oh Filippo, se intendi quando nell'articolo si parla del fatto che in Italia la produzione dei tamponi è sovradimensionata rispetto alle necessità nazionali, guarda che chi parla è l'ambasciatore USA in Italia
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oh Filippo, se intendi quando nell'articolo si parla del fatto che in Italia la produzione dei tamponi è sovradimensionata rispetto alle necessità nazionali, guarda che chi parla è l'ambasciatore USA in Italia
Qui al nord è cominciata la campagna elettorale, Fontana che recluta bertolaso per la nuova scatola vuota che sorgerà in ex fieramilano, perché voglio vedere dove troverà medici e infermieri per aprirla, ma d'altronde doveva far vedere che la ingente donazione del evasore esiliato a Nizza (0,1 % del suo patrimonio DICHIARATO) farà del bene al popolino italiano, dall'altra Zaia che fa proclami con foto e interviste a mascherine prodotte in Veneto che non proteggono una cippa e sembrerebbe o anche nocive...
moriremo tutti,ma non di virus,di ansia
Estratto dell'articolo di "REPUBBLICA" che ho linkato.
I mio commento all'articolo:
" Solidarietà........no comment."
Leggendo quanto di seguito, senza andare a processare l'azienda, gli Americani oppure chi nel governo è preposto a gestire questa emergenza, a voi sembra che da parte della comunità internazionale ci sia un atteggiamento solidale?
Sbaglierò ma a me non sembra proprio.
[Coronavirus, mezzo milione di tamponi da un'azienda di Brescia agli Stati Uniti
Prodotti nell'area focolaio dell'epidemia in Italia, sarebbero bastati per le esigenze di tutto il Nord. I kit diagnostici sono stati invece venduti agli Usa e trasferiti con un aereo militare. L'azienda: tutto regolare, non c'è carenza. Qualcuno nel nostro Paese lo sapeva?
di GIANLUCA DI FEO
19 Marzo 2020
3' di lettura
Il mondo intero dice che è una guerra. E per la prima volta nella Storia sembra essere di tutti contro tutti, senza più alleanze. Ogni nazione pensa per sé, usando ogni mezzo per garantirsi le armi vincenti contro il virus: tamponi, mascherine, respiratori. Così gli Stati Uniti sono riusciti a comprare mezzo milione di kit per individuare il contagio a Brescia. E li hanno trasferiti a Memphis con un aereo militare.
Mercoledì l'America ha festeggiato per l'arrivo di un carico di tamponi, appunto mezzo milione di pezzi. Una scorta impressionante: nel nostro Paese dall'inizio dell'epidemia ne sono stati fatti poco più di 100 mila. Ma quella provvista sbarcata negli Usa proveniva dalla base americana di Aviano, poco distante da Pordenone. Sì, in Italia c'era una colossale riserva di test diagnostici, disponibile a poche decine di chilometri dall'epicentro del Covid-19: strumenti che le nostre regioni cercano in tutti i modi per arginare la diffusione del morbo ma che non riescono a trovare.
Rep
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L'annuncio della spedizione transatlantica è stato fatto su Istagram, assieme alla foto della stiva di un quadrireattore C-17 Globemaster dell'Air Force colma di contenitori con i kit. Poi il post è stato rimosso. Ma la notizia ha trovato conferma ufficiale nelle parole del portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman. "Ci sono elementi multipli per fare il test - ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale - I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c'è il liquido dove svilupparli. Questo è ciò che abbiamo portato dall'Italia". Il generale ha detto che i materiali vengono prodotti negli Usa e all'estero, senza precisare dove fossero stati reperiti. E ha aggiunto: "Questo è un grande esempio di come le nazioni lavorino insieme per assicurare che venga data risposta alle domande globali".
E il mezzo milione di test è stato prodotto proprio in Italia. Da un'azienda di Brescia, la città che in queste ore è in prima linea nella battaglia contro il morbo: la Copan Diagnostics. Lo conferma a Repubblica l'ambasciatore Lewis Einsenberg: "Siamo lieti che l'azienda italiana Copan Diagnostics continui a produrre tamponi per i test del Covid-19 in quantità sufficienti per soddisfare le richieste in Italia e le vendite all'estero. Il settore privato italiano contribuisce a salvare vite nel mondo. Mi congratulo per questo sforzo". E precisa: "Gli Stati Uniti continueranno ad acquistare questi tamponi da aziende italiane secondo le proprie necessità. Gli Stati Uniti e l'Italia continuano a lavorare insieme in strettissima collaborazione".
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La notizia appare sorprendente. Una ditta lombarda aveva a disposizione una quantità di tamponi sufficiente per i bisogni di tutto il Nord ed invece è stata venduta oltre Oceano. Ci hanno battuto sul prezzo? Circolano diverse informazioni sulle iniziative del governo americano per rifornirsi di mezzi contro il Covid-19. La Casa Bianca, ad esempio, avrebbe offerto somme altissime per ottenere l'esclusiva del vaccino sperimentato dai laboratori tedeschi CureVac: un'operazione bloccata dall'intervento di Berlino a cui è seguito quello dell'Unione Europea che ha stanziato 80 milioni per impedire la fuga del brevetto. In queste ore, ci sono aste mondiali per acquistare a prezzi crescenti anche stock di mascherine e respiratori: una sfida economica, in cui vince il più forte. Come in guerra. Ma senza più alleanze che tengano.
All'inizio si era pensato che i tamponi venissero dalle basi militari americane. Ad Aviano esiste un grande deposito di materiali medici, accumulati in vista di un conflitto. È il Medical War Reserve Materiel del 31mo stormo statunitense: un video dello scorso dicembre mostra un gigantesco hangar zeppo di componenti per ospedali da campo, strumentazione diagnostica e medicinali. Tutti pronti per essere imbarcati sugli aerei e arrivare ovunque in poche ore. Un'altra scorta dovrebbe trovarsi a Camp Darby, alle porte di Livorno, il più grande arsenale dislocato fuori dagli States. Entrambi i magazzini strategici nei documenti del Pentagono vengono indicati, seppur nell'ultimo punto delle priorità, come utilizzabili per "le nazioni ospiti". Ossia l'Italia. Ma nulla è stato messo a disposizione del nostro Paese. Citando Winston Churchill, nel suo libro il leggendario generale Jim Mattis, ex capo del Pentagono, ha scritto: "C'è una sola cosa peggiore che combattere assieme agli alleati, combattere senza alleati". Era una critica alla politica estera di Donald Trump. Un monito che vale anche nella guerra contro il virus.
La realtà però è diversa. I tamponi erano pronti a Brescia, nel cuore dell'epidemia, dove medici e infermieri lottano per bloccare il morbo prima che travolga Milano, dove ogni giorno migliaia di persone rischiano il contagio. Il nostro governo ne era informato?
La Copan Diagnostics replica che "tutto è avvenuto alla luce del sole. Non dovevamo avvertire le autorità italiane: sono prodotti in libera vendita. E noi siamo un'azienda leader che esporta in tutto il mondo. Non c'è carenza di tamponi: nelle scorse settimane in Italia ne abbiamo venduti più di un milione e possiamo soddisfare tutte le richieste. Il problema non sono i kit, ma i laboratori per analizzarli". E precisa: "Quello stock non è stato acquistato dal governo statunitense, ma da società private e distributori americani. Lo hanno trasportato con un volo militare soltanto perché non c'erano aerei commerciali disponibili".
I siti web che tracciano il traffico nei cieli hanno accertato che il jet dei tamponi è decollato da Aviano lunedì 16 marzo nel primo pomeriggio. In quel momento in Italia erano censiti quasi 30 mila casi e 2.158 morti. Negli Stati Uniti i decessi erano solo 86 e i positivi 4.500.
coronavirus]
Sono complessivamente 33.190i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a mercoledì di 4.480 unità. Il numero complessivo dei contagi è 41.035. Le vittime sono in totale 3.405 (427 in più di mercoledì). Sono infine 4.440 i guariti, 415 in più nelle ultime 24 ore. I dati sono stati forniti dal commissario per l'emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione Civile. Preoccupano i numeri di Milano: in un giorno 634 contagi, mentre sono 14 i medici deceduti in tutta Italia.
TONY le magnific
C'è gente che abbandona i cani per paura del contagio.
Premesso che dagli studi Oms non sono contagiabili né lo trasmettono, fare un gesto del genere verso creature indifese e che aiutano in momenti così difficili senza secondi fini, evidenzia ancor di più, che il genere umano è la peggiore razza al Mondo.
A queste persone dico di non preoccuparsi del Covid 19 perché sono già malati di un virus peggiore: stupidità e incapacità di provare amore.
Anche se noi del forum TCP abbiamo dato prova più volte di amare gli animali, tant'è che anni fa ci aprii anche
http://www.forumtriumphchepassione.c...no-il-tcp.html
e quindi tra di noi potrebbe sembrare superfluo dirsi queste cose, posto questo pensiero per sensibilizzare tutti noi per impedire che ciò accada, magari ad opera di un nostro vicino insensibile ;)
nella foto il lupaccio con Milou :wub:
Allegato 263739
È un golden? :lingua:
Allegato 263740
:wub:
Ma non si starà confondendo il tampone con il test vero e proprio?Ho sentito che la Copan Diagnostic può produrre 10 milioni di questi tamponi a settimana....
al momento il test COVID consiste semplicemente in un tampone (una specie di cotton fioc) col quale si raccoglie materiale biologico dalle vie aeree (cavità nasali, gola)
dal materiale raccolto si purifica l'RNA trovato e si va a vedere se tra questo RNA si trova quello virale...a questo punto si è positivi
il costo di questo tampone è circa 1 euro...il costo delle analisi, che si fanno in laboratorio, è circa 90 euro per il nostro SSN...ma questo è un costo stimato perchè la farmacoeconomia risente di tanti fattori che possono far variare il costo...comunque a spanne ci siamo
altri test sono in fase di studio o addirittura di lancio...assomiglieranno ai kit per la positività alle droghe e saranno più veloci, circa 1 ora...il costo non riesco ad ipotizzarlo sinceramente perchè dipenderà da quanti se ne riuscirà a produrre...
altro non esiste sicchè, tornando all'articolo...se l'azienda italiana è riuscita a sfilare dei denari, spero tanti, per dei semplici cotton fioc (particolari, sterili ma alla fine dei cotton fioc) a quel coglione di Trump beh inchiniamoci al genio italico :biggrin3:
PS ho una bassa considerazione della maggior parte dei giornalisti...tuttologi costretti a scrivere di tutto senza mai poter approfondire e capire quello che scrivono...questo ne è un esempio lampante
PS 2 ecco perchè non ci si può laureare su facebook o in rete