Strega Klà
19/12/2011, 10:01
L'articolo è del Tirreno....mi osno buttata via dal ridere :biggrin3:
«Venite ad arrestarmi, ho ucciso mia moglie». Il telefono dei carabinieri ha cominciato a squillare ieri mattina poco prima delle sette. All'altro capo, la voce tremolante di un uomo che non è riuscito a dare ai militari il suo indirizzo. Lo hanno trovato da soli e quando sono arrivati, per fortuna, la donna era viva. Era ancora a letto, lei, e non si è accorta di tutto quello che stava accadendo tra le mura del loro appartamento.
L'uomo, un barista quarantenne, è stato denunciato dai carabinieri per procurato allarme.
Tutto è cominciato sabato sera, al bar che il quarantenne gestisce insieme alla moglie. La donna è tornata a casa, l'uomo è rimasto nel locale con alcuni amici. Una bevuta, poi un'altra. Fino a tornare nell'appartamento e andare a letto. L'uomo probabilmente stava sognando, ieri mattina, ancora in preda ai fumi dell'alcol. E forse, proprio durante quel sogno ha visto l'immagine di sé che uccideva la moglie. È saltato giù dal letto ha preso il cellulare e ha chiamato i carabinieri. Ai militari agli ordini del capitano Marco Barone ha detto soltanto quella frase. Non è riuscito nemmeno a dare loro il suo indirizzo. I carabinieri però sono risaliti al luogo da dove era partita la telefonata e sono corsi ad Albinia. Quando sono arrivati all'appartamento hanno trovato l'uomo ancora in stato confusionale, che ha farfugliato loro qualcosa. La moglie, quella che i carabinieri in teoria avrebbero dovuto trovare morta, si è alzata dal letto ed è rimasta a bocca aperta di fronte a quelle divise. Le lancette dell'orologio non segnavano nemmeno le sette, e lei non si aspettava certo di alzarsi e trovare i carabinieri nel suo soggiorno. Per di più, ad investigare sulla sua morte.
Qualche occhiataccia a quel marito che di domenica mattina era ancora in preda ai fumi dell'alcol, la donna gliel'ha rivolta già davanti ai carabinieri. Quello che è successo dopo nell'appartamento di Albinia, lo sanno solo loro due. I militari, una volta rassicurati del fatto che la donna stesse bene e che il quarantenne non aveva fatto niente di più che andare a letto ubriaco e forse sognare di uccidere sua moglie, sono tornati in caserma dove ora formalizzeranno la denuncia nei confronti del barista per procurato allarme. Tra i due coniugi, tra l'altro, non ci sarebbero stati nemmeno dissapori e litigi. Una coppia tranquilla che non è mai stata segnata da episodi di violenza o di minacce.
Niente quindi che facesse temere che quel sogno e quel falso allarme fossero stati dettati davvero dalla volontà omicida dell'uomo. Un brutto sogno, forse. Che probabilmente sarà stato più chiaro ieri sera, dopo una bella dormita e dopo che il quarantenne di Albinia aveva smaltito i fumi dell'alcol. Quelli che gli sono costati una denuncia per procurato allarme e sicuramente una bella risciacquata da parte di sua moglie.
«Venite ad arrestarmi, ho ucciso mia moglie». Il telefono dei carabinieri ha cominciato a squillare ieri mattina poco prima delle sette. All'altro capo, la voce tremolante di un uomo che non è riuscito a dare ai militari il suo indirizzo. Lo hanno trovato da soli e quando sono arrivati, per fortuna, la donna era viva. Era ancora a letto, lei, e non si è accorta di tutto quello che stava accadendo tra le mura del loro appartamento.
L'uomo, un barista quarantenne, è stato denunciato dai carabinieri per procurato allarme.
Tutto è cominciato sabato sera, al bar che il quarantenne gestisce insieme alla moglie. La donna è tornata a casa, l'uomo è rimasto nel locale con alcuni amici. Una bevuta, poi un'altra. Fino a tornare nell'appartamento e andare a letto. L'uomo probabilmente stava sognando, ieri mattina, ancora in preda ai fumi dell'alcol. E forse, proprio durante quel sogno ha visto l'immagine di sé che uccideva la moglie. È saltato giù dal letto ha preso il cellulare e ha chiamato i carabinieri. Ai militari agli ordini del capitano Marco Barone ha detto soltanto quella frase. Non è riuscito nemmeno a dare loro il suo indirizzo. I carabinieri però sono risaliti al luogo da dove era partita la telefonata e sono corsi ad Albinia. Quando sono arrivati all'appartamento hanno trovato l'uomo ancora in stato confusionale, che ha farfugliato loro qualcosa. La moglie, quella che i carabinieri in teoria avrebbero dovuto trovare morta, si è alzata dal letto ed è rimasta a bocca aperta di fronte a quelle divise. Le lancette dell'orologio non segnavano nemmeno le sette, e lei non si aspettava certo di alzarsi e trovare i carabinieri nel suo soggiorno. Per di più, ad investigare sulla sua morte.
Qualche occhiataccia a quel marito che di domenica mattina era ancora in preda ai fumi dell'alcol, la donna gliel'ha rivolta già davanti ai carabinieri. Quello che è successo dopo nell'appartamento di Albinia, lo sanno solo loro due. I militari, una volta rassicurati del fatto che la donna stesse bene e che il quarantenne non aveva fatto niente di più che andare a letto ubriaco e forse sognare di uccidere sua moglie, sono tornati in caserma dove ora formalizzeranno la denuncia nei confronti del barista per procurato allarme. Tra i due coniugi, tra l'altro, non ci sarebbero stati nemmeno dissapori e litigi. Una coppia tranquilla che non è mai stata segnata da episodi di violenza o di minacce.
Niente quindi che facesse temere che quel sogno e quel falso allarme fossero stati dettati davvero dalla volontà omicida dell'uomo. Un brutto sogno, forse. Che probabilmente sarà stato più chiaro ieri sera, dopo una bella dormita e dopo che il quarantenne di Albinia aveva smaltito i fumi dell'alcol. Quelli che gli sono costati una denuncia per procurato allarme e sicuramente una bella risciacquata da parte di sua moglie.