Anche la val d aosta è una regione a statuto speciale, eppure gli impianti li hanno chiusi ai sensi del dpcm, ti basta andare sul sito di cervinia a controllare cio che sto scrivendo
https://www.cervinia.it/it/estate/im...reuil-cervinia
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https://www.ilfattoquotidiano.it/202...egole/5980332/
Al di là della situazione paradossale di un partito di governo che "prima" tace e "poi" spara a zero su un provvedimento già varato, mi duole ammettere che ritengo condivisibile molto di ciò che dice Renzi, e non succede spesso.....
Già, ma la prima parte del tuo discorso fa capire con che razza di gente abbiamo a che fare.
:sad:
Comunque è fantastico che la stampa avesse già la bozza del decreto prima che venisse firmato.
E che poi il definitivo fosse diverso dalla bozza.
io mi sono accorto di 1 cosa in questo periodo di "libertà"
TROPPA, ma veramente TROPPA gente ha vissuto come se tutto fosse finito e questo lo abbiamo capito
la cosa peggiore però, secondo me , e che molte attività commerciali (e non) non hanno avuto l'intelligenza e la severità nell'applicare le norme base anticovid
piccolo, ma gravissimo esempio l'ho avuto domenica
sono stato a Catania e all'andata sull'aereo eravamo distianziati e con posti liberi tra noi (a parte tra me e mia moglie ) e parlo di Volotea
al rientro Ryanair ha riempito l'aereo senza distanziamento (cosa che avrebbe dovuto fare ) e cosa ancora piu STUPIDA ha assegnato (cosa che molti di voi sanno meglio di me ) i posti a caso
quindi mia moglie che era seduta davanti e io avevo in parte a me 1 sconosciuto
in più al gate noi eravamo tra i pochi viaggiatori ammassati mentre altri erano distianziati
io segnalerò la cosa a chi di dovere ,ma tanto non succederà nulla
https://www.youtube.com/watch?v=exa58MQrw9A
a voglia te mascherine…….
:madoo:
Benessum...
Beh dai, a qualcosa servono, ad esempio per condensare virus e batteri su un’unica superficie per ore e ore, forse per giorni.
:blink:
mi piove sul bagnato :cry:
direi che è abbastanza usuale
Per stabilire quanto sia grave una malattia infettiva, e quindi quali misure prendere per far fronte al problema, è necessario conoscere dei dati epidemiologici che ci sono ormai familiari, come la trasmissibilità dell’infezione o la letalità della malattia. Il tasso di letalità corrisponde al numero di decessi correlati alla patologia diviso il numero di casi totali. Un calcolo apparentemente semplice, eppure valutare il tasso di letalità del Covid-19 è tutt’altro che facile, come hanno spiegato Timothy Russell, epidemiologo matematico della London School of Hygiene and Tropical Medicine e il Professor Eskild Petersen, dell’European Society for Clinical Microbiology and Infectious Diseases di Basilea.
Qual è il tasso di letalità stimato al momento per il Covid-19?
Russell: Il tasso di letalità del Covid-19 varia molto da un luogo all’altro e dipende da diversi fattori. È correlato in particolare all’età (più si è anziani più è elevato), quindi alla distribuzione demografica. Questo aspetto rende complicato perfino fare delle stime europee perché l’età media non è la stessa tra un Paese e l’altro. Comunque si calcola un range che va dallo 0,3% all’1%. Nel Regno Unito siamo intorno allo 0,9%.
Petersen: Infatti. Naturalmente India e Africa, in cui la popolazione è molto più giovane, non hanno lo stesso tasso di letalità dell’America del nord, del Giappone e di molti Paesi Europei dove la popolazione è più anziana e con più comorbidità. In Lombardia, per esempio, è stato calcolato un tasso di letalità dello 0% fino ai 40 anni e del 16,6% tra le persone di più di 80 anni.
Come è stato calcolato fin ora questo parametro e cosa si dovrebbe fare per avere stime più accurate?
Russell: Le stime dell’epidemiologia di questa patologia sono sono state calcolate in modo piuttosto accurato e molto rapidamente. A febbraio/marzo abbiamo immaginato un range, per quanto riguarda la letalità, che variava dallo 0,2 all’1%. Intorno ad aprile/maggio abbiamo potuto confrontare queste stime con gli studi clinici ed erano piuttosto coerenti. Empiricamente, il modo migliore per valutare l’epidemiologia della malattia saranno comunque i test sierologici estesi.
Inizialmente ci sono state delle sovra-stime e poi delle sotto-stime della letalità di Sars-Cov-2 e questi dati, che avete appena fornito, per quanto affidabili, non sono definitivi. Perché è così difficile calcolare il tasso di letalità del Covid-19?
Russell: Calcolare il tasso di letalità per il Covid-19 è complesso per diverse ragioni. Prima di tutto molti soggetti sono asintomatici, quindi il numero di infetti vero è molto più elevato del numero di casi confermati. Bisogna poi tener conto del fatto che l’epidemia è in corso, quindi non si misura esattamente il numero di morti rispetto agli infetti, perché i morti di oggi si sono infettati nel corso delle settimane e dei mesi passati e non si conosce l’esito delle infezioni attuali. Quindi per effettuare questo calcolo occorrono dei modelli statistici, delle distribuzioni che fanno una stima del tempo che intercorre tra l’infezione e il decesso.
Petersen: C’è anche una quota d’incertezza dovuta a come ogni Paese valuta il numero di casi. Le prime stime cinesi sul tasso di letalità erano molto alte probabilmente perché il numero dei casi era sotto-stimato. Ci sono Paesi in cui vengono effettuati screening estesi, altri in cui questo non avviene e magari vengono considerati come infetti solo i pazienti ospedalizzati.
All’inizio del mese di ottobre Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha affermato che, secondo le stime dell’Oms, il virus potrebbe aver infettato, in questi mesi, il 10% della popolazione mondiale, ovvero 780milioni di persone. Se si rapporta questa stima al numero dei morti sinora registrato (circa 1,1 milioni) il tasso di letalità mondiale medio si assesterebbe sullo 0,14%. È possibile?
Russell: In generale, le stime dell’Oms sono ragionevoli. Ma il tasso di letalità che emergerebbe dal calcolo mi sembra troppo basso. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che potrebbero esserci state delle difficoltà nella valutazione del numero dei decessi al livello globale, in particolare in America del Sud e in Africa, in generale in quei Paesi che vengono definiti a medio e basso reddito. Sono usciti di recente degli articoli che suggeriscono che molti decessi associati al Covid-19, in alcuni Paesi (ad esempio in Siria) non sono stati segnalati nei rapporti ufficiali. Credo che se si prendesse in considerazione anche questo aspetto, dall’1,1 milioni di morti, si potrebbe passare ad un numero abbastanza più alto, forse si arriverebbe ad 1,6-1,7 milioni. In ogni caso ritengo che lo 0,14% sia davvero un tasso troppo basso e che dovremmo aspettarci un tasso di letalità di 0,6% circa se si considera tutto il mondo.
Quindi, comunque, nonostante il fatto che i casi reali sono molti di più di quelli confermati, non c’è paragone tra Covid-19 e influenza..
Russell: No, non c’è paragone. Certo, l’impatto dell’influenza varia molto da un anno all’altro e a volte può essere molto grave, basta ricordare cosa ha fatto la Spagnola. La letalità annuale comunque è dello 0,1%, mentre per il Covid-19, come dicevamo, siamo intorno allo 0,6%. C’è poi un’altra importante differenza: in entrambi i casi la gravità e la mortalità dell’infezione è legata alla presenza di comorbidità precedenti, il Covid-19 però provoca effetti a lungo termine anche nelle persone che prima erano sane, come danni polmonari, ictus e insufficienza renale.
Petersen: La gravità delle due patologie è molto diversa. In un articolo che abbiamo pubblicato di recente sulla rivista The Lancet confrontiamo i dati dell’influenza del 2009 con la mortalità del Covid-19 in Lombardia. Ne emerge che il Covid-19 in quella realtà è stato 100 volte più mortale. Quindi, almeno in una popolazione in cui l’età media è elevata, si tratta di una patologia molto più severa dell’influenza stagionale.
Ci aspetta un lungo inverno. Sulla base di queste riflessioni e di questi dati, quale credete dovranno essere le misure da adottare per limitare i contagi?
Petersen: Le stime dell’Oms vogliono dire che dopo 10 mesi il 90% della popolazione mondiale continua a non avere nessuna immunità contro questo virus: l’unica via d’uscita resta il vaccino. Nel frattempo bisogna continuare a fare ciò che siamo facendo: mascherine, distanze, evitare situazioni di aggregazione, tamponi, tracciamento dei contatti.
Russell: Abbiamo capito quali misure funzionano e quali no, ed è importante continuare con i test e il contact tracing. È difficile dire cosa sarebbe giusto fare e ovviamente, anche in questo caso, bisognerebbe fare delle valutazioni che variano da un Paese all’altro.
si certo :biggrin3:
essendo la letalità di una malattia semplicemente il rapporto tra morti per quella malattia in un tempo Y diviso tutti gli ammalati di quella malattia nello stesso identico tempo Y noi Italiani siamo al 6.9% (37479 morti/542789 positivi totali)...6.9% che è altissimo!!!
le domande che mi vengono sono:
-perchè si dice che la letalità sia dell'1% circa...
-lo si dice perchè forse stiamo sovrastimando i morti includendo anche morti con COVID?
-oppure per non allarmare le popolazioni?
-o anche perchè nel rapporto forse al denominatore aggiungono anche gli asintomatici stimati in 5 volte i sintomatici?
-o ancora perchè forse il testo riportato è tradotto male e per letalità si intende in realta mortalità?
indagheremo su questo per capire...a noi non la si fa...noi dobbiamo sapere cazzo :biggrin3:
preferivo il tempo sulle x e il numero di pazienti morti per 100 contagiati sulle y :)
poi, saggio suggerimento, vado a leggermi l'originale, se lo trovo
Quindi, comunque, nonostante il fatto che i casi reali sono molti di più di quelli confermati, non c’è paragone tra Covid-19 e influenza..
Russell: No, non c’è paragone. Certo, l’impatto dell’influenza varia molto da un anno all’altro e a volte può essere molto grave, basta ricordare cosa ha fatto la Spagnola. La letalità annuale comunque è dello 0,1%, mentre per il Covid-19, come dicevamo, siamo intorno allo 0,6%. C’è poi un’altra importante differenza: in entrambi i casi la gravità e la mortalità dell’infezione è legata alla presenza di comorbidità precedenti, il Covid-19 però provoca effetti a lungo termine anche nelle persone che prima erano sane, come danni polmonari, ictus e insufficienza renale.
Petersen: La gravità delle due patologie è molto diversa. In un articolo che abbiamo pubblicato di recente sulla rivista The Lancet confrontiamo i dati dell’influenza del 2009 con la mortalità del Covid-19 in Lombardia. Ne emerge che il Covid-19 in quella realtà è stato 100 volte più mortale. Quindi, almeno in una popolazione in cui l’età media è elevata, si tratta di una patologia molto più severa dell’influenza stagionale.
se fosse vero quello che dicono i due autori, e se il numero dei contagiati da covid eguagliasse quello dei contagiati da influenza (leggevo che in realtà la virulenza di covid è superiore, quindi a briglia sciolta potrebbero essere assai di più, ma poniamo che siano gli stessi, per comodità di calcolo) i morti da covid sarebbero 6 volte di più di quelli da influenza
ripeto, se le stime sono giuste
se invece consideriamo che la popolazione potrebbe infettarsi di piu rispetto all'influenza, poniamo 2 volte di più, il numero dei deceduti per covid sarebbe di 12 volte, con una differenza fra paesi con popolazione più giovane e quelli con popolazione più anziana, a sfavore di questi ultimi...
se vedessi lo stesso grafico con la colonna covid 12 volte più grande di quella influenza, credo che potresti avere una visione della questione un pò diversa
ragionamento fatto col falcione
stamattina ore 08:30 mi squilla il cellulare..
buongiorno sono la dott.xxxx..lei è positivo!!!!!
:cry:
sei ancora vivo? [emoji16]
Allora sei un POSIVIVO.
:biggrin3:
alé, n'altra pensione d'invalidità :madoo:
Allegato 268665
So ragazzi, scherzano...
:biggrin3:
Dai che si scherza! Lo sappiamo che sei un atleta, pugile per chi non lo sapesse! [emoji16][emoji123]
Semplice, per lavoro.....
:oook:
Dai Piero!!
https://it.notizie.yahoo.com/protest...210950177.html
il popolo a le palle piene
TONY le magnific
Dai Urasch, in bocca al lupo
Inviato dal mio LM-G710 utilizzando Tapatalk
Urasch mantienici informati, sia sul TCP che sui “mezzi non convenzionali”.
:oook:
“ AGI - Tafferugli a Roma nella manifestazione non autorizzata dove hanno preso parte militanti dell'estrema destra. Scontri con le forze dell'ordine si sono avuti all'altezza del lungotevere in Augusta, sul ponte Regina Margherita. I manifestanti hanno lanciato bottiglie di vetro e bombe carte. Sono stati incendiati anche diversi monopattini e biciclette. I manifestanti hanno anche dato alle fiamme due cassonetti e danneggiato alcune autovetture.
Questo non è il popolo che ne ha le palle piene.
Questi sono un gruppo di coglioni che non perde occasione per dare sfogo alla propria natura violente e danneggiare la priorità altrui.
ho solo avuto per un giorno la febbre a 37,5 martedi scorso poi nulla,venerdi feci il tampone...al momento sto bene lunedi dovrei ripeterlo e speriamo bene
crepi il lupo
sarà fatto grazie!!!!!
ho avuto una settimana fa febbre a 37,5 per mezza giornata,ho preso la tachipirina e il giorno dopo ero come nuovo...fortunatamente hanno deciso di fare il tampone..
facciamo a capirci una volta per tutte,
è da tempo che non si risponde più "crepi il lupo",
bensì l'esatto contrario, ovvero...
"VIVA IL LUPO"
IN BOCCA AL LUPO!
Non tutti conoscono la bellezza del significato del modo di dire “in bocca al lupo”.
L’augurio rappresenta l’amore della madre - lupo che prende con la sua bocca i propri figlioletti per portarli da una tana all’altra, per proteggerli dai pericoli esterni.
Dire “in bocca al lupo” è uno degli auguri più belli che si possano fare ad una persona.
E’ la speranza che tu possa essere protetto e al sicuro dalle malvagità che ti circondano come la lupa protegge i suoi cuccioli tenendoli in bocca.
Da oggi in poi non rispondete più "crepi" ma "VIVA IL LUPO!"
Anche se l'origine del modo di dire non è chiarissima, non è certo che esso sia nato nel mondo rurale, molto probabilmente dal linguaggio di pastori e allevatori, presso i quali il lupo era temuto come animale pericoloso per eccellenza, perché predatore di bestiame.
Secondo un'altra interpretazione, il detto sarebbe nato dal linguaggio dei cacciatori: i lupi infatti, sebbene non commestibili, venivano spesso soppressi in passato sia per salvaguardare il bestiame, sia perché considerati, a torto, pericolosi per la popolazione umana.
L'uccisione di un lupo era dunque considerato un gesto prestigioso, e il detto avrebbe avuto in origine il valore di un augurio di buona caccia.
In realtà il lupo, a dispetto dell'iconografia popolare, è per natura schivo dell'uomo.
Per altri il detto deriverebbe dal Greco per assonanza.
In greco era l'augurio "prendi la retta via" e come risposta si diceva "la prenderò".
Un'altra interpretazione, ancora, trova l'espressione come un augurio che si riferisce alla storia dell'origine di Roma. Romolo e Remo vennero salvati dalla lupa, che dopo averli trovati abbandonati in una cesta sul greto del Tevere, li allattò e li condusse al riparo in una grotta, portandoli in bocca.
Cosi, se qualcuno rivolge questa espressione all'altro, si augura fortuna oppure salvezza.
In questo caso, però, una risposta quale "Crepi" o "Crepi il lupo" non avrebbe senso, se non frutto dell'ignoranza sull'origine dell'augurio.
Un'ulteriore interpretazione è che “La bocca di lupo" era la lavagna dove i capitani che arrivavano alla Giudecca registravano il loro arrivo e la quantità di uomini e merci portati a casa.
Quindi dire in “bocca al lupo” significa fare buona navigazione ed augurare di tornare salvi in porto.
La totale perdita cognitiva dell'origine del detto ha fatto si che in questi ultimi vent' anni anziché il "grazie" di risposta all'augurio "in bocca al lupo" si sia arrivati per ignoranza al "crepi" o "crepi il lupo", in assoluto non senso come augurio.
(da internet)
In quanto alla risposta Crepi (il lupo)!, a partire dall'uso iniziale proprio al gergo dei cacciatori vi si opera un'estensione pragmatica all'insieme di situazioni in cui alla lingua viene attribuito il potere magico di scongiurare la mala sorte.
Un significato performativo analogo si ritrova in varie altre espressioni con il verbo crepare, tra cui Crepi l'avarizia!, Crepi l'astrologo!, anch'esso usato per scongiurare un cattivo presagio, nonché nelle imprecazioni con funzione di malaugurio: Crepa!, Che tu possa crepare!, Ti pigli il lupo! Che tu sia il pan dei lupi! citati nel Grande Dizionario della lingua italiana di S. Battaglia
(Torino, UTET, 1961-2002).” Paola Lamberti