si, ma personalmente non ci trovo nulla di male a cercare di allungare il periodo, se la qualita' della vita e' accettabile
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la vostra vita sta finendo un minuto alla volta
se a 70-80 anni ci sono ancora persone piene di entusiamo e voglia di fare possiamo farlo anche noi..meno seghe e più energia per altri progetti.
ora focalizziamo l'attenzione sulla concitina
grazie
Il mio quote era per Gabriel che da una parte mi dice che alla morte non ci pensa perchè è giovane, dall'altre riporta quella frase in firma
Ci si pensa eccome, ma non se ne parla perchè è un tabù. La morte, la fine. Parlarne non è portar jella, ma iniziare ad accettare che la vita stessa ha un significato grande proprio nella morte. E mano a mano che ci avviciniamo aumenta il carico delle nostre responsabilità.
La giovinezza è spensierata, mentre prima con la maturità e poi con la vecchiaia crescono le consapevolezze.
Cristallizzarsi in una virtuale, eterna, giovinezza formale, sembra un rito esorcistico, una sorta di Dorian Grey, ma forse anche un modo per scongiurare consapevolezze e responsabilità, rimandarle ad un futuro che si spera non arrivi o arrivi il più tardi possibile.
La vecchiaia si rifiuta. Appena un paio di giorni fa, ho letto in un post un suggerimento formale "non dire vecchio, che fa vecchio, meglio vintage!". Al di la del sorriso, il pensiero è: ma come si fa a creare lo scambio tra giovani e vecchi, quello in cui i giovani sanno inventare il futuro e i vecchi hanno l'esperienza per aiutarli a costruirlo, se ci vogliamo fermare idealmente alla soglia della vecchiaia? Se i vecchi non accettano la loro vecchiaia ed i giovani non la vogliono neanche riconoscere?
cioe'? alla fine dei conti cosa dovrebbe essere ? che i vecchi si devono, buoni buoni, far da parte e lasciar fare ?
non e' MAI stato cosi': sono i giovani che li devono mettere da parte, se ne sono capaci, se no, ciccia
la selezione naturale sta proprio in questo
capita che lo stato di salute e la possibilita' di una vita attiva di un sessantenne di oggi non siano nemmeno paragonabili a quelle di un sessantenne (nella media) di 60 anni fa
La vecchiaia si rifiuta perché fa oggettivamente schifo, o almeno questo ho imparato dalla lettura di "Ragazzo. Storia di una vecchiaia" di Massimo Fini. Se la vecchiaia è quel buco nero che Fini descrive, comprendo chi cerca di sfuggire a questo destino. Certo il rischio è che questa fuga diventi malattia.