continuo a non capire il perchè:wink_:
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Certo posso immaginare, nel mio piccolo quando mia nonna, molto anziana, era nell'ultimo periodo di vita dove non capiva più niente per me era triste vederla così e mi trovavo spesso a pensare "ma quando molla che così smette di soffrire?"
Quindi sicuramente viverle dal vero quelle situazioni possono farti cambiare idea.
non lo è. Se ti ammazzano è omicidio anche per la legge svizzera. Eutanasia attiva.
Quelle che sono tollerate o ammesse sono le organizzazioni che evidentemente aiutano in vario modo chi ha volontà di suicidarsi. Chiaro che a questo punto il discrimine di essere malati terminali o non esserlo affatto viene meno.
Siamo fuori da un ambito strettamente medico (eutanasia), si ammette che qualche organizzazione che aiuti ad eseguire le volontà di una persona che vuol uccidersi non sia perseguita per legge se non ha fini di lucro o "egoistici".
Il punto della questione da me sollevata era questo.
Ho unito anche la discussione iniziata in attualità politica che aveva lo stesso argomento
appunto, vedere patire una persona cara e sapere che fino alla fine sarà così o peggio è straziante...in quel caso sono favorevole al suicidio assistito..però solo in quel caso perchè se esiste una via di uscita dal male (qualunque sia) va tentata fino all'ultimo
Nessuna legge potrà mai costringere nessuno a compiere un suicidio assistito.
Ti ricordo che perfino per quanto riguarda la pratica dell'aborto esiste l'obiezione di coscienza e non sono pochi i medici che ne usufruiscono ;)
E' chiaro che formulare una legge in merito è delicato, ma il principio secondo me deve essere preso in considerazione.
E' un argomento talmente complesso da poter essere considerato assurdo.
Non per scherzo ma come sincero invito alla riflessione dirò:
-alcune pratiche sono impossibili da assistere: il suicidio e la masturbazione sono tra queste.
"Suicidio assistito" è, prima di tutto, una contraddizione in termini.
O vuoi farlo in un modo tale da risparmiare alle persone che ti vogliono bene lo strazio di trovarti una mattina impiccato a una trave, o pieno di sangue dopo un colpo di pistola in bocca, o sfracellato sul marciapiede perchè ti sei buttato dal balcone di casa ;)
Però ti metti sulla coscienza di chi ti aiuta... e comunque ai familiari e amici che restano lasci solo della sofferenza, dei dubbi, dei rimorsi, dei perchè e tante domande senza risposta....
Però così diventa una discussione pro o contro il suicidio in generale.
Noi qui si parlava di dare la possibilità a chi soffre (fisico o mente) di essere assistito nella pratica di terminare la propria esistenza.
Io immagino un percorso di presa di coscienza maggiore della propria situazione e non solo un omino simpatico con la siringa pronta ;)
Si va OT, ma colpa mia e di mie non proprio belle esperienze...
Rimanendo in IT resto comunque contraria al suicidio quando c'è una possibilità di guarigione o una vita che può proseguire... almeno al suicidio assisito (che comporta anche una spesa alla comunità), al suicidio in generale putroppo non si può far nulla. son scelte personali...
Sono contrario perché si inizia col suicidio assistito e poi si passa alla droga
ognuno dovrebbe decidere per la propria vita.
non capisco perchè qualcuno debba impormi di: LAVORARE, PAGARE LE TASSE, TROMBARE, MANGIARE ecc...ecc....
se non voglio più vivere in salute mi butto dal ponte... in ospedale son costretto a sottostare alla volontà di altri... ma non esiste proprio.
libero arbitrio totale.
il punto è........ i controlli....... suicidio assistito oppure omicidio compiuto da un terzo?
son pronto a scommettere che nei tribunali vi sarebbero parti in contrapposizione: A "ahhhh lui voleva morire" B "ahhh non è vero".
Io invece credo nel libero arbitrio: solo tu puoi sapere o credere se ci sia una possibilità di guarigione o se la vita che conduci a causa di una malattia fisica o mentale sia degna di essere vissuta.
:)
oggi sei stranamente quotabile :biggrin3:
Così si creerebbero delle liste d'attesa per il suicidio (cioè, se ti fan attendere per una biopsia, cioè qualcosa di urgente, 6 mesi, figurati un suicidio) ... non è grottesco?
E in attesa della tua dipartita che fai?
Scusate, ma che differenza passa tra eutanasia e suicidio assistito?
Se ti vuoi suicidare puoi farlo benissimo da solo, ci sono mille metodi, basta fare una piccola ricerca su google, ma allora perché vuoi farti assistere? E sopratutto, perché ci sono associazioni che ti assistono nel suicidio?
Io spesso auguro a chi è cattivo di suicidarsi, ma non lo aiuterei mai a farlo! :)
Ma perché non è facile diamine. Ci sono molteplici fattori da considerare. Innanzitutto una cosa del genere non può farla un medico, poiché va (per certi aspetti) in contrasto con il Giuramento di Ippocrate. Vanno create delle strutture ad Hoc, ma a chi fa queste cose che preparazione si da?
Detto questo, archiviato il lato pratico della cosa, si passa al lato "umano". Come fai a decidere quanto sia attendibile la volontà di un individuo di farla finita, e quanto sia magari deviata da altri fattori derivanti dalla sua malattia? Per questo, in un malato terminale è un conto, nella depressione è un altro. La lucidità credo sia ben diversa nei due casi.
Vanno poi considerate la gravità e la curabilità del male in sè.
E non è tutto qua...
Al di là di tutto questo, mettila così. Supponi di essere il superpresidente Nazionale, tu puoi tutto e decidi tutto te. Ora, come legiferi in merito al suicidio assistito (partendo dal presupposto che vuoi fare una legge fatta bene, obiettiva e funzionale)?
Bravissimo :oook:
No, non è una cura. Assolutamente no.
è più assurdo sottostare ad una lista d'attesa per un trapianto che per morire, per dire....
visto che la vita è una gran rottura di balle... e non solo gioie... vorrei decidere della mia vita... poi se qualcuno mi vuol costringere ok... purchè tutto sia bellissimo, qualcuno lavori per me, paghi per me ecc... ecc...
Decisamente sì :oook:
L'ho scritto più volte, si va oltre l'etica.. Quella è discutibile, casomai subentra dopo a livello individuale.. I problemi sono altri.
Scrivevi "è pur sempre una cura, solamente più definitiva". Il "solamente..." non esclude le parole precedenti.
Se c'era del sarcasmo, non l'ho colto, ma da com'era scritto, così andava presa.
dipende..............
magari non sò..... un ricovero in ospedale, potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso e li... non sono più padrone della mia vita.
delego la mia via ad un operatore sanitario che, ha come unico obbiettivo curarmi e non seguire le mie volontà che potrebbero essere in contrapposizione con il suo lavoro e l'etica professionale.
Sono favorevole in tutti i casi
Ho una qualche difficoltà a stabilire così a freddo se sia giusto o meno in questo caso particolare di cui discutiamo o, in generale, se è giusto per un malato terminale.
Posso solo riflettere sulla mia esperienza di vita e testimonio che ho visto suicidi di persone che in preda alla depressione o in stato avanzatissimo di malattia hanno deciso di farlo senza chiedere aiuto a nessuno.
Ho visto il disfacimento di qualcuno, solido come il granito, per una grave malattia che ha cercato fino all'ultimo di tenersi in vita. Ho visto negli occhi di qualcuno il terrore, il dolore per il momento che si stava avvicinando.
Non ho esperienza di occhi che dicessero "ecco, finalmente è finita".
Il gesto di un suicidio personale dovuto ad un disagio mentale, non assistito, deve essere accompagnato da un grandissimo dolore interiore che trova sbocco solo con "l'annientamento". Posso solo molto lontanamento intuire il dolore interiore che porta ad una scelta del genere. La disperazione, lo stato di tilt di qualunque attaccamento alla vita.
Il suicidio personale dovuto ad una grave malattia forse è il volere chiudere con il dolore fisico, con la fine del constatare il proprio corpo disgregarsi. Con il volere chiudere con l'umiliazione che si prova nel diventare "carne da cura".
Non riesco proprio ad immaginare come si possa lucidamente programmare e autorizzare il proprio suicidio dovuto a una depressione. Forse in qeusta parabola discendente rimane la "lucidità" ed il coraggio per farlo fare ad altri.
Consentitemi però di fare una riflessione personale su chi, come me, si è trovato a vivere una malattia grave di un congiunto e egoisticamente ha, come me, preteso che il proprio caro non si arrendesse, che si curasse, che (illusoriamente) guarisse. Se in quelle circostanze mi fossi trovato a dovere assumere una scelta estrema ammetto che non ce l'avrei fatta. Chi da fuori avrebbe il coraggio di "ragionare" sulla fine di un proprio caro stabilendo terapia, modalità, momento?. Io no forse.
O forse, da dentro, nell'esperienza vera e concreta cambierei idea?
Appunto l'esperienza vera e concreta.
Naturalmente capisco chi riesce ad esprimere una opinione personale sul tema. Forse ha le idee più chiare, dirette e sicure delle mie.
Una spina nel cuore che continua a sanguinare..
Quella sera dissi a mio padre "ciao papà noi andiamo
ci vediamo domani mattina, dormi tranquillo"
mi rispose "e la puntura?"
la mattina dopo alle sette e mezza mi chiamarono
aveva smesso di respirare
erano giorni che chiedeva la puntura..
io sono per la libertà di scelta.......
se uno vuole morire lo può e deve fare......
la vita è sua non esiste dio o religione o altro che possa intervenire.
L'argomento del dibattito, in questo momento, mi interessa meno..............continuo a essere dispiaciuto per questa "scomparsa" a prescindere da come è avvenuta.