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Il "valore" di un essere umano non è misurabile in termini economici.
In termini economici si può risarcire (o tentare di farlo) una perdita umana ma non misurare il valore di una persona.
Non si può quindi paragonare una vita ad una retribuzione
Le buon'uscite, liquidazioni o quant'altro sono parte di una trattativa su base strettamente economica e correlate alla retribuzione annua che uno percepisce. Nel 99% dei casi , specialmente a questo livello, sono contrattate al momento dell'assunzione, per gli altri sono disciplinate dai CCNL.
Se uno gestisce miliardi e produce utili per altrettanti soldi con le sue decisioni è del tutto razionale che abbia una retribuzione presente e differita commisurata alle sue capacità.
Quanto? Lo stabilisce il mercato e la contrattazione tra le parti.
Considerazioni di altro tipo sono, secondo me, demagogia pura.
Il punto è che se c'è un contratto......
Bisognerebbe scrivere che se c'è un tracollo finanziario il top management non prenderà la liquidazione. ma quanti top manager troveresti disposti a sottoscrivere una cosa del genere?
I migliori probabilmente finirebbero in posti dove questa condizione non ci sia.
Tracollo finanziario poi..per colpa del manager. Perchè se la responsabilità è del Mercato....della crisi mondiale ecc. ecc.?:rolleyes:
Sono dell'idea che il mercato si regoli da solo...... e che mettere dei paletti per queste cose sia sbagliato.
Naturlamente lo Stato paga quando è anche uno dei sottoscrittori del contratto (come nel caso delle BIN, che sono appunto banche con forte proprietà statale)
schifo totale....e' un sistema di merda che porta a situazioni di cacca con soluzioni da buttino....
meno male che in itaGlia la crisi non è arrivata va là :rolleyes:
Io puzzo , a quanto ho diritto ? :biggrin3:
hai fatto male i conti.....gli altri son 40, i due li dara' direttamente unicredit (oltre ai 40) in beneficenza a nome suo (cosi' risparmia le spese del bonifico) :biggrin3:
il valore del lavoro di un uomo 'e teoricamente (ma praticamente, anche se approssimativamente, lo fa ogni azienda "sana" ) dato dal "valore aggiunto" che porta all'impresa
concordo su tutto, salvo sul fatto che non si puo' calcolare quanto vale la vita di un uomo.
il discorso si fa tecnico e complicato, ma chiunque si occuppi di economia sanitaria, (e in altri paesi specialmente, di assicurazioni) sa che quel valore bisogna darlo..........molti di noi vivono nell'illusione che, per esempio, per salvare una vita umana, ogni cifra sia giustificata, ma nella pratica non e' cosi'.......e una cifra massima sulla quale il ministero si tara per approvare farmaci o terapie , esiste :wink_:
quello e' il valore (quanto la societa' e' disposta a spendere ) della vita di un uomo
ovvio che la mia vale molto di piu' di quella cifra :dry:
la vostra non so :dry:
parallare della beneficienza che si fa,secondo me,è sempre di cattivo gusto. per le cifre in ballo,sono certamente regolate da leggi di mercato che però io faccio sempre più fatica a comprendere. fino a 15 anni fa o meno, non c'era una forbice così ampia tra gli stipendi dei top manager e gli impiegati comuni. era ampia,certo,ma ora si è ampliata a dismisura. io ritengo che i soldi siano un pò come l'umidità. continuando a concentrarli,concentrarli,si rischia davvero che tornino a terra come una pioggia. una pioggia molto molto acida. tanto più considerato il fatto che gran parte dei soldi che girano,non esistono,nel senso che non hanno un controvalore materiale. cosa che già accadeva,ma che in tempi recenti è incrementato esponenzialmente. ormai le banche non hanno nemmeno i soldi materiali corrispondenti ai depositi dei piccoli risparmiatori. insomma,Profumo fa parte di un sistema capitalistico a mio avviso troppo deregolamentato. il libero mercato è una pura utopia tanto quanto il comunismo. una teoria che nella realtà non può esistere. parlo così perchè i 40 milioni non li hanno dati a me..:homer::D
io parallo,tu paralli,egli paralla..............:blink::cry::senzaundente:
beato lui
Amico mio, quando lo trovi chiamami che vengo ad aiutarti...:rolleyes:
Che schifo...
poverino... :smoke_:
L'addio di Profumo è una semplice questione di soldi. L'amministratore di una banca rimane in sella per due motivi, o può essere funzionale al sistema come Passera di IntesaSanPaolo (remember Alitalia?), e in qualche caso E' addirittura lui il Sistema, come Geronzi, o produce profitti, distribuisce dividendi, arricchisce gli azionisti. Profumo appartiene a questa ultima categoria di banchieri.
Unicredit da tempo non è una fonte di reddito per i suoi azionisti, lo scorso anno i dividendi sono stati distribuiti sotto forma di azioni. Le azioni hanno però diminuito costantemente il loro valore. Un'azione nel 2009 valeva 2,64 euro dai valori massimi pre crisi di 6,50, e ieri solo 1,94 euro, oggi sarà peggio, ci sarà una pioggia di vendite. L'utile 2009 è sceso a 1,7 miliardi, un risultato più che accettabile con l'attuale congiuntura, ma molto al di sotto degli oltre 6 miliardi del 2007. Gli azionisti hanno finanziato nell'ultimo biennio la banca con aumenti di capitale miliardari senza ricevere in cambio nulla. I loro soldi evidentemente non sono stati sufficienti se è stato necessario imbarcare il cavaliere bruno Gheddafi che è ora, salvo sorprese, l'azionista di riferimento del primo istituto italiano di credito con il 7,5%.
Profumo ha sempre pagato la sua parziale indipendenza dando agli azionisti la loro libbra di carne, ma Unicredit non è la sua banca, non è di sua proprietà, lui è un impiegato, il primo e il più importante, ma di fatto un impiegato. Dietro la sua cacciata dopo 15 anni, salvo ultimi ripensamenti del Sistema, ci sono anche tutti coloro che sono stati tenuti fuori dalla porta da Profumo, dalla Lega di Boss(ol)i, quella del fallimento di Credieuronord, che vuole le banche, alle Fondazioni comandate dai partiti e dai loro tirapiedi, a Geronzi, l'ultrasettantenne presidente delle Generali, che allo scalpo di Arpe aggiunge quello di Profumo, alle lobby legate alla Banca di Roma e al Banco di Sicilia inglobate in Unicredit. La lista dei nemici di Profumo è lunga come lo Stivale, il suo scudo fino a oggi sono stati i risultati e la protezione di Allianz, azionista tedesco che ne promosse 15 anni fa la candidatura.
Profumo è un banchiere, non un santo, ma era uno dei pochi stimati in Europa, come Matteo Arpe espulso a suo tempo dal Sistema. Dietro di loro è rimasto il nulla, i partiti. Le banche da oggi sono ancor più Cosa Loro.