Visualizza Versione Completa : Alitalia
sinceramente non me l'aspettavo da te quest'affermazione cmq
Ebola - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Ebola)
però qui non rende bene la pericolosità
:dry::dry::dry:
ALITALIA parte II:biggrin3:
ah ora ci sono
queste 2 pagine erano di pubblicità:biggrin3::biggrin3::biggrin3::biggrin3:
ma vaff.........:biggrin3:
:dry::dry::dry:
è vero non prendertela ma x me sei un guru della conoscienza e dell'informazione:tongue::biggrin3::biggrin3:
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http://soulista.blog.deejay.it/files/2008/03/silvio-guru.jpg
buonanotte! ..................:miaddormento:
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ciao guru buona notte
mo vo anche mi:biggrin3:
ROMA - "Chiedo un atto di fiducia verso il governo e verso l'azienda". Per una volta Gianni Letta, l'impassibile sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha alzato la voce di fronte all'insistenza di Guglielmo Epifani di voler siglare, oltre all'accordo, anche il verbale aggiuntivo, quello con le modifiche negoziate, soprattutto dalla Cgil, con i nuovi padroni dell'Alitalia.
Letta ben sapeva che la sua mediazione non poteva permettere a nessuno di vincere, se non altro nella forma. Nemmeno al segretario generale della Cgil, che pure ieri mattina a Palazzo Chigi ci aveva provato fino all'ultimo. D'altra parte era chiaro a tutti che per uscire dalla palude Alitalia serviva un pareggio tra chi (Cisl, Uil e Ugl) aveva già firmato una settimana fa, e la rientrante Cgil. Più o meno è andata così. Ciascuno potrà dire di non aver perso.
E la partita l'hanno giocata in tanti, su piani diversi e luoghi distinti: Palazzo Chigi, certo, e non più il ministero del Lavoro retto da Maurizio Sacconi; ma anche casa Veltroni, a Roma, nei pressi della sede della Cgil. È lì che martedì scorso, all'ora del tè, il leader del Partito democratico ha invitato Epifani insieme al presidente della Cai (la Compagnia aerea italiana), Roberto Colaninno. Una mediazione - non "ombra" - ma parallela. Dei cui esiti Veltroni ha informato sistematicamente Letta ma anche i leader della Cisl e della Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Una tattica che ha permesso di far incontrare di nuovo, dopo lo strappo del 18 settembre, i due litiganti (Epifani e Colaninno) "costretti" però all'intesa perché l'imprenditore di Mantova era stato chiaro: "Senza la Cgil non ripresento la mia offerta".
Ecco perché l'ipotesi di un accordo separato non è mai stata in piedi, nonostante qualche dichiarazione del premier Berlusconi accarezzasse proprio quella deriva. Invece da Colaninno c'era una sorta di pregiudiziale positiva sulla quale ha fatto perno l'iniziativa di Veltroni, prima chiedendo alla Cai di fare alcuni passi in avanti, poi favorendo l'incontro tra l'industriale ed Epifani. Il tutto sul canovaccio scritto da Gianni Letta. Così quando l'altro ieri c'è stato il faccia a faccia tra il sottosegretario e il capo della Cgil l'accordo politico è stato raggiunto in poco tempo, mentre gli sherpa lavoravano agli emendamenti da agganciare al testo già firmato dalle altre confederazioni.
L'ultimo colpo, allora, Epifani l'ha tentato a Palazzo Chigi. Per provare a vincere in "zona Cesarini". Letta aveva appena detto che i testi con i chiarimenti sulle questioni indicate da Epifani e condivise dagli altri sarebbero stati "acquisiti". "Voglio rileggere i testi e siglarli almeno per "presa visione"", lo ha interrotto Epifani. "Garantisco io, come notaio", ha replicato infastidito e sorpreso il sottosegretario. "Tu fai il notaio, ma io voglio leggere e poi siglare". E Letta: "Ho chiesto un atto di fiducia verso il governo e verso l'azienda. La sigla rappresenterebbe un atto di sfiducia". In verità la firma sulle "note aggiuntive", relative ai precari, al trattamento di malattia degli assistenti di volo, alla garanzia sul mantenimento delle attuali retribuzioni per le fasce più basse, avrebbe sostanzialmente arricchito l'accordo precedente. Però nessuno doveva vincere. Infatti è stato a quel punto che Angeletti si è alzato e ha chiesto la firma sui testi già concordati. Con Letta a fare da notaio.
Poi la conferenza stampa. Che Bonanni ha tenuto per primo e da solo: "Abbiamo sottoscritto l'accordo già condiviso. Questa è la verità, le altre sono esigenze mediatiche". Eppure Cisl, Uil e Ugl hanno lasciato Palazzo Chigi con l'amaro in bocca. Dice Giuliano Cazzola, deputato del Pdl, mai tenero con la Cgil della quale è stato a lungo dirigente: "Ora il rischio per la Cisl e la Uil è di diventare irrilevanti se le controparti non vanno avanti senza la Cgil". Però Cisl e Uil hanno un rapporto preferenziale con questo governo. "Sì - dice Cazzola - ma a cosa gli serve?".
che amarezza direbbe il guru fearless1972.
Lady_Hawk
26/09/2008, 07:43
sHhJAdq_G5c&feature
la cordata:
http://static.blogo.it/tvblog/bagaglino.jpg
abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne, che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare, evidentemente.
Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia.
Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo.
Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in questa meravigliosa avventura.
Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company.
Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta.
Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni.
In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare.
Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito Democratico.
Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge.
ESZf6gKriak&feature=related
johnnybegood
05/10/2008, 17:12
lasciamo stare va
e adesso si prospetta di nuovo un intervento di air france,allora mi chiedo
non gliela potevamo dare 4 mesi fa????
cmq anche i piloti maltrattati e incolpati da tutti hanno messo a disposizione i loro tfr e stipendi x un tot di 340 milioni di €,allora forse ci sono andati un po giu pesante nei loro confronti o no????
poi mi chiedo,come mai solo adesso si è deciso di vendere alitalia con un'asta pubblica mentre prima o cai o nulla???
perchè il governo o chi che sia ha un'interesse particolare a vendere solo ed esclusivamente alla cai???
ipse dixit...:coool:
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