Visualizza Versione Completa : 8 settembre
oldbonnie
08/09/2011, 14:55
"Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza"
Inizia così il dramma dell’esercito italiano...... quando la radio divulga, l'8 settembre 1943, il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo comunicava che l’italia ha “chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate” e che la richiesta è stata accolta.
Il dramma si trasforma nel giro di poche ore in tragedia per centinaia di migliaia di soldati abbandonati a se stessi nell’ora forse più tragica dall’inizio della guerra.
Le forze italiane presenti sulla penisola e in Sardegna sono di gran lunga prevalenti a quelle tedesche; ma mentre queste ultime sono perfettamente efficienti e fortemente dotate di mezzi corazzati, l’esercito italiano è uno strumento bellico estremamente debole, con una buona metà delle divisioni del tutto inefficienti, scarsamente dotate di mezzi corazzati e male armate.
Si tratta di un esercito assolutamente inadeguato ai tempi, su cui non si può in alcun modo fare affidamento.
L'8 settembre il nostro esercito si trovò quindi nel pieno marasma disorganizzativo, tipico del resto del nostro paese, privo di qualsiasi tipo di direttive da parte dei responsabili della macchina da guerra italiana e l’imperdonabile leggerezza con cui si affronta il prevedibile momento della resa dei conti con i tedeschi, si puo capire lo sfacelo, il crollo totale dell’esercito italiano all’indomani dell’annuncio della firma dell’armistizio.
Nella dissoluzione generale si verificarono tuttavia alcuni coraggiosi quanto inutili tentativi di opporsi all’aggressione tedesca: in Trentino-Alto Adige e in Francia le truppe alpine reagiscono all’attacco, ma sono episodi di breve durata; i focolai di resistenza sono spenti con spietata ferocia.
In Grecia, nel desolante spettacolo del disarmo dei reparti italiani da parte dei tedeschi, brilla il coraggio della divisione Acqui che a Cefalonia sceglie la lotta e la conseguente autodistruzione: 9646 morti, una vendetta inutile ma feroce.
L'8 settembre 1943 ricorda a noi tutti la classica dicotomia tipicamente italiana: l'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo e della sua classe dirigente da una parte e la sua straordinaria forza, che dimostra poco prima di precipitare irrimediabilmente nel baratro.
Tutto questo fa ben sperare circa il superamento della crisi di questi tempi da parte del nostro paese.
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/43/tuttiaacasa.jpg
ci fa ben sperare insomma
Gianluca74
08/09/2011, 15:30
L'8 settembre 1943 ricorda a noi tutti la classica dicotomia tipicamente italiana: l'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo e della sua classe dirigente da una parte e la sua straordinaria forza, che dimostra poco prima di precipitare irrimediabilmente nel baratro.
Direi che ad oggi non è cambiato nulla .... anzi ...forse qualche cosa è cambiato...chi aveva le "palle" se ne è già andato da tempo da sto paese...quindi non potremo contare sulla "straordinaria forza dell'ultimo momento"
Almagesto
08/09/2011, 15:31
"Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza"
Inizia così il dramma dell’esercito italiano...... quando la radio divulga, l'8 settembre 1943, il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo comunicava che l’italia ha “chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate” e che la richiesta è stata accolta.
Il dramma si trasforma nel giro di poche ore in tragedia per centinaia di migliaia di soldati abbandonati a se stessi nell’ora forse più tragica dall’inizio della guerra.
Le forze italiane presenti sulla penisola e in Sardegna sono di gran lunga prevalenti a quelle tedesche; ma mentre queste ultime sono perfettamente efficienti e fortemente dotate di mezzi corazzati, l’esercito italiano è uno strumento bellico estremamente debole, con una buona metà delle divisioni del tutto inefficienti, scarsamente dotate di mezzi corazzati e male armate.
Si tratta di un esercito assolutamente inadeguato ai tempi, su cui non si può in alcun modo fare affidamento.
L'8 settembre il nostro esercito si trovò quindi nel pieno marasma disorganizzativo, tipico del resto del nostro paese, privo di qualsiasi tipo di direttive da parte dei responsabili della macchina da guerra italiana e l’imperdonabile leggerezza con cui si affronta il prevedibile momento della resa dei conti con i tedeschi, si puo capire lo sfacelo, il crollo totale dell’esercito italiano all’indomani dell’annuncio della firma dell’armistizio.
Nella dissoluzione generale si verificarono tuttavia alcuni coraggiosi quanto inutili tentativi di opporsi all’aggressione tedesca: in Trentino-Alto Adige e in Francia le truppe alpine reagiscono all’attacco, ma sono episodi di breve durata; i focolai di resistenza sono spenti con spietata ferocia.
In Grecia, nel desolante spettacolo del disarmo dei reparti italiani da parte dei tedeschi, brilla il coraggio della divisione Acqui che a Cefalonia sceglie la lotta e la conseguente autodistruzione: 9646 morti, una vendetta inutile ma feroce.
L'8 settembre 1943 ricorda a noi tutti la classica dicotomia tipicamente italiana: l'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo e della sua classe dirigente da una parte e la sua straordinaria forza, che dimostra poco prima di precipitare irrimediabilmente nel baratro.
Tutto questo fa ben sperare circa il superamento della crisi di questi tempi da parte del nostro paese.
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/43/tuttiaacasa.jpg
ma perchè invece non la smettiamo di considerarci sempre i peggio organizzati al mondo?
ma parliamo di quel momento storico: è alquanto limitante definire l'8 settembre come uno sfacelo dovuto "all'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo", anche solo perchè in questo modo si annulla completamente la responsabilità che ha avuto il partito fascista e tutte le sue cattive decisioni in campo bellico.
e non mi pare che siano state tanto insignificanti....
Direi che ad oggi non è cambiato nulla .... anzi ...forse qualche cosa è cambiato...chi aveva le "palle" se ne è già andato da tempo da sto paese...quindi non potremo contare sulla "straordinaria forza dell'ultimo momento"
quindi chi è rimasto non ha le palle?
Venanzio
08/09/2011, 21:35
ma perchè invece non la smettiamo di considerarci sempre i peggio organizzati al mondo?
ma parliamo di quel momento storico: è alquanto limitante definire l'8 settembre come uno sfacelo dovuto "all'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo", anche solo perchè in questo modo si annulla completamente la responsabilità che ha avuto il partito fascista e tutte le sue cattive decisioni in campo bellico.
e non mi pare che siano state tanto insignificanti....
quindi chi è rimasto non ha le palle?
Negativo, chi rimase aveva le palle per ricostruire tutto quello che venne distrutto.
Per l'8 settembre in se è solo una una data che segna un periodo amaro per la nostra nazione, premetto non sono un simpatizzante del fascismo, non sono vissuto in quell'epoca e ne ingrazio il Dio.
Non amo i tedeschi, ma nemmeno gli inglesi e gli americani, che nel collettivo sono indicati come i liberatori, ma di fatto non lo furono al 100%.
Non tutti sanno che anche i liberatori si sono macchiati di crimini di guerra anche contro i nostri soldati, campagna di Sicilia, Patton diede ordine di uccidere chiunque si arrendesse se non ntro duecento metri dalle sua prima linea, furono uccisi numerosi soldati italiani e tedeschi per quest'ordine.
L'italia entra in guerra il 10 Giugno del 1940, e per tre anni si batte a fianco dei tedeschi con più bassi che alti. E' inutile dire che il nostro esercito era impreparato, perchè lo sanno già tutti, ma quello che mi preme dire è che chi allora reggeva il potere per una questione di comodo decise che l'armistizio fosse una cosa conveniente, ormai la guerra era persa e cercarono di conservarsi le teste sul collo. Gli Italiani in quella maledetta guerra non furono meno dei tedeschi per crimini di guerra, per cui molti nostri generali avrebbero dovuto subire gli stessi processi che subirono in seguito i loro colleghi tedeschi a Norimberga. Gli alleati anglosassoni premiarono gli italiani per il loro voltafaccia ai tedeschi con l'immunità. Sebbene gli Yugoslavi di Tito, i Greci, gli Abbissini e altri chiedevano l'arresto di alcuni capi militari italiani.
Quindi l'armistizio fu una convenienza di tutti!
Ora mettetevi nei panni dei tedeschi, un vostro amico si trova alle strette per quasivoglia motivo, quindi vi tradisce e per giunta rivolta le armi contro di voi, voi come reagireste?
Fu un periodo terribile, la nazione ebbe bisogno degli eroi e molti consapevoli e non immolarono le loro vite per altri Italiani. E' amaro quando una nazione ha bisogno di eroi.
Una persona che possiamo definire discutibile perchè aderì alla repubblica sociale disse queste frasi:
Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l'evento storico non incide che materialmente, seppure per decenni. La resa e il tradimento hanno invece incidenze morali incalcolabili che possono gravare per secoli sul prestigio di un popolo, per il disprezzo degli alleati traditi, e per l'eguale disprezzo dei vincitori con cui si cerca vilmente di accordarsi.
Non mi sembra che tali ideali e convincimenti abbiamo un'impronta fascita, appartengono al patrimonio morale di chiunque.
Junio Valerio Borghese
Be se la si legge bene non è che aveva tanti torti, con il senno del poi è convizione di tutti noi che siamo spattatori postumi che la guerra sarebbe stato meglio non farla, ma purtroppo ciò non cancellerà mai la mossa sbagliata di Mussolini. che portò in rovina a tutta l'Italia.
Almagesto
08/09/2011, 21:40
Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l'evento storico non incide che materialmente, seppure per decenni. La resa e il tradimento hanno invece incidenze morali incalcolabili che possono gravare per secoli sul prestigio di un popolo, per il disprezzo degli alleati traditi, e per l'eguale disprezzo dei vincitori con cui si cerca vilmente di accordarsi.
Non mi sembra che tali ideali e convincimenti abbiamo un'impronta fascita, appartengono al patrimonio morale di chiunque.
Junio Valerio Borghese
Be se la si legge bene non è che aveva tanti torti, con il senno del poi, è convizione di tutti noi che siamo spattatotori postumi che la guerra sarebbe stato meglio non farla, ma purtroppo ciò non cancellera mai la mossa sbagliata di Mussolini che portò in rovina a tutta l'Italia.
quoto.
Comunque penso che il discorso dei senza palle era rivolto più all'attuale periodo storico, se ho ben capito quello che diceva gianluca...
Venanzio
08/09/2011, 21:44
quoto.
Comunque penso che il discorso dei senza palle era rivolto più all'attuale periodo storico, se ho ben capito quello che diceva gianluca...
Ora come ora le palle non le ha nessuno, forse c'è qualche personaggio che le tiene, ma sono piccoline ;)
Almagesto
08/09/2011, 21:54
Ora come ora le palle non le ha nessuno, forse c'è qualche personaggio che le tiene, ma sono piccoline ;)
mah, è sempre tutto (o quasi) relativo.
Alla fine, chi ha le palle è colui che fa qualcosa di più grande di lui, rischiando di perdere molto più di quello che guadagna personalmente.
quindi di "piccoli" uomini con le palle, secondo me, ce ne sono tanti.
Negativo, chi rimase aveva le palle per ricostruire tutto quello che venne distrutto.
Per l'8 settembre in se è solo una una data che segna un periodo amaro per la nostra nazione, premetto non sono un simpatizzante del fascismo, non sono vissuto in quell'epoca e ne ingrazio il Dio.
Non amo i tedeschi, ma nemmeno gli inglesi e gli americani, che nel collettivo sono indicati come i liberatori, ma di fatto non lo furono al 100%.
Non tutti sanno che anche i liberatori si sono macchiati di crimini di guerra anche contro i nostri soldati, campagna di Sicilia, Patton diede ordine di uccidere chiunque si arrendesse se non ntro duecento metri dalle sua prima linea, furono uccisi numerosi soldati italiani e tedeschi per quest'ordine.
L'italia entra in guerra il 10 Giugno del 1940, e per tre anni si batte a fianco dei tedeschi con più bassi che alti. E' inutile dire che il nostro esercito era impreparato, perchè lo sanno già tutti, ma quello che mi preme dire è che chi allora reggeva il potere per una questione di comodo decise che l'armistizio fosse una cosa conveniente, ormai la guerra era persa e cercarono di conservarsi le teste sul collo. Gli Italiani in quella maledetta guerra non furono meno dei tedeschi per crimini di guerra, per cui molti nostri generali avrebbero dovuto subire gli stessi processi che subirono in seguito i loro colleghi tedeschi a Norimberga. Gli alleati anglosassoni premiarono gli italiani per il loro voltafaccia ai tedeschi con l'immunità. Sebbene gli Yugoslavi di Tito, i Greci, gli Abbissini e altri chiedevano l'arresto di alcuni capi militari italiani.
Quindi l'armistizio fu una convenienza di tutti!
Ora mettetevi nei panni dei tedeschi, un vostro amico si trova alle strette per quasivoglia motivo, quindi vi tradisce e per giunta rivolta le armi contro di voi, voi come reagireste?
Fu un periodo terribile, la nazione ebbe bisogno degli eroi e molti consapevoli e non immolarono le loro vite per altri Italiani. E' amaro quando una nazione ha bisogno di eroi.
Una persona che possiamo definire discutibile perchè aderì alla repubblica sociale disse queste frasi:
Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l'evento storico non incide che materialmente, seppure per decenni. La resa e il tradimento hanno invece incidenze morali incalcolabili che possono gravare per secoli sul prestigio di un popolo, per il disprezzo degli alleati traditi, e per l'eguale disprezzo dei vincitori con cui si cerca vilmente di accordarsi.
Non mi sembra che tali ideali e convincimenti abbiamo un'impronta fascita, appartengono al patrimonio morale di chiunque.
Junio Valerio Borghese
Be se la si legge bene non è che aveva tanti torti, con il senno del poi è convizione di tutti noi che siamo spattatori postumi che la guerra sarebbe stato meglio non farla, ma purtroppo ciò non cancellerà mai la mossa sbagliata di Mussolini. che portò in rovina a tutta l'Italia.
Sono abbastanza daccordo....mi lascia perplesso la citazione di Borghese...è un punto di vista che depurato della retorica lascia il tempo che trova...resa , tradimento ... mah. L'Italia era alla canna del gas e stava pagando duramente la follia di essere, molto opportunisticamente per altro, entrata in guerra a fianco di quello che al momento sembrava il vincitore, pur sapendo di essere impreparata. E ' pacifico che una richiesta di armistizio sarebbe suonata come un tradimento nei confronti dell'alleato tedesco.....ma l'alternativa quale poteva essere? insistere ? aspettare che le città italiane fossero incenerite come poi successe a quelle tedesche ? E' scontato che la monarchia pensasse a salvare il suo culo molliccio ma è altrettanto scontato che ormai si era perso e che quindi in qualche modo se ne dovesse uscire.
poi ce ne sarebbero da dire di cose..........ma la nanna incombe :wacko:
Una pagina vile e vergognosa!
votalele
09/09/2011, 10:17
Ho visto ieri un interessantissimo documentario sull 8 settebre a Raistoria.
Molto ben fatto con immagini d'epoca e testimonianze dei protagonisti, tra cui quasi tutto lo Stato Maggiore.
Una cosa che non sapeve è che dall' ottobre '42 all' 8 settembre furono fatti ben 14 tentativi di stipulare un armistizio con gli angloamericani.
Di questi 4 furono fatti dal governo fascista e di cui 3 col benestare di Mussolini.
Hai capito il duce???
:sick:
DocHollyday
09/09/2011, 10:25
"Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza"
Inizia così il dramma dell’esercito italiano...... quando la radio divulga, l'8 settembre 1943, il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo comunicava che l’italia ha “chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate” e che la richiesta è stata accolta.
Il dramma si trasforma nel giro di poche ore in tragedia per centinaia di migliaia di soldati abbandonati a se stessi nell’ora forse più tragica dall’inizio della guerra.
Le forze italiane presenti sulla penisola e in Sardegna sono di gran lunga prevalenti a quelle tedesche; ma mentre queste ultime sono perfettamente efficienti e fortemente dotate di mezzi corazzati, l’esercito italiano è uno strumento bellico estremamente debole, con una buona metà delle divisioni del tutto inefficienti, scarsamente dotate di mezzi corazzati e male armate.
Si tratta di un esercito assolutamente inadeguato ai tempi, su cui non si può in alcun modo fare affidamento.
L'8 settembre il nostro esercito si trovò quindi nel pieno marasma disorganizzativo, tipico del resto del nostro paese, privo di qualsiasi tipo di direttive da parte dei responsabili della macchina da guerra italiana e l’imperdonabile leggerezza con cui si affronta il prevedibile momento della resa dei conti con i tedeschi, si puo capire lo sfacelo, il crollo totale dell’esercito italiano all’indomani dell’annuncio della firma dell’armistizio.
Nella dissoluzione generale si verificarono tuttavia alcuni coraggiosi quanto inutili tentativi di opporsi all’aggressione tedesca: in Trentino-Alto Adige e in Francia le truppe alpine reagiscono all’attacco, ma sono episodi di breve durata; i focolai di resistenza sono spenti con spietata ferocia.
In Grecia, nel desolante spettacolo del disarmo dei reparti italiani da parte dei tedeschi, brilla il coraggio della divisione Acqui che a Cefalonia sceglie la lotta e la conseguente autodistruzione: 9646 morti, una vendetta inutile ma feroce.
L'8 settembre 1943 ricorda a noi tutti la classica dicotomia tipicamente italiana: l'inefficienza e la disorganizzazione tipica di un popolo e della sua classe dirigente da una parte e la sua straordinaria forza, che dimostra poco prima di precipitare irrimediabilmente nel baratro.
Tutto questo fa ben sperare circa il superamento della crisi di questi tempi da parte del nostro paese.
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/43/tuttiaacasa.jpg
Bellissimo 3d, bellissima ricostruzione.
Riguardo il finale non mi trovi d'accordo: ribadisco che ritengo l'attuale popolo Italiano una massa di zombie.
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