vai tranquillo :wink_:
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No no... hai capito benissimo........:biggrin3::biggrin3:
E' una cagata assurda quella poposta dal governo.....
Un cagata assurda e antiliberale, vessatoria nei confronti di alcuni (deboli) assolutamente inutile nei confronti di altri (forti).
E t'assicuro che non sono diventato comunista ex sindacalista :biggrin3::biggrin3::biggrin3:
se non ci fosse stato il datore di lavoro prima, non potrebbero esistere i dipendenti poi.
Non è come l'uovo e la gallina, è parecchio diverso.:wink_:
Io davvero conosco pochissima gente che non abbia un c.c. e di ottuagenari ne conosco non pochi, il problema maggiore è prelevare per contanti stipendi o pensioni comunque penso siano molto pochi in percentuale ad avere questa usanza.
Pagare fino a 500€ in contanti mi sembra un limite ragionevole e forse anche alto, tra le scappatoie come acconti/ saldi parziali etc. etc. si pesca solo parte di un'evasione spicciola. Ridurre il contante in circolazione non può che limitare il fenomeno oltre che dell'evasione di quello del riciclaggio quindi ben venga.
Il nero è un mercato a sè. Se abbasserano il limite contanti a 500 euro..non cambierà nulla. Quel mercato secondario andrà avanti lo stesso proprio perchè già in origine non risulta circolante.
Alle banche ...Citazione:
Limite del contante a 500: A chi serve realmente?
così invece che guadagnare facendo il loro lavoro, che è quello di prestare i soldi guadagnano in commissioni, molto più semplice e sicuramente meno rischioso.
Chiaro e preciso.
ardita la tua tesi :rolleyes: :biggrin3: ...
diciamo che "storicamente" fino a 2 secoli fa esisteva una situazione del tipo un padrone e tanti schiavi...ed effettivamente lo schiavo era "schiavo" non per scelta ma lo era fin dalla nascita ...e in tutto ciò il tuo ragionamento sulle tempistiche è +- giusto...ma da allora il lavoro si è evoluto fino ad avere un "rapporto di lavoro" nel quale le parti datore di lavoro/lavoratore sono sostanzialmente sullo stesso piano...tant'è che non è precluso a nessuno il fatto di passare dallo stato di lavoratore a quello di datore di lavoro...per cui il tuo ragionamento mi pare un pò avventato...sempre imho :rolleyes:
...che poi ultimamente con il giochetto della globalizzazione il lavoratore si è trovato in una condizione sfavorevole per via della presenza di altri lavoratori come lui che dall'altra parte dell'emisfero fanno lo stesso lavoro per 1/20 dello stipendio italico...bè questo è un discorso a se stante...
Mi sa che devi rileggerti qualche buon libro di storia.:wink_:
Di salariati ce ne sono da migliaia di anni. Con più o meno diritti (ma saresti stupito di sapere quanti fossero anche nell'antichità)
la condizione di schivitù (che non è affatto detto che sia dalla nascita, schiavi si poteva diventare per molte ragioni) coesisteva con il lavoro salariato. E', per esempio, acclarato che le piramidi furono costruite da maestranze in parte salariate e in parte schiave, lo schiavo era spesso relegato ai compiti più bassi e brutali, ma non era neppure questo uno standard dato che molti svolgevano compiti importanti e delicati. L'antichità è stata molto meno schematica e ogni epoca ha avuto le sue particolarità.
Quanto al primato (di esistenza) del datore di lavoro, è del tutto evidente. Se non hai un datore di lavoro non puoi avere dei dipendenti, ma puoi invece avere un lavoratore autonomo senza un datore di lavoro.
Datore di lavoro e prestatore d'opera non sono sullo stesso piano (la pari dignità umana è evidentemente fuori discussione per quanto è ovvia)
Ognuno ha i suoi diritti e i suoi doveri, ma il prestatore d'opera è subordinato al datore di lavoro. Il che non vuol dire che ci sia l'arbitrio dell'uno sull'altro, ma non sono su un piano di parità.
Non vedo cosa c'entri la possibilità per ciascuno di cambiare il proprio stato da prestatore d'opera a datore di lavoro (facoltà vecchia come il cucco e propria comunque della libertà)
E' verissimo che la globalizzazione ha portato della competizione forte nel mondo del lavoro. Ed è anche per questo che bisognerebbe darsi una mossa e che rimanere ancorati a schemi vecchi può essere molto nocivo.
Oggi servono sempre più qualifiche e allo stessotempo flessibilità (e sulla flessibilità noi italiani siamo fra i più rigidi)..ma qui andiamo in tutt'altro campo:wink_:
Tornando on topic insisto a dire che pretendere che tutti abbiano un conto corrente, e limitare il contante "ope legis2 è , secondo me una vessazione nei confronti dei soggetti più deboli e un atto illiberale che dimostra tutta la fragilità di uno Stato che non si fida più neppure di se stesso e della moneta che batte.
@Magnum
Condivisibile e ben argomentato il tutto se non fosse che reputo una tutela proprio dei più deboli impedire fattualmente l'evasione, che il prezzo da pagare sia dotarsi di un cc. o di un semplice libretto credo si possa sorvolare facendo il rapporto tra benefici/disagi.
Il discorso della fiducia monetaria mi è invece del tutto incomprensibile.
acclarato?...:blink: ...ma se ci sono 1000 teorie sia su come siano state costruite sia sulla data stessa della loro costruzione...le più papabili sono alcune (ma ogni tanto salta fuori qualche reperto/dettaglio che sconvolge di nuovo ogni precedente teoria...)
a parte le polverose e arcaiche piramidi :rolleyes: :biggrin3: ...
il discorso per il quale secondo te è nato prima l'imprendotore e poi il dipendente non mi ha convinto molto...:rolleyes:
e comunque
tornando in tema...concordo con te che limitare il contante è una scemenza...ma da un governo di filobanchieri che ci si poteva aspettare??:dry: