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duncan
Perdonami ma se il livello di protezione si considerasse adeguato dopo 90gg, quale sarebbe il motivo di sollecitare il richiamo?
Parlavi di protezione non adeguata dopo 90 giorni, non mi sembra che si parli di terza dose dopo 90gg o ho capito male?
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massi69
vabbe' ti faccio un sunto per la prima parte....
JUVE MERDA
cosi ti agevolo il ragionamento 😜😍😘
ok, ma è un modo molto forzoso di voler mettere le mani avanti, e in più rasenta la mania di controllo , anche alla luce di ciò che è stato fatto per le implementazioni ti
Sulla prima parte :oook: :)
Sulla seconda parte: se non analizzi comprendi e prevedi non riesci a gestire i fenomeni (cosa che viene sempre criticata) altro che mania del controllo.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Monacograu
Parlavi di protezione non adeguata dopo 90 giorni, non mi sembra che si parli di terza dose dopo 90gg o ho capito male?
Dall'articolo al quale fai riferimento:
"Pfizer, efficacia cala dopo 3 mesi: l’importanza della terza dose
Essendo tutti gli adulti presi in esame stati vaccinati col medesimo vaccino, si può concludere che la protezione indotta dalle due dosi di Pfizer-BioNTech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi tre mesi. dal completamento del ciclo vaccinale. Il che rende ancora più giustificabile la considerazione di una terza dose in tempi ravvicinati."
A me sembra una affermazione per arrivare alla somministrazione della terza dose (e poi......) dopo tre mesi.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
duncan
Dall'articolo al quale fai riferimento:
"Pfizer, efficacia cala dopo 3 mesi: l’importanza della terza dose
Essendo tutti gli adulti presi in esame stati vaccinati col medesimo vaccino, si può concludere che la protezione indotta dalle due dosi di Pfizer-BioNTech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi tre mesi. dal completamento del ciclo vaccinale. Il che rende ancora più giustificabile la considerazione di una terza dose in tempi ravvicinati."
A me sembra una affermazione per arrivare alla somministrazione della terza dose (e poi......) dopo tre mesi.
Quella in rosso è la considerazione di chi scrive l’articolo. Quello che mi sembra di osservare invece, è che il calo di protezione dopo 3 mesi non sia così forte da richiedere una terza dose dopo 90 giorni
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Citazione:
Originariamente Scritto da
navigator
Citazione:
Originariamente Scritto da
duncan
Dall'articolo al quale fai riferimento:
"Pfizer, efficacia cala dopo 3 mesi: l’importanza della terza dose
Essendo tutti gli adulti presi in esame stati vaccinati col medesimo vaccino, si può concludere che la protezione indotta dalle due dosi di Pfizer-BioNTech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi tre mesi. dal completamento del ciclo vaccinale. Il che rende ancora più giustificabile la considerazione di una terza dose in tempi ravvicinati."
A me sembra una affermazione per arrivare alla somministrazione della terza dose (e poi......) dopo tre mesi.
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Monacograu
Quella in rosso è la considerazione di chi scrive l’articolo. Quello che mi sembra di osservare invece, è che il calo di protezione dopo 3 mesi non sia così forte da richiedere una terza dose dopo 90 giorni
Leggendo l'articolo postato da Navigator credo che la mia supposizione abbia un considerevole fondamento......
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a proposito di terze dosi....
https://www.repubblica.it/salute/202...id_-307142443/
è la Repubblica, la bibbia dei vaccinisti eh, non radio radio.... .
cos è cambiato nel frattempo?
hanno scoperto che il prezzemolo sta bene su tutti?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
duncan
Leggendo l'articolo postato da Navigator credo che la mia supposizione abbia un considerevole fondamento......
Lo sai che non ti seguo? Davvero, non sono ironico, comincio a pensare che non ho capito cosa tu voglia intendere….
Citazione:
Originariamente Scritto da
massi69
Al contrario di te non sono abbonato a Repubblica. E, non potendo leggere l’articolo, dal solo titolo non sono abituato a trarre conclusioni
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Monacograu
Al contrario di te non sono abbonato a Repubblica. E, non potendo leggere l’articolo, dal solo titolo non sono abituato a trarre conclusioni
hai ragione, dal titolo non si capisce....
cmq nell articolo, riassumendo, c è scritto che tt poi dipende dal segno zodiacale della persona e dal giorno in cui è stata inoculata l ultima dose, se pioveva o no, sai, un po come quando si imbottiglia il vino, e se c era luna crescente o calante
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Monacograu
Lo sai che non ti seguo? Davvero, non sono ironico, comincio a pensare che non ho capito cosa tu voglia intendere….
Semplicemente che secondo me a breve porteranno il periodo tra seconda e terza dose (chissà poi quante altre ne verranno) a tre mesi.
Ora si stanno già orientando su 4/5 mesi, ho fatto la prenotazione per i miei suoceri e la data è a sei mesi dalla seconda ma qualcuno in ospedale ha consigliato mio suocero di annullare la prenotazione e recarsi al primo open day e non aspettare il 21/12.
Lui ha fatto Astrazeneca, l'intervallo tra la prima e la seconda dose è stato lungo. Mia suocera ha fatto Pfizer, prima dose un po' dopo del marito ma seconda un mese prima. Alla prenotazione della terza ha fatto il vaccino due giorni dopo, da qui l'inquietudine di mio suocero che è andato ad informarsi e gli hanno dato il consiglio di cui sopra.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
massi69
In effetti titolo clickbait, però…tu lo hai letto davvero?
Perché se lo hai fatto è difficile sintetizzarlo in ciò che hai scritto….
Lo riporto per tutti😉
Sebbene ci siano diversi report con dati credibili su una sostanziale durata dell'immunità protettiva contro Covid-19 sia nei guariti a più di un anno che nei soggetti pienamente immunizzati (due dosi) dei correnti vaccini genici, rimane un diffuso convincimento che alla fine Sars-CoV-2, il perfido coronato, non sarà eradicato. Diventerà, cioè, endemico, magari con malattia di grado lieve-moderato, simil-influenzale, contro cui comunque almeno i soggetti a rischio, dovranno annualmente - o a diversa scadenza - rivaccinarsi.
La domanda allora è: con quale vaccino? Considerata l'elevata efficacia e l'accettabile profilo di sicurezza dimostrati dai due vaccini ad RNA nella vaccinazione primaria, la risposta sembrerebbe ovvia: ci facciamo un'altra dose dell'uno o dell'altro di questi due vaccini, opportunamente modificati per tener conto delle varianti. Purtroppo non è così semplice e l'esperienza fatta con questo imprevedibile virus non segue le leggi di Monsieur Lapalisse.
I vaccini che stiamo usando sono ancora autorizzati in via emergenziale, sono cioè in attesa di ottenere una approvazione finale da parte degli organi regolatori. Questi aspettano di saperne di più, non solo sull'efficacia vaccinale a lungo termine ma anche, e soprattutto, in merito al profilo di sicurezza delle due dosi. Peraltro, potrebbe essere inutile procedere a detta approvazione visto che Pfizer-BionTech e Moderna stanno già cambiando l'antigene vaccinale per tener conto delle varianti, come detto sopra. Comunque sia, di molecole di RNA si tratterà, magari con l'aggiunta di sequenze, tipo quelle dell'antigene nucleoproteico del coronavirus, che possano allargare il ventaglio delle risposte anticorpali e cellulari protettive.
C'è dibattito in materia e novità sono all'orizzonte. Ma il quesito importante ora è: abbiamo sufficienti prove che ripetute iniezioni di RNA, anche se a distanza di mesi o anni, soddisfino il requisito della sicurezza, che certamente ha una asticella più alta per una vaccinazione di richiamo routinario, in persone gìà vaccinate, di quella che abbiamo accettato per la vaccinazione in emergenza? La risposta è che non c'è alcuna prova perché mancano sperimentazioni in materia. Ci sono invero indizi biologici, clinici e sperimentazioni nell'animale di laboratorio che ci inducono a ritenere che multiple somministrazioni di RNA, perlomeno di come questa molecola è attualmente preparata, potrebbero non essere accettabili.
Notiamo, innanzitutto, che a differenza dei comuni vaccini non-genici, i vaccini ad RNA sono generalmente più reattogenici alla seconda dose rispetto alla prima, particolarmente per quel che riguarda gli eventi avversi sistemici, tipo febbre, cefalea e malessere diffuso. Oltre che dai risultati dei trials clinici, questo è anche evidente dai primi ma già abbondanti dati di farmacovigilanza pur coi limiti di sistema di notificazione passiva.
L'ultimo rapporto AIFA (n-5) riguardo alla segnalazione degli eventi avversi dopo somministrazione del vaccino RNA più largamente usato in Italia (Comirnarty, di Pfizer -BionTech) riporta che eventi avversi quali iperpiressia, cefalea, dolori articolari e muscolari sono associati fra loro, "realizzando un quadro di sindrome simil-influenzale, più spesso segnalata come reazione grave, altra condizione clinicamente rilevante" (testuale AIFA), dopo la seconda dose di Comirnaty.
Ma c'è molto di più in letteratura preclinica. La somministrazione per via sistemica di molecole di RNA viene a tutt'oggi associata, sin dalle prime applicazioni terapeutiche, a tossicità se ripetuta frequentemente anche quando, come nel caso dei vaccini, la sequenza viene modificata sia per incrementarne stabilità ed immunogenicità sia proprio per ridurne gli effetti immunotossici. Si tratta comunque di molecole che fortemente attivano il sistema immunitario, riconosciute da una molteplicità di recettori cellulari. Mentre questo è un vantaggio per le prime dosi, se invece sono ripetute a corti intervalli possono addirittura causare una riduzione della capacità immunizzante, come sostenuto da una nota esperta del settore, Margaret Liu, già accademica ad Harvard.
Con questi presupposti, un'ampia sperimentazione clinica prima dell'uso rimane d'obbligo. Se l'idea è, come alcuni sostengono, di rifarci una bella nuova somministrazione di RNA nel prossimo autunno, magari insieme al vaccino influenzale, (Moderna lo sta già preparando) è augurabile che i dati di questa sperimentazione siano resi disponibili al più presto.
C'è però un'altra possibilità, da valutare attentamente, anche se pur essa necessita di adeguata sperimentazione. Sono presenti o in dirittura d'arrivo, vaccini la cui tecnologia è nota da tempo per la sua sicurezza anche dopo somministrazioni multiple, in particolare in soggetti in età pediatrica, vedi il vaccino anti-epatite e i vari vaccini anti-pertosse acellulari. Si tratta di vaccini a subunità, con proteine ricombinanti. Uno di questi, il più vicino all'approvazione, è il vaccino Novavax, in cui la proteina trimerica Spike del coronavirus, non il suo codice di RNA, rappresenta l'antigene immunizzante. Si tratta di una proteina ricombinante ottenuta in linee cellulari di insetti (falene), formulata come nanoparticelle in adiuvante. Nel trial clinico appena completato questo vaccino è risultato altrettanto immunogenico e di fatto altrettanto protettivo dei due vaccini ad RNA, ma con una reattogenicità decisamente inferiore e, come d'uso per questi vaccini, la comunque bassa reattogenicità era uguale o inferiore dopo la seconda dose, Questo chiaramente risulta dai primi, sia pur parziali, dati pubblicati sul New England Journal of Medicine. Dei vaccini a subunità proteica abbiamo lunga esperienza di ripetuti richiami, anche a breve distanza (mesi) senza effetti collaterali di rilievo. Altri vaccini a subunità proteiche sono nella pipeline e ci aspettiamo dati conclusivi a breve.
Sarà difficile che questi vaccini trovino spazio adeguato come vaccinazione primaria nei Paesi, come il nostro, in cui entro pochi mesi quasi l'intera popolazione candidata alla vaccinazione di fatto sarà immunizzata. Il loro spazio è soprattutto pensato per quei Paesi con bassa copertura vaccinale. Per noi però il loro spazio è probabilmente quello dei richiami eterologhi, come peraltro pubblicamente sostenuto, in una recente intervista al New York Times, da Luciano Berio, un ex chief scientist della Food and Drug Administration.
Vaccini a subunità proteiche o inattivati come due dei vaccini della cinese Sinovac sono ottimi candidati a booster eterologhi di vaccini a RNA non solo per la loro sicurezza ma anche per la semplicità della logistica, distribuzione e catena del freddo. È sperabile che questi candidati a richiami vaccinali vengano presto sottoposti ad adeguata sperimentazione clinica.
In conclusione, sembra saggio non accettare come unica ed ovvia necessità che chi ha fatto un vaccino ad RNA continui a farlo negli anni. In attesa di conoscere se davvero avremo bisogno di richiami annuali del vaccino anti-Covid-19 prepariamoci ad accettare, previa sperimentazione, anche richiami con vaccini diversi.
Qui, forse a maggior ragione rispetto alla staffetta Astra Zeneca- Pfizer, la diversità di formulazione vaccinale potrà essere benefica nella lotta a questa malattia. Sarà quindi un codice genetico seguito dalla sua proteina la futura strategia vaccinale più opportuna e forse necessaria?
*Membro dell'American Academy of Microbiology; già direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed immuno-mediate dell'ISS, Roma
** Ordinario di Malattie Infettive presso l'Università Cattolica, Roma
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Originariamente Scritto da
massi69
hai ragione, dal titolo non si capisce....
cmq nell articolo, riassumendo, c è scritto che tt poi dipende dal segno zodiacale della persona e dal giorno in cui è stata inoculata l ultima dose, se pioveva o no, sai, un po come quando si imbottiglia il vino, e se c era luna crescente o calante
Ennesima conferma che ti fermi al titolo? :dubbio:
Citazione:
Originariamente Scritto da
duncan
Semplicemente che secondo me a breve porteranno il periodo tra seconda e terza dose (chissà poi quante altre ne verranno) a tre mesi.
Ora si stanno già orientando su 4/5 mesi, ho fatto la prenotazione per i miei suoceri e la data è a sei mesi dalla seconda ma qualcuno in ospedale ha consigliato mio suocero di annullare la prenotazione e recarsi al primo open day e non aspettare il 21/12.
Lui ha fatto Astrazeneca, l'intervallo tra la prima e la seconda dose è stato lungo. Mia suocera ha fatto Pfizer, prima dose un po' dopo del marito ma seconda un mese prima. Alla prenotazione della terza ha fatto il vaccino due giorni dopo, da qui l'inquietudine di mio suocero che è andato ad informarsi e gli hanno dato il consiglio di cui sopra.
Ok, ora mi è più chiaro :oook: