Smash82
26/03/2009, 11:11
riporto integralmente l'articolo e l'immgine connessa :D
ll fenomeno Facebook ed i rischi per la privacy
Refusenicks: The anti-Facebook movementFacebook è il sito fenomeno del momento: nel mondo attrae milioni di utenti (oltre 130 milioni) ed anche in Italia spopola (quasi 1 milione e mezzo).
Completamente gratuito per l’utente il sito trae guadagno dalla pubblicità (quasi 8 milioni di dollari al mese).
L’utente crea facilmente il profilo con le proprie foto, descrivendo i propri interessi personali, scambiano messaggi tra gruppi di amici.
Con un semplice clic si diventa amici e si condivide immediatamente la propria vita: (foto, propri contatti di amicizia, commenti personali) con questi nuovi amici virtuali: in pratica dei perfetti sconosciuti.
Facebook è utilizzato per i motivi più disparati: ci sono i nostalgici che tentano di riannodare i contatti con gli ex compagni di scuola o altri amici e conoscenti con i quali si sono persi i contatti. C’è chi vuole intraprendere conoscenze con nuove persone per sentirsi meno soli, colmando un senso di vuoto, o per rimorchiare potenziali partner ed avere un pizzico di avventura. Infine c’è chi lo usa per farsi pubblicità.
Ci si sente importanti ad avere decine o centinaia di amici virtuali con i quali si chiacchiera di tante cose.
Attenzione però, di tutto quello che si dice e si commenta rimane sul web sempre una traccia, c’è chi potrebbe rubare i nostri dati personali, le nostre opinioni espresse, i nostri flirt virtuali: la lesione della nostra privacy è dietro l’angolo.
Una falla nel servizio o l’inesperienza di alcuni chattatori possono portare a problemi, anche gravi, con conseguenze non solo per il singolo utente, ma anche per i suoi contatti e per il servizio stesso.
Truffatori, attraverso eventuali bug, possono prendere il controllo del nostro computer e scovarne i dati personali che ci identificano o altre informazioni sensibili: come i dati e password della carta di credito oppure i nostri log (file che contengono la cronologia degli eventi di sistema, “promemoria” delle conversazioni svolte).
La privacy è un diritto fondamentale da salvaguardare: il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata, salvaguardia della libera e piena autodeterminazione dell’individuo.
Diritto riconosciuto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (art. 8) e dalla Costituzione Italiana (artt. 2, 14, 15 e 21) nonché dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, nr 196.
Noi abbiamo il diritto che nessuno invada il "nostro mondo" precostituito, il diritto che ciascuno possa liberamente esprimere le proprie aspirazioni più profonde e realizzarle, attingendo liberamente e pienamente ad ogni propria potenzialità.
Il diritto a salvaguardare i nostri dati sensibili (idonei a rivelare "l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale" di una persona).
Ma anche i nostri dati comuni (informazioni, come nome, cognome, indirizzo, numeri di telefono, che consentono di individuare una persona fisica).
Internet quindi, e soprattutto questi siti come Facebook possono essere un luogo pericoloso per la nostra privacy anche perché il mezzo stesso non è stato concepito per scambiare o gestire dati sensibili.
In un contesto simile, mantenere l’anonimato risulta spesso arduo e risulta più semplice per i malintenzionati accedere alle nostre informazioni riservate.
La miglior difesa per la nostra privacy, in questa situazione di precarietà, consiste nell’utilizzare il buon senso e evitare di dare troppe notizie di noi su internet o al primo “amico virtuale” che si conosce.
http://www.cosechenonvanno.com/wp-content/uploads/image/facebook-death.jpg
fonte:
Scritto il 11 dicembre 2008 da Gianni di Tacco
http://www.cosechenonvanno.com/tag/social-network
ll fenomeno Facebook ed i rischi per la privacy
Refusenicks: The anti-Facebook movementFacebook è il sito fenomeno del momento: nel mondo attrae milioni di utenti (oltre 130 milioni) ed anche in Italia spopola (quasi 1 milione e mezzo).
Completamente gratuito per l’utente il sito trae guadagno dalla pubblicità (quasi 8 milioni di dollari al mese).
L’utente crea facilmente il profilo con le proprie foto, descrivendo i propri interessi personali, scambiano messaggi tra gruppi di amici.
Con un semplice clic si diventa amici e si condivide immediatamente la propria vita: (foto, propri contatti di amicizia, commenti personali) con questi nuovi amici virtuali: in pratica dei perfetti sconosciuti.
Facebook è utilizzato per i motivi più disparati: ci sono i nostalgici che tentano di riannodare i contatti con gli ex compagni di scuola o altri amici e conoscenti con i quali si sono persi i contatti. C’è chi vuole intraprendere conoscenze con nuove persone per sentirsi meno soli, colmando un senso di vuoto, o per rimorchiare potenziali partner ed avere un pizzico di avventura. Infine c’è chi lo usa per farsi pubblicità.
Ci si sente importanti ad avere decine o centinaia di amici virtuali con i quali si chiacchiera di tante cose.
Attenzione però, di tutto quello che si dice e si commenta rimane sul web sempre una traccia, c’è chi potrebbe rubare i nostri dati personali, le nostre opinioni espresse, i nostri flirt virtuali: la lesione della nostra privacy è dietro l’angolo.
Una falla nel servizio o l’inesperienza di alcuni chattatori possono portare a problemi, anche gravi, con conseguenze non solo per il singolo utente, ma anche per i suoi contatti e per il servizio stesso.
Truffatori, attraverso eventuali bug, possono prendere il controllo del nostro computer e scovarne i dati personali che ci identificano o altre informazioni sensibili: come i dati e password della carta di credito oppure i nostri log (file che contengono la cronologia degli eventi di sistema, “promemoria” delle conversazioni svolte).
La privacy è un diritto fondamentale da salvaguardare: il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata, salvaguardia della libera e piena autodeterminazione dell’individuo.
Diritto riconosciuto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (art. 8) e dalla Costituzione Italiana (artt. 2, 14, 15 e 21) nonché dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, nr 196.
Noi abbiamo il diritto che nessuno invada il "nostro mondo" precostituito, il diritto che ciascuno possa liberamente esprimere le proprie aspirazioni più profonde e realizzarle, attingendo liberamente e pienamente ad ogni propria potenzialità.
Il diritto a salvaguardare i nostri dati sensibili (idonei a rivelare "l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale" di una persona).
Ma anche i nostri dati comuni (informazioni, come nome, cognome, indirizzo, numeri di telefono, che consentono di individuare una persona fisica).
Internet quindi, e soprattutto questi siti come Facebook possono essere un luogo pericoloso per la nostra privacy anche perché il mezzo stesso non è stato concepito per scambiare o gestire dati sensibili.
In un contesto simile, mantenere l’anonimato risulta spesso arduo e risulta più semplice per i malintenzionati accedere alle nostre informazioni riservate.
La miglior difesa per la nostra privacy, in questa situazione di precarietà, consiste nell’utilizzare il buon senso e evitare di dare troppe notizie di noi su internet o al primo “amico virtuale” che si conosce.
http://www.cosechenonvanno.com/wp-content/uploads/image/facebook-death.jpg
fonte:
Scritto il 11 dicembre 2008 da Gianni di Tacco
http://www.cosechenonvanno.com/tag/social-network