giampippi
16/04/2007, 22:17
http://img358.imageshack.us/img358/9127/77903836jj7.jpg (http://imageshack.us)
"Marzo 2002: un devastante incendio distrusse l’80% della fabbrica di Hinckley. Un mese dopo, terminate le indagini, cominciò la ricostruzione. Oggi ci sono due nuovi stabilimenti produttivi più un terzo in costruzione destinato alle parti speciali e all’abbigliamento.
Non solo i fabbricati, anche i macchinari più importanti andarono distrutti. Un danno dell'ammontare di 100 milioni di euro e uno stop produttivo quantificabile in 20.000 moto non prodotte. Un vero disastro!
E’ Ross Clifford, responsabile vendite e marketing per i mercati esteri, a farci da cicerone durante la visita.
Cominciamo dalla Factory 2, un enorme fabbricato, ancora in allestimento, a 5 minuti di strada dalla sede centrale di Jacknell Road. Troviamo le catene di montaggio dei motori che erano state fortunatamente trasferite prima dell’incendio.
Qui vengono prodotte cinque famiglie di motori:
3 cilindri 885 cc a carburatori e 955 cc a iniezione,
4 cilindri 1.280 cc a carburatori e 599 cc ad iniezione e
2 cilindri 790 cc a carburatori. In questo stabilimento comincerà presto la produzione del tre cilindri di 2.200 cc che equipaggerà la Twenty Two.
Ovunque regna l’ordine e la pulizia, con tutti i componenti catalogati e disposti per le lavorazioni ed il montaggio. In questo stabilimento avviene anche la cromatura dei particolari esterni del motore. L’ala in fase di ultimazione sarà adibita a magazzino.
Torniamo alla sede centale, la Factory 1. La fabbrica è subito dietro le aree destinate agli uffici.
La catena di montaggio delle moto ha ripreso l’attività a settembre ed in questi giorni comincerà a lavorare a pieno regime. E’ stata progettata con l’obiettivo della massima flessibilità e lo dimostra proprio durante la nostra visita: non operando ancora al massimo della capacità, “sforna” tutti i modelli della gamma Triumph: dalla Bonneville alla Daytona. Il motivo? I concessionari hanno un disperato bisogno di moto!
Quello che più ci ha colpito è che Triumph, a differenza di molti costruttori europei che si “limitano” ad assemblare i componenti provenienti da fornitori esterni, produce quasi tutto “in casa”: telai, verniciatura, cromatura, addirittura le plastiche vengono realizzate internamente. I filetti delle moto dotate di questo tipo di finitura per i serbatoi, vengono fatti a mano e gli pneumatici, anziché arrivare da fuori già montati sui cerchi, vengono installati ed equilibrati in fabbrica… Il motivo è lo stesso Ross Clifford a spiegarcelo: “Puntiamo alla massima qualità e solo acquistando il meglio e lavorandolo internamente possiamo avere i risultati che vogliamo”.
Da parte dei dirigenti Triumph, un affettuoso ricordo va a Carlo Talamo: “una persona fuori dall’ordinario, un creativo, un vero appassionato, un amico. Siamo senza parole. Avevamo con lui una stretta collaborazione per la realizzazione di alcuni progetti e cercheremo di portarli avanti. Per noi è stato un grande personaggio”. Così grande che le sue recenti idee saranno con ogni probabilità realizzate: Tiger Sport, oltre a Sprint RS-S e Speed Triple con codoni differenti, in particolare quest’ultima con il gruppo sella/codino tipo Buell."
Tratto da motociclismo.it dicembre 2002
"Marzo 2002: un devastante incendio distrusse l’80% della fabbrica di Hinckley. Un mese dopo, terminate le indagini, cominciò la ricostruzione. Oggi ci sono due nuovi stabilimenti produttivi più un terzo in costruzione destinato alle parti speciali e all’abbigliamento.
Non solo i fabbricati, anche i macchinari più importanti andarono distrutti. Un danno dell'ammontare di 100 milioni di euro e uno stop produttivo quantificabile in 20.000 moto non prodotte. Un vero disastro!
E’ Ross Clifford, responsabile vendite e marketing per i mercati esteri, a farci da cicerone durante la visita.
Cominciamo dalla Factory 2, un enorme fabbricato, ancora in allestimento, a 5 minuti di strada dalla sede centrale di Jacknell Road. Troviamo le catene di montaggio dei motori che erano state fortunatamente trasferite prima dell’incendio.
Qui vengono prodotte cinque famiglie di motori:
3 cilindri 885 cc a carburatori e 955 cc a iniezione,
4 cilindri 1.280 cc a carburatori e 599 cc ad iniezione e
2 cilindri 790 cc a carburatori. In questo stabilimento comincerà presto la produzione del tre cilindri di 2.200 cc che equipaggerà la Twenty Two.
Ovunque regna l’ordine e la pulizia, con tutti i componenti catalogati e disposti per le lavorazioni ed il montaggio. In questo stabilimento avviene anche la cromatura dei particolari esterni del motore. L’ala in fase di ultimazione sarà adibita a magazzino.
Torniamo alla sede centale, la Factory 1. La fabbrica è subito dietro le aree destinate agli uffici.
La catena di montaggio delle moto ha ripreso l’attività a settembre ed in questi giorni comincerà a lavorare a pieno regime. E’ stata progettata con l’obiettivo della massima flessibilità e lo dimostra proprio durante la nostra visita: non operando ancora al massimo della capacità, “sforna” tutti i modelli della gamma Triumph: dalla Bonneville alla Daytona. Il motivo? I concessionari hanno un disperato bisogno di moto!
Quello che più ci ha colpito è che Triumph, a differenza di molti costruttori europei che si “limitano” ad assemblare i componenti provenienti da fornitori esterni, produce quasi tutto “in casa”: telai, verniciatura, cromatura, addirittura le plastiche vengono realizzate internamente. I filetti delle moto dotate di questo tipo di finitura per i serbatoi, vengono fatti a mano e gli pneumatici, anziché arrivare da fuori già montati sui cerchi, vengono installati ed equilibrati in fabbrica… Il motivo è lo stesso Ross Clifford a spiegarcelo: “Puntiamo alla massima qualità e solo acquistando il meglio e lavorandolo internamente possiamo avere i risultati che vogliamo”.
Da parte dei dirigenti Triumph, un affettuoso ricordo va a Carlo Talamo: “una persona fuori dall’ordinario, un creativo, un vero appassionato, un amico. Siamo senza parole. Avevamo con lui una stretta collaborazione per la realizzazione di alcuni progetti e cercheremo di portarli avanti. Per noi è stato un grande personaggio”. Così grande che le sue recenti idee saranno con ogni probabilità realizzate: Tiger Sport, oltre a Sprint RS-S e Speed Triple con codoni differenti, in particolare quest’ultima con il gruppo sella/codino tipo Buell."
Tratto da motociclismo.it dicembre 2002