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Visualizza Versione Completa : è morto Roberto Patrignani



gass!
22/01/2008, 16:32
beh, non so quanti di voi erano fra i suoi lettori sulle pagine di motosprint, io lo ero da anni, bellissimo anche il suo libro "ti porterò a Bray Hill", se vi capita leggetelo.

Era un appassionato, vero!
la notizia, per chi interessa, è su motonline

Grigio
22/01/2008, 16:37
Per me era un grande motociclista. Pace a lui

Space-Ace
22/01/2008, 16:41
:cry::cry::cry:un grande...

anch'io ero un lettore della sua pagina su motosprint...

una grande perdita...che riposi in pace:cry:

votalele
22/01/2008, 17:32
Mi spiace: anch'io lo leggevo su Motosprint.
:cry:

tonidaytona
22/01/2008, 17:38
un UOMO che ha scritto memorabili pagine di storia sul motociclismo.

un esempio per tutti i motociclisti che come me sono cresciuti affascinati dalle sue avventure in moto e vespa per tutto il mondo.

bond972
22/01/2008, 17:39
nooooo, mi spiace, bei libri e bei pezzi sul Motociclismo !!!

valterone
22/01/2008, 17:46
:cry: Purtroppo nella sua pagina su Motosprint aveva accennato a problemi di salute........ma recentemente aveva addirittura partecipato a una gara di moto storiche.......

:ph34r::ph34r: Pessimo periodo, questo.......

Luigi
22/01/2008, 17:49
onestamente non so di chi stiate parlando ma a giudicare da quanto state dicendo mi sento di unirvi a voi

il pedro
22/01/2008, 17:55
un UOMO che ha scritto memorabili pagine di storia sul motociclismo.

un esempio per tutti i motociclisti che come me sono cresciuti affascinati dalle sue avventure in moto e vespa per tutto il mondo.


cavolo!!!!
se sono andato all'isola di man è stato anche merito suo,giuro!!

grazie roberto!

Rickystyle
22/01/2008, 18:02
leggevo spesso le sue pagine su motosprint,ed è in programma l'acquisto del suo libro.

è già un po' che compro motosprint praticamente solo per il suo pezzo...e sapere che ora è morto mi riempie di tristezza...

mi mancheranno le sue parole.

Carletto
22/01/2008, 19:23
Mi dispiace un casino leggevo spesso i suoi "articoli" condoglianze alla famiglia

fippi
22/01/2008, 19:40
Nooo! Un grande appassionato, una grande perdita.

bagarre
22/01/2008, 19:53
MI SPIACE! mi ricordo che lessi "ti porterò a bray hill" in mezzo pomeriggio!!

calimero
22/01/2008, 22:10
NOOOO!!!!!!


Dall'87 non mi perdo un numero di Motosprint e la sua era tra le prime pagine che leggevo... :cry::cry::cry:

Mi mancherai Roberto... tantissimo...

mav
22/01/2008, 22:50
Mi unisco. Grazie Roberto per tutte le volte che ci hai fatto "vivere" il TT...

ett69
23/01/2008, 05:08
ciao

mi dispiace moltissimo, lo seguivo e leggevo sempre nelle rubriche di motosprint e mi piaceva quel suo stile e modo di raccontare il mondo delle moto sia moderno che soprattutto passato, fatto in larga parte di grande passione per questo magnifico sport (e non solo) che sono le motocicliette

una grande perdita

condoglianze alla famiglia

ettore

pettibike
23/01/2008, 05:38
beh, non so quanti di voi erano fra i suoi lettori sulle pagine di motosprint, io lo ero da anni, bellissimo anche il suo libro "ti porterò a Bray Hill", se vi capita leggetelo.

Era un appassionato, vero!
la notizia, per chi interessa, è su motonline

Preparammo noi le sue moto per l'isola di man......:cry::cry::cry:
Un altra pedina del Motociclismo quello vero ci ha lasciati.
Addio Roberto

mcgripp
23/01/2008, 06:03
Lo leggevo su Motosprint ma ho avuto anche modo di conoscerlo e di avere contatti con lui. Un grande uomo.

Carlo :cry:

MAZZA75
23/01/2008, 07:19
Ciao grande uomo, con i tuoi articoli hai fatto sognare tanti appassionati di moto, motosprint non sara' piu' come prima...

orcablu
23/01/2008, 07:57
ricordiamolo così...


""Questi appunti li avevo scritti anni fà, quando l’autunno era l’autunno. Prima insomma che il mutamento del clima aggrovigliasse tutto.
Si trattava di un ingenuo modo di concepire l’andare in motocicletta: spensierato, leggiadro, quasi autoipnotico per illudersi che il meraviglioso fenomeno dell’equilibrio e dell’avanzare fosse il prodotto del tuo stesso essere piuttosto che la spinta di un motore a scoppio. Provo a riprodurre la formuletta a dispetto degli indurimenti degli animi, perchè in questo periodo la stagione sarebbe ideale per ritentare l’illusione. Rilassiamoci, socchiudiamo gli occhi e pensiamo soltanto al volo rasoterra, elegante ma pieno di dinamismo, della rondine prima di un temporale. Bisognerebbe ogni tanto riuscire a guidare la moto nello stesso modo, lasciandosi andare così, liberi e fiduciosi da convincerci che anche il corpo non ha più peso, anzi che i suoi umori, la sua molle meccanica, le sue complesse centrali, sono per una volta a riposo, con le sole spie accese a segnalare che il contatto vitale è inserito. Eliminato il corpo, la fase successiva consiste nel fare altrettanto con la motocicletta, sino ad illudersi che è soltanto lo spirito a librarsi nell’aria tiepida di una radiosa mattina, leggero e felice di esistere sulla palla di terra che abitiamo. Per arrivare alle soglie di questo Nirvana che schiude le porte verso il vagare al di fuori del tempo, occorre una predisposizione d’animo, uno stato di grazia che è possibile ricreare disponendo degli elementi adatti. L’inizio può essere banale: un qualsiasi viaggio solitario. Più importanti gli altri ingedienti della formula. Occorre una meta finale che evochi qualcosa di gradevole, una giornata piena di sole, un abbigliamento non costrittivo, una strada alberata con scarsissimo traffico che si percorre per la prima volta. In quanto alla moto deve essere silenziosa, facile; anche uno scooter od un ciclomotore. Create le premesse, arriva la fase più difficile: stabilire una specie di autoipnosi che crei il miraggio di galleggiare nell’aria come un fuoco fatuo, senza escludere del tutto i sensi perchè possano captare i profumi dell’aria, percepire il tepore, vedere i colori della boscaglia e dei campi, udire la voce amica e sommessa della motocicletta che, responsabile ed intelligente, si orienta istintivamente, senza fatica, lungo la traccia che si srotola dinnanzi alle ruote. Talvolta si sente il bisogno di un “ritiro spirituale”. Però rimanere completamente soli con se stessi, nel silenzio, nel più assoluto isolamento, è una disciplina che pochi hanno la forza morale di affrontare e sopportare. E’ sicuramente più digeribile un ritiro dinamico, senza spezzare il legame con la vita d’azione, le persone, le necessità della vita quotidiana. Vagando in motocicletta senza problemi, si ottiene il miracoloso risultato di estraniarsi dalla maggior parte delle cose che ci affliggono, senza subire quel cumulo di apprensioni che il vero isolamento porta con sè, poichè sappiamo che, per interrompere il nostro “digiuno nel deserto”, basterà chiudere il gas e mettere i piedi a terra. La libertà è li che ci attende ad un filo di gas. E libertà vuol dire un grosso serbatoio per fermarsi poche volte e rifornirlo, vuol dire anche mangiare al sacco o sostare in una quieta osteria lungo la strada, vuol dire sdraiarsi in un prato all’ombra quando si è stanchi, o esplorare territori mai visti senza curarsi di dove si andrà a finire. Libertà vuol dire anche fare improvvisamente rotta verso casa se tutto questo romanticismo ci ha stufato. Rileggendo oggi questo surreale elogio del dolce far niente, abusando del buon carattere che ogni motocilcetta dimostra su richiesta del compagno, devo aggiungere un appunto. Deliziatevi di questo svago solo raramente, altrimenti vi rammollirete, voi e la moto. La cura è semplice. Una bella tirata liberatoria nel posto adatto. Ma non dite che l'ho scritto io.""

Bluto66
23/01/2008, 08:33
onestamente non so di chi stiate parlando ma a giudicare da quanto state dicendo mi sento di unirvi a voi

Sono certo che se l'avessi conosciuto, anche solo dai suoi scritti, avresti la conferma di aver giustamente condiviso la nostra tristezza.
Voglio pensare sia stato un privilegiato... ha unito la sua grande passione al suo grande talento e ne ha fatto il suo mestiere..
Pace e buon viaggio...

DocHollyday
23/01/2008, 08:43
Grande motociclista e grande scrittore di moto......peccato!

Cercai di comprare "Ti porterò a Bray Hill" ma non riuscii mai a trovarlo. Era già ultracinquantenne quando andò al TT dell'isola di Man con la rc30 e riuscì a qualificarsi. Ricordiamolo così.

mcgripp
23/01/2008, 08:53
Un comune amico -svizzero- che ha conosciuto Roberto mi ha scritto questo ricordo e lo condivido con Voi...

Carlo, apprendo con dolore e rievoco vivi ricordi.

Nel 1999 Gianantonio Gaspari Vaccari ed io ci recammo al TT e in procinto di effettuare il Lap Of Honour sulla mitica Armageddon (una 900SS trasformata in belva urlante prima da Giorgio Nipoti NCR e poi da Sassi) ma fummo investiti poche ore prima della partenza nel parco piloti allestito per l’occasione nel immenso prato sotto la partenza di Bray Hill da una bufera di pioggia, vento e nebbia che fece disperare anche lo stoico Sir Allan Robinson, indiscusso patron dell’evento.

Ricordero’ sempre Patrignani con Freddie Spencer alquanto scettico e Robinson assiepati sotto un tendone gocciolante davanti alla roulotte minuscolo traballante della TT Riders Association mentre rientrava dalla ricognizione sul Mountain un pilota sfinito dalla fatica e dal freddo e fradicio su una tossicchiante OK Supreme degli anni trenta e Robinson, indicante il casco a guscio di noce Cromwell ed il capotto liso di cottone oleato del malcapitato, non lo degnò neanche di uno sguardo e invece si rivolgeva sprezzante a Roberto Patrignani “He wouldn’t dare to race with that rubbish?!?!”

Nel 2000 invece, ripetendo l’evento del Lap Of Honour fummo tutti invitati after the Lap al banchetto serale della Honda patrocinante allestito per l’occasione al Casinò in grande stile.

As Italians fummo messi accanto a Roberto che con noi illustri sconosciuti si dedicò in modo prolisso a noi e ci raccontava del suo libro su Bray Hill, dei suoi viaggi, della superiorità del genio italico motociclistico e del fascino di Ago sulla popolazione femminile dell’Isola.

A un certo punto della serata arrivò l’epico ingegnere Goto capo della Honda Racing degli anni ’60 anche accanto ai nostri posti e davanti ai nostri sguardi terrorizzati il nostro altrettanto mitico mecca Paolino che accudiva Armageddon, si alzo’ ebbro di whisky e non voglio sapere di cos’altro e fece davanti alla faccia disgustata di Roberto, abbracciando l’impassibile e impenetrabile orientale Goto in italiano-ticinese, “Eh si, io e te, siamo proprio dei grandi meccanici!”.

Roberto non parlo’ piu’ con noi per tutta la serata…





Boris U. Fantechi

6962 Viganello TI

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valentinorossi
23/01/2008, 09:45
mi dispiace per lui :(

attilio
23/01/2008, 10:43
.