo al sole che mi sta ustionando la faccia.
La motocicletta che mi ha trascinato fin qui nel culo del mondo
ha vomitato fumo nero e verde prima di decidere di spegnersi e ora,
per pura solidarietà, o solamente per prendermi in giro, si sta sciogliendo sotto il mio sedere.
Sento l’odore pungente e caldo delle gomme che stanno diventando tutt’uno con l’asfalto e
vedo il vapore acqueo salire dal motore come i segnali di fumo che da queste parti, le tribù dei nativi americani si scambiavano per comunicare.
-Come va? augh! - Tutto bene, dai...e lì da voi tutto bene? augh- .
Amichevoli tribù di indiani. - Ho saputo che tuo cugino ha un nuovo mantello di bisonte, augh, beato lui, il mio l’ho dovuto regalare a mio suocero per poter avere la mano di sua figlia...sai com’è? vero? augh.., -.
Sempre gli stessi discorsi...bla bla bla. Guardo l’orologio e mi ricordo di non averlo mai portato in tutta la mia vita. - Che ore sono? - chiedo al sole.
Non risponde.
Prendo il cellulare dalla tasca per guardare l’ora ma il display è nero. Batteria scarica. Chiaro.
- Sono in mezzo al fottuto Texas e non posso nemmeno sapere che cazzo di ora è, porca puttana, - urlo ad un cactus.
Sete. Mi berrei un lago. Da quanto sono fermo qui? Un minuto? Un’ora? Cinque ore?
Sento le forze che mi stanno abbandonando e la disidratazione mi fa avere dei miraggi. Pensando agli indiani mi sembra di vedere del fumo in lontananza, ma poi scompare. Poi torna. Poi scompare di nuovo.
E’ la disperazione che sta cominciando a divorarmi. Un serpente a sonagli passa vicino alla mia ruota posteriore e mi guarda con aria interrogativa sibilando: -Sssssssss…-
Se non fosse impossibile direi che mi sta dicendo: - Coglione! -.
Ecco. Sto impazzendo. Vedo mio padre. Vedo il suo volto.
Mi sta parlando ma non sento la sua voce. - Cosa? Non ti sento. Parla più forte - Sento la sua voce come in lontananza. Ora sta urlando.
Non distinguo le parole.
Suona tutto confuso. - Non capisco, papà. Urla più forte, -
Disperato allungo una mano verso la sua immagine. Sento che mi sfiora la punta delle dita.
Mi afferra la mano. Ora lo sento più vicino. - Papà. Sei proprio tu? Ti prego, parlami, non ti sento. -
Il suo volto è vicino al mio. Sento la sua presenza. Sento il suo respiro vicino al mio volto. - Papà, non ti sento. -
Mi brucia la faccia. Sole. Mi brucia solo il lato destro.
Sento ridere dei bambini. Angeli. La voce di mio padre mi rimbomba nella testa. Bruciore. Bambini che ridono.
Luce. Vedo una luce. - Papà sei tu? - Apro gli occhi.
-Papà sei tu?- Lo vedo. E’ sopra di me. - Papà sei tu? -
Bambini che ridono. Angeli. Bruciore sul lato destro.
Chiudo gli occhi. Ancora bruciore sul lato destro. - Papà sei tu?- Apro gli occhi. Mio padre è sopra di me. Mi sta colpendo la faccia? -
Papà sei tu? Perché mi colpisci? - Bambini che ridono. Angeli.
Apro gli occhi. Vedo mio padre. Mi guarda. Dischiude le labbra per dirmi qualcosa. - Come? Cos’hai detto? -
Le sue labbra si stringono lentamente come a formare un cerchio. Sento la sua voce:
- Coglione! Te l’avevo detto di non stare al sole - Apro gli occhi. Sono sveglio. Intorno bambini in costume da bagno che ridono. Non sono Angeli. Sono dei ciccioni. Uno mangia una cotoletta. - Cazzo! - urlo. Bruciore sulla guancia destra. Mi giro al rallentatore. Mia madre mi sta picchiando con una ciabatta. Urla. Non può essere vero. - Che cazz…?- chiedo. Mi guarda. - Coglione! Non dire le parolacce che ci sono dei bambini. Sei proprio come tuo padre! -
Chiudo gli occhi, appoggio la testa e spero che la sabbia mi inghiotta.

MR-T
23/11/2010, 21:22
:D

amarezza :D

Volkom
23/11/2010, 22:10
Ahahhahaha bella