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NEMO
16/03/2015, 17:29
Giancarlo Falappa e Fabrizio Pirovano sono state due icone della Superbike anni ’90. Opposti nel carattere e nel modo di guidare, sono i cavalieri delle derivate di serie, perché ribadiscono oggi: “A noi il Motomondiale non interessava, stavamo bene dove eravamo”. L’equilibrio e lo stile pulito di Fabrizio contrastava con l’imprevedibilità e il rischio con cui firmava ogni manovra Giancarlo. Due ossi duri. “Ai tempi eravamo anche in 70 piloti a tentare la qualifica, ma da lì passavano solo i migliori 36. Era un’altra Superbike. C’erano meno soldi e più passione”. E’ il pensiero di entrambi.

“Il mio era un team familiare – ricorda il Piro – d’inverno ero io a cercare gli sponsor. Mi aiutava anche il mio macellaio con 20 milioni di lire e tutto quello che entrava lo spendevo per il team, risparmiando sul cuoco perché era mia mamma a cucinare per tutti”. E qui Falappa sbotta: “Noi pilotavamo i nostri camper ancora prima delle moto: ore e ore di guida con mezzi lenti con cui macinavamo migliaia di chilometri per volta. Ducati era disposta a offrirmi dei soldi per pagare chi avrebbe potuto occuparsi del mio camper, ma quei soldi preferii lasciarli al team: potevano servire per le gare, essere spesi meglio. Ecco, mi deluse Troy Bayliss quando lo vidi andare in albergo avendo il motorhome…”.

Rimpianti ? “Sicuramente quello di essermi avvicinato due volte al titolo SBK, senza riuscire a vincerlo… Nella mia carriera è mancato un capotecnico con le palle”. Pirovano di questo ne è convinto, mentre Falappa riconosce oggi i suoi limiti di pilota nella preparazione fisica: “Non ho mai fatto nulla, c’era poco tempo, l’unico allenamento era… guidare il camper !” Quando chiacchieri con loro potresti scrivere un libro in venti minuti, perchè sono due persone divertenti e non hanno peli sulla lingua. “Ma lo sai che questo qui era davvero matto ?!”, mi dice secco il campione brianzolo rivolgendosi al compagno che, sorridendo, gli si accende la miccia e parte a raccontarmi il Falappa di vent’anni fa. “Una volta, finita la corsa, imboccai l’autostrada con la mia moto e raggiunsi Marco Lucchinelli, che all’epoca faceva il team manager. Lui era in auto, lo affiancai a 170 all’ora e gli aprii la portiera… Mi guardò con gli occhi sgranati. Volevo solo correre per lui, ci fermammo all’area di servizio per un caffè. L’anno dopo diventai suo pilota.” Il ricordo poi passa velocemente da un’immagine a un’altra, come quei due giri finali di gara percorsi con un manubrio: “Il sinistro era lì, ma si era allentato, non potevo fare pressione. Ho guidato praticamente usando un manubrio solo, ma ho vinto ugualmente”. Si passa poi dall’impennata in piedi sulle pedane, sotto al tunnel, sfregando il casco sull’arcata del muro soprastante, alla gara bagnata di Brands Hatch: “Ho vinto con 1 minuto e 20 secondi di vantaggio sul secondo, doppiando anche il 7°. Era Scott Russell, allora campione del mondo”. Poi, quando si parla di Ducati, le visioni dei due campioni si allontanano: “Mi hanno trattato male – dice il Piro – non ho un buon ricordo di quei due anni con loro”, mentre per il Leone di Jesi si tratta di religione, anche se del suo incidente (per un guasto al cambio elettronico, ndr) non ne vuole parlare: “Sono sempre rimasto lì per amore del marchio, anche quando la Honda mi offrì di guidare la RC45 ufficiale. Ancora oggi sono ambasciatore nel mondo per la mia Ducati”.

Le moto migliori ? Ovviamente le opinioni si dividono fra Yamaha FZ 750 e Ducati 916. Di nuovo concordi invece nel giudicare la SBK di oggi, più facile, e lontana dal livello degli anni ’90. Pure sul pilota più sopravvalutato spunta lo stesso nome, quello di Marco Melandri, mentre su Jhonny Rea il Piro aggiunge: “E’ bravo, ma forse non è un fenomeno come hanno voluto farci credere. Quando ha avuto occasione di guidare la Honda MotoGP le ha prese come tanti. Fosse stato capace di fare la differenza, Honda se lo sarebbe tenuto”. L’ultima stilettata arriva per il ritorno in gara degli ex piloti come Troy Bayliss: “Sbagliato, ogni cosa si fa a suo tempo. A cosa serve ? Rientrare dopo tanti anni di stop per battersi contro i ventenni non ha senso. Bisogna trovare la propria serenità anche dopo le corse.” E senza badare a simpatie e colori di casa, alla domanda “Chi vince il mondiale ?”, le risposte sono: Leon Haslam e Jhonny Rea. Con le firme di Fabrizio Pirovano e Giancarlo Falappa, genuini, autentici, appassionati come una volta.

“LA NOSTRA SUPERBIKE” | Sportmediaset.it - Piega e Spiega a cura di Max Temporali (http://piegaespiega.sportmediaset.it/2015/03/16/la-nostra-superbike/)


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tonidaytona
16/03/2015, 18:22
A due passi da Torino c'è la sede del Taurus team.
Ove son custodite alcune tra le prime SBK vincenti di quel periodo.
Tra i tanti , quei nomi son sulle carene e le pareti di quei locali , pregni di storia.

Ho avuto la fortuna di visitarli più volte.
Un grande privilegio ritengo.

D74
16/03/2015, 18:33
Ho conosciuto Falappa al Mugello ed è una gran persona, l'ho rincontrato in giro varie volte ed è sempre un gran piacere fare 4 chiacchere con lui!

gadano
16/03/2015, 19:37
Ho conosciuto Falappa al Mugello ed è una gran persona, l'ho rincontrato in giro varie volte ed è sempre un gran piacere fare 4 chiacchere con lui!

Falappa lo vedo spesso... Quando il club Ducati (di morciano)organizza la cena per la superbike di Misano oltre ai piloti c'è sempre Giancarlo... Poi chissà come ogni volta esce la vhs della gara quando ha tenuto dietro king karl fogarty.... È uno spettacolo sentirlo fare la telecronaca compreso il " no no li non si passa" :):):):)


Inviato dal triangolo d'oro!

emanuele65
16/03/2015, 19:40
qui vicino c è il concessionario valli yamaha quello che dava le moto a pirovano e ci sono le sue moto esposte quando correvano a monza passavo la giornata dentro ai box.

dani44
16/03/2015, 21:10
Ma quante sportellate si è preso Pirovano da Falappa?
Falappa matto come un cavallo, ma quante ossa si è rotto durante la sua carriera?
Eroi.
2 chicche su questo campione:
https://www.youtube.com/watch?v=QwYL1PdMPzw
https://www.youtube.com/watch?v=5LI7L8nVK2o

marco72
16/03/2015, 21:18
il leone di jesi era fuori di brutto....mamma mia che anni!

ci fosse stato lui quando i pilotini di oggi si sono rifiutati di correre a monza.....li avrebbe presi tutti a calci nei coioni.tutti !

urasch
16/03/2015, 21:42
Falappa lo vedo spesso... Quando il club Ducati (di morciano)organizza la cena per la superbike di Misano oltre ai piloti c'è sempre Giancarlo... Poi chissà come ogni volta esce la vhs della gara quando ha tenuto dietro king karl fogarty.... È uno spettacolo sentirlo fare la telecronaca compreso il " no no li non si passa" :):):):)


Inviato dal triangolo d'oro!

ot preparati daniè che quest anno vengo di nuovo...per vedere la sbk

Azathot
17/03/2015, 09:48
Che bei tempi... decisamente un altro spirito!

NEMO
17/03/2015, 10:07
Una volta, finita la corsa, imboccai l’autostrada con la mia moto e raggiunsi Marco Lucchinelli, che all’epoca faceva il team manager. Lui era in auto, lo affiancai a 170 all’ora e gli aprii la portiera… Mi guardò con gli occhi sgranati. Volevo solo correre per lui, ci fermammo all’area di servizio per un caffè. L’anno dopo diventai suo pilota

Si passa poi dall’impennata in piedi sulle pedane, sotto al tunnel, sfregando il casco sull’arcata del muro soprastante, alla gara bagnata di Brands Hatch: “Ho vinto con 1 minuto e 20 secondi di vantaggio sul secondo, doppiando anche il 7°. Era Scott Russell, allora campione del mondo”.

marco72
17/03/2015, 10:38
http://fullspeed.it/wp/wp-content/uploads/2015/02/standing.png

cicorunner
17/03/2015, 12:02
Ragazzi miei che piloti.... full gas e zero cervello. Ma tanto tantissimo cuore. [emoji7]