ops...sorry:senzaundente:
Visualizzazione Stampabile
#acolposicuro :laugh2:
CIAMBELLE STROZZOSE DI PASQUA
Tradizioni marchigiane
Si narra che un tempo " le vergare " marchigiane ( donne di casa ) iniziavano ad impastare queste ciambelle il giorno della passione di Cristo e le facevano riposare per cuocerle il giorno di Pasqua.
E' vero che questo impasto ha bisogno di riposo, dopo la lessatura, le ciambelle possono aspettare anche tutta la notte prima di essere infornate, come vedete anche qui "piano piano buono buono".
Finalmente come le volevo io e come non mi erano mai neanche lontanamente venute.
Certo ci voleva lei a darmi un paio di dritte fondamentali e la ringrazio di cuore, Luisa è una persona gentilissima e disponibile come poche devo dire, si perché si è offerta di fare insieme a me questo dolce tipico di Pasqua della nostra regione che sembra facile ma che nasconde qualche insidia se non si fa attenzione. Per due volte di fila le avevo fatte da sola con i suoi consigli ma non ero rimasta soddisfatta così quando lei mi ha proposto di farle insieme non potevo certo dire di no anzi è stato veramente divertente pasticciare a quattro mani e veder uscire queste ghiottonerie.
Preparazione dell'agente lievitante ( dose )
7 g di ammoniaca per dolci
3 g di bicarbonato di sodio
Mescolare bene e riporre in un vasetto di vetro chiuso.
Ingredienti prima versione
8 uova medie
2 cucchiai di zucchero semolato
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
bustina o estratto di vaniglia
1,5 g di dose
buccia grattugiata di mezzo limone
sale un pizzico
900g. di farina OO o O
10 cucchiai di mistrà ( sostituire con sambuca o anice )
Ingredienti seconda versione per 6-7 ciambelle piccole
6 uova
6 cucchiai di olio di semi di girasole
6 cucchiai di mistrà o liquore all'anice
6 cucchiaini di zucchero
1,5 g di dose
buccia di limone
600-650 g. di farina O ( la quantità dipenderà dalla farina naturalmente )
La consistenza è come quella della pasta all'uovo e le ciambelle consiglio di formarle subito prima di buttarle in acqua.
Fare un buco al centro della pallina, con le dita girare la ciambella su stessa senza allargare tanto per farle crescere in altezza.
Mettete a bollire abbondante acqua in una pentola grande.
Montate a spuma le uova con lo zucchero, il lievito, l'olio, la vaniglia, il limone e il sale, quando saranno belle gonfie aggiungete la farina e il mistrà SOPRA LA FARINA altrimenti rischiate di cuocere l'uovo.
Iniziate ad impastare fino a raggiungere una consistenza soda che non deve appiccicarsi troppo alle dita.
Dividete l'impasto in 4-6 porzioni, appiattite leggermente con un po' di farina e con le dita partendo dal centro allargate formando la ciambella che schiaccerete nuovamente ( vedi foto ).
Mettete il mistrà in questo modo senza farlo andare a contatto con le uova
Lessate una ciambella per volta, se il peso sarà di circa 230-250 g. lasciatele cuocere per 8-10 minuti girandole spesso sempre con il coperchio che non deve però chiudere tutta la pentola o anche 4-5 minuti per parte.
Se le fate più piccole di circa 150 g. dimezzate il tempo di lessatura.
L'acqua non deve bollire al massimo, tenete la fiamma moderata in modo da avere un bollore delicato quasi inesistente
Fatele asciugare su un canovaccio e incidetela in mezzo ancora calda fino ad arrivare vicino al bordo interno.
Fatele riposare un po', almeno 4 ore mal'ideale sono 10/12 ore e poi cuocete in forno caldo 180° circa ( ogni forno è una storia a se ) due alla volta e vicino alla ventola del forno in modo che prendano calore subito e si alzino e fatele asciugare per almeno 35-40 minuti ma tenetele d'occhio perché non brucino.
Giratele intorno quando vedete che iniziano a colorare e sfornate quando saranno leggere.
I tempi di cottura variano in base al forno.
Glassare a piacere con cioccolato fuso o ghiaccia reale e confettini colorati, qui si consumano anche nude e crude perché sono fantastiche.
https://www.lepadellefanfracasso.it/...asqua.html?m=1
Ma devi spiegare cos'è il Mistrà, (Varnelli), non basta dire sostituire con sambuca o anice, e devi raccontare l'aneddoto o leggenda del sig. Varnelli che, a cavallo delle due guerre (e probabilmente qualche figlio anche dopo la seconda) girava per le osterie e i bar del centro Italia ordinando "un caffè corretto mistrà Varnelli!". Alla faccia stupita dell'oste, che non conosceva il liquore, il sig. Varnelli soggiungeva: "ma come, non lo conosce? E' noto ed apprezzato in tutto il mondo! Per fortuna conosco il rappresentante, glielo mando nei prossimi giorni". E vendeva il suo Mistrà. Raccontatami da un oste durante un'mbriagatura storica a Montecassiano :oook: