Grazie Manila per avercelo restituito!
Roma, 19 lug. (Apcom) - Padre Giancarlo Bossi, il missionario rapito lo scorso 10 giugno e liberato questa sera nelle Filippine, ha parlato con l'ambasciatore d'Italia a Manila, Anna Fedele Rubens, e con i familiari a cui ha riferito di trovarsi in buone condizioni di salute. Lo ha riferito la Farnesina. "Grazie a tutti, grazie" ha detto la sorella Pinuccia a Sky Tg24 con la voce rotta dall'emozione e dalla gioia. "L'ho sentito per qualche minuto per dirmi che era lui e che sta bene e che sta tornando alla sede generalizia del Pime (Pontificio istituto missioni estere) - ha aggiunto - mentre per tornare in Italia serviranno 7-8 giorni". Cosa gli dirà appena lo sentirà di nuovo? "Gli dirò, che cavolo hai fatto che hai preoccupato tutta Italia?", ha poi concluso. "Oggi è il compleanno di nostra madre, la più bella notizia è che hanno liberato Giancarlo" ha raccontato, invece, con le lacrime agli occhi, Marcello Bossi, il fratello del missionario. "Anche nostra madre ha parlato con lui - prosegue ai microfoni di Sky Tg24 - eravamo insieme a festeggiare il suo compleanno e la notizia più bella è stata la sua liberazione". Marcello Bossi riferisce che la famiglia era "in contatto con la Farnesina fin dalle 17 di questo pomeriggio e poi intorno alle 20.30 abbiamo ricevuto la grande notizia". "E' stato liberato da militari filippini", aggiunge il fratello del missionario italiano, che conclude: "Questi 40 giorni? Un'esperienza di vita". Sono stati "criminali locali" a tenere in ostaggio il missionario, ha spiegato padre Luciano Benedetti, suo confratello. Il sacerdote sarebbe stato tenuto prigioniero relativamente vicino a dove opera abitualmente. La liberazione - riferisce la Misna - è avvenuta nella zona di Sibugay Bay, sulla penisola di Zamboanga, nella parte occidentale dell'isola di Mindanao; la parrocchia di Payao, dove il missionario italiano lavorava, si trova a pochi chilometri, mentre la capitale Manila ne dista oltre un migliaio. "Non sappiamo ancora se è stato liberato con un blitz e nemmeno se sia stato pagato un rilacio. Non abbiamo elementi sulla dinamica del rilascio" ha spiegato ancora il missionario Benedetti. A dare l'annuncio della liberazione del sacerdote è stato Prodi fuori da palazzo Chigi. Il premier si è presentato senza giacca, con le maniche della camicia arrotolate, spiegando di aver lasciato la "riunione tecnica sulle pensioni per dare un annuncio importante: "Un'auto lo sta portando ad un posto di polizia filippino - dice Prodi - Sono felice, oggi è anche il giorno del compleanno della sua mamma, una coincidenza molto felice". Prodi ha poi ringraziato tutti "coloro che hanno lavorato per la liberazione: il ministero degli Esteri, i Servizi". Gioia e soddisfazione espresse anche dal ministro degli Esteri D'Alema che ha tenuto a ringraziare innanzitutto le Autorità filippine per la fattiva collaborazione offerta in ogni fase del sequestro. Analogo vivo apprezzamento il Ministro ha espresso per la disponibilità e la cooperazione assicurata dal Pontificio Istituto per le Missioni Estere e dalla Segreteria di Stato vaticana. D'Alema ha inoltre manifestato la sua gratitudine all'On.Margherita Boniver, al Vice-Ministro Danieli e al Sottosegretario Vernetti per l'impegno costantemente profuso per ottenere l' esito positivo. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non appena saputo della liberazione di padre Bossi, ha espresso soddisfazione per la soluzione della vicenda e, secondo quanto si apprende in ambienti del Quirinale, si è mostrato "lieto per la buona notizia".
