Wallace
02/08/2007, 06:28
E' accaduto in un municipio del milanese. N.C., titolare di un'impresa di pulizie
ha preteso un rapporto sessuale e la donna ha reagito con i denti
Tenta di violentare una dipendente
lei gli morde le parti intime. Arrestato
L'ordinanza di custodia cautelare: "Lesioni epiteliali-vascolari con immediate perdite ematiche"
Ai carabinieri l'uomo ha dichiarato che il rapporto orale sarebbe stato deciso in accordo tra i due
MILANO - Pretende un rapporto orale da una sua dipendente, ma lei gli morde il pene. La donna ha denunciato l'accaduto e, per gli inquirenti, il segno dei denti è stata la prova inequivocabile. L'uomo è stato arrestato.
I fatti risalgono allo scorso 24 luglio. N.C., di 54 anni, titolare di un'impresa di pulizie, era con una sua dipendente di 39 anni all'interno del municipio di San Giorgio su Legnano, in provincia di Milano, di cui la ditta curava la pulizia. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano Marina Zelante, dopo aver atteso che un agente della polizia locale si allontanasse, l'uomo ha iniziato a molestare la sua dipendente, "con apprezzamenti lascivi e con esplicite proposte sessuali, accompagnate da proposte di migliori condizioni di lavoro", e poi sarebbe passato ai fatti, pretendendo con la forza un rapporto orale, dopo aver chiuso a chiave l'uscita della stanza in cui i due si trovavano.
"Muoviti, apri la bocca", le ha intimato dopo averla presa per il collo e per un braccio, con i pantaloni abbassati. La donna ha ceduto, data l'inferiorità fisica, ma ha reagito mordendo le parti intime del suo datore di lavoro, tanto da lasciargli evidenti segni con i denti, provocandogli, si legge ancora nell'ordinanza di custodia, "lesioni epiteliali-vascolari con immediate perdite ematiche".
La donna ha lasciato l'uomo dolorante che gridava 'Mamma che male! Mamma che male!', e il giorno dopo ha sporto denuncia, convinta da una collega con cui si era confidata, dando così avvio all'inchiesta del pm di Milano, Edi Pinatto. A provare la dinamica del fatto, secondo gli inquirenti e il gip Marina Zelante che ha firmato la misura degli arresti domiciliari (il pm aveva chiesto il carcere), ci sono proprio quei segni inconfondibili lasciati dai denti della donna sul pene dell'uomo.
Diversa la versione dei fatti fornita dall'uomo. Ai carabinieri ha dichiarato che il rapporto orale sarebbe stato deciso in accordo tra i due. Il gip Zelante rileva invece come "la circostanza che la vittima sia stata costretta a consumare un rapporto orale contro la sua volontà si desume inequivocabilmente dai rilievi fotografici effettuati dai carabinieri". Il glande dell'indagato, infatti, "estremamente arrossato presenta delle ecchimosi e delle ferite lacero-contuse che appaiono direttamente e sicuramente riconducibili al morso inferto dalla vittima", la quale si era opposta al rapporto.
"Diversamente - argomenta il giudice - non è dato comprendere per quale motivo una donna, asseritamente consenziente, avrebbe dovuto infliggere tali lesioni che con certezza, per nozione di comune esperienza, hanno provocato un dolore incompatibile con il piacere raggiunto dall'indagato, come da questi in modo inverosimile dichiarato".
N.C. ha dichiarato, agli ufficiali di polizia giudiziaria che l'hanno arrestato, che la sua ditta ha circa 150 dipendenti, di cui circa 120 donne. Gli inquirenti ora si aspettano che qualche altra dipendente possa sporgere denuncia.
ha preteso un rapporto sessuale e la donna ha reagito con i denti
Tenta di violentare una dipendente
lei gli morde le parti intime. Arrestato
L'ordinanza di custodia cautelare: "Lesioni epiteliali-vascolari con immediate perdite ematiche"
Ai carabinieri l'uomo ha dichiarato che il rapporto orale sarebbe stato deciso in accordo tra i due
MILANO - Pretende un rapporto orale da una sua dipendente, ma lei gli morde il pene. La donna ha denunciato l'accaduto e, per gli inquirenti, il segno dei denti è stata la prova inequivocabile. L'uomo è stato arrestato.
I fatti risalgono allo scorso 24 luglio. N.C., di 54 anni, titolare di un'impresa di pulizie, era con una sua dipendente di 39 anni all'interno del municipio di San Giorgio su Legnano, in provincia di Milano, di cui la ditta curava la pulizia. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano Marina Zelante, dopo aver atteso che un agente della polizia locale si allontanasse, l'uomo ha iniziato a molestare la sua dipendente, "con apprezzamenti lascivi e con esplicite proposte sessuali, accompagnate da proposte di migliori condizioni di lavoro", e poi sarebbe passato ai fatti, pretendendo con la forza un rapporto orale, dopo aver chiuso a chiave l'uscita della stanza in cui i due si trovavano.
"Muoviti, apri la bocca", le ha intimato dopo averla presa per il collo e per un braccio, con i pantaloni abbassati. La donna ha ceduto, data l'inferiorità fisica, ma ha reagito mordendo le parti intime del suo datore di lavoro, tanto da lasciargli evidenti segni con i denti, provocandogli, si legge ancora nell'ordinanza di custodia, "lesioni epiteliali-vascolari con immediate perdite ematiche".
La donna ha lasciato l'uomo dolorante che gridava 'Mamma che male! Mamma che male!', e il giorno dopo ha sporto denuncia, convinta da una collega con cui si era confidata, dando così avvio all'inchiesta del pm di Milano, Edi Pinatto. A provare la dinamica del fatto, secondo gli inquirenti e il gip Marina Zelante che ha firmato la misura degli arresti domiciliari (il pm aveva chiesto il carcere), ci sono proprio quei segni inconfondibili lasciati dai denti della donna sul pene dell'uomo.
Diversa la versione dei fatti fornita dall'uomo. Ai carabinieri ha dichiarato che il rapporto orale sarebbe stato deciso in accordo tra i due. Il gip Zelante rileva invece come "la circostanza che la vittima sia stata costretta a consumare un rapporto orale contro la sua volontà si desume inequivocabilmente dai rilievi fotografici effettuati dai carabinieri". Il glande dell'indagato, infatti, "estremamente arrossato presenta delle ecchimosi e delle ferite lacero-contuse che appaiono direttamente e sicuramente riconducibili al morso inferto dalla vittima", la quale si era opposta al rapporto.
"Diversamente - argomenta il giudice - non è dato comprendere per quale motivo una donna, asseritamente consenziente, avrebbe dovuto infliggere tali lesioni che con certezza, per nozione di comune esperienza, hanno provocato un dolore incompatibile con il piacere raggiunto dall'indagato, come da questi in modo inverosimile dichiarato".
N.C. ha dichiarato, agli ufficiali di polizia giudiziaria che l'hanno arrestato, che la sua ditta ha circa 150 dipendenti, di cui circa 120 donne. Gli inquirenti ora si aspettano che qualche altra dipendente possa sporgere denuncia.