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Verso la Raticosa
Il giubbotto è stretto, con le protezioni rigide sui gomiti, sulle spalle e la schiena. La mia armatura. Allaccio il casco ben stretto. Il mio elmo. Metto i guanti con i rinforzi in kevlar sul dorso della mano. Li infilo con cura nella manica del giubbotto e poi li fisso col velcro antistrappo. La moto fuori dal garage è già accesa. Bellissima. Meglio scaldarla un po' prima di usarla. “La macchina pulsante sembra cosa viva”. Ci salgo sopra e sento nel cuore il rispetto che devo portarle. Chiudo la visiera che da ora è la mia finestra su un mondo che oggi voglio tenere lontano. Parto piano ed esco in strada. Nel mio polso destro c'è l'energia che mi farà lasciare sola la solitudine, che impaurirà le mie paure. Qui non c'è posto per loro. Mi concentro e vado verso la natura della montagna. L'armatura mi isola dal freddo esterno. La guida e l'adrenalina dal freddo che viene da dentro. Qui non c'è posto per loro, e nemmeno per voi.
Ciao
Max
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Beh?!?!? Svegliato con vena poetica?...Mejo così! Buon divertimento :oook:
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[QUOTE=Roksan;7077799] “La macchina pulsante sembra cosa viva”.
Tocco di classe molto apprezzato...!!!
E continuando con le citazioni "alte" del Francesco, ai non motociclisti spesso non resta che dire ...
"Vedi caro è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già "
Pace fratelli
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Penso che dopo un periodo di fermo (ad esempio inverno ) rivestirsi da moto, accendere la moto e sentire ancora il rumore è una cosa bellissima ...
Soprattutto se al primo giretto si va in un posto dove non si va da tempo
Inviato dal mio GT-I9195 con Tapatalk 2
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La Raticosa poi, per chi la frequenta, è magica.:w00t:
Quest'estate ci sono salito di notte da Idice per vedere le stelle cadenti dal piazzale dello chalett. Strada deserta e faro che scuarcia la notte.. D'estate è bellissima anche così.:cool:
Si raggiunge da diverse strade comunque. Quella che preferisco è la ss65 della Futa, che sale da Pianoro.
Una strada conosciuta ma sempre bellissima.. E credo che ognuno di noi, sulla strada che preferisce e che ogni tanto ripercorre, abbia in mente un punto, una curva, una casa sul ciglio, che rappresenta la "linea di start". Arrivati alla quale si chiude la visiera e si impugna il joystik.
Magnifica..
Grazie del pensiero Roksan. Ora che sono a casa con la febbre mi mancano ancora di più le pistonate della mia Paperona.:sad:
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Mi sono permesso, da frequentatore piuttosto assiduo del passo, di apportare solo alcune piccole modifiche a queste belle righe, spero vorrai passarmele senza crocifiggermi..:dubbio:
"Il giubbotto è stretto, con le protezioni rigide sui gomiti, sulle spalle e la schiena. La mia armatura. Allaccio il casco ben stretto. Il mio elmo. Metto i guanti con i rinforzi in kevlar sul dorso della mano. Li infilo con cura nella manica del giubbotto e poi li fisso col velcro antistrappo. La moto fuori dal garage è già accesa. Bellissima. Meglio scaldarla un po' prima di usarla. “La macchina pulsante sembra cosa viva”. Ci salgo sopra e sento nel cuore il rispetto che devo portare agli altri bikers come me che incrocerò. Chiudo la visiera che da ora è la mia finestra su un mondo che oggi voglio tenere lontano. Parto piano ed esco in strada. Nel mio polso destro c'è l'energia che mi farà lasciare sola la solitudine, che impaurirà le mie paure, ma cercherò di imbrigliarla perchè la strada è di tutti. Qui non c'è posto per gli eccessi. Mi concentro e vado verso la natura della montagna. L'armatura mi isola dal freddo esterno. La guida e l'adrenalina dal freddo che viene da dentro. Qui non c'è posto per loro, e nemmeno per voi, smanettoni del fine settimana, la pista è il vostro eden.
Ciao
Max"