Visualizza Versione Completa : morti bianche che ne pensate?
"Morti bianche, cifre gonfiate falsi i numeri sulle vittime"
Roberto Castelli
ROMA - Le statistiche sulle morti bianche? Sono fasulle. Manipolate per fare ottenere risarcimenti assicurativi anche alle famiglie di quei lavoratori che perdono la vita sulla strada mentre vanno o tornano dal lavoro. Così, dopo l'indagine pubblicata dal Censis che ha rielaborato i dati ufficiali (1.170 decessi nel 2007, a fronte dei 663 omicidi), il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Roberto Castelli. Che auspica: "È arrivato il momento di fare un'operazione verità". Sui dati, intende il senatore leghista.
Perché "soltanto in Italia si contano come morti sul lavoro, al fine di poter dare benefici assicurativi da parte dell'Inail, anche le morti che avvengono per incidenti stradali capitati mentre si va al lavoro o mentre si torna a casa a fine giornata. Morti che evidentemente - sostiene - nulla hanno a che vedere con la sicurezza in fabbrica".
Lo studio del Censis ("abbiamo usato dati iper ufficiali di Eurostat e Inail", precisa il direttore generale dell'istituto Giuseppe Roma) dice che le morti bianche in Italia sono quasi il doppio delle vittime degli omicidi, due volte quelle della Francia e il 30 per cento in più rispetto a Germania e Spagna. Ma Castelli non ci sta ("un po' di verità fa bene a tutti"): "È il momento di smetterla - dice - di criminalizzare gli imprenditori italiani. Se infatti estrapoliamo gli incidenti che avvengono in agricoltura e in edilizia, vedremo che in Italia la sicurezza delle aziende manifatturiere è ai migliori livelli europei".
Com'è facile supporre, le parole del senatore leghista hanno sollevato un polverone. Dai politici, dai sindacati, dall'Anmil (associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro), si è alzato un coro di indignazione. Un'uscita giudicata a dir poco "inopportuna". "Le dichiarazioni di Castelli sono pericolose e prive di fondamento, un vero attacco alle norme sulla sicurezza sul lavoro", dice, sottolineando la puntualità delle statistiche fornite dall'Inail, Cesare Damiano, parlamentare **, ex ministro del Lavoro. "Anziché cercare dichiarazioni a effetto il sottosegretario farebbe bene a preoccuparsi del fatto che il suo governo sta manomettendo le buone leggi che riguardano salute, sicurezza e lavoro nero". "È da irresponsabili sminuire la gravità del fenomeno", aggiunge il vice presidente della commissione lavoro del Senato, Tiziano Treu. Il giudizio più severo arriva da Achille Passoni, del **, che parla di "delirio agostano": "Castelli si vergogni di fronte all'Italia e chieda subito scusa a tutti coloro che hanno avuto un parente morto o ferito per cause di lavoro".
Il collega di partito Daniele Marantelli, deputato varesino, un mese fa era stato l'autore dello slogan "Zero morti per Expo 2015": un segnale lanciato al governo affinché, in vista dell'apertura dei cantieri per la manifestazione milanese, si vigili sulla sicurezza proponendosi come obiettivo l'azzeramento del bollettino degli infortuni mortali. Proprio in vista dell'Expo, Marantelli si augura che "Castelli e gli altri rappresentanti del governo oltre al business e agli appalti pensino anche al valore della vita umana". Quella di cui parla il presidente dell'Anmil, Pietro Mercandalli: "Davanti alle cifre, anziché strumentalizzarle, bisognerebbe riflettere. Ricordo a Castelli che nel 2007, nel settore manifatturiero di cui lui parla, abbiamo avuto 185 infortuni mortali (101 in Francia, 113 in Spagna e 127 in Germania)". Forti critiche arrivano anche da Paola Agnello Modica, della segreteria nazionale della Cgil: "È singolare che si voglia estrapolare i settori dell'agricoltura e dell'edilizia. Perché? Sono lavoratori di serie B? Forse perché in questi settori sono spesso impiegati gli immigrati? Il sottosegretario si occupi di più delle condizioni delle strade che i lavoratori sono costretti a percorrere e investa in trasporto pubblico anziché in polemiche".
Alla fine della giornata, la replica di Castelli: "Su un tema serio come quello delle morti bianche non bisogna mistificare la realtà".
mah! a volte farebbero bene a starsene zitti.
valterone
07/08/2008, 10:47
:rolleyes: Non commento le parole dei politicanti.......mi ricordavo, però, che le morti bianche tempo addietro fossero i casi di bambini trovati privi vita (magari nella culla..) senza un motivo apparente.
A mio parere le morti sul lavoro non possono essere definite bianche.
A titolo personale posso dire che la nostra legge (626) è stata più volte sbandierata come esempio di lungimiranza, ma non ha prodotto significativi risultati.....a parte quello di spillare enormi quantità di quattrini a sproposito. La valutazione del rischio sul mio posto di lavoro (un negozio), la messa in regola dell'ambiente e degli incartamenti, i vari corsi ecc. ecc. mi è costata 2.500 euro. Il massimo, è il cartello con la planimetria del locale e la scritta "voi siete qui" :dry: con le istruzioni per uscire in caso di incendio, messa in un atrio di meno di 20mq. :ph34r:
Di fronte a me, sul tetto di una casa privata, hanno installato i pannelli fotovoltaici lavorando per due settimane senza alcuna protezione (abbigliamento: scarponi, pantaloni corti e borsa degli attrezzi...stop.).
Avanti così......
secondo me cio' che è stato scritto è vero. Lo dico perchè se si va a vedere le statistiche pubblicate dall'inail per il 2005/2006 (le ultime a me note) si evince che una grossa fetta di infortuni sono avvenuti in itinere e sebbene conteggiati come incidenti sul lavoro sarebbe forse piu' consono sottrarli almeno ai fini statistici dando dei valori piu' veritieri sullo stato della sicurezza nelle aziende.
Da poco è poi entrto in vigore (finalmente) il testo unico sulla sicurezza che di fatto sostituisce e amplia quello che tutti conoscevamo come 626/94 . A me sembra che come leggi a tutela dei lavoratori (e lo dico in qualità di dirigente d'azienda e Rspp) siamo veramente a posto, quello che invece manca è la cultura per la sicurezza vista come sistema per lavorare meglio e con produttività per affrontare le sfide che i mercati ci impongono. Se solo si vedessero i costi nascosti della mancanza di sicurezza (mancata produzione, costi per giorni non lavorati, spese mediche ecc....) sono sicuro che molti impallidirebbero...
Purtroppo ,e soprattutto in certi settori, c'è troppa noncuranza e ignoranza. Per certe persone non servono le leggi e purtroppo non sempre è possibile effettuare controlli a tappeto.
e poi siamo sempre in Italia, terra dei furbi...
bastamoto
07/08/2008, 11:52
:rolleyes: Non commento le parole dei politicanti.......mi ricordavo, però, che le morti bianche tempo addietro fossero i casi di bambini trovati privi vita (magari nella culla..) senza un motivo apparente.
A mio parere le morti sul lavoro non possono essere definite bianche.
A titolo personale posso dire che la nostra legge (626) è stata più volte sbandierata come esempio di lungimiranza, ma non ha prodotto significativi risultati.....a parte quello di spillare enormi quantità di quattrini a sproposito. La valutazione del rischio sul mio posto di lavoro (un negozio), la messa in regola dell'ambiente e degli incartamenti, i vari corsi ecc. ecc. mi è costata 2.500 euro. Il massimo, è il cartello con la planimetria del locale e la scritta "voi siete qui" :dry: con le istruzioni per uscire in caso di incendio, messa in un atrio di meno di 20mq. :ph34r:
Di fronte a me, sul tetto di una casa privata, hanno installato i pannelli fotovoltaici sul tetto lavorando per due settimane senza alcuna protezione (abbigliamento: scarponi, pantaloni corti e borsa degli attrezzi...stop.).
Avanti così......
questa e' realta'
giorgiorox
07/08/2008, 11:56
:rolleyes: Non commento le parole dei politicanti.......mi ricordavo, però, che le morti bianche tempo addietro fossero i casi di bambini trovati privi vita (magari nella culla..) senza un motivo apparente.
A mio parere le morti sul lavoro non possono essere definite bianche.
A titolo personale posso dire che la nostra legge (626) è stata più volte sbandierata come esempio di lungimiranza, ma non ha prodotto significativi risultati.....a parte quello di spillare enormi quantità di quattrini a sproposito. La valutazione del rischio sul mio posto di lavoro (un negozio), la messa in regola dell'ambiente e degli incartamenti, i vari corsi ecc. ecc. mi è costata 2.500 euro. Il massimo, è il cartello con la planimetria del locale e la scritta "voi siete qui" :dry: con le istruzioni per uscire in caso di incendio, messa in un atrio di meno di 20mq. :ph34r:
Di fronte a me, sul tetto di una casa privata, hanno installato i pannelli fotovoltaici sul tetto lavorando per due settimane senza alcuna protezione (abbigliamento: scarponi, pantaloni corti e borsa degli attrezzi...stop.).
Avanti così......
quoto...
la realtà è che la 626 serve solo a produrre carte ed arricchire i consulenti, se fai POS grandi come la bibbia vedo proprio l'operaio che lo legge
molte volte le regole ci sono, ci sono anche i DPI, però nessuno li usa e preferisce per far prima il lavoro farne a meno, oppure gli dà "fastidio".
Questo è solo un pirla.
Le ditte invece che fanno lavorare in condizioni di pericolo le persone sono da denunciare e mandare in carcere i capi, obiettivamente ne vedo poche di ditte che che si comportano così, sanno che rischiano grosso.
Poi ci sta la causa accidentale, quella che nessuno può prevedere...e purtoppo questa causa è difficilmente risolvibile.
solo parlando di edilizia se si chiudono i cantieri non a norma, chiudono tutti nessuno escluso.
DocHollyday
07/08/2008, 12:31
solo parlando di edilizia se si chiudono i cantieri non a norma, chiudono tutti nessuno escluso.
Primi fra tutti quelli dello stato!
penso che sia unprob sottovalutato,non tanto dall stato quando dai datori di lavoro e lavoratori stessi
c'è anche da dire che però lo stato fa i controlli sempre e solo a chi sa che è in regola altrimenti scoppiano casini e molta gente chiude bottega,ho un amico che lavora come muratore x qusta impresa che fa lavori pubblici,di recente stavano lavoranto in un 'ospedale,caschetto tesserino giubbino scarpe antiinfortunistiche insomma tutto,1 anno di lavoro una 20ina di visite ispettiva x vedere se fosse tutto in regola,i NAPOLETANI che hanno vinto l'appalto dell'istituto polivalente che lavorano a petto nudo pantaloncini e senza nessuna protezione ne a ponteggi ne x loro,e con una squadra di rumeni chissa se regolari o meno che vivono dentro un container sono ancora li da 2 anni, è possibile a questi nessun controllo???
perchè se qualcuno ci va blocca tutto,chissa cosa c'è sotto
fearless
07/08/2008, 12:45
:rolleyes: Non commento le parole dei politicanti.......mi ricordavo, però, che le morti bianche tempo addietro fossero i casi di bambini trovati privi vita (magari nella culla..) senza un motivo apparente.
A mio parere le morti sul lavoro non possono essere definite bianche.
A titolo personale posso dire che la nostra legge (626) è stata più volte sbandierata come esempio di lungimiranza, ma non ha prodotto significativi risultati.....a parte quello di spillare enormi quantità di quattrini a sproposito. La valutazione del rischio sul mio posto di lavoro (un negozio), la messa in regola dell'ambiente e degli incartamenti, i vari corsi ecc. ecc. mi è costata 2.500 euro. Il massimo, è il cartello con la planimetria del locale e la scritta "voi siete qui" :dry: con le istruzioni per uscire in caso di incendio, messa in un atrio di meno di 20mq. :ph34r:
Di fronte a me, sul tetto di una casa privata, hanno installato i pannelli fotovoltaici lavorando per due settimane senza alcuna protezione (abbigliamento: scarponi, pantaloni corti e borsa degli attrezzi...stop.).
Avanti così......
q8
penso che sia unprob sottovalutato,non tanto dall stato quando dai datori di lavoro e lavoratori stessi
c'è anche da dire che però lo stato fa i controlli sempre e solo a chi sa che è in regola altrimenti scoppiano casini e molta gente chiude bottega,ho un amico che lavora come muratore x qusta impresa che fa lavori pubblici,di recente stavano lavoranto in un 'ospedale,caschetto tesserino giubbino scarpe antiinfortunistiche insomma tutto,1 anno di lavoro una 20ina di visite ispettiva x vedere se fosse tutto in regola,i NAPOLETANI che hanno vinto l'appalto dell'istituto polivalente che lavorano a petto nudo pantaloncini e senza nessuna protezione ne a ponteggi ne x loro,e con una squadra di rumeni chissa se regolari o meno che vivono dentro un container sono ancora li da 2 anni, è possibile a questi nessun controllo???
perchè se qualcuno ci va blocca tutto,chissa cosa c'è sotto
soldi, mazzette, lassismo nel lasciare che le cose se vanno così continuino ad andare così....
Primi fra tutti quelli dello stato!
e ti credo! lo stato è il primo a dire alle ditte di non lavorare in sicurezza.Come? facendo gli appalti dove per 900.000 euro di lavori gli oneri di sicurezza sono manco di 5000 euro.....:cry:
bastamoto
07/08/2008, 13:42
solo parlando di edilizia se si chiudono i cantieri non a norma, chiudono tutti nessuno escluso.
bene
freerider3957
07/08/2008, 13:51
secondo me cio' che è stato scritto è vero. Lo dico perchè se si va a vedere le statistiche pubblicate dall'inail per il 2005/2006 (le ultime a me note) si evince che una grossa fetta di infortuni sono avvenuti in itinere e sebbene conteggiati come incidenti sul lavoro sarebbe forse piu' consono sottrarli almeno ai fini statistici dando dei valori piu' veritieri sullo stato della sicurezza nelle aziende.
Da poco è poi entrto in vigore (finalmente) il testo unico sulla sicurezza che di fatto sostituisce e amplia quello che tutti conoscevamo come 626/94 . A me sembra che come leggi a tutela dei lavoratori (e lo dico in qualità di dirigente d'azienda e Rspp) siamo veramente a posto, quello che invece manca è la cultura per la sicurezza vista come sistema per lavorare meglio e con produttività per affrontare le sfide che i mercati ci impongono. Se solo si vedessero i costi nascosti della mancanza di sicurezza (mancata produzione, costi per giorni non lavorati, spese mediche ecc....) sono sicuro che molti impallidirebbero...
Purtroppo ,e soprattutto in certi settori, c'è troppa noncuranza e ignoranza. Per certe persone non servono le leggi e purtroppo non sempre è possibile effettuare controlli a tappeto.
e poi siamo sempre in Italia, terra dei furbi...
Io mi alzo alle 5 del mattino, prendo la mia macchina e vado in stazione, prendo 3 e dico 3 treni, alla stazione di arrivo prendo un'altra macchina, e per il ritorno uguale! Se mi succede qualcosa come devo essere classificato? NON VADO A GARDALAND A DIVERTIRMI!!!!!
valterone
07/08/2008, 14:14
Io mi alzo alle 5 del mattino, prendo la mia macchina e vado in stazione, prendo 3 e dico 3 treni, alla stazione di arrivo prendo un'altra macchina, e per il ritorno uguale! Se mi succede qualcosa come devo essere classificato?
NON VADO A GARDALAND A DIVERTIRMI!!!!!
:blink: Cosa c'entra? Il tuo datore di lavoro non può fare nulla per la tua sicurezza durante il tragitto.......a meno di venire personalmente a prenderti a casa e assicurarsi che tu indossi le cinture di sicurezza.....
Quando penserai che la strada per andare al lavoro è troppo lunga e pericolosa potrai sempre cambiare lavoro......oppure provare con l'aereo.......che è statisticamente più sicuro di treno e auto.:rolleyes:
Vogliamo parlare allora di tutti quelli che lavorano sulla, e per la, strada?
Esatto.
Se dobbiamo parlare di sicurezza sul lavoro, con statistiche che poi andranno elaborate per redigere nuove norme e leggi, c'è bisogno di dati seri e non gonfiati o arrotondati per far notizia.
Tu freerider hai pienamente ragione a dire che, nel tuo tragitto casa-lavoro, sei esposto a dei rischi, ma quelli sono tutti a tuo carico o di chi te li provoca: vogliamo per caso obbligare tutti i datori di lavoro a risarcire gli incidenti che avvengono ai suoi dipendenti prima che entrano in azienda?
Sai quanti paraurti rigati e fasce rigide messe al collo.... mdasHUdasDIOHASud
Per quanto riguarda i cantieri, ci vorrebbero meno norme, ma fatte meglio e soprattutto fatte rispettare a tutti.
Non è possibile che grandi ditte edili piazzano cantieri a dir poco scandalosi, con ponteggi precari, disordine ovunque, attrezzature scadenti ed in uno o due anni di lavoro non passa alcun controllo, mentre i piccoli artigiani, che come sempre se la pigliano in culo da tutti, ogni mese sono sottoposti a ispezioni minuziose (che ti fanno perdere anche mezza giornata di lavoro se va bene) e vengono costantemente multati per puttanate come "il ponteggio dista dal muro in opera mediamente 2 cm in più rispetto alla norma" oppure "il bagno chimico non è perfettamente igienizzato", ma ancora "una carriola ha una ruota leggermente sgonfia".
Cazzate? Nient'affatto, forse in alcune zone d'Italia questo fenomeno è assente, ma in generale chi opera nell'edilizia sa che queste cose accadono spesso ed i poveri disgraziati si vedono comminare multe esose per delle stronzate che con la sicurezza hanno poco a che vedere.
Chi lavora onestamente, si pacca il culo 365 giorni l'anno, deve regalare metà dei suoi profitti allo Stato e gode di alcun privilegio rispetto a tante altre categorie, non è un "criminale", come sui telegiornali si ama tanto dire.
Gli artigiani edili onesti (e sono la maggior parte) condannano sempre il lavoro in nero, il non rispetto delle principali norme di sicurezza, lo sfruttamento sempre più diffuso del lavoro di clandestini.
Prima di parlare per sentito dire ed accusare a lama tesa tante persone, per favore, informatevi un po' sulle cose di cui si parla.
freerider3957
07/08/2008, 15:30
:blink: Cosa c'entra? Il tuo datore di lavoro non può fare nulla per la tua sicurezza durante il tragitto.......a meno di venire personalmente a prenderti a casa e assicurarsi che tu indossi le cinture di sicurezza.....
Quando penserai che la strada per andare al lavoro è troppo lunga e pericolosa potrai sempre cambiare lavoro......oppure provare con l'aereo.......che è statisticamente più sicuro di treno e auto.:rolleyes:
Vogliamo parlare allora di tutti quelli che lavorano sulla, e per la, strada?
1. non ho detto che il mio datore di lavoro deve garantire la sicurezza del percorso, ma solo rientrare nelle statistiche, perché ripeto: non vado a divertirmi!
2. la cintura di sicurezza la utilizzo come utilizzo il casco in moto, non perché una legge mi obbliga a farlo ma perché ne riconosco l'utilità in caso d'incidente.
3. se vado a lavorare lontano non é x mia scelta, perché anche a me piacerebbe alzarmi alle sette e mezza, e avere il lavoro sotto casa, ma non tutti hanno questa fortuna.
4. certo potrei cambiare lavoro, ma forse nn ti sei guardato molto intorno, visti i chiari di luna che ci sono adesso, al massimo posso diventare un'interinale con stipendio da fame.
Come pendolare chiedo solo un minimo di tutela previdenziale dallo stato (non dal datore di lavoro).
valterone
07/08/2008, 16:22
[QUOTE=freerider3957;1288953]1. non ho detto che il mio datore di lavoro deve garantire la sicurezza del percorso, ma solo rientrare nelle statistiche, perché ripeto: non vado a divertirmi!
Nemmeno io vado a divertirmi ma un incidente durante il tragitto non può essere assimilato a uno sul posto di lavoro. Specialmente se da queste statistiche si dovrà derivare le leggi per la sicurezza del posto stesso...
2. la cintura di sicurezza la utilizzo come utilizzo il casco in moto, non perché una legge mi obbliga a farlo ma perché ne riconosco l'utilità in caso d'incidente.
Questo era solo un esempio di (possibile) interesse del datore di lavoro per la sicurezza del dipendente. Se usi la cintura come anche il casco, buon per te, sei un saggio.
3. se vado a lavorare lontano non é x mia scelta, perché anche a me piacerebbe alzarmi alle sette e mezza, e avere il lavoro sotto casa, ma non tutti hanno questa fortuna.
Bè, senza polemica, ma non mi dirai che te l'ha imposto qualcuno, il lavoro che stai facendo.....e poi pensa che c'è sempre qualcuno che se la passa ancora peggio.....
4. certo potrei cambiare lavoro, ma forse nn ti sei guardato molto intorno, visti i chiari di luna che ci sono adesso, al massimo posso diventare un'interinale con stipendio da fame.
Qui ti do ragione.....ma se sei veramente stufo di prendere tre treni e alzarti alle cinque e mezza......
Come pendolare chiedo solo un minimo di tutela previdenziale dallo stato (non dal datore di lavoro).
La tutela durante il viaggio dovrebbe esserti garantita dalle assicurazioni che chiunqe eventualmente diventasse tua controparte in caso di sinistro, dovrebbe aver stipulato....
[QUOTE]
nel caso di infortunio nel tragitto di lavoro ci pensa l'inail a risarcirti i danni fisici, non è comunque corretto considerarle morti sul lavoro
tormento
07/08/2008, 22:40
Esatto.
Se dobbiamo parlare di sicurezza sul lavoro, con statistiche che poi andranno elaborate per redigere nuove norme e leggi, c'è bisogno di dati seri e non gonfiati o arrotondati per far notizia.
Tu freerider hai pienamente ragione a dire che, nel tuo tragitto casa-lavoro, sei esposto a dei rischi, ma quelli sono tutti a tuo carico o di chi te li provoca: vogliamo per caso obbligare tutti i datori di lavoro a risarcire gli incidenti che avvengono ai suoi dipendenti prima che entrano in azienda?
Sai quanti paraurti rigati e fasce rigide messe al collo.... mdasHUdasDIOHASud
Per quanto riguarda i cantieri, ci vorrebbero meno norme, ma fatte meglio e soprattutto fatte rispettare a tutti.
Non è possibile che grandi ditte edili piazzano cantieri a dir poco scandalosi, con ponteggi precari, disordine ovunque, attrezzature scadenti ed in uno o due anni di lavoro non passa alcun controllo, mentre i piccoli artigiani, che come sempre se la pigliano in culo da tutti, ogni mese sono sottoposti a ispezioni minuziose (che ti fanno perdere anche mezza giornata di lavoro se va bene) e vengono costantemente multati per puttanate come "il ponteggio dista dal muro in opera mediamente 2 cm in più rispetto alla norma" oppure "il bagno chimico non è perfettamente igienizzato", ma ancora "una carriola ha una ruota leggermente sgonfia".
Cazzate? Nient'affatto, forse in alcune zone d'Italia questo fenomeno è assente, ma in generale chi opera nell'edilizia sa che queste cose accadono spesso ed i poveri disgraziati si vedono comminare multe esose per delle stronzate che con la sicurezza hanno poco a che vedere.
Chi lavora onestamente, si pacca il culo 365 giorni l'anno, deve regalare metà dei suoi profitti allo Stato e gode di alcun privilegio rispetto a tante altre categorie, non è un "criminale", come sui telegiornali si ama tanto dire.
Gli artigiani edili onesti (e sono la maggior parte) condannano sempre il lavoro in nero, il non rispetto delle principali norme di sicurezza, lo sfruttamento sempre più diffuso del lavoro di clandestini.Prima di parlare per sentito dire ed accusare a lama tesa tante persone, per favore, informatevi un po' sulle cose di cui si parla.
Per chiudere il quadro dell'artigiano edile onesto devono farti pagare le case tutte in bianco.:ph34r:
Lady_Hawk
08/08/2008, 07:31
Il caldo probabilmente gli ha dato alla testa.
Povero Castelli, si vede che non ha mai lavorato in vita sua.
Lo manderei qualche settimana nel cantiere di una delle importantissime "Grandi Opere".
Chissà,magari qualcuno può aver fatto una cosa del genere ma bisogna rendersi conto che in questo paese non c'è la cultura della sicurezza.
Questa è la verità.
Herbie 53
08/08/2008, 07:53
Volevo solo portare la mia esperienza....lavoro molto nelle cave.....vi garantisco che su 100 persone che lavorano in una cava forse il 10% rispetta e si adegua alle norme.....lavorano in pantaloni corti....infradito,o zoccoletti in gomma colorati!!!!!,animali che girano liberamente,oche,cani ecc, nemmeno una mascherina per proteggersi dalla polvere che vi giuro è devastante.............e come zona non ho il Burundi ma l'entroterra ligure
Il caldo probabilmente gli ha dato alla testa.
Povero Castelli, si vede che non ha mai lavorato in vita sua.
Lo manderei qualche settimana nel cantiere di una delle importantissime "Grandi Opere".
Chissà,magari qualcuno può aver fatto una cosa del genere ma bisogna rendersi conto che in questo paese non c'è la cultura della sicurezza.
Questa è la verità.
sono daccordo sulla cultura della sicurezza, io però sono stato pure in Germania in uno stabilimento galvanico, un mio collega si è bagnato in faccia causa un errore di un tedesco con soda caustica, in giro non c'era neanche una doccia di emergenza, abbiamo dovuto usare la doccia dei bagni..stessa cosa ho visto negli impianti elettrici, non tutti i paesi CEE usano l'interruttore differenziale e fanno l'impianto anche di casa a norma come in Italia....
ma allora come succede che in Italia ci sono più morti sul lavoro che all'estero??
Volevo solo portare la mia esperienza....lavoro molto nelle cave.....vi garantisco che su 100 persone che lavorano in una cava forse il 10% rispetta e si adegua alle norme.....lavorano in pantaloni corti....infradito,o zoccoletti in gomma colorati!!!!!,animali che girano liberamente,oche,cani ecc, nemmeno una mascherina per proteggersi dalla polvere che vi giuro è devastante.............e come zona non ho il Burundi ma l'entroterra ligure
se la sicurezza non viene richiesta e applicata dai chi ne deve beneficiare tutto il resto va a monte.
sono daccordo sulla cultura della sicurezza, io però sono stato pure in Germania in uno stabilimento galvanico, un mio collega si è bagnato in faccia causa un errore di un tedesco con soda caustica, in giro non c'era neanche una doccia di emergenza, abbiamo dovuto usare la doccia dei bagni..stessa cosa ho visto negli impianti elettrici, non tutti i paesi CEE usano l'interruttore differenziale e fanno l'impianto anche di casa a norma come in Italia....
ma allora come succede che in Italia ci sono più morti sul lavoro che all'estero??
in Italia ci sono tante belle leggi, ma poco applicate o quando lo sono male.
giorgio bona
08/08/2008, 08:34
non sto qui a dirvi cosa vedo in cina...:wacko:
vi ho letto con piacer:wink_:...sul tema devo dir che son molto disinformato:cry:
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