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Visualizza Versione Completa : cosa ne pensate delle gare su strada?



basjoe
19/05/2008, 14:03
da moto.it

Circuiti stradali, l'ennesima tragedia



Robert Dunlop – fratello del compianto Joey - finisce fuori strada a 250 km/h e muore durante la North West 200. Bisogna fermare il gioco?


Non abbiamo la scienza infusa e, di fronte a notizie tanto sconvolgenti, fatichiamo a capire da che parte stia la ragione.
Ci domandiamo però sino a che punto si possa spingere la passione e dove questa non sconfini invece nella irragionevolezza.
Si potrà certo dire che negli sport motoristici il rischio fa parte del mestiere del pilota ed è da quest'ultimo ponderato e accettato. Tutto vero, il motociclismo è e resterà sempre uno sport potenzialmente pericoloso.

Lo sanno i piloti che si sfidano sul filo dei 300 orari, o affrontano le insidie del deserto in tappe massacranti lunghe centinaia di chilometri.
Negli ultimi anni molto si è fatto in tema di sicurezza. Grandi miglioramenti hanno investito gli autodromi e le protezioni dei piloti (l'ultima barriera è l'airbag, che ha già fatto qualche apparizione nel Motomondiale).

Sforzi importanti, che hanno dato grandi risultati. Il tutto è vanificato nel momento in cui si corre sui circuiti stradali, disseminati di trappole letali per i piloti che perdono il controllo del mezzo meccanico.

Il dramma della North West 200
Robert Dunlop ha perso la vita a causa delle gravissime ferite riportate il 15 maggio durante le prove libere di una competizione classica, la North West 200, che si corre in Irlanda dal 1929 lungo un tracciato stradale di 200 miglia.
In sella alla sua 250 cc, correva sul filo dei 250 km/h quando ha perso il controllo della moto nel tratto Mathers Cross. Il pilota che lo seguiva, Darren Burns, non è riuscito ad evitare l'impatto con la moto di Robert, finendo a sua volta ferito.

King of the road
La notizia ha destato grande commozione nel Regno Unito. Robert era fratello del grande Joey Dunlop, soprannominato in patria "king of the road", vincitore di ben 26 gare al Tourist Trophy (la celebre competizione motociclistica stradale che si corre ogni anno sull'Isola di Man).
Joey perse la vita nel 2000 in Estonia, mentre correva in sella a una 125 cc da gran premio (nella stessa giornata aveva già vinto le categorie 600 e 750 cc).
Una scivolata, che in pista non avrebbe lasciato traccia sul fisico del pilota, non diede scampo a Dunlop che morì sul colpo finendo contro gli alberi a bordo pista.

Il divieto italiano
Nel 1957 il Parlamento italiano promulgò una legge che vietava le competizioni su strada. Il dibattito fece seguito al drammatico incidente che colpì l'edizione della Mille Miglia di quell'anno.
Il pilota spagnolo Alfonso De Portago perse il controllo della sua Ferrari 355S nei pressi di Goito, nel mantovano.
Il bolide da 400 cavalli, lanciato a oltre 250 km/h, finì la sua corsa tra la folla, provocando una strage. Nove spettatori, oltre al pilota e al copilota (il giornalista americano Edmund Gurner Nelson), persero la vita.
Quella fu l'ultima Mille Miglia agonistica.

Nel primo dopoguerra era prassi correre in sella a potenti motociclette o al volante di autentiche vetture da corsa lungo i circuiti cittadini.
Gli sport motoristici erano agli albori e non c'erano alternative: tutti i grandi campioni del passato affrontarono le insidie delle piste stradali.

Che senso ha continuare oggi?
I piloti professionisti hanno già dato un'indicazione precisa, rifiutandosi di prendere parte a queste competizioni.


Andrea Perfetti

bastamoto
19/05/2008, 14:08
I piloti professionisti possono decidere , il business lo fanno loro !

Noi non possiamo decidere !

PIU' PISTE PER TUTTI !

giulio
19/05/2008, 14:13
che sono pericolosissime non hanno via di fughe se sbagli rischi molto

DocHollyday
19/05/2008, 14:33
Venerdì ho pubblicato un post appena appresa la notizia della morte di Robert Dunlop. E' una tragedia incredibile e penso ai suoi familiari che, nel 2000, avevano perso anche il fratello Joey.

Vietare le gare su strada? Sono combattuto, onestamente parlando: da un lato sono spettacolari, molto più di quelle su pista (soprattutto per chi le fa); dall'altro lato mietono vittime in continuazione. Sono, piuttosto, convinto che le moto attuali abbiano raggiunto livelli di potenza tali da rendere delle trappole infernali le normali strade. Peraltro Joey, dopo aver vinto nella 600 e nella stock, morì su una 125 e Robert su una 250 e non su MotoGP adattate. E' sicuramente il tipo di corsa ad essere fuori tempo, ormai, però faccio fatica a pensare che si possano eliminare.

joebar71
19/05/2008, 14:35
I piloti professionisti possono decidere , il business lo fanno loro !

Noi non possiamo decidere !

PIU' PISTE PER TUTTI !

quoto!!!
chi lo fa di professione sa cosa rischia...la scelta è loro

Hannibal
19/05/2008, 14:41
Di grande fascino, ma molto pericolose e

forse inadatte alle prestazioni ed ai tempi di reazione conseguenti,
che si hanno con

i mezzi di oggi su strade che sono ancora come allora...

ett69
19/05/2008, 14:56
ciao

se per gare su strada intendiamo competizioni a tutti gli effetti ma svolte su strade normali ne penso tutto il bene del mondo xchè sono rimasti gli ultimi baluardi di un mondo a ruote che non esiste +
dove coraggio, sprezzo del pericolo e soprattuto la passione erano la parte predominante di tutto ed il motore che spingeva e spinge quei piloti a competere
spero non le sopprimano mai anche se sono pericolosissime ed hanno causato e causano tanti grandi lutti; ma d'altra parte tutti lì sono consapevoli dei rischi che corrono e lo fanno in nome della passione quindi è gente che merita rispetto, Gigantesco rispetto e grande ammirazione

se invece per gare stradali intendiamo le competizioni clandestine di alcuni personaggi che mettono a repentaglio la loro vita e quella di altre ignare persone perchè nella testa hanno solo dei coriandoli di carnevale anzichè il cervello acceso allora ne penso tutto il male possibile, ed andrebbero estirpati coloro che si prestano a queste ignobili pratiche

il coraggio è una cosa, è inscindibile dall'uso del cervello ed è un bel patrimonio degli uomini
l'incoscienza senza cervello è tutto un'altro paio di maniche e non è per niente auspicabile

ettore

Luigi
19/05/2008, 15:53
la descrizione romantica che ne dà Ettore è certamente condivisibile, pensiamo, appunto, al magico Tourist Trophy, forse la piu' famosa, ma, come ha già sottolineato qualcuno, oggi anche una 125 puo' raggiungere potenze difficilmente gestibili su strade che non siano espressamente concepite per la velocità. E' vero che i piloti si assumono le loro responsabilità, ma i piloti, si sa, sono gente strana, soprattutto quelli di cui stiamo parlando. Gli spettatori no pero', gli spettatori non si assumono nessuna responsabilità, son li' e basta e spesso sono piu' incoscienti dgli stessi piloti. E' già accaduto per i rally. Forse, ma a malincuore, è giunta l'ora anche per le gare motociclistiche

fearless
19/05/2008, 17:48
I piloti professionisti possono decidere , il business lo fanno loro !

Noi non possiamo decidere !

PIU' PISTE PER TUTTI !spesso la scelta non la fanno i piloti ma i sponsor e i soldi in generale!!!!!! chi ci rimette la pelle son loro ma a volte fa parte di un gioco da cui non possono tirarsi indietro.

Filomao
19/05/2008, 18:34
Di grande fascino, ma molto pericolose e

forse inadatte alle prestazioni ed ai tempi di reazione conseguenti,
che si hanno con

i mezzi di oggi su strade che sono ancora come allora...

Condivido in pieno.

Notturno
19/05/2008, 19:03
Sì, ma... cosa si andrebbe a proibire effettivamente ?

Un divieto totale, come quello che esiste in Italia ?

Ed esattamente, a che pro ? Certo, la salvaguardia di vite umane, ma... parliamo di gente che fà ciò che ama, e lo fà consapevole dei rischi.

Vogliamo proibirgli di fare ciò che vogliono della loro vita ?

Allora dovremo proibire paracadutismo, parapendio, sport subacquei, competizioni estreme su acqua, alpinismo, boxe, arti marziali... e chissà quanti altri sport pericolosi e potenzialmente letali.

Spesso al mondo non viene punito a sufficenza chi cerca il male altrui.
Siamo sicuri di voler chiudere la strada a chi rischia - consapevolmente - di far solo del male a sé stesso ? :dry: