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Visualizza Versione Completa : I nostri imprenditori a scuola di commercio



Segy
04/01/2012, 11:37
Guardavo i dati delle esportazioni:

Anno Esportazioni Posto Cambiamento Data delle Informazioni
2003 $259.200.000.000 8 2002 est.
2004 $278.100.000.000 8 7,29% 2003 est.
2005 $336.400.000.000 7 20,96% 2004 est.
2006 $371.900.000.000 7 10,55% 2005 est.
2007 $450.100.000.000 8 21,03% 2006 est.
2008 $502.400.000.000 6 11,62% 2007 est.
2009 $546.900.000.000 6 8,86% 2008 est.
2010 $407.200.000.000 7 -25,54% 2009 est.
2011 $458.400.000.000 7 12,57% 2010 est.

Italia Esportazioni - Economia (http://www.indexmundi.com/it/italia/esportazioni.html)

Considerato che l'Italia, la facciamo NOI e non babbo natale, che non possiamo vivere di solo turismo e non abbiamo il petrolio, esportare le nostre risorse, quali creatività, prodotti della terra ecc...ecc.. diventa necessario.

In questo momento di contrazione di consumi interni, vuoi anche per il mercato saturo e troppe imprese concentrate solo sul territorio, perchè la nostra gente non cambia il modo di pensare.
Adesso con la globalizzazione i nostri imprenditori dovrebbero cambiare l'ottocentesca visione del commercio.

Spostare l'obbiettivo dal mercato interno a quello globale, i piccoli potrebbero associarsi oppure lavorare come indotto per le grandi aziende che hanno strumenti adatti per attaccare il terreno estero.

Dobbiamo mandare i nostri imprenditori a scuola?

Vorrei conoscere il vostro parere.

(madò come sono logorroico oggi e forse un pò retorico) :dry:

Black Death
04/01/2012, 11:43
A Pavia potrebbero esportare il Riso in Cina.

;;)

roberto70
04/01/2012, 11:45
segy perchè non emigri nel forum del sole24ore???????mi sento inadeguato ai tuoi 3D!:w00t:

tbb800
04/01/2012, 11:59
Alla domanda rispondo decisamente di SI. Per ragioni di lavoro mi è capitato di vedere imprenditori in fase di "Apprendimento" e posso dire che ne hanno tratto, sempre per loro ammissione, grandi benefici.

La precondizione essenziale è che sia lo stesso imprenditore a chiederlo. Senza questa consapevolezza non c'è formazione che tenga.

Dennis
04/01/2012, 12:11
Credo Segy che le aziende italiane non hanno bisogno di lezioni, ma piuttosto di poter lavorare con più serenità nel loro territorio.
E sarebbe anche ora di smetterla coi luoghi comuni, se c'è qualcosa che non manca in Italia è la voglia di innovare, rischiare, mettersi in gioco, anche in mercati esteri.

Medoro
04/01/2012, 12:17
Guardavo i dati delle esportazioni:

Anno Esportazioni Posto Cambiamento Data delle Informazioni
2003 $259.200.000.000 8 2002 est.
2004 $278.100.000.000 8 7,29% 2003 est.
2005 $336.400.000.000 7 20,96% 2004 est.
2006 $371.900.000.000 7 10,55% 2005 est.
2007 $450.100.000.000 8 21,03% 2006 est.
2008 $502.400.000.000 6 11,62% 2007 est.
2009 $546.900.000.000 6 8,86% 2008 est.
2010 $407.200.000.000 7 -25,54% 2009 est.
2011 $458.400.000.000 7 12,57% 2010 est.

Italia Esportazioni - Economia (http://www.indexmundi.com/it/italia/esportazioni.html)

Considerato che l'Italia, la facciamo NOI e non babbo natale, che non possiamo vivere di solo turismo e non abbiamo il petrolio, esportare le nostre risorse, quali creatività, prodotti della terra ecc...ecc.. diventa necessario.

In questo momento di contrazione di consumi interni, vuoi anche per il mercato saturo e troppe imprese concentrate solo sul territorio, perchè la nostra gente non cambia il modo di pensare.
Adesso con la globalizzazione i nostri imprenditori dovrebbero cambiare l'ottocentesca visione del commercio.

Spostare l'obbiettivo dal mercato interno a quello globale, i piccoli potrebbero associarsi oppure lavorare come indotto per le grandi aziende che hanno strumenti adatti per attaccare il terreno estero.

Dobbiamo mandare i nostri imprenditori a scuola?

Vorrei conoscere il vostro parere.

(madò come sono logorroico oggi e forse un pò retorico) :dry:
ma vai a cagare di la mi hai detto che avevamo petrolio e potevamo vivere di turismo:dry::dry:


Sai quanti lavori grossi(scuole-comune-strade-depuratore ecc ecc)le imprese del mio paese si sono perse perchè non riescono a mettersi insieme e fare un consorzio d'impresa in modo da poter partecipare ad appalti grossi dove come singoli non hanno di fatto potuto partecipare,non puoi immaginarlo,e adesso che per rischio idrogeologico hanno bloccato l'edilizia in qualsiasi forma,non riescono ugualmente a mettersi insieme e presentare una controperizia in regione per dimostrare che la loro perizia è sbagliata.
Molti dicono:me ne frega un cazzo tanto lavoro fuori.

Segy
04/01/2012, 12:39
@ROBBE' mi stai cacciando? comunque son pure io inadeguato ai miei 3d... me ne rendo honto solo dopo averli aperti :D

@TTB hai ragione, debbono essere stimolati e quando lo fai, avvolte viene preso come un attacco personale. IO: bravo hai avviato una buona attività tuttavia perchè precludere la possibilità di far meglio, lui: ma fatti i hazzi tuoi, Io: MABBAFFANCULO VA :D

@WAR potresti trasferire questo tuo pensieri anche a tutte le persone che sono a fine contratto, motivandole, io ho sempre sostenuto che, in monti hanno un talento aggiunto ad una grandissima passione, questo potrebbe essere messa a frutto e non voglio pensare che non trovano sostegno (si avvolte, ma non sempre), ci sono organizzazioni che raccolgono le idee e quelle buone vengono finanziate (mi pare).

@medoro, cazzo non mi hapisci mai, ho detto che in italia abbiamo due petroli scritto in corsivo, intendevo dire il turismo e il nostro made in italy, ti debbo parare in sardo???????? :D
come scritto per TTB, difficile far capire ad alcuni imprenditori la necessità di cambiare modo di vedere le cose, questo è vero.

tbb800
04/01/2012, 12:41
Credo Segy che le aziende italiane non hanno bisogno di lezioni, ma piuttosto di poter lavorare con più serenità nel loro territorio.
E sarebbe anche ora di smetterla coi luoghi comuni, se c'è qualcosa che non manca in Italia è la voglia di innovare, rischiare, mettersi in gioco, anche in mercati esteri.

Che l'Italia eccella per manifattura e qualità non ho dubbi, però credo che il discorso vada visto anche da una angolazione un pò diversa.

Io penso che quando si parla di di impresa non ci si riferisce soltanto ai grandi o medi, cioè quelli che hanno risorse interne. Ma ai tanti piccoli e piccolissimi -anche micro imprese - che contribuiscono a creare i dati che Segy ha evidenziato - ma che hanno bisogno anche di "imparare". Ripeto senza nulla togliere alla capacità italiana di fare impresa.

Apprendere in certi casi non è cosa che sminuisce la propria capacità, ma nel caso concreto di chi fà impresa di migliorare e quindi crescere.

QUanto alla serenità nel proprio lavoro concordo con te che è necessaria

Medoro
04/01/2012, 12:42
@ROBBE' mi stai cacciando? comunque son pure io inadeguato ai miei 3d... me ne rendo honto solo dopo averli aperti :D

@TTB hai ragione, debbono essere stimolati e quando lo fai, avvolte viene preso come un attacco personale. IO: bravo hai avviato una buona attività tuttavia perchè precludere la possibilità di far meglio, lui: ma fatti i hazzi tuoi, Io: MABBAFFANCULO VA :D

@WAR potresti trasferire questo tuo pensieri anche a tutte le persone che sono a fine contratto, motivandole, io ho sempre sostenuto che, in monti hanno un talento aggiunto ad una grandissima passione, questo potrebbe essere messa a frutto e non voglio pensare che non trovano sostegno (si avvolte, ma non sempre), ci sono organizzazioni che raccolgono le idee e quelle buone vengono finanziate (mi pare).

@medoro, cazzo non mi hapisci mai, ho detto che in italia abbiamo due petroli scritto in corsivo, intendevo dire il turismo e il nostro made in italy, ti debbo parare in sardo???????? :D
come scritto per TTB, difficile far capire ad alcuni imprenditori la necessità di cambiare modo di vedere le cose, questo è vero.NON C'ERO ARRIVATO
FANCULO:biggrin3:

Tant'è vero che ti ho risposto sul petrolio italiano:laugh2::laugh2::laugh2::laugh2::laugh2: che mongolo

Segy
04/01/2012, 12:44
NON C'ERO ARRIVATO
FANCULO:biggrin3:

Tant'è vero che ti ho risposto sul petrolio italiano:laugh2::laugh2::laugh2::laugh2::laugh2: che mongolo

me ne sono accorto.......................... :D

@TTB, dovrebbero anche essere le stesse associazioni di categoria a stimolare gli imprenditori, magari fossilizzati nel mercato interno, non hanno la benchè minima idea (forse) delle nuove opportunità dove poter sviluppare il loro talento imprenditoriale, concordi?

Dennis
04/01/2012, 13:33
Che l'Italia eccella per manifattura e qualità non ho dubbi, però credo che il discorso vada visto anche da una angolazione un pò diversa.

Io penso che quando si parla di di impresa non ci si riferisce soltanto ai grandi o medi, cioè quelli che hanno risorse interne. Ma ai tanti piccoli e piccolissimi -anche micro imprese - che contribuiscono a creare i dati che Segy ha evidenziato - ma che hanno bisogno anche di "imparare". Ripeto senza nulla togliere alla capacità italiana di fare impresa.

Apprendere in certi casi non è cosa che sminuisce la propria capacità, ma nel caso concreto di chi fà impresa di migliorare e quindi crescere.

QUanto alla serenità nel proprio lavoro concordo con te che è necessaria

Infatti io mi riferisco nello specifico alle piccole aziende italiane.
Nel mio territorio ho moltissimi esempi di realtà nei settori meccanico, alimentare o dell'abbigliamento che, pur essendo sconosciute ai più in quanto operanti in settori specialistici oppure al di fuori della cronaca quotidiana, sono delle vere e proprie eccellenze nel loro settore, tanto da ricevere commesse ed ordini da tutto il mondo.
Aziende piccole, sane, dove le persone, il lavoro ed il prodotto, in una parola la qualità, sono al centro dei pensieri di chi ogni mattina varca la soglia del capannone.
Queste realtà sono nate e vivono non grazie al mercato azionario, alle fusioni di società, agli investimenti pubblici, ma per mano di persone che hanno saputo mettersi in gioco e credere nel lavoro di tutti. Oggi sono le aziende che pur lavorando di più in Italia e nel mondo, fanno maggior fatica a sopravvivere al periodo di crisi economica, in quanto non possono attingere ai magheggi dell'alta finanza, agli accordi ed ai compromessi che invece sono strumenti propri delle grandi realtà industriali. Ma stringono i denti e tirano avanti nonostante tutto, perché chi nella propria azienda ci mette soldi, faccia, cuore, chi conosce ogni suo dipendente per nome, chi si è dato da fare per sbarcare da Sforzacosta di Macerata, Falconara, Montegranaro, Jesi, Sambucheto, raggiungendo nel tempo i mercati europei, americani o mediorientali, di certo non è un vigliacco, uno sprovveduto oppure un ignorante.

Sono i grandi finanzieri, amministratori, economisti, quelli che hanno mandato a puttane grandi aziende italiane, pubbliche e private, a non capire veramente un cazzo di cosa significhi essere un imprenditore.

tbb800
04/01/2012, 13:59
Infatti io mi riferisco nello specifico alle piccole aziende italiane.
Nel mio territorio ho moltissimi esempi di realtà nei settori meccanico, alimentare o dell'abbigliamento che, pur essendo sconosciute ai più in quanto operanti in settori specialistici oppure al di fuori della cronaca quotidiana, sono delle vere e proprie eccellenze nel loro settore, tanto da ricevere commesse ed ordini da tutto il mondo.
Aziende piccole, sane, dove le persone, il lavoro ed il prodotto, in una parola la qualità, sono al centro dei pensieri di chi ogni mattina varca la soglia del capannone.
Queste realtà sono nate e vivono non grazie al mercato azionario, alle fusioni di società, agli investimenti pubblici, ma per mano di persone che hanno saputo mettersi in gioco e credere nel lavoro di tutti. Oggi sono le aziende che pur lavorando di più in Italia e nel mondo, fanno maggior fatica a sopravvivere al periodo di crisi economica, in quanto non possono attingere ai magheggi dell'alta finanza, agli accordi ed ai compromessi che invece sono strumenti propri delle grandi realtà industriali. Ma stringono i denti e tirano avanti nonostante tutto, perché chi nella propria azienda ci mette soldi, faccia, cuore, chi conosce ogni suo dipendente per nome, chi si è dato da fare per sbarcare da Sforzacosta di Macerata, Falconara, Montegranaro, Jesi, Sambucheto, raggiungendo nel tempo i mercati europei, americani o mediorientali, di certo non è un vigliacco, uno sprovveduto oppure un ignorante.

Sono i grandi finanzieri, amministratori, economisti, quelli che hanno mandato a puttane grandi aziende italiane, pubbliche e private, a non capire veramente un cazzo di cosa significhi essere un imprenditore.

Anch'io penso a queste realtà, le vere realtà produttive e non alle scatole fatte di carta e finanza. Ma proprio loro - prescindendo dagli esempi che tu fai e che sono da lodare - hanno bisogno di migliorare.
Tu porti esempi di aziende che ci hanno saputo fare, ma ce ne sono di altre che seppur efficienti e produttive hanno punti di debolezza da correggere.
Quando io dico che un imprenditore potrebbe migliorare "imparando" lo dico pensando ai "limiti" che possono avere; limiti che non significa che sono degli incapaci, ma limiti di strutture, di opportunità, magari sol perché sanno produrre perché così hanno sempre fatto, ma se "apprendessero" diventerebbero ancora più forti.

Leo67
04/01/2012, 14:05
l'è maiala gente......:wink_:

Dennis
04/01/2012, 14:14
Anch'io penso a queste realtà, le vere realtà produttive e non alle scatole fatte di carta e finanza. Ma proprio loro - prescindendo dagli esempi che tu fai e che sono da lodare - hanno bisogno di migliorare.
Tu porti esempi di aziende che ci hanno saputo fare, ma ce ne sono di altre che seppur efficienti e produttive hanno punti di debolezza da correggere.
Quando io dico che un imprenditore potrebbe migliorare "imparando" lo dico pensando ai "limiti" che possono avere; limiti che non significa che sono degli incapaci, ma limiti di strutture, di opportunità, magari sol perché sanno produrre perché così hanno sempre fatto, ma se "apprendessero" diventerebbero ancora più forti.

Certo che l'eccellenza, posto uno o più parametri per definirla, non tutti possono raggiungerla.
Capisco e conosco anche il tuo punto di vista, perché di ignoranza tecnica ed economica nel mondo delle piccole aziende (ma non solo) ce n'è. Però c'è chi magari si è comunque creato il suo spazio vitale, piccolo o grande che sia, e preferisce mantenerlo stabile ed attivo, piuttosto che dedicarsi all'innovazione ed alla ricerca.
I motivi possono essere vari, dal più doloroso e meschino (non ho risorse disponibili e non riesco a programmare oltre il medio termine), al più semplice del mondo (ho lavorato così per 30 anni, i miei clienti sono stati sempre soddisfatti e mantengo sereno il mio consolidato spazio vitale).

In ogni caso, chi è bravo tira avanti, chi non lo è, no. Ma sarebbe bene, piuttosto che pensar di "insegnare qualcosa a qualcuno", dedicarsi PRIMA a mettere queste aziende nella condizione di lavorare serenamente, così che i migliori migliorino ulteriormente e chi è indietro possa aver opportunità di crescere.
Dallo Stato e dagli amministratori ci si aspetta questo, finirla con questo taglieggiamento ai più deboli, perché se l'economia reale fatica a ripartire il motivo principale non c'è da ricercarlo altrove.
Create le condizioni minime favorevoli, si potrà parlar di migliorarsi e crescere.
Vai tu ora in una piccola azienda locale a dire "c'è molto da insegnarvi per correggere i vostri tanti punti deboli"..... il minimo che potrà capitarti è una risposta del tipo "sì bravo, vorrei veder te tirare avanti la baracca".

Questa insomma è la mia risposta a Segy, se attualmente le aziende italiane vedono il loro fatturato stabile nella migliore delle ipotesi, non è certo per loro colpe. L'economia vera funziona se la Repubblica fondata sul Lavoro permette alle persone di lavorare.

ABCDEF
04/01/2012, 14:29
Certo che l'eccellenza, posto uno o più parametri per definirla, non tutti possono raggiungerla.
Capisco e conosco anche il tuo punto di vista, perché di ignoranza tecnica ed economica nel mondo delle piccole aziende (ma non solo) ce n'è. Però c'è chi magari si è comunque creato il suo spazio vitale, piccolo o grande che sia, e preferisce mantenerlo stabile ed attivo, piuttosto che dedicarsi all'innovazione ed alla ricerca.
I motivi possono essere vari, dal più doloroso e meschino (non ho risorse disponibili e non riesco a programmare oltre il medio termine), al più semplice del mondo (ho lavorato così per 30 anni, i miei clienti sono stati sempre soddisfatti e mantengo sereno il mio consolidato spazio vitale).

In ogni caso, chi è bravo tira avanti, chi non lo è, no. Ma sarebbe bene, piuttosto che pensar di "insegnare qualcosa a qualcuno", dedicarsi PRIMA a mettere queste aziende nella condizione di lavorare serenamente, così che i migliori migliorino ulteriormente e chi è indietro possa aver opportunità di crescere.
Dallo Stato e dagli amministratori ci si aspetta questo, finirla con questo taglieggiamento ai più deboli, perché se l'economia reale fatica a ripartire il motivo principale non c'è da ricercarlo altrove.
Create le condizioni minime favorevoli, si potrà parlar di migliorarsi e crescere.
Vai tu ora in una piccola azienda locale a dire "c'è molto da insegnarvi per correggere i vostri tanti punti deboli"..... il minimo che potrà capitarti è una risposta del tipo "sì bravo, vorrei veder te tirare avanti la baracca".

Questa insomma è la mia risposta a Segy, se attualmente le aziende italiane vedono il loro fatturato stabile nella migliore delle ipotesi, non è certo per loro colpe. L'economia vera funziona se la Repubblica fondata sul Lavoro permette alle persone di lavorare.

scusa, ingigne', ma un approccio non esclude l'altro.

tbb800
04/01/2012, 14:31
Certo che l'eccellenza, posto uno o più parametri per definirla, non tutti possono raggiungerla.
Capisco e conosco anche il tuo punto di vista, perché di ignoranza tecnica ed economica nel mondo delle piccole aziende (ma non solo) ce n'è. Però c'è chi magari si è comunque creato il suo spazio vitale, piccolo o grande che sia, e preferisce mantenerlo stabile ed attivo, piuttosto che dedicarsi all'innovazione ed alla ricerca.
I motivi possono essere vari, dal più doloroso e meschino (non ho risorse disponibili e non riesco a programmare oltre il medio termine), al più semplice del mondo (ho lavorato così per 30 anni, i miei clienti sono stati sempre soddisfatti e mantengo sereno il mio consolidato spazio vitale).

In ogni caso, chi è bravo tira avanti, chi non lo è, no. Ma sarebbe bene, piuttosto che pensar di "insegnare qualcosa a qualcuno", dedicarsi PRIMA a mettere queste aziende nella condizione di lavorare serenamente, così che i migliori migliorino ulteriormente e chi è indietro possa aver opportunità di crescere.
Dallo Stato e dagli amministratori ci si aspetta questo, finirla con questo taglieggiamento ai più deboli, perché se l'economia reale fatica a ripartire il motivo principale non c'è da ricercarlo altrove.
Create le condizioni minime favorevoli, si potrà parlar di migliorarsi e crescere.
Vai tu ora in una piccola azienda locale a dire "c'è molto da insegnarvi per correggere i vostri tanti punti deboli"..... il minimo che potrà capitarti è una risposta del tipo "sì bravo, vorrei veder te tirare avanti la baracca".

Questa insomma è la mia risposta a Segy, se attualmente le aziende italiane vedono il loro fatturato stabile nella migliore delle ipotesi, non è certo per loro colpe. L'economia vera funziona se la Repubblica fondata sul Lavoro permette alle persone di lavorare.

Non posso che darti ragione. Il mio pensiero, che poteva apparire teorico e astratto, non voleva escludere quello che tu dici, ma voleva solo sottolineare l'importanza che deve dare un imprenditore al "conoscere". E per fortuna ce ne sono


me ne sono accorto.......................... :D

@TTB, dovrebbero anche essere le stesse associazioni di categoria a stimolare gli imprenditori, magari fossilizzati nel mercato interno, non hanno la benchè minima idea (forse) delle nuove opportunità dove poter sviluppare il loro talento imprenditoriale, concordi?

Scusa ma solo ora leggo:

in linea teorica direi di si, ma non sono così certo che le associazioni di categoria a volte siano in grado di rappresentare al meglio i propri associati. Certo chi meglio di loro potrebbe e dovrebbe, ma ho come la sensazione che i rappresentanti non abbiamo una visione "colta" della faccenda. O forse preferiscono inseguire i propri associati nelle necessità di base e non pensare ad altro.

Mi spiego con un esempio:
conosco un albergatore di una Modica che combatte contro i suoi rappresentanti perché costoro tutelano gli interessi dei grandi numeri (strutture mediocri, improvvisate, maldestre, e in certi casi ai limiti della legge) che gli assicurano le quote associative, mentre lui che ha tutte le carte in regola (leggi paga tutti i balzelli che gli richiedono) se la prende in quel posto con una concorrenza sleale. Questo è un cattivo esempio di Rappresentanza.

Segy
04/01/2012, 14:55
Scusa ma solo ora leggo:

in linea teorica direi di si, ma non sono così certo che le associazioni di categoria a volte siano in grado di rappresentare al meglio i propri associati. Certo chi meglio di loro potrebbe e dovrebbe, ma ho come la sensazione che i rappresentanti non abbiamo una visione "colta" della faccenda. O forse preferiscono inseguire i propri associati nelle necessità di base e non pensare ad altro.

Mi spiego con un esempio:
conosco un albergatore di una Modica che combatte contro i suoi rappresentanti perché costoro tutelano gli interessi dei grandi numeri (strutture mediocri, improvvisate, maldestre, e in certi casi ai limiti della legge) che gli assicurano le quote associative, mentre lui che ha tutte le carte in regola (leggi paga tutti i balzelli che gli richiedono) se la prende in quel posto con una concorrenza sleale. Questo è un cattivo esempio di Rappresentanza.

si capisco, anche i loro rappresentanti non fan bene il loro dovere.
tuttavia in linea teorica, dovrebbero essere proprio loro ad incentivare l'imprenditore a nuovi mercati. magari aiutando anche i piccoli a tramutarsi come indotto verso imprese più grosse.
è un lavoro non facile, ne son consapevole, ma chi... se non un soggetto terzo, dovrebbe aiutare l'imprenditore a "cercare" nuove strade (se quest'ultimo dorme).

è proprio tutta la struttura fossilizzata, già.

Dennis
04/01/2012, 15:02
scusa, ingigne', ma un approccio non esclude l'altro.

Da ingigné mi piace valutare il problema, al fine di stabilire le mosse adeguate per raggiungere una soluzione ritenuta ottima con il minor dispendio di risorse.

:cipenso:

Nella pochezza della mia umile e sommaria analisi, sono giunto alla conclusione che sarebbe opportuno concentrarsi unicamente nel soddisfare l'appello che a gran voce più si leva oggigiorno dal popolo: "fatece fadigà".

Lei non è d'accordo?
- se sì, perché:
- se no, perché
- non sa/non risponde, ma al prossimo scontro diretto i rossoneri ci fanno il culo :w00t:

ABCDEF
04/01/2012, 15:07
Da ingigné mi piace valutare il problema, al fine di stabilire le mosse adeguate per raggiungere una soluzione ritenuta ottima con il minor dispendio di risorse.

:cipenso:

Nella pochezza della mia umile e sommaria analisi, sono giunto alla conclusione che sarebbe opportuno concentrarsi unicamente nel soddisfare l'appello che a gran voce più si leva oggigiorno dal popolo: "fatece fadigà".

Lei non è d'accordo?
- se sì, perché:
- se no, perché
- non sa/non risponde, ma al prossimo scontro diretto i rossoneri ci fanno il culo :w00t:

non sono d'accordo

le motivazioni sono molte e da articolarsi di fronte a congrua libagione, ovviamente offerta dal beneficiario di cotanta scienza:biggrin3:

quoto le chiappe rossonere:cry:

Dennis
04/01/2012, 15:12
non sono d'accordo

le motivazioni sono molte e da articolarsi di fronte a congrua libagione, ovviamente offerta dal beneficiario di cotanta scienza:biggrin3:

quoto le chiappe rossonere:cry:

Sì amen, prima di rivederti disponibile per una cena od un pranzo fan tempo tutte le aziende italiane a fallire... :sick::laugh2:

Segy
04/01/2012, 15:16
smettete di far i hazzi vostri altrimenti vi segnalo :oook:

kitesvara74
04/01/2012, 15:22
Molti tra gli imprenditori nostrani hanno scelte scuole estere.. delocalizzazione, in primis citerei il gruppo Prada che in Italia praticamente produrrà ormai neanche il 20% del totale, a fronte dei consistenti risparmi sulla produzione avete notato cali dei costi dei loro prodotti? Quindi dedurre che lo abbiano fatto per motivi di concorrenza sarebbe da escludere , giusto? Aggiungo che hanno scelto di quotarsi alla borsa di Hong Kong..
Prenditori o imprenditori?