l'olio di semi da evitare assolutamente, meglio olio di cocco o burro ghee che ha un punto di cottura più alto rispetto all'olio di oliva, è indicato per friggere
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Punto di fumo
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Il punto di fumo è la temperatura a cui un grasso alimentare riscaldato comincia a decomporsi (idrolizzarsi) alterando la propria struttura molecolare e formando acroleina, una sostanza tossica e cancerogena, come constatato da numerose ricerche. È particolarmente importante nella frittura, sia casalinga, sia industriale o dei ristoratori, e si chiama così in quanto il grasso inizia a sviluppare fumo, fastidioso per inalazione e per gli occhi proprio a causa del contenuto in acroleina. Il punto di fumo può essere generato da un uso eccessivo dallo stesso olio consumato nelle fritture. Il punto di fumo è una caratteristica del grasso, che varia con la miscela di acidi grassi contenuti, della percentuale in acqua, e di altri fattori: pertanto può essere stimato solo come media per tipologia di grasso.
Inoltre va dato scarso credito a quanto si legge in proposito su giornali e riviste, o su internet, in quanto esistono versioni molto contrastanti sui vari olii, dettate probabilmente dal marketing di un certo tipo di grasso piuttosto che di un altro.
Tanto per fare un esempio: su Albanesi.it, un sito di nutrizione [1] lo strutto ha un punto di fumo tra 180 e 210 °C, e l'olio di arachide 230 °C, per cui conviene usare questo, mentre secondo il sito di e-learning dell'Università degli studi di Napoli Federico II [2] l'olio di arachide ha 180 °C, l'olio di oliva extravergine 210 °C, il burro 260 °C e lo strutto più di 260 °C. Una circolare del Ministero della Sanità, la n° 1 dell'11 gennaio 1991[3], dice invece che gli olii adatti alla frittura sono l'olio di oliva e l'olio di semi di arachide.
Il sito in inglese Cooking for Engineers (cucina per ingegneri)[4], dà una lista ancora diversa, in cui gli olii a catena lunga e ad alto tenore di acqua risultano avere un punto di fumo più basso, in confronto a quelli a catena più corta: ad esempio olio di oliva extravergine 160 °C, olio di semi di arachide non raffinato 160 °C, burro, 170 °C, lardo 180 °C, olio di semi di arachide raffinato 232 °C, olio di oliva raffinato 242 °C, olio di semi di soia raffinato 257 °C.
Dipende da cosa si deve cucinare.
Tendenzialmente un pò più l'olio d oliva (buono), ma vivendo con una ungherese ed avendo ascendenze nordiche...anche il burro viene usato abbastanza.
Le quantità per volta però sono relativamente modeste, non amiamo i cibi troppo conditi e oltretutto fanno anche male.
Io prediligo il burro, ma solo perchè mi piace di più:biggrin3:, l'olio lo uso per determinate cose (condire l'insalata con il burro non mi pare il caso). Per quanto riguarda i fritti, se mia moglie non mi rompesse, userei lo strutto!
Ma è risaputo che io sto alla cucina sana, quanto Cicciolina alla castità.
la frittura con olio di semi, è meno pesante e soprattutto più economica di quella con olio EXTRA VERGINE di oliva (per me l'olio d'oliva è solo quello E.V.)...
però, gli oli di semi si degradano + facilmente e a temperature inferiori rispetto a quello d'oliva, pertanto quello che mangi non è quello che leggi sulla bottiglia.
Cmq, le patatine fritte nell'E.V. hanno un sapore che con quello di semi se lo sognano!!!!:w00t:
Io da 4 mesi sono a dieta uso solo olio di oliva per condiere (20g al giorno >.>) e niente per cucinare (pesce lesso o al forno, carne ai ferri).
Risultato? meno 25kg :D
Mai usato il burro.. :sick: