Antriple
17/12/2008, 07:25
Englaro; Ministero: In Ssn mai stop a nutrizione-idratazione
Roma, 16 dic. (Apcom) - In qualsiasi struttura del Servizio sanitario pubblico, sia essa pubblica, convenzionata o privata abilitata, non è possibile interrompere idratazione e nutrizione ai pazienti che si trovano in stato vegetativo. Unica deroga, il fatto che questi trattamenti che non sono considerati "medicali ma di assistenza" vengano rifiutati dal fisico del malato. E' quanto il senso dell'atto di indirizzo generale che il ministro del Lavoro e della Salute, Maurizio Sacconi, ha inviato a tutte le Regioni italiane e che tiene conto del parere del Comitato nazionale per la bioetica, della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell'Onu e dell'articolo 32 della Costituzione italiana.
Gli effetti di questo provvedimento sono evidenti sul caso di Eluana Englaro, anche se Sacconi ha ribadito più volte che "si tratta di un atto di ricognizione generale per fare chiarezza: era nostro dovere compierlo per non essere farisaici, non considerando l'incertezza che si sarebbe determinata nelle strutture del Servizio sanitario nazionale".
Le strutture che non si attengono a questo provvedimento compiono "un'illegalità", ha aggiunto Sacconi. In base a questo atto non sarà possibile interrompere l'alimentazione e l'idratazione per Eluana Englaro in strutture appartenenti al Servizio sanitario nazionale. "Nel decreto della Corte d'appello del resto - ha sottolineato il sottosegretario Eugenio Roccella, non si parla di strutture pubbliche. Si danno delle indicazioni su un singolo caso ma non c'è il riconoscimento di un diritto".
nuova ansa!
Eluana Englaro morirà a Udine.
Lo ha detto l'amministratore delegato della casa di cura "Città di Udine", Claudio Riccobon, struttura che era pronta ad accogliere la donna già ieri sera. "Avevamo indetto la conferenza stampa per questa mattina - ha detto Riccobon - perché a quest'ora, secondo quanto programmato, avrei confermato che la signora Englaro, su richiesta del padre, in forma gratuita e con l'assistenza prestata da una equipe di volontari, era ricoverata da stamattina in una stanza privata della casa di cura "Città di Udine" affinché quanto stabilito dal decreto della Corte d'appello di Milano fosse messo in atto. Come sapete, così non è avvenuto". Riccobon ha confermato che "ora la questione è legale, o meglio giuridica. Noi confermiamo la nostra disponibilità ma in un percorso chiaro dal punto di vista legale. Saranno i legali della famiglia a decidere quando. Noi siamo pronti". Poi ha aggiunto: ''L'atto di indirizzo del ministro Maurizio Sacconi e' arrivato con una tempestivita' quantomeno sospetta''. E comunque, ha spiegato Riccobon, ''l'incursione del ministro non intacca la validità del decreto della Corte d'Appello di Milano''.
Il prof. Defanti: atto subdolo e sottile - "Mi aspettavo manifestazioni di piazza, presidi, ma non un atto così subdolo e sottile: hanno individuato l'anello debole di tutta la catena, la clinica, attuando una minaccia concreta che potrebbe far presumere il venir meno del finanziamento". Lo ha detto Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha in cura da anni Eluana Englaro e che ieri pomeriggio era pronto a salire sull'ambulanza con la donna in stato vegetativo da quasi 17 anni per il trasferimento da Lecco a Udine. "Sembra di essere tornati indietro ai tempi di Montesquieu - ha detto ancora il neurologo - è come non essere più in uno Stato di diritto". Defanti comunque ha dichiarato di apprezzare molto la posizione assunta stamattina dalla clinica Città di Udine. "Hanno ribadito la loro disponibilità - ha detto il neurologo - ma giustamente vogliono anche tutelarsi".
"Grave la minaccia di tagliare i finanziamenti alle cliniche" - Secondo Defanti, l'atto del ministero ha colpito la struttura sanitaria che dovrebbe ospitare Eluana "é chiaro che se una struttura, sia pubblica che privata, accreditata al servizio sanitario nazionale, teme di vedersi togliere i finanziamenti è praticamente costretta a fare un passo indietro - ha detto Defanti - una minaccia del genere non avrebbe certo spaventato né il padre né gli avvocati né me stesso, ma è ovvio che chi gestisce una struttura deve tenere conto di tante cose".
La direttiva ministeriale - Intanto martedì il governo ha provato ad impedire ancora una volta, con strumenti quali l'atto di indirizzo generale, che pazienti quali Eluana Englaro possano cessare di vivere per effetto dell'interruzione dell'alimentazione. La direttiva ministeriale riguarda tutte le strutture sanitarie pubbliche, quelle private convenzionate e quelle private abilitate. In sostanza, q seguito di questo atto del ministro Sacconi, in tutte le strutture del Servizio sanitario nazionale non sarà possibile interrompere l'alimentazione sui pazienti in stato vegetativo, come preso nel caso di Eluana.
Roma, 16 dic. (Apcom) - In qualsiasi struttura del Servizio sanitario pubblico, sia essa pubblica, convenzionata o privata abilitata, non è possibile interrompere idratazione e nutrizione ai pazienti che si trovano in stato vegetativo. Unica deroga, il fatto che questi trattamenti che non sono considerati "medicali ma di assistenza" vengano rifiutati dal fisico del malato. E' quanto il senso dell'atto di indirizzo generale che il ministro del Lavoro e della Salute, Maurizio Sacconi, ha inviato a tutte le Regioni italiane e che tiene conto del parere del Comitato nazionale per la bioetica, della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell'Onu e dell'articolo 32 della Costituzione italiana.
Gli effetti di questo provvedimento sono evidenti sul caso di Eluana Englaro, anche se Sacconi ha ribadito più volte che "si tratta di un atto di ricognizione generale per fare chiarezza: era nostro dovere compierlo per non essere farisaici, non considerando l'incertezza che si sarebbe determinata nelle strutture del Servizio sanitario nazionale".
Le strutture che non si attengono a questo provvedimento compiono "un'illegalità", ha aggiunto Sacconi. In base a questo atto non sarà possibile interrompere l'alimentazione e l'idratazione per Eluana Englaro in strutture appartenenti al Servizio sanitario nazionale. "Nel decreto della Corte d'appello del resto - ha sottolineato il sottosegretario Eugenio Roccella, non si parla di strutture pubbliche. Si danno delle indicazioni su un singolo caso ma non c'è il riconoscimento di un diritto".
nuova ansa!
Eluana Englaro morirà a Udine.
Lo ha detto l'amministratore delegato della casa di cura "Città di Udine", Claudio Riccobon, struttura che era pronta ad accogliere la donna già ieri sera. "Avevamo indetto la conferenza stampa per questa mattina - ha detto Riccobon - perché a quest'ora, secondo quanto programmato, avrei confermato che la signora Englaro, su richiesta del padre, in forma gratuita e con l'assistenza prestata da una equipe di volontari, era ricoverata da stamattina in una stanza privata della casa di cura "Città di Udine" affinché quanto stabilito dal decreto della Corte d'appello di Milano fosse messo in atto. Come sapete, così non è avvenuto". Riccobon ha confermato che "ora la questione è legale, o meglio giuridica. Noi confermiamo la nostra disponibilità ma in un percorso chiaro dal punto di vista legale. Saranno i legali della famiglia a decidere quando. Noi siamo pronti". Poi ha aggiunto: ''L'atto di indirizzo del ministro Maurizio Sacconi e' arrivato con una tempestivita' quantomeno sospetta''. E comunque, ha spiegato Riccobon, ''l'incursione del ministro non intacca la validità del decreto della Corte d'Appello di Milano''.
Il prof. Defanti: atto subdolo e sottile - "Mi aspettavo manifestazioni di piazza, presidi, ma non un atto così subdolo e sottile: hanno individuato l'anello debole di tutta la catena, la clinica, attuando una minaccia concreta che potrebbe far presumere il venir meno del finanziamento". Lo ha detto Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha in cura da anni Eluana Englaro e che ieri pomeriggio era pronto a salire sull'ambulanza con la donna in stato vegetativo da quasi 17 anni per il trasferimento da Lecco a Udine. "Sembra di essere tornati indietro ai tempi di Montesquieu - ha detto ancora il neurologo - è come non essere più in uno Stato di diritto". Defanti comunque ha dichiarato di apprezzare molto la posizione assunta stamattina dalla clinica Città di Udine. "Hanno ribadito la loro disponibilità - ha detto il neurologo - ma giustamente vogliono anche tutelarsi".
"Grave la minaccia di tagliare i finanziamenti alle cliniche" - Secondo Defanti, l'atto del ministero ha colpito la struttura sanitaria che dovrebbe ospitare Eluana "é chiaro che se una struttura, sia pubblica che privata, accreditata al servizio sanitario nazionale, teme di vedersi togliere i finanziamenti è praticamente costretta a fare un passo indietro - ha detto Defanti - una minaccia del genere non avrebbe certo spaventato né il padre né gli avvocati né me stesso, ma è ovvio che chi gestisce una struttura deve tenere conto di tante cose".
La direttiva ministeriale - Intanto martedì il governo ha provato ad impedire ancora una volta, con strumenti quali l'atto di indirizzo generale, che pazienti quali Eluana Englaro possano cessare di vivere per effetto dell'interruzione dell'alimentazione. La direttiva ministeriale riguarda tutte le strutture sanitarie pubbliche, quelle private convenzionate e quelle private abilitate. In sostanza, q seguito di questo atto del ministro Sacconi, in tutte le strutture del Servizio sanitario nazionale non sarà possibile interrompere l'alimentazione sui pazienti in stato vegetativo, come preso nel caso di Eluana.