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Visualizza Versione Completa : Tunisia 2014: istruzioni per l'uso.



pao69
06/04/2014, 19:33
Quello che segue è il report del mio viaggio in Tunisia fatto con la mia compagna a marzo dell'anno scorso. Ho modificato profondamente, il post che avevo messo al mio ritorno, visto ora troppo stringato e "basic".
Se avrete voglia di leggerlo alla fine sarete premiati con qualche foto!!

Prologo
Ad un viaggio in Africa pensavo da anni. Deserto, luoghi sconosciuti, avventura.... come tutti leggevo con interesse e un po' di invidia i racconti di chi c'era stato. Ad un certo punto mi sono deciso e mi sono detto che dovevo darmi una smossa se davvero volevo farlo.
Non ho mai voluto prendere in considerazione tour organizzati, per me doveva essere un viaggio assolutamente personale cucito sulle mie esigenze, sono stato sempre allergico a tutto ciò che mi sa di "turistico" nel senso deteriore del termine.
Ho cercato di coinvolgere gli amici con cui ero solito girare ma senza successo, ognuno aveva i suoi motivi per tirarsi indietro ( i figli, il tempo, ecc).
Gli avvenimenti di questi ultimi anni, primavera araba, non mi aiutavano, in un paio di occasioni ho rinunciato al progetto per sopraggiunte notizie di tumulti di piazza e disordini.
Finalmente a primavera scorsa sembrano esserci la carte in regola per poter dare seguito al progetto. Chi siamo?! Io e la mia compagna ( non a caso qui non chiamata "zavorrina"), che con spirito di adattamento e un pizzico di incoscienza si presta di buon grado a seguirmi in questa avventura.
Pur andando in moto da una vita, io di meccanica non capisco nulla, decido quantomeno di partire con la moto in ordine e quindi vai di tagliando extra, comprensivo di cambio di camere d'aria. Metto quelle rinforzate. Le gomme no, tengo quelle che avevo su, Anakee 3, cambiate da poco. Per una settimana di Tunisia mi sembrava una spesa irragionevole e poi sapevo che non avrei fatto nulla più di una pista battuta o uno sterrato. In due, carichi come muli, con nessuna o quasi esperienza di guida sulla sabbia...ma dove volevo andare!?!?....
Porto poi due bombolette di fast. Nessuna chiave. Un po' di olio per la catena. Preparo i bagagli con le solite cose, oltre all’ abbigliamento tecnico completo: cambi, documenti, una guida guida aggiornata, soldi,ecc.
Studio un itinerario di massima, prendendo spunto dai precedenti viaggi di altri motociclisti trovati sul web.

1 giorno. Partenza.
Ci imbarchiamo da Genova su traghetto GNV. Pratiche doganali italiane senza problemi, solo un po' di coda perché si fa la fila assieme agli extracomunitari, e sì che teoricamente i cittadini UE dovrebbero avere uno sportello per loro. Mi aspettavo comunque molta più gente e soprattutto più motociclisti. La nave è semi deserta, più della metà dei passeggeri sono nordafricani, gli italiani sono pochi, nessun motociclista, solo 4x4. C'è solo un motociclista inglese su una vecchia monocilindrica 4 tempi con bagaglio all'osso. Un tipo simpatico. Lui è un grande, scoprirò che si è già fatto numerosi viaggi nel mondo, Marocco, Algeria, Libia, Sudafrica, Australia, USA,....chapeu!!
Il viaggio in nave è già emblematico: i Tunisini sono a gruppi, parlano, fumano come dei...turchi, discutono, sono in ciabatte e hanno già l'aria di chi si sente un po' a casa propria.
Mentre io e la mia compagna giochiamo a carte, ne conosciamo uno, un camionista che fa la spola tra l'Italia e il suo paese. È simpatico, chiacchieriamo molto e si dimostra molto ospitale dandoci i suoi recapiti e dicendoci, se vogliamo, di passare da lui nel nostro itinerario.

2 giorno. Arrivo a Tunisi.
La notte è passata tranquilla, mare piatto. Arriviamo in orario al porto di Tunisi, "la Goulette". Scendiamo sotto una pioggia battente. Welcome!! Le pratiche doganali sono un programma. Mentre siamo fermi in fila, ci viene incontro un tizio sordomuto, che a modo suo ci fornisce delle indicazioni sulle procedure burocratiche. Si compilano foglietti, si danno foglietti. Si entra ed esce dagli uffici, dove i poliziotti di frontiera prendono il passaporto e lo guardano per 20/30 secondi senza dire nulla e poi te lo riconsegnano. Boh. Parto mi fermano subito, mi dicono qualcos'altro , manca qualcosa. Il sordomuto mi chiede dei soldi. Gli do un euro. Non è contento. In totale mi fermano 5 volte nel giro di 100 metri. L'ultima volta mi fermano a pochi metri dal varco di uscita, sotto una pioggia torrenziale.....forse è il prezzo che ho pagato per non essere stato "generoso". Finalmente via, cominciavo a sentirmi come in quei film dove il protagonista ha qualche intoppo alle dogane di paesi del 3 mondo.....
Mi dirigo verso il centro di Tunisi, dove avevamo già prenotato la prima notte di albergo dall'Italia per sicurezza. Abbiamo fatto bene perché piove a dirotto ed è quasi sera. Il traffico è notevole ma abbastanza scorrevole, fortunatamente troviamo abbastanza facilmente l'albergo e li mettiamo la moto al sicuro in garage. Usciamo per cenare, ma riprende a piovere con ancor più forza e noi siamo senza ombrello, abbiamo segnati un paio di nomi di posti consigliati dalla guida nelle vicinanze, ma purtroppo sono chiusi.
In giro ci sono soprattutto uomini, pur essendo in centro vicino alla Medina, ci sono sono case diroccate e vie mal illuminate. Entriamo in una locanda dall'aria non troppo pulita e mangiamo pietanze locali a base di verdure e carne. Per fortuna senza nessuna conseguenza!!

3 giorno Tunisi-Mahdia
Dopo una colazione, si parte alla volta di Mahdia, una città sulla costa andando verso sud. Vogliamo arrivare prima possibile nella Tunisia "vera", quella dell'interno, del deserto e dei posti meno battuti, quindi per arrivarci facciamo l’autostrada, solo che lungo di essa nella corsia di emergenza c'è di tutto: pastori con le pecore, ragazzini che vendono qualcosa, forse frutta, agitando sacchetti per richiamare l'attenzione, addirittura qualche mezzo contromano......
Non incontriamo nessuno moto, ogni tanto qualche tunisino ci saluta e ci fa segno di incoraggiamento col pollice alzato, la maggior parte ci ignora. Arriviamo a Mahdia l'albergo è molto bello, quasi lussuoso. C'è una lunga passeggiata da fare sul mare per arrivare alla città vecchia, che è molto carina e pittoresca. In particolare mi colpisce che intorno ad una costruzione centrale, una specie di fortezza, c’è una stradina che passa in mezzo a centinaia e centinaia di tombe bianche, ognuna delle quali è fatta in modo tale da avere un incavo in cui si deposita dell'acqua quando piove.

4 giorno Mahdia-El Jem-Matmata
Si parte alla volta di Matmata, il paese delle case troglodite. Prima però si va a visitare ad El Jem un importante anfiteatro romano perfettamente conservato. Qui abbiamo la sensazione di avvicinarci alla vera Tunisia per i colori, il paesaggio e le genti. Ci sono strade con molti negozi, traboccanti di robe, gente seduta o che cammina apparentemente senza meta. Spesso lungo la strada si vedono chioschi con appesi i resti di povere pecore, noi occidentali siamo poco abituati a queste scene. Man mano che procediamo verso sud e l’interno il paesaggio cambia e diventa più intenso e suggestivo. A Matmata tutto intorno è ormai deserto e montagne di roccia.
Troviamo da dormire in una albergo, anche questo prenotato via internet, che però è ben diverso da come ci appariva sulle foto. Le lenzuola e asciugamani non sono particolarmente puliti, siamo gli unici ospiti della struttura, la piscina è colma di acqua verdastra,inoltre comincia a fare freddo vendendo la sera e le coperte.....
La mattina facciamo colazione con uova sode e dei dolcetti secchi col miele e thè. La mia fidanzata mi fa notare che la teiera non ha delle caratteristiche decorazioni, ma dei segni dovuti a stratificazioni di polvere e chissà cos’altro.....poco male ci si fa gli anticorpi!!

5 giorno Matmata-Douz-Ksar Ghilane
Prima di partire visitiamo con l’immancabile guida del posto le case troglodite. Sono affascinanti, costruite sottoterra, sono solo in minima parte ancora abitate, soprattutto sono un punto di attrazione i turisti.
Si parte finalmente alla volta di Douz, la mitica "porta" del deserto. Sono circa 100 km di nastro di asfalto in mezzo ad un paesaggio nella prima parte montuoso poi piatto e desertico. Non c'è praticamente niente tra questi due punti, a memoria non ricordo nemmeno un distributore. Ho comunque il pieno e quindi un'autonomia ben superiore. Incontriamo pochissime macchine, nessuna moto. Verso la metà del tragitto comincia a soffiare sempre più forte un vento carico di sabbia molto fine, la stessa sabbia che metterà quasi ko la macchina fotografica. Man mano che proseguiamo il vento rinforza, la sabbia trasportata dal vento tende a finire sulla strada e a depositarsi, si formano delle lingue di sabbia che si muovono sulla strada come dei serpenti.
Sono molto concentrato alla guida perché ho paura di non vedere un eventuale ostacolo, un buco oppure di potermi trovare improvvisamente una piccola duna.
È emozionante, ma al tempo stesso mi sento un pò teso perché intorno non c'è nessuno e non saprei cosa fare nel caso avessi bisogno di aiuto.
Arriviamo comunque a Douz senza intoppi, c'è sabbia ovunque intorno a noi,ti vien da pensare che il deserto possa inghiottire da un momento all’altro la città e i suoi abitanti, i quali furbamente girano con delle palandrane e dei turbanti che lasciano scoperti a malapena solamente gli occhi.
Avevamo deciso di partire da qua per un'escursione col fuoristrada con guida nel deserto. Ci dirigiamo quindi verso una sorta di ufficio turistico, dove un vecchietto sdentato in quattro quattr'otto ci trova la guida. Dopo le contrattazioni del caso gli diamo un anticipo e fissiamo un appuntamento. Un attimo dopo il vecchietto edentulo chiude la baracca e sparisce. Ci sorge un dubbio: verrà all'appuntamento!? Viene puntuale come uno svizzero. Ci porta in un’altra agenzia turistica con garage dove metto dentro la moto coi bagagli, prendiamo solo ciò che ci serve per passare la notte nel deserto, nel l'oasi di Ksar Ghilane. Non me ne accorgo, me lo dirà poi la mia compagna ma partendo il tipo mette la chiave del garage sotto lo zerbino....
Su una vecchia Toyota ci dirigiamo verso l'oasi tagliando per il deserto. Sono 90 km di sabbia, dapprima completamente piatta e poi con dune, in verità non altissime, ma comunque non affrontabili con moto carica e in due. Almeno io non ne sarei stato capace.
Impieghiamo 4 ore per arrivare all’oasi, non c'è nulla intorno se non sabbia, non un punto di riferimento. La nostra guida si orienta senza GPS senza difficoltà, lui, ci dice, è nato qui.
Lungo il tragitto, durante una specie di tempesta, ci fermiamo in una tenda-caffè in mezzo al nulla, dove consumiamo un thè “scricchiolante” sotto i denti.
Sbucano da chissà dove un ragazzo e una ragazza giovanissimi, su cammello, con un cane levriero al seguito, sono tuareg, hanno un portamento fiero e regale.
Ripartiamo alla volta del l'oasi, finalmente cala un po' il vento e ad un certo momento ci troviamo di fronte una foresta, che spicca ancor di più in mezzo ad un oceano di sabbia. Lì giunti ci sistemiamo alla buona in una tenda, che non è propriamente a tenuta stagna, sul letto e sui cuscini c'è un dito di sabbia.
Nel campeggio ci sono diversi stranieri, soprattutto tedeschi e anche qualche italiano, rigorosamente col 4x4. Dentro l'oasi c'è una sorgente di acqua calda che alimenta una piscina naturale nella quale mi butto senza pensarci due volte.

6 giorno Ksar Ghilane-Douz-Chott El Jerid-Tozeur
Si riparte verso Douz per recuperare la moto e riprendere il viaggio, questa volta però facendo la strada asfaltata, che è molto più lunga, circa 150 km. La strada è percorribile con qualsiasi mezzo, l'unico inconveniente è che a seconda dei venti la sabbia potrebbe farla sparire o creare delle dune lungo di essa.
A Douz ritrovo sana e salva la Tigrotta, quindi ripartiamo velocemente alla volta di Tozeur. Per farlo attraversiamo il lago salato di Chott El Jerid. Le piogge hanno reso questo paesaggio lunare, ancora più suggestivo perché in alcuni punti è rimasta dell’acqua. Passiamo quindi su una strada che resta sospesa su un panorama unico di mare e deserto. Purtroppo incontriamo un'altra tempesta di sabbia, questa volta molto più violenta, i grani sono decisamente più grossi e ci colpiscono con forza. Benedico l’abbigliamento tecnico!!! Faccio fatica a tenere la moto in asse, la sabbia ci sferza così forte che entra dentro il casco integrale chiuso e finisce negli occhi.
Fortunatamente alla moto non ha fatto niente, temevo che potesse rigarla.
Quando arriviamo a Tozeur siamo contenti di poterci riposare in albergo. È stata dura, anche in questo tragitto non abbiamo incontrato praticamente nessuno, solo qualche auto che sfrecciava a velocità ben superiore alla nostra. Diverse volte mi sono chiesto cosa avrei fatto se per esempio avessi bucato una gomma. Ci vogliamo trattar bene e andiamo a cena fuori in un bel ristorante per gli standard della vacanza e del posto. Prima però visitiamo la Medina della città, dove veniamo immediatamente “accalappiati” da ragazzino di turno che si offre come guida. Durante la cena per circa 20 minuti va via la corrente elettrica e tutto il paese rimane al buio! Poi con sollievo ritorna la luce.

7 giorno Tozeur-Oasi di Montagna-Kasserine
Siamo diretti verso le oasi di montagna al confine con l'Algeria. Sono posti molto belli e selvaggi. Attraversiamo un altro lago salato, Chott El Gharsa, più piccolo. L'asfalto ha a una grana molto grossa e si mangia letteralmente le gomme. Per fortuna sono nuove. Il cielo è grigio e il paesaggio molto piatto e desertico. Ancora vento forte, ma meno sabbia. Non incontriamo nessuno, mentre ci dirigiamo verso la meta, la strada diventa in molti punti una pista di terra battuta, in certi momenti ricoperta di un pò di sabbia. In un punto dove la sabbia è più profonda rischio di cadere perché anziché accelerare faccio l'opposto, col risultato che la moto diventa ingovernabile e non so come ma la tengo su e mi fermo. Da lì in poi se troverò sabbia spalanco il gas. La strada inizia salire, intorno ci sono montagne desertiche, un paesaggio assolutamente straordinario ma che un po' intimorisce.
Andiamo a visitare l'oasi di Tamerza e ci fa da guida un tipo che poi, con modalità non proprio simpatiche, ci chiederà una cifra decisamente esosa per il posto. Decido di pagare la somma perchè in quella zona non mi sento sicuro. In questa parte della Tunisia, per quello che ci è stato possibile constatare, le persone sono decisamente meno amichevoli, meno sorridenti e l'impressione è di dargli fastidio.
Decidiamo di proseguire e superiamo Redeyef, un paese al confine con l’Algeria, con l’intento di fare un anello e poi proseguire il viaggio, ma ci aspetta una brutta sorpresa. Lungo il percorso, ad certo punto, troviamo un fiume di gente in mezzo alla strada, ci fanno dei segni di fermarci, che non si può proseguire, hanno bruciato dei copertoni, non c'è polizia, appena ci fermiamo veniamo immediatamente "accerchiati" da questi personaggi, decisamente invadenti, addirittura uno prende la mia fidanzata per il braccio.
Spaventati e non essendo sicuri se più avanti la strada sarà aperta o del tutto bloccata, decidiamo di fare un rapido dietro front e tornare indietro per far al contrario tutta una parte del percorso.
Siamo turbati dall’esperienza, apro il gas, voglio arrivare in albergo prima del buio, mi hanno sconsigliato di viaggiare di notte, può essere pericoloso.
Il problema è che non facendo l’anello devo rifare un pezzo molto lungo di strada, quindi impieghiamo molto più tempo. Nel frattempo inizia a piovere, le strade tendono ad allagarsi nei paesi, soprattutto perchè c’è spazzatura e detriti a bordo strada.
In fondo ad un lungo rettilineo, mancano ancora una cinquantina di km alla nostra destinazione, c’è un posto di blocco, ci fermano. Viene giù un acqua da paure e quindi i poliziotti, quando ci vedono e capiscono che per tirare fuori i documenti dobbiamo trafficare, ci lasciano andare. Meno male!
Arriviamo in hotel infreddoliti, bagnati, provati dalle emozioni, ma siamo all'asciutto e al sicuro e questo è quello che conta.


8 giorno Kasserine-Port El Kantoui
Partiamo alla volta di Port El Kantoui, una bella cittadina sul mare, sotto ad Hammamet Abbiamo bisogno, non lo nascondo, dopo l’avventura del giorno precedente, di tornare in luoghi più "civili" e comodi. Prendiamo ancora un pò di pioggia ma niente in confronto a ieri.
Arriviamo all'albergo, molto bello, è tutto diverso, questa è la Tunisia turistica, ci sono resort, hotel a cinque stelle, campi da golf, i ristoranti per gli europei. Alla sera dopo aver cenato, ci uniamo ad una famigliola di tunisini in vacanza davvero gentili e simpatici, i ragazzi suonano e cantano molto bene, l'atmosfera è cordiale e calda, si beve, si chiacchiera e si fuma il narghilè.
La serata ci ripaga completamente dello stress del giorno precedente e ci dimostra di come possa essere ospitale e amabile il popolo tunisino.

9 giorno Port El Kantoui-Tunisi-Genova
Si riparte per Tunisi dove ci dobbiamo imbarcare alla volta di Genova. Il desiderio di essere sulla nave e di tornare in Italia effettivamente c'è. Come al solito si sente la mancanza di cose date fino a quel momento per scontate solo quando vengono a mancare. Finora nel viaggio è andato tutto bene in fondo, ma una certa sensazione di precarietà ci ha accompagnato per buona parte del percorso, forse per il fatto di essere soli e fuori dal periodo turistico. In tutto il viaggio abbiamo incontrato una sola moto.....
All'arrivo in porto per l'imbarco sono un po' più scafato e non mi faccio infinocchiare da un gruppo di tunisini che, come se fossero addetti dell'autorità portuale, mi chiedono il passaporto ( la tecnica è che sbrigano loro le pratiche doganali e poi si fanno pagare per il disturbo!).
Sulla nave ci sentiamo pieni delle sensazioni del viaggio, felici e soddisfatti, contenti di tornare a casa, sollevati dal fatto che è andato tutto bene.
Ritroviamo gran parte degli italiani che erano alla partenza e ci viene naturale confrontarsi sulle nostre esperienze.
Quando sbarco a Genova il contrasto è forte, mi sembra molto ordinata, pulita e tranquilla, tutto mi sembra perfetto, so che questa sensazione durerà poco....

Conclusione
Senza dubbio è stato il più bel viaggio in moto che abbia mai fatto, una delle vacanze più emozionanti in assoluto. Non riesco dare un giudizio univoco sull'esperienza, che è stata intensa e forte, per certi versi ci tornerei domani, per altri no. Quantomeno non da soli. Probabilmente se fossimo stati in 2 o 3 moto certe esperienze le avrei vissute in maniera molto più leggera. Ad ogni modo è stato appagante e arricchente.
E poi certi paesaggi, colori, atmosfere sono uniche e restano dentro...forse è un principio di mal d'Africa.

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babele
12/04/2014, 12:27
Bravi:oook:

pao69
13/04/2014, 17:13
Bravi:oook:

Grazie!:oook:

Bob Manubrio
13/04/2014, 19:52
Bel viaggio, complimenti per lo spirito di avventura