D74
15/11/2011, 07:20
Tramite Amnesty International.....
L’hanno ucciso come un cane, a soli 14 anni, per essersi rifiutato di manifestare contro la decisione della Lega Araba di sospendere la Siria. Domenica scorsa Mohammed Abdul Salam Al-Mlaessa, studente modello in un istituto d’eccellenza a Deir ez Zor, nell’Est del Paese, è morto davanti agli occhi increduli dei suoi compagni di classe. La sua terribile storia è stata raccontata oggi sul Corriere dalla collega Alessandra Muglia che ha avuto la notizia dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong con base a Londra che conta su una capillare rete di informatori volontari nel Paese. I ragazzini erano stati prelevati l’altra mattina in classe dai militari che volevano obbligarli a partecipare alla manifestazione. Mohammed si era fatto portavoce della loro riluttanza e aveva chiesto alle forze di sicurezza di lasciarli andare. La risposta è stata un proiettile in pieno petto. Il giovane ha cominciato a rantolare mentre veniva picchiato selvaggiamente con dei bastoni per svariati minuti. “Non essendo ancora sicuri della sua morte – denuncia l’Ong – il comandante ha ordinato ai suoi di sparargli ancora. E questo è esattamente quello che è accaduto con un secondo proiettile letale che ha attraversato il fianco del bambino Mohamed Abdul Salm Al Maleassa”.
L’esecuzione viene ripresa con i telefonini e alcuni video vengono postati su Youtube (non è possibile verificarne l’autenticità, i giornalisti occidentali sono stati banditi dal regime). Ve ne propongo uno solo, il meno cruento, perché penso che non ci sia bisogno di guardare la brutalità per condannarla.
5-QdqGQ5Auc
E’ abbastanza usuale che gli studenti siano costretti a sfilare per il regime. “Dalle elementari alle medie, i ragazzi in Siria sono in prima linea nelle manifestazioni — ha spiegato ad Alessandra Muglia Mousab Azzawi, responsabile dell’Osservatorio siriano per i diritti umani —. Nessun regime può resistere agli studenti. Per questo li temono, li uccidono, li prendono in ostaggio. E fanno sentire la loro voce al telefono mentre li torturano”.
Mohammed non è il primo né sarà l’ultimo piccolo martire della rivoluzione in Siria. Lo scorso giugno avevamo già raccontato in un post su questo blog la storia di Hamza al Khatib e degli altri 40 bambini della libertà (atfàl al hurriya, così li chiamano in arabo) uccisi da un regime che non si vergogna di torturare i minorenni in prigione come abbiamo già denunciato in questo altro post.
Ai funerali di Mohammed erano in tantissimi: almeno 45mila persone, stimano. «Per disperdere la folla gli agenti hanno usato bastoni elettrici che provocano paralisi temporanee», riferisce Azzawi al Corriere. Ne è seguito un sit-in, la polizia ha sparato e due persone sono morte. Anche ad Homs decine di persone hanno perso la vita come succede ogni giorno nelle strade di Hama, Deraa e Idleb.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha chiesto alle organizzazioni internazionali di intervenire urgentemente per proteggere i civili e di deferire alla Corte Penale Internazionale la Siria per crimini contro l’umanità.
Rifiuta di sfilare per Assad, ucciso a 14 anni | Le persone e la dignità (http://lepersoneeladignita.corriere.it/2011/11/15/rifiuta-di-sfilare-per-assad-ragazzo-ucciso/)
:cry::cry::cry:
L’hanno ucciso come un cane, a soli 14 anni, per essersi rifiutato di manifestare contro la decisione della Lega Araba di sospendere la Siria. Domenica scorsa Mohammed Abdul Salam Al-Mlaessa, studente modello in un istituto d’eccellenza a Deir ez Zor, nell’Est del Paese, è morto davanti agli occhi increduli dei suoi compagni di classe. La sua terribile storia è stata raccontata oggi sul Corriere dalla collega Alessandra Muglia che ha avuto la notizia dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong con base a Londra che conta su una capillare rete di informatori volontari nel Paese. I ragazzini erano stati prelevati l’altra mattina in classe dai militari che volevano obbligarli a partecipare alla manifestazione. Mohammed si era fatto portavoce della loro riluttanza e aveva chiesto alle forze di sicurezza di lasciarli andare. La risposta è stata un proiettile in pieno petto. Il giovane ha cominciato a rantolare mentre veniva picchiato selvaggiamente con dei bastoni per svariati minuti. “Non essendo ancora sicuri della sua morte – denuncia l’Ong – il comandante ha ordinato ai suoi di sparargli ancora. E questo è esattamente quello che è accaduto con un secondo proiettile letale che ha attraversato il fianco del bambino Mohamed Abdul Salm Al Maleassa”.
L’esecuzione viene ripresa con i telefonini e alcuni video vengono postati su Youtube (non è possibile verificarne l’autenticità, i giornalisti occidentali sono stati banditi dal regime). Ve ne propongo uno solo, il meno cruento, perché penso che non ci sia bisogno di guardare la brutalità per condannarla.
5-QdqGQ5Auc
E’ abbastanza usuale che gli studenti siano costretti a sfilare per il regime. “Dalle elementari alle medie, i ragazzi in Siria sono in prima linea nelle manifestazioni — ha spiegato ad Alessandra Muglia Mousab Azzawi, responsabile dell’Osservatorio siriano per i diritti umani —. Nessun regime può resistere agli studenti. Per questo li temono, li uccidono, li prendono in ostaggio. E fanno sentire la loro voce al telefono mentre li torturano”.
Mohammed non è il primo né sarà l’ultimo piccolo martire della rivoluzione in Siria. Lo scorso giugno avevamo già raccontato in un post su questo blog la storia di Hamza al Khatib e degli altri 40 bambini della libertà (atfàl al hurriya, così li chiamano in arabo) uccisi da un regime che non si vergogna di torturare i minorenni in prigione come abbiamo già denunciato in questo altro post.
Ai funerali di Mohammed erano in tantissimi: almeno 45mila persone, stimano. «Per disperdere la folla gli agenti hanno usato bastoni elettrici che provocano paralisi temporanee», riferisce Azzawi al Corriere. Ne è seguito un sit-in, la polizia ha sparato e due persone sono morte. Anche ad Homs decine di persone hanno perso la vita come succede ogni giorno nelle strade di Hama, Deraa e Idleb.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha chiesto alle organizzazioni internazionali di intervenire urgentemente per proteggere i civili e di deferire alla Corte Penale Internazionale la Siria per crimini contro l’umanità.
Rifiuta di sfilare per Assad, ucciso a 14 anni | Le persone e la dignità (http://lepersoneeladignita.corriere.it/2011/11/15/rifiuta-di-sfilare-per-assad-ragazzo-ucciso/)
:cry::cry::cry: