Lupin
29/01/2007, 14:15
e poi:
Appello Unicef "Servono 635 milioni di dollari
per sconfiggere le emergenze dimenticate"
In Darfur sono i bambini a pagare sulla loro pelle il peso più grave di un conflitto senza fine: tra di loro, gli sfollati sono quasi due milioni. Anche in Colombia i più piccoli sono obbligati a lasciare le loro case o vengono arruolati come combattenti. Ad Haiti tocca invece un triste primato: per le violenze e i continui disastri naturali, l'isola ha il più alto tasso di mortalità infantile in tutte le Americhe.
Emergenze dimenticate, di cui non si parla perché non fanno più notizia, ma che non per questo scompaiono. E' l'Unicef a farne un elenco completo, lanciando un appello ai donatori. Ci vogliono 635 milioni di dollari per aiutare i bambini e le donne - le categorie più deboli - e soddisfare almeno le loro esigenze primarie in queste aree di crisi scordate da tutti.
Il rapporto sull'intervento umanitario per l'anno 2007 appena pubblicato ne individua 33. E traccia un quadro complesso, tutt'altro che rassicurante sulle situazioni che richiedono un'azione immediata. Le aree di soccorso e assistenza proposte dall'Unicef sono varie: vanno dalla lotta alla malnutrizione e alla siccità, ai kit per le emergenze e alle medicine di base. Dagli impianti idrici da risanare, alle scuole da ricostruire o creare ex novo. Dai programmi di vaccinazione alla formazione per l'istruzione, dalla smobilitazione al recupero dei bambini soldato.
"Le emergenze, dovute sia a disastri naturali sia a nuovi o prolungati conflitti, hanno continuato ad esigere un pesante prezzo in termini di vite di bambini e donne nel mondo" ricorda Ann M. Veneman, direttore generale dell'Unicef. "Molte crisi rimangono fortemente sotto-finanziate, senza fondi adeguati, le attività essenziali salva-vita per milioni di bambini non possono essere portate avanti e la vita di quei bambini continuerà ad essere a rischio".
Un quinto dei fondi richiesti dall'Unicef per l'anno appena iniziato, cioè 121 milioni di dollari, è destinato al Sudan, inclusi i programmi per il Darfur, in cui i conflitti interetnici hanno ormai distrutto la vita di quattro milioni di persone, metà delle quali sono minori.
Del Darfur, almeno, si parla. Molto meno di sa dell'emergenza Zambia, una delle regioni più critiche al mondo, flagellata da tassi elevati di Aids/Hiv, da una grave crisi alimentare e povertà cronica. O dei bambini eritrei, costretti a un'esistenza di stenti dai conflitti in atto e dalle cicliche siccità.
Nel dicembre scorso i fondi raccolti per l'emergenza 2006 sono stati 513 milioni di dollari, destinati a 53 progetti. Ma i casi dimenticati, lo scorso anno, sono stati finanziati solo per il 37 per cento, denuncia l'Unicef.
Appello Unicef "Servono 635 milioni di dollari
per sconfiggere le emergenze dimenticate"
In Darfur sono i bambini a pagare sulla loro pelle il peso più grave di un conflitto senza fine: tra di loro, gli sfollati sono quasi due milioni. Anche in Colombia i più piccoli sono obbligati a lasciare le loro case o vengono arruolati come combattenti. Ad Haiti tocca invece un triste primato: per le violenze e i continui disastri naturali, l'isola ha il più alto tasso di mortalità infantile in tutte le Americhe.
Emergenze dimenticate, di cui non si parla perché non fanno più notizia, ma che non per questo scompaiono. E' l'Unicef a farne un elenco completo, lanciando un appello ai donatori. Ci vogliono 635 milioni di dollari per aiutare i bambini e le donne - le categorie più deboli - e soddisfare almeno le loro esigenze primarie in queste aree di crisi scordate da tutti.
Il rapporto sull'intervento umanitario per l'anno 2007 appena pubblicato ne individua 33. E traccia un quadro complesso, tutt'altro che rassicurante sulle situazioni che richiedono un'azione immediata. Le aree di soccorso e assistenza proposte dall'Unicef sono varie: vanno dalla lotta alla malnutrizione e alla siccità, ai kit per le emergenze e alle medicine di base. Dagli impianti idrici da risanare, alle scuole da ricostruire o creare ex novo. Dai programmi di vaccinazione alla formazione per l'istruzione, dalla smobilitazione al recupero dei bambini soldato.
"Le emergenze, dovute sia a disastri naturali sia a nuovi o prolungati conflitti, hanno continuato ad esigere un pesante prezzo in termini di vite di bambini e donne nel mondo" ricorda Ann M. Veneman, direttore generale dell'Unicef. "Molte crisi rimangono fortemente sotto-finanziate, senza fondi adeguati, le attività essenziali salva-vita per milioni di bambini non possono essere portate avanti e la vita di quei bambini continuerà ad essere a rischio".
Un quinto dei fondi richiesti dall'Unicef per l'anno appena iniziato, cioè 121 milioni di dollari, è destinato al Sudan, inclusi i programmi per il Darfur, in cui i conflitti interetnici hanno ormai distrutto la vita di quattro milioni di persone, metà delle quali sono minori.
Del Darfur, almeno, si parla. Molto meno di sa dell'emergenza Zambia, una delle regioni più critiche al mondo, flagellata da tassi elevati di Aids/Hiv, da una grave crisi alimentare e povertà cronica. O dei bambini eritrei, costretti a un'esistenza di stenti dai conflitti in atto e dalle cicliche siccità.
Nel dicembre scorso i fondi raccolti per l'emergenza 2006 sono stati 513 milioni di dollari, destinati a 53 progetti. Ma i casi dimenticati, lo scorso anno, sono stati finanziati solo per il 37 per cento, denuncia l'Unicef.